Angy e Fede - Al mare - 5: Penitenze e misurazioni
di
Renok
genere
gay
Mi scuso che quest'ultimo capitolo abbia richiesto così tanto tempo. La storia di Fede continuerà in altri episodi, che mi propongo di pubblicare nel tempo. Nel mentre, potrei anche scrivere altre storie.
Il racconto di Mirco, con l’immagine di lui che si masturbava con foga emettendo suoni gutturali fino a venire davanti alla pudica Vanessa, aveva incrementato la nostra eccitazione. Io, Mattia, Andrea e Luca abbiamo il cazzo più o meno duro. Quando il racconto di Mirco termina, la cosa ci causa un certo imbarazzo, ma ormai quella giornata procedeva in quel modo. Ormai si è fatto tardi e tra un po’ dovremo andarcene. Per cui viene decisa l’ultima cosa da fare prima della partenza: la punizione di noi ragazzi della squadra perdente: io, Mattia, Edo e Dimitri.
Martina ci ricorda: “Ragazzi, è il momento delle penitenze!”
“Dai, dobbiamo proprio? Ci siamo divertiti, va bene così…” prova Dimitri, senza convinzione.
“Ormai avete accettato, dovete giocare!” s’intromette Joele: “Voi quattro: in linea qui davanti, uno affianco all’altro, mani lungo i fianchi, come bravi soldatini!” ride.
Noi quattro ci mettiamo nudi uno affianco all’altro: Dimitri, Mattia, Edo, e infine, sulla sinistra, io.
Dimitri è un ragazzo alto, con i capelli scuri corti, tratti slavi (e infatti la sua famiglia è originaria dell’est), un sorriso molto largo e simpatico, e il cazzo che è sicuramente il più piccolo tra quello di tutti i ragazzi nudi, anche se la cosa non sembra dargli troppo fastidio.
Mattia è decisamente più basso, molto muscoloso e per lo più liscio. Ha dei capelli rossicci. Ha un culo molto tondo e tonico che è un po’ uno spettacolo e un pene parecchio lungo anche se sottile. Dal sorriso che ha traspare parecchia sicurezza di sé: non è il tipo che si vergogna a stare senza vestiti.
Edo ha una statura simile a quella di Dimitri, i capelli scuri e un corpo molto più peloso degli altri due. Ha due braccia e due cosce molto spesse e muscolose e un pene grosso e tozzo. Sembra vergognarsi un po’ della sua nudità.
Davanti a noi si dispongono, sugli asciugamani gli altri: al centro le quattro ragazze, attorniate a destra da Mirco e Luca e a sinistra da Andrea e Giorgio, che è l’unico ragazzo ad avere ancora il costume addosso.
Martina disse: “Bene, da questo momento dovete fare tutto quello che vi diciamo.”
Joele ci chiese: “C’è qualcuno di voi che è omo o bisessuale o siete tutti etero?”
Confermammo di essere tutti e quattro etero.
“Allora come spettacolino per noi farete delle frociate insieme” proruppe Martina. Dimitri e Mattia si misero a ridere. “Lo sapevo!” disse Dimitri: “Ragazzi qualunque cosa ci facciano fare, sappiate che vi voglio bene… ma non in quel senso!”
“Già, però siete amici da tanto. È anche giusto che facciate dei… giochi insieme” disse Lucia.
“Va bene, va bene. Cosa volete farci fare?” chiese Mattia.
“Tu e Edo. Toccatevi il culo a vicenda” ordinò Martina.
I due non parevano eccessivamente scandalizzati. Si dovevano aspettare qualcosa del genere. Comunque, l’imbarazzo era forte. Mattia avvicinò timidamente le dita alla chiappa destra di Edo.
“No no. Dobbiamo vedere bene. Giratevi di schiena tutti e due”. I due ragazzi obbedirono, dando il culo alla platea che li stava osservando.
Mattia prese coraggio e toccò il culo peloso di Edo.
