L'avvocatessa - cap 40
di
Miss Serena
genere
etero
Mancavano poco meno di quattro settimane al matrimonio, ed il tempo sembrava non passare mai.
Tommaso aveva assunto un wedding-planner per organizzare la cerimonia in ogni minimo dettaglio, col risultato che avevo dovuto scegliere solo il mio abito e poche altre cose. Come testimoni avevo scelto Daniela e Stefano, che avevo presentato al mio futuro marito come un vecchio amico, anche se lui lo conosceva già perchè faceva parte dell'equipe che l'aveva operato dopo l'incidente, nel quale erano morti i genitori e la sorella.
Quella domenica ero a bordo piscina a far finta di volermi abbronzare, quando squillò il mio cellulare facendomi quasi sobbalzare.
"Ciao Monica, sono Gordon, disturbo ?"
La voce del vicino di casa di Stefano, il quale l'aveva coinvolto in un rapporto a tre, ebbe l'effetto di svegliarmi dal torpore nel quale ero caduta.
"Ma quale disturbo, anzi è un piacere sentirti." gli risposi sperando in cuor mio di poterlo vedere.
Cominciammo così a parlare del mio futuro matrimonio, quando lui m'invitò a casa sua per bere qualcosa insieme prima del fatidico passo. Finsi un minimo d'indecisione, per poi cedere ben felice di rivedere quel mandingo. Erano infatti diversi giorni che non facevo sesso, e quell’insolita astinenza stava diventando quasi ‘pesante’ da sopportare.
Sopra lo striminzito bikini che avevo messo per prendere il sole, indossai un semplice top giallino e una mini plissettata viola, e quasi corsi a casa di Gordon. Ebbi un attimo d'esitazione quando passai davanti alla casa di Stefano, me poi vidi che era tutto chiuso e mi recai dal suo vicino senza più alcun indugio.
Non feci quasi in tempo a staccare il dito dal campanello, che lui m'aprì la porta per farmi entrare di tutta fretta.
"Hai paura che qualcuno mi veda ?" gli domandai con una certa malizia.
"No figurati, e poi sei un gran bel vedere." mi rispose con un sorriso.
"Non ti credo però voglio farti lo stesso un regalo."
Appoggiai una mano sul suo petto per rimanere in piedi, mentre con l'altra mi toglievo la parte inferiore del bikini, che gli misi in mano.
"Ora voglio vedere come sono le tue mutande." gli dissi inginocchiandomi davanti a lui, per poi tirargli fuori il pene che iniziai a leccare con una certa bramosia.
"Wow tu sì che sei una donna di poche parole. !"
Per tutta risposta gli presi in bocca tutta la mazza, assaporandone fino in fondo il sapore di maschio, pensando già a quando m'avrebbe posseduta facendomi godere come una pazza. Perchè in realtà non volevo solo provare puro piacere, anche se uno come Gordon era in grado di farmi provare quelle sensazioni. Volevo soprattutto sentirmi donna, dopo alcuni giorni passata di fatto a fare la santarellina che si preoccupa del proprio matrimonio. Più gli succhiavo il cazzo, più mi eccitavo e più mi sentivo puttana dentro, aspettando quasi con ansia di sentirmi scorrere dentro quel bel bastone d'ebano.
"Alzati ti voglio spogliare." mi disse quasi all'improvviso.
"Eccomi, ma non è che ci sia molto da togliere." gli risposi facendo quasi un balzo in alto.
Gordon quasi mi strappò quel poco che avevo addosso, tenendomi poi stretta a lui di schiena, in modo che potessi sentire la sua mazza fra le chiappe, mentre mi toccava un po' ovunque.
"Dov'è il letto, sai mi piace stare comoda." gli domandai mentre mi dava dei dolcissimi baci sul collo.
Lui non disse nulla, ma mi prese per mano per condurmi in camera, dove una volta giunti, si sdraiò al centro del letto, invitandomi a mettermi vicino a lui.
Io però avevo ben altre idee, così m'accucciai fra le sue gambe, e dopo avergliele allargate un pochino, iniziai a leccargli i testicoli, scendendo più volte fino all'ano, e inebriandomi del suo odore, forte e mascolino allo stesso tempo.
