Angy e Fede - Al mare - 3: Partita sulla spiaggia
di
Renok
genere
esibizionismo
Ci girammo per vedere chi arrivava: in lontananza, c’era un gruppetto di persone, che sembravano piuttosto giovani, e di ambo i sessi. Il mio pene ora era abbastanza floscio, ma chiaramente entrai nel panico. Provai a mantenere la calma e dissi con voce tranquilla: “Arriva gente, dobbiamo vestirci.” Luca, nudo anche lui, e Sara sembravano piuttosto agitati. Tuttavia Mirco, che pure era completamente nudo, fu invece perentorio: “Le regole non cambiano. Ora che stiamo nudi, così restiamo.”
“Ma ci vedranno!”
“E che ti frega? Questa è una spiaggia libera e abbastanza isolata. Puoi fare come vuoi. Mi è già capitato di vedere gente nuda. Non ci faranno neppure caso a questo fatto.”
Ormai il gruppetto era vicino e potevamo capire bene da chi fosse composto: cinque ragazzi e due ragazze, tutti più o meno della nostra età. Erano ormai abbastanza vicini che poterono vederci: due ragazzi di diciotto anni e uno di ventuno completamente nudi dovevano essere una vista un attimo particolare. Io volevo semplicemente morire per la vergogna. Tuttavia, dopo un attimo di appena accennato stupore, il gruppetto riprese a chiacchierare come stava facendo e si andarono a disporre a una certa distanza da dove eravamo noi, posando per terra asciugamani e borse e preparandosi per il mare. Si tolsero i vestiti e rimasero in costume, tranne un ragazzo con i capelli corti, che aveva un viso molto simpatico, il quale era in mutande. Gli altri non si stupirono: evidentemente, c’era qualche ragione per cui non aveva potuto mettersi il costume sotto i vestiti. Il ragazzo chiese qualcosa a gli altri sorridendo, poi, dando le spalle a tutti gli altri, si tolse le mutande restando nudo. Le ragazze del gruppo ridacchiavano imbarazzate. Subito dopo comunque, il ragazzo prese il costume e lo indossò. Invece dei pantaloncini, i maschi avevano per lo più dei costumi da nuoto, che lasciavano molto in vista e anche le ragazze avevano dei bei costumi in due pezzi che le lasciavano molto scoperte.
Il gruppetto andò subito in acqua. Anche noi decidemmo dopo un po’ di tornare in acqua. Anche se era piuttosto imbarazzante stare nudi in mezzo a così tanta gente, io e Luca riuscimmo ad appartarci in un punto dove era più difficile vederci e piano piano ritrovammo il modo di chiacchierare tra noi, calmando un po’ i bollori che ci opprimevano. Passarono tre quarti d’ora, poi il gruppetto risalì. Le ragazze si misero sui loro asciugamani a prendere il sole, mentre i ragazzi si misero un po’ distanziati e tirarono fuori una palla da spiaggia. Misero degli zaini pieni da un lato e dall’altro costruendo delle “porte” e facendo una squadra da due e una da tre si misero a giocare a calcio. Anche noi nel frattempo tornammo sulla spiaggia.
A un certo punto, il loro pallone iniziò a rotolare nella nostra direzione. Mirco era appena uscito dall’acqua e stava ancora in piedi a bordo del nostro asciugamano. Come vide la palla rotolare sempre più lontano dal gruppetto, si mosse per fargli la gentilezza di recuperarla. Appena arrivato dove stava la palla iniziò, per gioco, a palleggiarsela un po’ trai piedi senza farla cadere, poi la rilanciò verso i ragazzi impegnati nella partita.
Uno dei ragazzi si complimentò: “Certo, che sei bravo”. Mirco ringraziò.
Un ragazzo della squadra da due disse: “Non è che ti andrebbe di unirti alla nostra squadra?”
Mirco fu un attimo sorpreso dalla proposta ma non ebbe dubbi: “Certo, posso giocare con voi.”
Un altro ragazzo era leggermente a disagio, ma, capendo che la cosa poteva dar fastidio a Mirco, disse a bassa voce ai suoi amici: “Ma non può mettersi un costume prima?”
Mirco tuttavia era riuscito a sentirlo e rispose: “Beh, vedete io non sono nudista. C’è un motivo se sono senza costume”
Una delle ragazze del gruppetto da sopra l’asciugamano s’incuriosì vivamente: “Ah, dai, raccontacelo!”
Mirco si avvicinò al posto dove stavano loro e si mise a raccontare di come io avevo perso il costume e anche di come Joele lo avesse visto per sbaglio nudo e che, avendo sdoganato un po’ l’imbarazzo, avevano deciso di fare questo gioco e che tutti e tre noi avevamo perso.
“Ah ma dai, che cosa carina. Avete fatto un gioco mettendo in palio i vostri vestiti. Certo, che siete ragazzi senza troppe pippe mentali” disse la ragazza che si era incuriosita.