“Mettici tutta la mano e affonda per bene, deve essere una palpata” Mattia affondò per bene la mano nella chiappa sinistra di Edo, sorridendo tra il goliardico e l’imbarazzato. Edo ricambiava tendendo la mano sul bel culo di Mattia.
“Bene, ora giratevi”. I due ragazzi obbedirono. Poi Lucia ordinò, anche lei un po’ imbarazzata: “Adesso baciatevi. Per bene, deve essere una pomiciata passionale.”
Mattia e Edo si guardarono un po’ imbarazzati. A Mattia sfuggì un: “No, ti prego” sottovoce. Ma fu lui a avvicinare le labbra a quelle di Edo, che chiuse gli occhi disgustato. Sotto incitamento delle ragazze, Mattia sporse la lingua poi le sue labbra si chiusero su quello di Edo. I due ragazzi ebbero un brivido e si staccarono quasi subito. “Ehi! Ma che cos’è! Vogliamo un lungo bacio passionale tra due maschioni nudi!” protestò Joele. “Aiuto!” fece Mattia, però poi si lanciò di nuovo su Edo, stando attento ad avere il minor contatto fisico possibile, per quanto i loro peni fossero vicini. Stavolta Mattia lo incalzò con quella che sembrava passione, spingendolo verso destra e devastandogli la bocca con la sua pomiciata. Le ragazze furono entusiaste, poi Mattia cedette e si scalzò da Edo, pulendosi la bocca come se avesse baciato qualcosa di disgustoso.
“Ora passiamo a Dimitri” fece Lucia: “Per prima cosa, Mattia, girati”. Il ragazzo obbedì, dando di nuovo il culo alla platea. “Dimitri è tutto tuo, devi baciarlo sul culo!”
Dimitri avrebbe forse riso per carattere, ma capendo di doverlo fare davvero pensò che non ci fosse proprio nulla da ridere. “No, dai ragazze che scifo!”
“Ma come, è un culo così bello e tondo!” fece Martina: “Sei un privilegiato. Niente storie, inginocchiati e bacia il culo di Mattia”
Dimitri si inginocchiò e avvicinò il viso a culo di Mattia che nel mentre quasi tremava di imbarazzato. Dimitri mise la bocca a culo di gallina e molto rapidamente toccò con le labbra la chiappa destra del suo amico. Era chiaro che non voleva andare oltre.
“Uhm, si vede che sei inutile. Non vuoi fare il bravo amico con Mattia, dobbiamo darti una punizione supplementare” fece Lucia, fintamente delusa: “Abbiamo pensato a una cosa carina: vai in acqua!”
Dimitri si separò dal gruppo e andò nel mare. Lucia lo fece avanzare fino a che metà dei suoi polpacci non erano bagnati, poi gli ordinò di girarsi. Anche le persone sul telone si girarono, in modo che tutti potessimo ammirare Dimitri completamente nudo con le gambe immerse nell’acqua.
“Bene, Dimitri. Ora per punizione devi pisciare in acqua” concluse Martina.
“Cosa?”
“Niente storie, fai il bravo bimbo. Vogliamo umiliarti un po’. Devi pisciare davanti a noi.”
Dimitri sospirò e obbedì subito: un flusso giallo uscì dal suo pene e andò a unirsi, dopo un breve arco, all’acqua sottostante. Fu una pisciata lunga e ansiosa. Le ragazze applaudirono, mentre Sara era un po’ disgustata. Dimitri aveva chiaramente perso la sua dignità, dovendo fare i suoi bisogni davanti a tutti. Gli fu ordinato di rimettersi accanto a noi.
Ora toccava a me. A parlarmi fu Mirco, che, evidentemente, si era messo d’accordo con le ragazze: “Fai un passo in avanti” obbedisco “girati” mi volto, mostrando a loro il mio culo “ora mettiti a novanta”. Inizio ad aver paura e esclamo: “Ehi, che avete in testa?!” facendo ridere tutti.