L'uomo comprese che gli conveniva lasciarmi agire, anche perchè lo stavo facendo godere in modo più che visibile, senza dire nulla neanche quando gli presi la mazza fra le labbra, ed iniziai un lento sali e scendi che lo mandò in estasi. Man mano che acceleravo il mio ritmo, sentivo il sangue pulsargli sempre più velocemente lungo tutta l'asta, sino a quando non decisi che volevo esser del tutto sua.
Mi misi a cavalcioni su di lui dandogli le spalle, poi gli presi il pene in mano, e senza alcuna esitazione lo feci scivolare dentro la mia intimità, che riempii quasi in un attimo. Senza dargli alcuna tregua iniziai a cavalcarlo, mentre le sue mani s'impadronivano del mio seno, ed i miei umori gli colano sulle cosce.
"Girati, voglio vederti godere." mi disse spingendomi delicatamente in avanti.
Mi sfilai quella gran mazza dalla passera giusto il tempo di voltarmi, poi la rimisi dov'era giusto che fosse e ripresi a spingere con più foga di prima. Questa volta le sue mani arrivarono sulle mie natiche, e un dito iniziò a fare una leggera pressione sull'ano, facendomi eccitare ancora di più.
Avrei voluto che quei momenti durassero all'infinito, tanto era il piacere che stavo provando con Gordon, il quale era fin troppo silenzioso, pur essendo più che visibile che stava godendo almeno quanto me. Rallentai il mio incedere per godere il più a lungo possibile, anche se a volte non sapevo resistere alla tentazione di dare dei colpi talmente forti da togliermi il fiato. Ebbi quasi subito un orgasmo che però non placò in alcun modo le mie voglie, anzi mi diede maggior forza nel cavalcare il mio amante, mentre gli dicevo frasi sconce con un pezzo del suo dito dentro il culo, come a ricordarmi dove mi avrebbe avuta.
Quando lui aprì bocca, fu solo per dirmi che stava arrivando al capolinea, così non mi rimase che tornare carponi fra le sue gambe, in attesa di bere il suo orgasmo. Non paga di bere il suo seme, presi a masturbarmi infilandomi tre dita dentro la passera, avendo così anch'io il mio orgasmo, per poi rimanere sdraiata senza più alcuna forza.
"Certo che a momenti sei fin troppo travolgente." mi disse accarezzandomi la testa "Che ne dici di fare un giochino dove dirigo io ?"
"Perchè no, così mi riposo io." gli risposi sorridendo.
Gordon s'alzò per prendere polsiere e cavigliere, che mi sistemò facendo bene attenzione di non stringerle troppo. Successivamente mi fece carponi per poi agganciare le costrizioni, in modo da tenermi le gambe ben aperte.
"Adesso vediamo quanto resisti a questo." mi disse tirando fuori da un cassetto uno stimolatore a microfono senza fili.
Non appena poggiò la testa sferica dello stimolatore, sentii una sensazione leggermente spiacevole, ma non appena lui accese l'apparecchio, fu come avere un fuoco in mezzo alle gambe. Legata com'ero non potevo muovermi, subendo passivamente così il massaggio dello stimolatore, che Gordon premeva cambiando spesso la forza sulla mia passera. In poco tempo mi ritrovai a contorcermi dal piacere, che aumentò quando lui iniziò a leccarmi i bordi delle labbra esterne, senza mai sfiorare quelle interne. Stavo per supplicarlo di scoparmi e porre così fine a quella dolce tortura, ma poi compresi che era proprio che lui voleva da me, e così decisi di rimanere in silenzio, lasciando che dalla mia bocca uscissero solo gemiti di piacere.
Gordon mi fece girare facendomi quasi sdraiare sul letto, e in quella posizione forse ancora più oscena, il piacere che lui mi donò fu ancora maggiore. Oramai non riuscivo più a rimanere ferma per più di un paio di secondi, con quella sfera che non mi dava tregua, e la sua lingua che andava dove lo stimolatore non poteva arrivare.
"Basta !" urlai non potendo più resistere a tutta quell'eccitazione "Scopami come vuoi ma mettimelo dentro !"
"Certo che ti scopo, e come dico io, ma non ora." mi rispose mettendomi il pene davanti alla bocca.