“E ci credo, il ragazzo è pur ben messo!” fece uno dei ragazzi.
“Stai dicendo che avresti più problemi a spogliarti a causa delle tue dimensioni?” chiese l’altra ragazza del gruppo. I ragazzi accennarono un risolino.
“Ma no! Gli volevo fare solo un complimento!”
“Sì sì, dicono tutti così. Secondo me non avresti il coraggio di fare come lui.”
“Cos’è, vuoi vedermi il cazzo, Martina?”
“Ma guarda come mi rispondi acido. Ti ho messo in difficoltà?” Altre risate da parte dei ragazzi.
“Ma dai, non posso spogliarmi così!”
“E perché no, guarda quel tipo come sta tranquillo col culo di fuori. Non si copre neanche il pacco con le mani. Secondo me tu non avresti il coraggio di metterti senza vestiti davanti a tutti.”
L’altra ragazza intervenne: “Scusate ragazzi, ma se facessimo un gioco come loro, dove mettete in palio i vostri vestiti?”
“Aaha, ma guarda che voglia di vedere cazzi che percepisco qui!” fece uno dei ragazzi.
Joele si intromise: “Scusate, ma visto che state giocando a calcio, si potrebbe fare così. Ogni goal che la squadra avversaria fa, uno dei giocatori si toglie il costume. La squadra i cui giocatori restano tutti nudi, ha perso.”
“Ahaha, che trovata!” commentò uno dei ragazzi.
“No davvero rega volete fare questa stronzata?” disse un altro, preoccupato.
“Perché no. Io non mi vergognerei di stare nudo. Tanto le ragazze non sono fidanzate, mostrare la mercanzia non è peccato” osservò uno di loro.
“Ma dai rega, che fate davvero!” insisté quell’altro.
“Del resto, neanche noi siamo fidanzati, quindi non è un problema. E poi facciamo tutti sport, non credo che abbiate problemi a stare nudi davanti a altri maschi. Al massimo alle ragazze”
“Guarda che faccia famelica di cazzo ha Martina!”
“Ehi, come ti permetti!”
“Perché non è vero?”
“Beh, se vi spogliate, non mi scandalizzo ecco”
“Ma sentila!”
Era chiaro che c’era già prima una certa tensione erotica nel gruppo. Comunque, le cose non erano destinate a prendere questa piega, ma aver visto che noi eravamo già nudi aveva sdoganato un po’ della licenza che volevano prendersi.
Mirco dice a me e Luca: “Ehi, voi due, vi va di unirvi? Uno per squadra, così siamo pari.”
Luca è praticamente terrorizzato e neanche io ci terrei molto a giocare nudo, ma mi pare scortese rifiutare l’offerta. Alla fine, dopo un bel po’ di trattativa e convincimenti, tutti accettarono di partecipare alla partita con il costume in palio. Prima ci fu naturalmente un round di presentazioni. La squadra da due, a cui si sarebbe aggiunto Mirco, era composta da Giorgio e Andrea. I componenti della squadra da tre si chiamavano Mattia, Edoardo e Dimitri, quest’ultimo era il ragazzo che prima si era spogliato per mettersi il costume. Le due ragazze si chiamavano Martina e Lucia. Luca si unì alla squadra di Mirco, io a quella di Mattia. Come aveva proposto Joele i punti sarebbero stati segnati con i costumi: ogni goal della squadra avversaria comportava che uno della squadra che aveva subito il goal dovesse togliersi il costume. Avrebbe vinto la squadra in cui restava un solo giocatore vestito. Nella mia squadra io ero il solo ad essere nudo, mentre nella squadra di Mirco erano sia lui che Luca a essere nudi, per cui loro sarebbero partiti con un punto di meno, che era comunque compensato dal fatto che Andrea e Mirco erano decisamente più bravi della media di noi altri.
Dopo che io e Luca ci fummo alzati, Joele spostò l’asciugamano in un punto dove lei e Sara meglio seguire la partita, più vicino al telo dove stavano Martina e Lucia.
“Io sono Joele comunque. Lei è Sara. E questi sono Fede e Luca”. Martina e Lucia ci salutarono con vivace simpatia, mentre io ero ancora pietrificato dal fatto che tutta quella gente e quelle ragazze potevano vedere il mio cazzo all’aria.
Misero la palla al centro. Dimitri avrebbe dato il calcio d’inizio. Andrea, della squadra avversaria, gli stava davanti, e dietro di lui, in quello che si poteva definire “centrocampo” c’erano Giorgio e Mirco. Specularmente, a qualche passo di distanza da Dimitri, c’erano Mattia e Edo. Io e Luca, come fu stabilito, eravamo i due portieri. Visto che eravamo tutti e due nudi e abbastanza timidi fu infatti deciso che non saremmo entrati subito ne vivo della partita. La palla era una di quelle leggere da spiaggia, per cui era facile calciarla con i piedi e non c’era il rischio di farsi male, ma io, visto che ero completamente nudo, avevo seria paura che mi arrivasse… proprio lì.