“Sta zitto, mica ti inculiamo, cretino. Mettiti a novanta e non protestare!” fa Mirco. Senza troppa voglia mi piego fino a che testa e culo non solo alla stessa altezza. Mirco mi ordina anche di aprire un po’ le gambe. Dalla posizione dove mi trovo, le ragazze possono vedere bene il culo e anche il retro dei miei coglioni. È molto umiliante già così, ma ovviamente, la punizione deve ancora iniziare. Sento e scorgo le ragazze che si alzano e si avvicinano, accompagnate da Mirco, mentre gli altri ragazzi accanto a me vanno a sedersi sugli asciugamani. Le ragazze si mettono in fila dietro di me. Mirco invece mi viene davanti. Ho il suo uccello a pochissimo dalla mia bocca e posso ammirarne persino le vene. Mirco allunga la mano e mi copre gli occhi. Io protesto: “Ehi ma che diavolo avete in testa di fare?” Sento Mirco ridacchiare, poi spiega: “Adesso, ognuna delle ragazze ti tirerà un calcio sul culo. Se riesci a indovinare chi è stata, la ragazza esce dal gruppo. Se non indovini, la ragazza si rimette in fila in un punto casuale. Dopo ogni calcio, la ragazza successiva nella fila si fa avanti e te ne dà un altro. Tipo bacio del soldato, solo che questo si può chiamare calcio-in-culo del soldato.”
“Mirco, io ti odio!” faccio io, esasperato.
“Taci” replica lui secco: “Fatti umiliare un po’ e sta zitto. Ragazze, mi raccomando: non una parola, deve riconoscervi solo dal calcio e mi raccomando: fate forte, così lo aiutate!” Sento risolini confusi dietro di me.
Capisco che la mia miglior prospettiva è di obbedire e partecipare al gioco. Con le mani di Mirco davanti agli occhi, e con il suo cazzo a pochi centimetri dal mio volto, sentii un fruscio alle mie spalle e poi qualcosa che toccava il mio culo con delicatezza. Altri risolini soffocati. Ma chi poteva essere stata? Mi buttai: “Sara!”
“Sbagliato!” fece Mirco con vistosa allegria.
Sentii dei movimenti, poi un altro calcio. Stavolta più forte, contro la mia chiappa sinistra. La ragazza si lasciò andare a un brevissimo risolino e io capii di chi si trattava: “Joele!”
Mirco fu più triste: “Hai ragione. Joele, fuori dal gruppo!”
Di nuovo, ricevo un calcio. Ormai la voglia di giocare ha sostituto l’umiliazione. Il gioco andò avanti un altro po’, con le ragazze che avanzavano e mi tiravano un calcio sul didietro e io dovevo indovinare. Indovinare a partire dalla breve sensazione fisica che sentivo era di fatto impossibile, per cui andavo a casaccio. Tuttavia, avendo eliminato la seconda persona (Martina) divenne una probabilità del 50% e ci azzeccai presto. Tutti mi applaudirono a fine gioco, facendomi imbarazzare non poco. Mirco mi tolse le mani dagli occhi e mi permise di rialzarmi. Con la loro complicità di amici e l’erotismo che si era formato, quel giochetto era stato meno umiliante di quanto non pensassi. E poi, ricevere calci in culo da delle ragazze era pur sempre una specie di interazione erotica.
Tutti vanno a risedersi. Martina disse: “Bene, le punizioni sono finite. Ma adesso dobbiamo fare qualcosa di molto importante. Tutti i maschi, in riga davanti a noi, niente storie!”
“Che hai in testa Martina?” fece Dimitri, con una lieve punta di spavento appena percettibile dal suo fare ironico.
“State zitti, ora obbedite. Noi ragazze siamo il sesso superiore quindi non potete dirci di no!” controbatté Martina ridacchiando. Joele, con cui evidentemente si era messa d’accordo prima, disse: “Da adesso in poi, voi maschietti non potete parlare. È una regola!”