Non appena presi quella gran mazza fra le labbra, lui m'afferrò i capelli per dettare il ritmo del fellatio, e non fu certo dolce o gentile, ma del resto non ero in condizione di poter dire nulla. Il suo atteggiamento m'infastidii, anche se ero stata io ad accettare le regole del suo gioco volendo avere un altro orgasmo, che ebbi non appena lui si stancò della mia bocca e m'infilò la mazza nella passera.
Per diversi secondi fu come se mi fosse spenta la luce nel cervello, tale fu la violenza con la quale il piacere mi strinse a se. Subito dopo lui sganciò polsiere e cavigliere, anche per potermi afferrare più comodamente, ed iniziò a scoparmi da vero stallone di razza, facendo scorrere tutto il suo cazzo dentro di me.
"Sei tanto bagnata che non c'è quasi gusto a scoparti." mi disse mentre mi sbatteva senza sosta.
"E tu cambia buco."
Effettivamente anche Gordon era se molto dotato, il piacere della penetrazione stava scemando, ma non volevo smettere di godere. Così lui riprese lo stimolatore per darmelo in mano, e non mi rimase che portarlo sulla passera, mentre lui si preparava a sodomizzarmi.
Per mia fortuna non fu una belva, anche perchè m'avrebbe fatto davvero molto male, e complice la sfera vibrante con la quale mi masturbavo, la penetrazione fu quasi senza dolore, e ripresi a godere forse più di prima.
"Adesso girati, voglio metterti nel culo anche le palle." mi disse lasciandomi le caviglie.
Ubbidii ben felice di sentire nel modo più completo la sua mazza nel retto, ma senza lasciare lo stimolatore inattivo. Lui m'inculò a lungo, facendo avere un paio d'orgasmi che pur non avendo la violenza del primo, furono intensi e appaganti, anche perché ogni tanto riprese a scoparmi la fica, Scoprii che Gordon era uno che parlava poco, e ancor meno gli piaceva che lo facessi io, così rimanemmo quasi in silenzio per tutto il rapporto, durante il quale mi sbatté senza darmi un attimo di tregua, facendomi sentire estremamente porca. Per un attimo ebbi il desiderio di farmi vedere da quel gran cornuto del mio fidanzato, che pur sapendo che non ero certo casta e pura, difficilmente avrebbe immaginato che potessi spingermi a quei livelli, con uno stimolatore premuto contro la passera, mentre un uomo mi sodomizzava senza pietà. Eppure in quei momenti mi sentivo completamente me stessa, una donna vogliosa oltre ogni limite, che amava il sesso in tutte le sue forme.
Solo quando fu sul punto di venire, mi disse che voleva farlo nella mia bocca, ed io l'accontentai bel volentieri, provando così per la seconda volta il gusto del suo seme.
"Quand'è che ti sposi ?" mi domandò dopo che ci sdraiammo vicini.
"Fra meno di quattro settimane, però non è che muoia dalla voglia di parlarne."
"Perchè ?" mi chiese incuriosito.
"Forse sto facendo la più grande cazzata della mia vita, insomma fra poco meno di un mese sarò la signora Soleri, e sono qui a scopare con un altro. Però lui mi permette di fare ciò che voglio, basta che non dia scandalo, e credimi ha davvero un sacco di soldi."
"Quindi ti stai facendo solo delle seghe mentali." mi rispose dopo esser rimasto un po' in silenzio. "Se andiamo a vedere il tuo matrimonio è una farsa, dopo la quale continuerai a fare ciò che fai adesso, coll'unica differenza è che avrai un anello in più al dito."
Il suo ragionamento era semplice quanto reale, e non mi rimase che ammettere quanto verità ci fosse nelle sue parole.
Mi rivestii senza alcuna voglia di tornare a casa, ma non potevo assentarmi in eterno, così salutai Gordon e presi la strada per la villa.
"In effetti ha ragione lui, a me che cambia ?" dissi a me stessa mentre ero ferma ad un semaforo "Dopo la cerimonia andremo due settimane in viaggio di nozze, e poi si torna qui a fare la mia solita vita coi miei soliti amanti."
Il programma mi piacque tanto che quasi ripartii col rosso, per poi passare i giorni precedenti al matrimonio senza pensarci troppo. Anche perchè non avevo pensato a ciò che Carla aveva in mente per il mio addio al nubilato.