“Dai, facciamola sta cazzata” sussurrò Dimitri con un velo di agitazione e poi passò la palla a Edo dando inizio alla partita.
Per un po’ la partita sembrò abbastanza normale, io, dalla mia posizione sulla porta seguivo il gioco. A un certo punto Mirco, che era rimasto un poco in disparte all’inizio, si gettò nel vivo della partita provando a sottrarre la palla a Mattia. Il ragazzo fu un attimo intimidito da quest’uomo nudo che gli veniva contro e del resto, nella vicinanza dei contatti fisici del calcio, c’era il rischio di qualche “contatto” indesiderato. Grazie al timore del suo avversario, Mirco riuscì a impossessarsi della palla e avanzò contro la “rete” avversaria. Dimitri e Edo non riuscirono a fermarlo, quindi l’ultimo ero io. Ma io ero più agitato dalla mia nudità di quanto non lo fossi per il destino della partita e mi iniziai a muovere solo dopo che la palla era già dietro di me. Un goal incontestabile.
Mirco esultò un attimo, i suoi compagni di squadra gli fecero batti-cinque, mentre noi eravamo un po’ intimoriti.
Martina proruppe: “Forza, nudi! Nudi! Nudi!”
Edo chiese: “Chi si spoglia, ragazzi?”
Dimitri sorrise: “Vado io” e, con un gesto, si sfilò il costume. Aveva un pisello appena leggermente peloso, ma che non era granché quanto a lunghezza o spessore. Tuttavia, non pareva vergognarsi delle sue dimensioni. Si mostrò alle ragazze spalancando le braccia e indicandoselo e disse: “Vi piace lo spettacolo?”. Joele esultò scherzosamente.
Edo disse: “Ehi, Fede, ti va di andare in campo? Sto io in porta.” Evidentemente tale richiesta derivava dal fatto che mi ero fatto gabbare così facilmente da Mirco. Per evitare che i compagni di squadra si lamentassero, decisi di accettare la proposta, anche se questo voleva dire mettermi a correre anch’io, che non doveva essere molto piacevole.
La partita riprese. Sia io che Dimitri siamo un po’ paralizzati dalla vergogna, ma uno strano spirito ludico si stava piano piano impossessando di tutti noi, sostituendosi all’ovvio imbarazzo. A un certo punto, Mirco e Dimitri si trovarono uno di fronte all’altro, con Mirco che aveva la palla ai piedi. Ci fu uno sguardo imbarazzato, poi Dimitri si lancia all’assalto della palla. C’è un frenetico gioco di gambe: è buffo vedere degli uomini nudi che si accapigliano in questo modo, con i cazzi e i coglioni all’aria che ballonzolano da tutte le parti. Finalmente Dimitri riesce ad avere ragione di Mirco, ma in tutto il parapiglia gli cade pure una mano sul culo dell’avversario. Le ragazze ridacchiano. Loro due si guardano imbarazzati e divertiti. Mirco coglie l’attimo per sottrarre nuovamente la palla all’avversario e tira in porta, riuscendo a segnare.
Dimitri protesta: “Ehi, ma non vale!”
“Di che ti meravigli, io ho segnato, ma tu hai avuto la fortuna di toccarmi il culo” fa Mirco dandogli scherzosamente le spalle per fargli vedere il culo. Dimitri è rosso dall’imbarazzo, tutti ridiamo.
A spogliarsi è Mattia. È un ragazzo bassino ma molto muscoloso, con dei capelli rossicci. Nel suo caso vale la regola della L: compensa la scarsa statura con un pene sottile ma molto lungo.
Abbiamo subito due goal, ormai solo Edo nella nostra squadra indossa il costume. Basta subire un altro goal per perdere definitivamente. L’umiliazione della sconfitta inizia decisamente a prevalere sull’imbarazzo della nudità. Ora che ci sono cinque giocatori nudi, davanti a un gruppo di quattro ragazze, si percepisce una forte atmosfera di eccitazione sessuale, unita al sincero spirito goliardico e competitivo che si stava rafforzando. Lo scontro inizia a farsi reale. Smettiamo di farci problemi ad avere contatto fisico. La partita è seria e la vita è imprevedibile. Ero arrivato sulla spiaggia come un ragazzo timido e chiuso e ora giocavo a calcio completamente nudo davanti a ragazzi sconosciuti (alcuni dei quali nudi), al mio migliore amico (nudo anche lui), a un amico della mia famiglia verso il quale provavo molta invidia (nudo anche lui), alla ragazza di cui tale amico è innamorato, a due ragazze sconosciute e a una mia compagna di classe. Che tutte queste persone, con cui intrattenevo relazioni diverse, potessero vedere il mio corpo completamente esposto mi provocava sensazioni particolari e una enorme carica di eccitazione. Durante la partita mi sono inzaccherato completamente di sabbia, ho quasi ricevuto una pallonata lì e ho toccato più volte, per sbagli inevitabili dato il contatto fisico, il culo (o persino altro!) degli altri giocatori nudi. Alla fine, quanto ormai mi sono abiutato alla sensazione di dover correre e giocare nudo davanti a tutti, noi, con la foga dei chi è vicino alla sconfitta riusciamo a segnare. La squadra di Mirco decide che a spogliarsi è Andrea. È un ragazzo alto, con dei capelli ricci e con tratti un po’ effeminati, ha un pene lungo e completamente glabro.
