Il suo profumo
di
Laura023
genere
masturbazione
Era ormai notte ed il silenzio ricopriva la stanzetta spoglia. La via era abbastanza lontana da filtrare il rumore delle ruote sull’asfalto freddo accompagnando il sonno di tutti. Nonostante ciò, mentre quei due sognavano, Lalla fissava il soffitto pensierosa. Non era stanca, nonostante la lunga giornata estiva trascorsa a giocare e la doccia fredda che le faceva profumare la pelle liscia e ancora bianca. I corti capelli corvini erano ancora umidi fornendo quel fresco che, solitamente, le inebriava la mente fino a farla sognare…
Ciò che pensava, però, non poteva farla dormire. Era servita un’attenzione di Davide a non farle capire più nulla, tutto era confuso, sentiva le gambe deboli, ogni muscolo del suo corpo fremeva dal desiderio. Nel pomeriggio, dopo un bagno al mare si era dimenticata di portare il cambio per rivestirsi. Inizialmente preoccupata vide Davide togliersi la sua camicia a quadri rossa e appoggiargliela delicatamente sulle sue esili spalle, d’un tratto diventò rossa, mentre sentiva chiaramente il suo profumo inebriarle le narici, in quel momento, tutto si era fermato, non poteva perdere l’occasione e si era fatta coraggio per odorare, senza essere vista, ogni singolo profumo che aveva quella camicia. Era lì, e poteva annusare tutto ciò che le era sempre piaciuto.
Il suo profumo.
Non aveva idea di quello che stava provando in quel momento, nonostante ci avesse fantasticato più di una volta leggendo qualche stupido libro, di come funzionasse davvero quando due persone si innamorano. E ora era lì, e poteva immergersi in quel caldo abbraccio che la camicia di Davide le donava. Stava iniziando a vedere in Lui qualcosa di più di un amico… lo desiderava, si sentiva strana stando vicino a Lui. Sentiva che
stava cambiando qualcosa in Lei, Lui riusciva a spogliarla senza toglierle neanche un vestito, si metteva a nudo con Lui, la toccava senza neanche sfiorarla in modi che Lei non era mai riuscita ad immaginare.
Era estate, ma un vento fresco coccolava il suo corpo disteso sul letto e ne rapiva il calore. Ora era più piacevole perché la sua temperatura saliva a causa della camicia che aveva ancora addosso e degli sporchi pensieri del pomeriggio. Aveva solo una canottiera leggera addosso per coprirla, eppure, non poté fare a meno di scoprire il suo busto leggermente sudato. Sentiva una strana sensazione nello stomaco e il cuore le batteva forte contro le costole, lo sentiva anche senza l’aiuto della mano sinistra che, appoggiata sul petto, si era scontrata con l’umidità ed il calore che emanava il suo esile corpo. Il suo piccolo seno non era ancora pronunciato, nonostante fosse ormai grande, e si potevano a stento apprezzare le curve leggere e attraenti. Nonostante le attenzioni per rinfrescarsi, tutto questo non bastò, così, decise di togliere anche l’intimo e rimanere completamente nuda con solamente la camicia di Davide addosso.
Non aiutò, sebbene senza vestiti avesse sempre patito il freddo, ora sembrava che il suo corpo dovesse sciogliersi per potersi raffreddare. Anzi, proprio una volta nuda, il morbido contatto con le lenzuola ed il vento fresco, le avevano causato sensazioni nuove e sporche che non la aiutavano per niente, sapeva che si stava eccitando, ma quella notte aveva un qualcosa di strano, più intenso delle volte precedenti. Passò le mani sul suo corpo sentendo che un leggero tremore lo percorreva. Dal seno, distrattamente accarezzato, un forte impulso elettrico la fece trasalire. Sì fermò. Tornò lentamente sui suoi passi con la mano, accarezzò nuovamente i contorni del seno destro e notò qualcosa di (s)conosciuto in lontananza. La mano sinistra aveva già raggiunto il piccolo seno, i polpastrelli accarezzavano le sue leggere forme da entrambe le parti. Era delicato, ma un piacevole calore si irradiava nel suo corpo ogni istante che i suoi polpastrelli la stuzzicavano. Provò ad essere più lenta, poi più veloce, poi cominciò a disegnare cerchi
sempre più concentrati attorno ai capezzoli.