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Tommaso aveva assunto un wedding-planner per organizzare la cerimonia in ogni minimo dettaglio, col risultato che avevo dovuto scegliere solo il mio abito e poche altre cose. Come testimoni avevo scelto Daniela e Stefano, che avevo presentato al mio futuro marito come un vecchio amico, anche se lui lo conosceva già perchè faceva parte dell'equipe che l'aveva operato dopo l'incidente, nel quale erano morti i genitori e la sorella.
Quella domenica ero a bordo piscina a far finta di volermi abbronzare, quando squillò il mio cellulare facendomi quasi sobbalzare.
"Ciao Monica, sono Gordon, disturbo ?"
La voce del vicino di casa di Stefano, il quale l'aveva coinvolto in un rapporto a tre, ebbe l'effetto di svegliarmi dal torpore nel quale ero caduta.
"Ma quale disturbo, anzi è un piacere sentirti." gli risposi sperando in cuor mio di poterlo vedere.
Cominciammo così a parlare del mio futuro matrimonio, quando lui m'invitò a casa sua per bere qualcosa insieme prima del fatidico passo. Finsi un minimo d'indecisione, per poi cedere ben felice di rivedere quel mandingo. Erano infatti diversi giorni che non facevo sesso, e quell’insolita astinenza stava diventando quasi ‘pesante’ da sopportare.
Sopra lo striminzito bikini che avevo messo per prendere il sole, indossai un semplice top giallino e una mini plissettata viola, e quasi corsi a casa di Gordon. Ebbi un attimo d'esitazione quando passai davanti alla casa di Stefano, me poi vidi che era tutto chiuso e mi recai dal suo vicino senza più alcun indugio.
Non feci quasi in tempo a staccare il dito dal campanello, che lui m'aprì la porta per farmi entrare di tutta fretta.
"Hai paura che qualcuno mi veda ?" gli domandai con una certa malizia.
"No figurati, e poi sei un gran bel vedere." mi rispose con un sorriso.
"Non ti credo però voglio farti lo stesso un regalo."
Appoggiai una mano sul suo petto per rimanere in piedi, mentre con l'altra mi toglievo la parte inferiore del bikini, che gli misi in mano.
"Ora voglio vedere come sono le tue mutande." gli dissi inginocchiandomi davanti a lui, per poi tirargli fuori il pene che iniziai a leccare con una certa bramosia.
"Wow tu sì che sei una donna di poche parole. !"
Per tutta risposta gli presi in bocca tutta la mazza, assaporandone fino in fondo il sapore di maschio, pensando già a quando m'avrebbe posseduta facendomi godere come una pazza. Perchè in realtà non volevo solo provare puro piacere, anche se uno come Gordon era in grado di farmi provare quelle sensazioni. Volevo soprattutto sentirmi donna, dopo alcuni giorni passata di fatto a fare la santarellina che si preoccupa del proprio matrimonio. Più gli succhiavo il cazzo, più mi eccitavo e più mi sentivo puttana dentro, aspettando quasi con ansia di sentirmi scorrere dentro quel bel bastone d'ebano.
"Alzati ti voglio spogliare." mi disse quasi all'improvviso.
"Eccomi, ma non è che ci sia molto da togliere." gli risposi facendo quasi un balzo in alto.
Gordon quasi mi strappò quel poco che avevo addosso, tenendomi poi stretta a lui di schiena, in modo che potessi sentire la sua mazza fra le chiappe, mentre mi toccava un po' ovunque.
"Dov'è il letto, sai mi piace stare comoda." gli domandai mentre mi dava dei dolcissimi baci sul collo.
Lui non disse nulla, ma mi prese per mano per condurmi in camera, dove una volta giunti, si sdraiò al centro del letto, invitandomi a mettermi vicino a lui.
Io però avevo ben altre idee, così m'accucciai fra le sue gambe, e dopo avergliele allargate un pochino, iniziai a leccargli i testicoli, scendendo più volte fino all'ano, e inebriandomi del suo odore, forte e mascolino allo stesso tempo.