Joele, che stava insieme alle ragazze, che nel frattempo si erano radunate insieme e guardavano con interesse noi maschietti nudi, dopo aver complottato un po’ con le altre a bassa voce, esordisce: “Ragazzi, ora che siete in parità, ho una proposta: la squadra che subisce il prossimo goal e perde subirà delle penitenze… a scelta di noi ragazze.” Ormai l’eccitazione sessuale è tale che siamo disposti anche a subire delle “penitenze” di qualche tipo. Io sarei personalmente contrario, ma quasi tutti accettano con entusiasmo, per cui si decide di fare così. Ma le sorprese non dovevano ancora finire, perché Mirco esordisce: “Non mi va bene che voi potete godervi lo spettacolo e noi non possiamo fare nulla.”
“Io non mi spoglio per te, maiale!” fa Joele, scherzosa.
“Uhm magari no, ma propongo che ogni squadra ‘adotti’ due ragazze e se quella squadra perde le ragazze in questione devono togliersi almeno il top.”
“Senti senti, guarda che proposte da maialino, e tu, che ragazze vorresti ‘adottare’?”
“Beh, te e Sara ovviamente!”
“Uhm… io credo che vincerà l’altra squadra. Guarda com’è carino Mattia. Ha un culo che vi batte tutti. Quindi preferisco essere adottata da voi.”
Lucia fece: “Quindi noi ci dobbiamo togliere il top se la squadra di Mattia perde?”
Joele chiarificò: “Se vi va, ragazze. Ovviamente, per una cosa del genere devono essere d’accordo tutti.”
Martina: “A me, non dispiace. È giusto che anche i maschietti abbiano qualche soddisfazione.”
Tutti furono d’accordo. Ma quella proposta non sarebbe ancora bastata a colmare l’eccitazione crescente e Joele, accorgendosene propose: “Anzi, gli voglio dare anche un’altra soddisfazione a questi porcellini. Il capitano della squadra che vince può palpare le tette delle ragazze ‘adottate’ dalla squadra avversaria.”
“I capitani?” feci io confuso.
“Sì, Mattia è il capitano della tua squadra, Mirco è quello della squadra avversaria” spiegò Joele, anche se in realtà io non mi ero accorto che si erano mai scelti dei capitani.
Questa proposta, che faceva diventare esplicitamente erotica quella giornata che finora si era svolta nel segno della goliardia, significava che se la squadra avversaria avesse vinto, Joele e Sara si sarebbero dovute togliere il top e Mirco avrebbe potuto toccare le tette nude di entrambe; mentre se noi avessimo vinto, Martina e Lucia si sarebbero dovute togliere il top e Mattia avrebbe potuto palpare il loro seno. Ecco perché Joele aveva deciso di schierarsi con la squadra di Mattia! Se Mirco avesse vinto, avrebbe potuto palparla. Mirco intuì che quello era il piano fin dall’inizio e le mandò un sorriso malizioso, subito ricambiato. Mattia evidentemente non vedeva l’ora di poter toccare il seno proibito di sue amiche da tempo immemore e subito accettò. Prese dalla voglia di “giocare”, anche Martina e Lucia accettarono. Gli altri ragazzi erano un po’ invidiosi del privilegio concesso ai loro capitani, ma non ci furono proteste: Mirco e Mattia erano chiaramente i più bravi di entrambe le squadre e nessuno metteva in discussione che fossero i capitani.
Dire che la tensione fosse alle stelle era un eufemismo. Giochiamo come delle belve. Delle belve nude. A un certo punto la squadra di Mirco è sul punto di segnare. La palla viaggia verso la porta, quando Edo, disperato ci si butta sopra, toccandola per sbaglio con la mano. Visto che Edo non era il portiere in quel momento, Mirco prorompe: “Fallo!”. I suoi compagni di squadra concordano e, alla fine, viene deciso per un rigore. Mirco dispone la palla poco lontano dalla nostra rete mentre il povero Edo, colpevole, fa da portiere. Sarà Giorgio, l’altro ragazzo in costume, a dover tirare. Sono tutti estremamente emozionati ed eccitati, le ragazze fanno un “oooh” di tensione. Giorgio, dopo un po’ di ostentata preparazione, tira in rete. È goal. La squadra di Mirco esulta fin troppo, poi Giorgio si rivolge a Edo: “Mi dispiace, giù il costume”. Edo è un ragazzo peloso, con un grosso pene. Giorgio resta quindi l’unico ragazzo con il costume tra tutti i maschi presenti, e noi dovremo affrontare la punizione.