Era nuova quella sensazione, più intensa delle altre volte che si era masturbata, la percepiva diventare sempre più gradevole e acuta, ma tentava di resisterle ad ogni cerchio disegnato, non più per paura o vergogna, ma per timore di perdere qualche piccola sfumatura di quel sottile piacere. Ma la mente annebbiata, non poteva misurare bene i diametri ormai e non passarono molto istanti prima di raggiungere il centro. Stranamente non stava pensando, come era solita fare, ma l’istinto la fece stringere con le dita i piccoli seni, pizzicandoli con una leggera forza. Stranamente non sentì dolore, ma il fiato le si strozzò in gola ed il suo corpo si irrigidì. Si rilassò a fatica, cercando di incamerare più aria possibile nei suoi polmoni.
Ora il suo corpo era pregno di calore e la testa si era staccata dal mondo circostante. Aveva già fatto qualcosa del genere, ma mai in questo modo così intenso, a cosa era dovuto? Sapeva come muoversi, e i ricordi di quella piacevole giornata le passavano davanti agli occhi come istruzioni illustrate. La mano sinistra raggiunse il pube e l’indice incise delicatamente le labbra come la sottile buccia di un frutto. Il succo uscì abbondante mentre un brivido piacevole le accarezzava la schiena e la faceva tremare. Portò il dito umido davanti agli occhi e ammirò, mescolando con il pollice, la sua viscosità nella penombra.
Era sola. Tutto era fermo e poteva dedicarsi al piacere del proprio corpo. Con un tocco maldestro e ancora inesperto cominciò ad esplorarsi nuovamente. La mano destra accarezzava i seni, i fianchi esili ed il suo appena accennato sedere. La mano sinistra tornò a toccare in mezzo alle gambe. Sentì per la prima volta, le sue labbra gonfie come mai sentite prima, il piacere di accarezzarle e massaggiare, quanto il suo tocco
potesse farla trasalire cambiando semplicemente un grammo di pressione. La mente si alleggeriva e concentrava, i gesti diventavano ogni secondo più precisi. Il piacere aumentava ed il desiderio con esso. Sapeva cosa fosse accaduto se avesse continuato, ma la mente ora era troppo distratta e chiedeva semplicemente un po’ di più, un po’ di più. Il respiro stava diventando pesante, la mano sinistra diventava veloce e violenta, la destra quasi le stava strappando il seno sinistro con la sua presa. Girava attorno al suo
obbiettivo da troppo tempo, la paura di ciò che non aveva mai pensato fino a quel momento l’aveva trattenuta. Ma lo desiderava, lo voleva, e non poteva godere più di così se non faceva quel passo in più.
Aprì gli occhi che aveva serrato fino a quel momento, prese un respiro di coraggio e si penetrò, per l’ennesima, nuova, prima volta, con il dito indice.
Le pareti umide non le fecero provare alcun dolore mentre entrava a fondo. Soffocò i gemiti che uscivano dalla sua bocca per paura di essere sentita, ma non rallentò i suoi momenti mentre il dito era entrato al massimo delle sue possibilità ed aveva iniziato a muoverlo. Le gambe erano ormai aperte, il bacino sollevato che spingeva in avanti, il dito che entrava e tornava indietro strisciando sulle pareti. I gemiti venivano interrotti dalla mano destra attaccata alla bocca. Il piacere aumentava ancora e si espandeva nel suo esile corpo. Lo percepiva. Come un tremore sul sedere, sulla pancia bianca e snella, sui seni che ora erano terribilmente sensibili, sulle gambe, sul collo e nella mente annebbiata.
Lalla stava muovendo freneticamente le dita, con disperazione, e dopo un minuto intenso, arrivò un gran calore che la bloccò. Un’onda di calore partì dal suo centro, gli spasmi presero il controllo del suo corpo, ed il piacere più intenso mai provato fino ad ora spinse fuori dalla sua bocca un grido animale. Chiuse gli occhi, il suo corpo la dominava, non aveva più nessun controllo in quel momento così bello e spaventoso. Passavano i secondi e gli spasmi si facevano sempre più tenui, la mente si rilassava ed il suo corpo giaceva
immobile e nudo, bagnato dai suoi umori e da sottili gocce di sudore.