Mi sarei aspettato qualche commento su quest’ordine così perentorio. Ma non ci fu nessuna ironia. Nessun ragazzo fiatò. Sentivo la tensione erotica ormai arrivata all’estremo. Non c’era bisogno di parlare, ora bisognava davvero lasciarsi guidare dal divertimento.
Ci disponiamo in riga. Ad aggiungersi a noi perdenti sono Mirco, che ha il corpo meglio definito e il pene più lungo del gruppo; Luca, con il suo grasso e le sue palle grassocce e pelose; Andrea, alto, snello, glabro e leggermente effeminato (con un caschetto di capelli ricci e il viso da elfo); e Giorgio, un ragazzo con un po’ di pancetta e il petto villoso, che è l’unico a tenere ancora un costume. Proprio su di lui si concentrano le attenzioni di Martina: “Giorgio, spogliati anche tu!”
“Ma io non ho perso!” fece lui, che pareva sinceramente contrariato da quell’ingiustizia.
“E che c’entra? Ora ci servi nudo, quindi ti spogli. È una cosa importante, che dobbiamo fare!” lo redarguì Martina. Le altre ragazze, complici, ridacchiavano. Data la situazione (tutti i ragazzi erano nudi) Giorgio non protestò e si tolse il costume: aveva un pene con una notevole circonferenza e più che dignitoso quanto a dimensioni totali.
Martina si alza in piedi e rivela a tutti un piccolo metro portatile, di quelli che si snodano. Cosa ci facesse nella sua borsa da mare non ne aveva idea, ma lo aveva notato e, vista la piega degli eventi, aveva complottato con le altre ragazze per come usarlo. Dimitri intuisce e reagisce subito: “Oh cazzo!” Martina ride: “Già, ahaha. Comunque, mani lungo i fianchi coglione. Fatevi guardare!... Bene, signorini miei, come avrete capito questo metro serve a misurare i cosi che avete tra le gambe. Tuttavia, come sono messi adesso, alcuni mezzi duri e altri mosci, sarebbe poco oggettivo. Per cui, portateli al massimo dell’estensione, presto!”
C’è un momento di sbalordimento, ma nessuno fiata. Martina insiste: “Toccatevi. Masturbatevi. Fateci avere un bello spettacolino, forza.”
Forse qualcuno voleva ribattere qualcosa, ma nessuno sa cosa dire. C’è un momento di semplice stupore generale. Eravamo venuti lì per beccarci un po’ di mare e rilassarci e ora eravamo in otto, completamente nudi davanti a quattro ragazze, e ci veniva apertamente chiesto di masturbarci. Eppure la voglia era cresciuta pian piano e ora era praticamente insostenibile. Dimitri, con il volto basso, guardandosi il cazzo e tremando dall’imbarazzo, iniziò a toccarsi l’asta. Continuando a tremare, tutto concentrato, andò avanti sempre più veloce, su e giù l’ungo l’asta, continuando a scappellarsi nel frattempo. Gli altri ancora non reagivano. Si percepiva una certa eccitazione e gli sfuggì persino un piccolo e sommesso lamento di piacere. Si intuiva che se avesse alzato lo sguardo in quel momento sarebbe morto per l’imbarazzo. Anche Edo iniziò a toccarsi. Solo che sembrava avere meno difficoltà: guardava dritto davanti a sé, con lo sguardo un po’ perso, e iniziò rapidamente ad andare veloce. Andrea e Mattia iniziarono subito dopo di lui. La scena mi trasmetteva emozioni indescrivibili. Iniziai a toccarmi, ma ero già molto duro e la vista del seno nudo di Joele non aiutava. Ben presto arrivai al massimo dell’estensione e continuai a segarmi. Stavo in mezzo a tutta quella gente nuda e eccitata, e io stesso mi stavo masturbando davanti a quattro ragazze. Il fatto che loro potessero vedere la mia asta venosa in piena estensione mi trasmetteva una sensazione di potere e di godimento. E fino a quella mattina ero un ragazzo timido, che mai avrebbe pensato di vedere persone nude ancora per vari anni. I sospiri di piacere iniziarono a levarsi da più parti, i cazzi erano sempre più in alto, ormai c’erano persone che grugnivano. Mattia aveva quasi uno sguardo di sfida, e scrutava le ragazze mentre continuava rapidamente a lavorare sul suo pene. Gli ultimi a cominciare furono Giorgio e infine Mirco. Questo ragazzo a cui attribuivo una certa superiorità morale rispetto a me, si stava ora toccando, per quanto più lentamente degli altri, e si vedeva che stava provando un intenso piacere.