“Ma ci vedranno!”
“E che ti frega? Questa è una spiaggia libera e abbastanza isolata. Puoi fare come vuoi. Mi è già capitato di vedere gente nuda. Non ci faranno neppure caso a questo fatto.”
Ormai il gruppetto era vicino e potevamo capire bene da chi fosse composto: cinque ragazzi e due ragazze, tutti più o meno della nostra età. Erano ormai abbastanza vicini che poterono vederci: due ragazzi di diciotto anni e uno di ventuno completamente nudi dovevano essere una vista un attimo particolare. Io volevo semplicemente morire per la vergogna. Tuttavia, dopo un attimo di appena accennato stupore, il gruppetto riprese a chiacchierare come stava facendo e si andarono a disporre a una certa distanza da dove eravamo noi, posando per terra asciugamani e borse e preparandosi per il mare. Si tolsero i vestiti e rimasero in costume, tranne un ragazzo con i capelli corti, che aveva un viso molto simpatico, il quale era in mutande. Gli altri non si stupirono: evidentemente, c’era qualche ragione per cui non aveva potuto mettersi il costume sotto i vestiti. Il ragazzo chiese qualcosa a gli altri sorridendo, poi, dando le spalle a tutti gli altri, si tolse le mutande restando nudo. Le ragazze del gruppo ridacchiavano imbarazzate. Subito dopo comunque, il ragazzo prese il costume e lo indossò. Invece dei pantaloncini, i maschi avevano per lo più dei costumi da nuoto, che lasciavano molto in vista e anche le ragazze avevano dei bei costumi in due pezzi che le lasciavano molto scoperte.
Il gruppetto andò subito in acqua. Anche noi decidemmo dopo un po’ di tornare in acqua. Anche se era piuttosto imbarazzante stare nudi in mezzo a così tanta gente, io e Luca riuscimmo ad appartarci in un punto dove era più difficile vederci e piano piano ritrovammo il modo di chiacchierare tra noi, calmando un po’ i bollori che ci opprimevano. Passarono tre quarti d’ora, poi il gruppetto risalì. Le ragazze si misero sui loro asciugamani a prendere il sole, mentre i ragazzi si misero un po’ distanziati e tirarono fuori una palla da spiaggia. Misero degli zaini pieni da un lato e dall’altro costruendo delle “porte” e facendo una squadra da due e una da tre si misero a giocare a calcio. Anche noi nel frattempo tornammo sulla spiaggia.
A un certo punto, il loro pallone iniziò a rotolare nella nostra direzione. Mirco era appena uscito dall’acqua e stava ancora in piedi a bordo del nostro asciugamano. Come vide la palla rotolare sempre più lontano dal gruppetto, si mosse per fargli la gentilezza di recuperarla. Appena arrivato dove stava la palla iniziò, per gioco, a palleggiarsela un po’ trai piedi senza farla cadere, poi la rilanciò verso i ragazzi impegnati nella partita.
Uno dei ragazzi si complimentò: “Certo, che sei bravo”. Mirco ringraziò.
Un ragazzo della squadra da due disse: “Non è che ti andrebbe di unirti alla nostra squadra?”
Mirco fu un attimo sorpreso dalla proposta ma non ebbe dubbi: “Certo, posso giocare con voi.”
Un altro ragazzo era leggermente a disagio, ma, capendo che la cosa poteva dar fastidio a Mirco, disse a bassa voce ai suoi amici: “Ma non può mettersi un costume prima?”
Mirco tuttavia era riuscito a sentirlo e rispose: “Beh, vedete io non sono nudista. C’è un motivo se sono senza costume”
Una delle ragazze del gruppetto da sopra l’asciugamano s’incuriosì vivamente: “Ah, dai, raccontacelo!”
Mirco si avvicinò al posto dove stavano loro e si mise a raccontare di come io avevo perso il costume e anche di come Joele lo avesse visto per sbaglio nudo e che, avendo sdoganato un po’ l’imbarazzo, avevano deciso di fare questo gioco e che tutti e tre noi avevamo perso.
“Ah ma dai, che cosa carina. Avete fatto un gioco mettendo in palio i vostri vestiti. Certo, che siete ragazzi senza troppe pippe mentali” disse la ragazza che si era incuriosita.
“E ci credo, il ragazzo è pur ben messo!” fece uno dei ragazzi.
“Stai dicendo che avresti più problemi a spogliarti a causa delle tue dimensioni?” chiese l’altra ragazza del gruppo. I ragazzi accennarono un risolino.
“Ma no! Gli volevo fare solo un complimento!”