Ciò che pensava, però, non poteva farla dormire. Era servita un’attenzione di Davide a non farle capire più nulla, tutto era confuso, sentiva le gambe deboli, ogni muscolo del suo corpo fremeva dal desiderio. Nel pomeriggio, dopo un bagno al mare si era dimenticata di portare il cambio per rivestirsi. Inizialmente preoccupata vide Davide togliersi la sua camicia a quadri rossa e appoggiargliela delicatamente sulle sue esili spalle, d’un tratto diventò rossa, mentre sentiva chiaramente il suo profumo inebriarle le narici, in quel momento, tutto si era fermato, non poteva perdere l’occasione e si era fatta coraggio per odorare, senza essere vista, ogni singolo profumo che aveva quella camicia. Era lì, e poteva annusare tutto ciò che le era sempre piaciuto.
Il suo profumo.
Non aveva idea di quello che stava provando in quel momento, nonostante ci avesse fantasticato più di una volta leggendo qualche stupido libro, di come funzionasse davvero quando due persone si innamorano. E ora era lì, e poteva immergersi in quel caldo abbraccio che la camicia di Davide le donava. Stava iniziando a vedere in Lui qualcosa di più di un amico… lo desiderava, si sentiva strana stando vicino a Lui. Sentiva che
stava cambiando qualcosa in Lei, Lui riusciva a spogliarla senza toglierle neanche un vestito, si metteva a nudo con Lui, la toccava senza neanche sfiorarla in modi che Lei non era mai riuscita ad immaginare.
Era estate, ma un vento fresco coccolava il suo corpo disteso sul letto e ne rapiva il calore. Ora era più piacevole perché la sua temperatura saliva a causa della camicia che aveva ancora addosso e degli sporchi pensieri del pomeriggio. Aveva solo una canottiera leggera addosso per coprirla, eppure, non poté fare a meno di scoprire il suo busto leggermente sudato. Sentiva una strana sensazione nello stomaco e il cuore le batteva forte contro le costole, lo sentiva anche senza l’aiuto della mano sinistra che, appoggiata sul petto, si era scontrata con l’umidità ed il calore che emanava il suo esile corpo. Il suo piccolo seno non era ancora pronunciato, nonostante fosse ormai grande, e si potevano a stento apprezzare le curve leggere e attraenti. Nonostante le attenzioni per rinfrescarsi, tutto questo non bastò, così, decise di togliere anche l’intimo e rimanere completamente nuda con solamente la camicia di Davide addosso.
Non aiutò, sebbene senza vestiti avesse sempre patito il freddo, ora sembrava che il suo corpo dovesse sciogliersi per potersi raffreddare. Anzi, proprio una volta nuda, il morbido contatto con le lenzuola ed il vento fresco, le avevano causato sensazioni nuove e sporche che non la aiutavano per niente, sapeva che si stava eccitando, ma quella notte aveva un qualcosa di strano, più intenso delle volte precedenti. Passò le mani sul suo corpo sentendo che un leggero tremore lo percorreva. Dal seno, distrattamente accarezzato, un forte impulso elettrico la fece trasalire. Sì fermò. Tornò lentamente sui suoi passi con la mano, accarezzò nuovamente i contorni del seno destro e notò qualcosa di (s)conosciuto in lontananza. La mano sinistra aveva già raggiunto il piccolo seno, i polpastrelli accarezzavano le sue leggere forme da entrambe le parti. Era delicato, ma un piacevole calore si irradiava nel suo corpo ogni istante che i suoi polpastrelli la stuzzicavano. Provò ad essere più lenta, poi più veloce, poi cominciò a disegnare cerchi
sempre più concentrati attorno ai capezzoli.