Non so quanto tempo passò di preciso, ma ormai i maschi erano chiusi nel loro piacere, l’inarrestabile piacere della masturbazione, unito alla voglia di mostrarsi di fronte al gentil sesso. I nostri cazzi erano tutti al massimo dell’estensione. Ancora pochi momenti e forse qualcuno sarebbe venuto e avrebbe scaricato così l’eccitazione. Ma Martina ci fermò gridando: “Stop!” Ci fu un momento di indecisione. Alcuni erano così pieni di godimento solitario che neppure ascoltarono il pur forte urlo. Martina continuò a voce ancora più alta: “Fermi! Basta! Via le mani, zozzoni!” Ci volle ancora qualche altro secondo perché tutti i ragazzi interrompessero la masturbazione e rimettessero le mani lungo i fianchi. Era chiaro che erano stati interrotti proprio sul più bello, con i cazzi che pulsavano, per cui l’eccitazione era alle stelle. Quella aveva smesso di essere goliardia, si sarebbe potuta trasformare in un’orgia.
“Via le mani, adesso si fanno misurazioni scientifiche!” disse Martina, alzandosi insieme a Lucia. Andarono da Giorgio, che era il ragazzo più a destra. Martina afferrò il lembo del metro portatile che fuoriusciva dal contenitore e lo pressò con il pollice contro la punta del cazzo di Giorgio. Il ragazzo aveva l’istinto di fare un movimento ma Martina lo fermò: “No no… buono, ora dobbiamo misurare.” Martina tirò il contenitore verso il basso, facendo dispiegare la prima parte del metro. Lo portò fino alle palle di Giorgio. Mi faceva impressione come non si facesse problemi ad avere quel contatto con un suo amico. Quando il metro fu fatto aderire bene alla pelle Martina sillabò ad alta voce il risultato: “14 centimetri”. Fece un sorriso a Giorgio e riprese il metro. Lucia, che aveva preso il suo cellulare, segnò il risultato. Pensai che, se pure si prendevano quella confidenza con i loro amici, non lo avrebbero fatto con noi, che le avevamo conosciute da così poco. La mia ipotesi venne confutata da quello che accadde subito dopo: Martina andò davanti a Mirco e, sorridendo, mise le mani sulla sua asta gigantesca, compiendo la medesima operazione. Tutti i ragazzi subirono, rapidamente, lo stesso trattamento, finché Martina non venne davanti a me, che ero l’ultimo sulla sinistra. Quasi tremavo per l’agitazione, sapendo che una mia compagna di classe stava vedendo tutta quella scena. Martina lo intuì e mi sussurrò: “Rilassati!” Nello stesso tempo spinse il metro contro il mio cazzo e lo blocco sulla punta. Sentii la voglia salirmi, avrei voluto scoparla lì sulla spiaggia. Mi stavo immaginando la scena di sesso vicino al mare e mi dava molto gusto. Ero quasi sul punto di esplodere, quando Martina rimosse il metro e annunciò il risultato. Riaprii gli occhi. Martina e Lucia tornarono a posto.