L'uomo comprese che gli conveniva lasciarmi agire, anche perchè lo stavo facendo godere in modo più che visibile, senza dire nulla neanche quando gli presi la mazza fra le labbra, ed iniziai un lento sali e scendi che lo mandò in estasi. Man mano che acceleravo il mio ritmo, sentivo il sangue pulsargli sempre più velocemente lungo tutta l'asta, sino a quando non decisi che volevo esser del tutto sua.
Mi misi a cavalcioni su di lui dandogli le spalle, poi gli presi il pene in mano, e senza alcuna esitazione lo feci scivolare dentro la mia intimità, che riempii quasi in un attimo. Senza dargli alcuna tregua iniziai a cavalcarlo, mentre le sue mani s'impadronivano del mio seno, ed i miei umori gli colano sulle cosce.
"Girati, voglio vederti godere." mi disse spingendomi delicatamente in avanti.
Mi sfilai quella gran mazza dalla passera giusto il tempo di voltarmi, poi la rimisi dov'era giusto che fosse e ripresi a spingere con più foga di prima. Questa volta le sue mani arrivarono sulle mie natiche, e un dito iniziò a fare una leggera pressione sull'ano, facendomi eccitare ancora di più.
Avrei voluto che quei momenti durassero all'infinito, tanto era il piacere che stavo provando con Gordon, il quale era fin troppo silenzioso, pur essendo più che visibile che stava godendo almeno quanto me. Rallentai il mio incedere per godere il più a lungo possibile, anche se a volte non sapevo resistere alla tentazione di dare dei colpi talmente forti da togliermi il fiato. Ebbi quasi subito un orgasmo che però non placò in alcun modo le mie voglie, anzi mi diede maggior forza nel cavalcare il mio amante, mentre gli dicevo frasi sconce con un pezzo del suo dito dentro il culo, come a ricordarmi dove mi avrebbe avuta.
Quando lui aprì bocca, fu solo per dirmi che stava arrivando al capolinea, così non mi rimase che tornare carponi fra le sue gambe, in attesa di bere il suo orgasmo. Non paga di bere il suo seme, presi a masturbarmi infilandomi tre dita dentro la passera, avendo così anch'io il mio orgasmo, per poi rimanere sdraiata senza più alcuna forza.
"Certo che a momenti sei fin troppo travolgente." mi disse accarezzandomi la testa "Che ne dici di fare un giochino dove dirigo io ?"
"Perchè no, così mi riposo io." gli risposi sorridendo.
Gordon s'alzò per prendere polsiere e cavigliere, che mi sistemò facendo bene attenzione di non stringerle troppo. Successivamente mi fece carponi per poi agganciare le costrizioni, in modo da tenermi le gambe ben aperte.
"Adesso vediamo quanto resisti a questo." mi disse tirando fuori da un cassetto uno stimolatore a microfono senza fili.
Non appena poggiò la testa sferica dello stimolatore, sentii una sensazione leggermente spiacevole, ma non appena lui accese l'apparecchio, fu come avere un fuoco in mezzo alle gambe. Legata com'ero non potevo muovermi, subendo passivamente così il massaggio dello stimolatore, che Gordon premeva cambiando spesso la forza sulla mia passera. In poco tempo mi ritrovai a contorcermi dal piacere, che aumentò quando lui iniziò a leccarmi i bordi delle labbra esterne, senza mai sfiorare quelle interne. Stavo per supplicarlo di scoparmi e porre così fine a quella dolce tortura, ma poi compresi che era proprio che lui voleva da me, e così decisi di rimanere in silenzio, lasciando che dalla mia bocca uscissero solo gemiti di piacere.
Gordon mi fece girare facendomi quasi sdraiare sul letto, e in quella posizione forse ancora più oscena, il piacere che lui mi donò fu ancora maggiore. Oramai non riuscivo più a rimanere ferma per più di un paio di secondi, con quella sfera che non mi dava tregua, e la sua lingua che andava dove lo stimolatore non poteva arrivare.
"Basta !" urlai non potendo più resistere a tutta quell'eccitazione "Scopami come vuoi ma mettimelo dentro !"
"Certo che ti scopo, e come dico io, ma non ora." mi rispose mettendomi il pene davanti alla bocca.