“Sì sì, dicono tutti così. Secondo me non avresti il coraggio di fare come lui.”
“Cos’è, vuoi vedermi il cazzo, Martina?”
“Ma guarda come mi rispondi acido. Ti ho messo in difficoltà?” Altre risate da parte dei ragazzi.
“Ma dai, non posso spogliarmi così!”
“E perché no, guarda quel tipo come sta tranquillo col culo di fuori. Non si copre neanche il pacco con le mani. Secondo me tu non avresti il coraggio di metterti senza vestiti davanti a tutti.”
L’altra ragazza intervenne: “Scusate ragazzi, ma se facessimo un gioco come loro, dove mettete in palio i vostri vestiti?”
“Aaha, ma guarda che voglia di vedere cazzi che percepisco qui!” fece uno dei ragazzi.
Joele si intromise: “Scusate, ma visto che state giocando a calcio, si potrebbe fare così. Ogni goal che la squadra avversaria fa, uno dei giocatori si toglie il costume. La squadra i cui giocatori restano tutti nudi, ha perso.”
“Ahaha, che trovata!” commentò uno dei ragazzi.
“No davvero rega volete fare questa stronzata?” disse un altro, preoccupato.
“Perché no. Io non mi vergognerei di stare nudo. Tanto le ragazze non sono fidanzate, mostrare la mercanzia non è peccato” osservò uno di loro.
“Ma dai rega, che fate davvero!” insisté quell’altro.
“Del resto, neanche noi siamo fidanzati, quindi non è un problema. E poi facciamo tutti sport, non credo che abbiate problemi a stare nudi davanti a altri maschi. Al massimo alle ragazze”
“Guarda che faccia famelica di cazzo ha Martina!”
“Ehi, come ti permetti!”
“Perché non è vero?”
“Beh, se vi spogliate, non mi scandalizzo ecco”
“Ma sentila!”
Era chiaro che c’era già prima una certa tensione erotica nel gruppo. Comunque, le cose non erano destinate a prendere questa piega, ma aver visto che noi eravamo già nudi aveva sdoganato un po’ della licenza che volevano prendersi.
Mirco dice a me e Luca: “Ehi, voi due, vi va di unirvi? Uno per squadra, così siamo pari.”
Luca è praticamente terrorizzato e neanche io ci terrei molto a giocare nudo, ma mi pare scortese rifiutare l’offerta. Alla fine, dopo un bel po’ di trattativa e convincimenti, tutti accettarono di partecipare alla partita con il costume in palio. Prima ci fu naturalmente un round di presentazioni. La squadra da due, a cui si sarebbe aggiunto Mirco, era composta da Giorgio e Andrea. I componenti della squadra da tre si chiamavano Mattia, Edoardo e Dimitri, quest’ultimo era il ragazzo che prima si era spogliato per mettersi il costume. Le due ragazze si chiamavano Martina e Lucia. Luca si unì alla squadra di Mirco, io a quella di Mattia. Come aveva proposto Joele i punti sarebbero stati segnati con i costumi: ogni goal della squadra avversaria comportava che uno della squadra che aveva subito il goal dovesse togliersi il costume. Avrebbe vinto la squadra in cui restava un solo giocatore vestito. Nella mia squadra io ero il solo ad essere nudo, mentre nella squadra di Mirco erano sia lui che Luca a essere nudi, per cui loro sarebbero partiti con un punto di meno, che era comunque compensato dal fatto che Andrea e Mirco erano decisamente più bravi della media di noi altri.
Dopo che io e Luca ci fummo alzati, Joele spostò l’asciugamano in un punto dove lei e Sara meglio seguire la partita, più vicino al telo dove stavano Martina e Lucia.
“Io sono Joele comunque. Lei è Sara. E questi sono Fede e Luca”. Martina e Lucia ci salutarono con vivace simpatia, mentre io ero ancora pietrificato dal fatto che tutta quella gente e quelle ragazze potevano vedere il mio cazzo all’aria.
Misero la palla al centro. Dimitri avrebbe dato il calcio d’inizio. Andrea, della squadra avversaria, gli stava davanti, e dietro di lui, in quello che si poteva definire “centrocampo” c’erano Giorgio e Mirco. Specularmente, a qualche passo di distanza da Dimitri, c’erano Mattia e Edo. Io e Luca, come fu stabilito, eravamo i due portieri. Visto che eravamo tutti e due nudi e abbastanza timidi fu infatti deciso che non saremmo entrati subito ne vivo della partita. La palla era una di quelle leggere da spiaggia, per cui era facile calciarla con i piedi e non c’era il rischio di farsi male, ma io, visto che ero completamente nudo, avevo seria paura che mi arrivasse… proprio lì.
“Dai, facciamola sta cazzata” sussurrò Dimitri con un velo di agitazione e poi passò la palla a Edo dando inizio alla partita.