Era nuova quella sensazione, più intensa delle altre volte che si era masturbata, la percepiva diventare sempre più gradevole e acuta, ma tentava di resisterle ad ogni cerchio disegnato, non più per paura o vergogna, ma per timore di perdere qualche piccola sfumatura di quel sottile piacere. Ma la mente annebbiata, non poteva misurare bene i diametri ormai e non passarono molto istanti prima di raggiungere il centro. Stranamente non stava pensando, come era solita fare, ma l’istinto la fece stringere con le dita i piccoli seni, pizzicandoli con una leggera forza. Stranamente non sentì dolore, ma il fiato le si strozzò in gola ed il suo corpo si irrigidì. Si rilassò a fatica, cercando di incamerare più aria possibile nei suoi polmoni.
Ora il suo corpo era pregno di calore e la testa si era staccata dal mondo circostante. Aveva già fatto qualcosa del genere, ma mai in questo modo così intenso, a cosa era dovuto? Sapeva come muoversi, e i ricordi di quella piacevole giornata le passavano davanti agli occhi come istruzioni illustrate. La mano sinistra raggiunse il pube e l’indice incise delicatamente le labbra come la sottile buccia di un frutto. Il succo uscì abbondante mentre un brivido piacevole le accarezzava la schiena e la faceva tremare. Portò il dito umido davanti agli occhi e ammirò, mescolando con il pollice, la sua viscosità nella penombra.
Era sola. Tutto era fermo e poteva dedicarsi al piacere del proprio corpo. Con un tocco maldestro e ancora inesperto cominciò ad esplorarsi nuovamente. La mano destra accarezzava i seni, i fianchi esili ed il suo appena accennato sedere. La mano sinistra tornò a toccare in mezzo alle gambe. Sentì per la prima volta, le sue labbra gonfie come mai sentite prima, il piacere di accarezzarle e massaggiare, quanto il suo tocco
potesse farla trasalire cambiando semplicemente un grammo di pressione. La mente si alleggeriva e concentrava, i gesti diventavano ogni secondo più precisi. Il piacere aumentava ed il desiderio con esso. Sapeva cosa fosse accaduto se avesse continuato, ma la mente ora era troppo distratta e chiedeva semplicemente un po’ di più, un po’ di più. Il respiro stava diventando pesante, la mano sinistra diventava veloce e violenta, la destra quasi le stava strappando il seno sinistro con la sua presa. Girava attorno al suo
obbiettivo da troppo tempo, la paura di ciò che non aveva mai pensato fino a quel momento l’aveva trattenuta. Ma lo desiderava, lo voleva, e non poteva godere più di così se non faceva quel passo in più.
Aprì gli occhi che aveva serrato fino a quel momento, prese un respiro di coraggio e si penetrò, per l’ennesima, nuova, prima volta, con il dito indice.
Le pareti umide non le fecero provare alcun dolore mentre entrava a fondo. Soffocò i gemiti che uscivano dalla sua bocca per paura di essere sentita, ma non rallentò i suoi momenti mentre il dito era entrato al massimo delle sue possibilità ed aveva iniziato a muoverlo. Le gambe erano ormai aperte, il bacino sollevato che spingeva in avanti, il dito che entrava e tornava indietro strisciando sulle pareti. I gemiti venivano interrotti dalla mano destra attaccata alla bocca. Il piacere aumentava ancora e si espandeva nel suo esile corpo. Lo percepiva. Come un tremore sul sedere, sulla pancia bianca e snella, sui seni che ora erano terribilmente sensibili, sulle gambe, sul collo e nella mente annebbiata.
Lalla stava muovendo freneticamente le dita, con disperazione, e dopo un minuto intenso, arrivò un gran calore che la bloccò. Un’onda di calore partì dal suo centro, gli spasmi presero il controllo del suo corpo, ed il piacere più intenso mai provato fino ad ora spinse fuori dalla sua bocca un grido animale. Chiuse gli occhi, il suo corpo la dominava, non aveva più nessun controllo in quel momento così bello e spaventoso. Passavano i secondi e gli spasmi si facevano sempre più tenui, la mente si rilassava ed il suo corpo giaceva
immobile e nudo, bagnato dai suoi umori e da sottili gocce di sudore.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Philophobiaracconto sucessivo
Elena ed io
Commenti dei lettori al racconto erotico