Non appena presi quella gran mazza fra le labbra, lui m'afferrò i capelli per dettare il ritmo del fellatio, e non fu certo dolce o gentile, ma del resto non ero in condizione di poter dire nulla. Il suo atteggiamento m'infastidii, anche se ero stata io ad accettare le regole del suo gioco volendo avere un altro orgasmo, che ebbi non appena lui si stancò della mia bocca e m'infilò la mazza nella passera.
Per diversi secondi fu come se mi fosse spenta la luce nel cervello, tale fu la violenza con la quale il piacere mi strinse a se. Subito dopo lui sganciò polsiere e cavigliere, anche per potermi afferrare più comodamente, ed iniziò a scoparmi da vero stallone di razza, facendo scorrere tutto il suo cazzo dentro di me.
"Sei tanto bagnata che non c'è quasi gusto a scoparti." mi disse mentre mi sbatteva senza sosta.
"E tu cambia buco."
Effettivamente anche Gordon era se molto dotato, il piacere della penetrazione stava scemando, ma non volevo smettere di godere. Così lui riprese lo stimolatore per darmelo in mano, e non mi rimase che portarlo sulla passera, mentre lui si preparava a sodomizzarmi.
Per mia fortuna non fu una belva, anche perchè m'avrebbe fatto davvero molto male, e complice la sfera vibrante con la quale mi masturbavo, la penetrazione fu quasi senza dolore, e ripresi a godere forse più di prima.
"Adesso girati, voglio metterti nel culo anche le palle." mi disse lasciandomi le caviglie.
Ubbidii ben felice di sentire nel modo più completo la sua mazza nel retto, ma senza lasciare lo stimolatore inattivo. Lui m'inculò a lungo, facendo avere un paio d'orgasmi che pur non avendo la violenza del primo, furono intensi e appaganti, anche perché ogni tanto riprese a scoparmi la fica, Scoprii che Gordon era uno che parlava poco, e ancor meno gli piaceva che lo facessi io, così rimanemmo quasi in silenzio per tutto il rapporto, durante il quale mi sbatté senza darmi un attimo di tregua, facendomi sentire estremamente porca. Per un attimo ebbi il desiderio di farmi vedere da quel gran cornuto del mio fidanzato, che pur sapendo che non ero certo casta e pura, difficilmente avrebbe immaginato che potessi spingermi a quei livelli, con uno stimolatore premuto contro la passera, mentre un uomo mi sodomizzava senza pietà. Eppure in quei momenti mi sentivo completamente me stessa, una donna vogliosa oltre ogni limite, che amava il sesso in tutte le sue forme.
Solo quando fu sul punto di venire, mi disse che voleva farlo nella mia bocca, ed io l'accontentai bel volentieri, provando così per la seconda volta il gusto del suo seme.
"Quand'è che ti sposi ?" mi domandò dopo che ci sdraiammo vicini.
"Fra meno di quattro settimane, però non è che muoia dalla voglia di parlarne."
"Perchè ?" mi chiese incuriosito.
"Forse sto facendo la più grande cazzata della mia vita, insomma fra poco meno di un mese sarò la signora Soleri, e sono qui a scopare con un altro. Però lui mi permette di fare ciò che voglio, basta che non dia scandalo, e credimi ha davvero un sacco di soldi."
"Quindi ti stai facendo solo delle seghe mentali." mi rispose dopo esser rimasto un po' in silenzio. "Se andiamo a vedere il tuo matrimonio è una farsa, dopo la quale continuerai a fare ciò che fai adesso, coll'unica differenza è che avrai un anello in più al dito."
Il suo ragionamento era semplice quanto reale, e non mi rimase che ammettere quanto verità ci fosse nelle sue parole.
Mi rivestii senza alcuna voglia di tornare a casa, ma non potevo assentarmi in eterno, così salutai Gordon e presi la strada per la villa.
"In effetti ha ragione lui, a me che cambia ?" dissi a me stessa mentre ero ferma ad un semaforo "Dopo la cerimonia andremo due settimane in viaggio di nozze, e poi si torna qui a fare la mia solita vita coi miei soliti amanti."
Il programma mi piacque tanto che quasi ripartii col rosso, per poi passare i giorni precedenti al matrimonio senza pensarci troppo. Anche perchè non avevo pensato a ciò che Carla aveva in mente per il mio addio al nubilato.
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