Per un po’ la partita sembrò abbastanza normale, io, dalla mia posizione sulla porta seguivo il gioco. A un certo punto Mirco, che era rimasto un poco in disparte all’inizio, si gettò nel vivo della partita provando a sottrarre la palla a Mattia. Il ragazzo fu un attimo intimidito da quest’uomo nudo che gli veniva contro e del resto, nella vicinanza dei contatti fisici del calcio, c’era il rischio di qualche “contatto” indesiderato. Grazie al timore del suo avversario, Mirco riuscì a impossessarsi della palla e avanzò contro la “rete” avversaria. Dimitri e Edo non riuscirono a fermarlo, quindi l’ultimo ero io. Ma io ero più agitato dalla mia nudità di quanto non lo fossi per il destino della partita e mi iniziai a muovere solo dopo che la palla era già dietro di me. Un goal incontestabile.
Mirco esultò un attimo, i suoi compagni di squadra gli fecero batti-cinque, mentre noi eravamo un po’ intimoriti.
Martina proruppe: “Forza, nudi! Nudi! Nudi!”
Edo chiese: “Chi si spoglia, ragazzi?”
Dimitri sorrise: “Vado io” e, con un gesto, si sfilò il costume. Aveva un pisello appena leggermente peloso, ma che non era granché quanto a lunghezza o spessore. Tuttavia, non pareva vergognarsi delle sue dimensioni. Si mostrò alle ragazze spalancando le braccia e indicandoselo e disse: “Vi piace lo spettacolo?”. Joele esultò scherzosamente.
Edo disse: “Ehi, Fede, ti va di andare in campo? Sto io in porta.” Evidentemente tale richiesta derivava dal fatto che mi ero fatto gabbare così facilmente da Mirco. Per evitare che i compagni di squadra si lamentassero, decisi di accettare la proposta, anche se questo voleva dire mettermi a correre anch’io, che non doveva essere molto piacevole.
La partita riprese. Sia io che Dimitri siamo un po’ paralizzati dalla vergogna, ma uno strano spirito ludico si stava piano piano impossessando di tutti noi, sostituendosi all’ovvio imbarazzo. A un certo punto, Mirco e Dimitri si trovarono uno di fronte all’altro, con Mirco che aveva la palla ai piedi. Ci fu uno sguardo imbarazzato, poi Dimitri si lancia all’assalto della palla. C’è un frenetico gioco di gambe: è buffo vedere degli uomini nudi che si accapigliano in questo modo, con i cazzi e i coglioni all’aria che ballonzolano da tutte le parti. Finalmente Dimitri riesce ad avere ragione di Mirco, ma in tutto il parapiglia gli cade pure una mano sul culo dell’avversario. Le ragazze ridacchiano. Loro due si guardano imbarazzati e divertiti. Mirco coglie l’attimo per sottrarre nuovamente la palla all’avversario e tira in porta, riuscendo a segnare.
Dimitri protesta: “Ehi, ma non vale!”
“Di che ti meravigli, io ho segnato, ma tu hai avuto la fortuna di toccarmi il culo” fa Mirco dandogli scherzosamente le spalle per fargli vedere il culo. Dimitri è rosso dall’imbarazzo, tutti ridiamo.
A spogliarsi è Mattia. È un ragazzo bassino ma molto muscoloso, con dei capelli rossicci. Nel suo caso vale la regola della L: compensa la scarsa statura con un pene sottile ma molto lungo.
Abbiamo subito due goal, ormai solo Edo nella nostra squadra indossa il costume. Basta subire un altro goal per perdere definitivamente. L’umiliazione della sconfitta inizia decisamente a prevalere sull’imbarazzo della nudità. Ora che ci sono cinque giocatori nudi, davanti a un gruppo di quattro ragazze, si percepisce una forte atmosfera di eccitazione sessuale, unita al sincero spirito goliardico e competitivo che si stava rafforzando. Lo scontro inizia a farsi reale. Smettiamo di farci problemi ad avere contatto fisico. La partita è seria e la vita è imprevedibile. Ero arrivato sulla spiaggia come un ragazzo timido e chiuso e ora giocavo a calcio completamente nudo davanti a ragazzi sconosciuti (alcuni dei quali nudi), al mio migliore amico (nudo anche lui), a un amico della mia famiglia verso il quale provavo molta invidia (nudo anche lui), alla ragazza di cui tale amico è innamorato, a due ragazze sconosciute e a una mia compagna di classe. Che tutte queste persone, con cui intrattenevo relazioni diverse, potessero vedere il mio corpo completamente esposto mi provocava sensazioni particolari e una enorme carica di eccitazione. Durante la partita mi sono inzaccherato completamente di sabbia, ho quasi ricevuto una pallonata lì e ho toccato più volte, per sbagli inevitabili dato il contatto fisico, il culo (o persino altro!) degli altri giocatori nudi. Alla fine, quanto ormai mi sono abiutato alla sensazione di dover correre e giocare nudo davanti a tutti, noi, con la foga dei chi è vicino alla sconfitta riusciamo a segnare. La squadra di Mirco decide che a spogliarsi è Andrea. È un ragazzo alto, con dei capelli ricci e con tratti un po’ effeminati, ha un pene lungo e completamente glabro.
Joele, che stava insieme alle ragazze, che nel frattempo si erano radunate insieme e guardavano con interesse noi maschietti nudi, dopo aver complottato un po’ con le altre a bassa voce, esordisce: “Ragazzi, ora che siete in parità, ho una proposta: la squadra che subisce il prossimo goal e perde subirà delle penitenze… a scelta di noi ragazze.” Ormai l’eccitazione sessuale è tale che siamo disposti anche a subire delle “penitenze” di qualche tipo. Io sarei personalmente contrario, ma quasi tutti accettano con entusiasmo, per cui si decide di fare così. Ma le sorprese non dovevano ancora finire, perché Mirco esordisce: “Non mi va bene che voi potete godervi lo spettacolo e noi non possiamo fare nulla.”
“Io non mi spoglio per te, maiale!” fa Joele, scherzosa.
“Uhm magari no, ma propongo che ogni squadra ‘adotti’ due ragazze e se quella squadra perde le ragazze in questione devono togliersi almeno il top.”
“Senti senti, guarda che proposte da maialino, e tu, che ragazze vorresti ‘adottare’?”
“Beh, te e Sara ovviamente!”
“Uhm… io credo che vincerà l’altra squadra. Guarda com’è carino Mattia. Ha un culo che vi batte tutti. Quindi preferisco essere adottata da voi.”
Lucia fece: “Quindi noi ci dobbiamo togliere il top se la squadra di Mattia perde?”
Joele chiarificò: “Se vi va, ragazze. Ovviamente, per una cosa del genere devono essere d’accordo tutti.”
Martina: “A me, non dispiace. È giusto che anche i maschietti abbiano qualche soddisfazione.”
Tutti furono d’accordo. Ma quella proposta non sarebbe ancora bastata a colmare l’eccitazione crescente e Joele, accorgendosene propose: “Anzi, gli voglio dare anche un’altra soddisfazione a questi porcellini. Il capitano della squadra che vince può palpare le tette delle ragazze ‘adottate’ dalla squadra avversaria.”
“I capitani?” feci io confuso.
“Sì, Mattia è il capitano della tua squadra, Mirco è quello della squadra avversaria” spiegò Joele, anche se in realtà io non mi ero accorto che si erano mai scelti dei capitani.
Questa proposta, che faceva diventare esplicitamente erotica quella giornata che finora si era svolta nel segno della goliardia, significava che se la squadra avversaria avesse vinto, Joele e Sara si sarebbero dovute togliere il top e Mirco avrebbe potuto toccare le tette nude di entrambe; mentre se noi avessimo vinto, Martina e Lucia si sarebbero dovute togliere il top e Mattia avrebbe potuto palpare il loro seno. Ecco perché Joele aveva deciso di schierarsi con la squadra di Mattia! Se Mirco avesse vinto, avrebbe potuto palparla. Mirco intuì che quello era il piano fin dall’inizio e le mandò un sorriso malizioso, subito ricambiato. Mattia evidentemente non vedeva l’ora di poter toccare il seno proibito di sue amiche da tempo immemore e subito accettò. Prese dalla voglia di “giocare”, anche Martina e Lucia accettarono. Gli altri ragazzi erano un po’ invidiosi del privilegio concesso ai loro capitani, ma non ci furono proteste: Mirco e Mattia erano chiaramente i più bravi di entrambe le squadre e nessuno metteva in discussione che fossero i capitani.
Dire che la tensione fosse alle stelle era un eufemismo. Giochiamo come delle belve. Delle belve nude. A un certo punto la squadra di Mirco è sul punto di segnare. La palla viaggia verso la porta, quando Edo, disperato ci si butta sopra, toccandola per sbaglio con la mano. Visto che Edo non era il portiere in quel momento, Mirco prorompe: “Fallo!”. I suoi compagni di squadra concordano e, alla fine, viene deciso per un rigore. Mirco dispone la palla poco lontano dalla nostra rete mentre il povero Edo, colpevole, fa da portiere. Sarà Giorgio, l’altro ragazzo in costume, a dover tirare. Sono tutti estremamente emozionati ed eccitati, le ragazze fanno un “oooh” di tensione. Giorgio, dopo un po’ di ostentata preparazione, tira in rete. È goal. La squadra di Mirco esulta fin troppo, poi Giorgio si rivolge a Edo: “Mi dispiace, giù il costume”. Edo è un ragazzo peloso, con un grosso pene. Giorgio resta quindi l’unico ragazzo con il costume tra tutti i maschi presenti, e noi dovremo affrontare la punizione.
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