“Ragazzi, calmatevi. Io non voglio fare altro oggi. È già stato abbastanza divertente così!” ridacchiò Martina: “Comunque, il cazzo più corto, come avete visto, c’è l’ha Dimitri, con appena 10 centimetri. Quindi subirai una punizione ovviamente.”
“Ovviamente” ripeté Dimitri sorridendo. Non sembrava particolarmente umiliato dal fatto di avere il pene più corto tra noi otto.
“Ragazzi, rivestitevi ce ne dobbiamo andare” fa Joele. Mirco consegna a me e Luca le nostre mutande, che erano rimaste nella borsa per tutto il pomeriggio. Siamo ancora visibilmente eccitati, ma ci rivestiamo con piacere. Mi metto anche il pantaloncino corto, la maglietta e le scarpe. Anche gli altri ragazzi iniziano a rivestirsi, tutti tranne uno: Dimitri. Per ordine di Martina, Dimitri resta completamente nudo, in attesa della punizione.
Quando siamo ormai tutti pronti e abbiamo anche messo la roba nelle borse viene il turno della punizione di Dimitri. Martina gli si avvicina sorridendo maliziosa. Dimitri intuisce e sorride anche lui, imbarazzato. I ragazzi dell’altro gruppo guardano tutti in maniera divertita. Martina dice a Dimitri di girarsi. Lui obbedisce: non sono dà le spalle ma si mette anche a novanta. Martina ci mostra la mano e poi la chiude a pugno salvo il dito indice. Punta il dito contro l’ano di Dimitri e lo penetra rapidamente. È giusto un attimo. Il dito scivola, con qualche difficoltà, nel culo di Dimitri che lancia un sospiro di dolore poi, quando ha penetrato in profondità, il dito di ritira. Martina chiude il gioco dando una sonora pacca sul culo di Dimitri, che finalmente può rialzarsi. Il ragazzo è un po’ imbarazzato di essere stato penetrato e va a vestirsi in silenzio, mentre le ragazze salgono le scalette per andare a cambiarsi. La giornata finisce lì.
Di questo strano evento non ne parlammo, ovviamente, con i nostri genitori o con altri e, per quanto fosse stato il mio battesimo di fuoco alla sessualità, altre cose catturarono la mia attenzione nel tempo seguente. Ebbi la mia prima relazione sessuale, proprio con Sara, che fu la mia fidanzata per circa un anno. Altre cose bizzarre sarebbero successe, ma queste sono la storia per un’altra volta.
Il racconto di Mirco, con l’immagine di lui che si masturbava con foga emettendo suoni gutturali fino a venire davanti alla pudica Vanessa, aveva incrementato la nostra eccitazione. Io, Mattia, Andrea e Luca abbiamo il cazzo più o meno duro. Quando il racconto di Mirco termina, la cosa ci causa un certo imbarazzo, ma ormai quella giornata procedeva in quel modo. Ormai si è fatto tardi e tra un po’ dovremo andarcene. Per cui viene decisa l’ultima cosa da fare prima della partenza: la punizione di noi ragazzi della squadra perdente: io, Mattia, Edo e Dimitri.
Martina ci ricorda: “Ragazzi, è il momento delle penitenze!”
“Dai, dobbiamo proprio? Ci siamo divertiti, va bene così…” prova Dimitri, senza convinzione.
“Ormai avete accettato, dovete giocare!” s’intromette Joele: “Voi quattro: in linea qui davanti, uno affianco all’altro, mani lungo i fianchi, come bravi soldatini!” ride.
Noi quattro ci mettiamo nudi uno affianco all’altro: Dimitri, Mattia, Edo, e infine, sulla sinistra, io.
Dimitri è un ragazzo alto, con i capelli scuri corti, tratti slavi (e infatti la sua famiglia è originaria dell’est), un sorriso molto largo e simpatico, e il cazzo che è sicuramente il più piccolo tra quello di tutti i ragazzi nudi, anche se la cosa non sembra dargli troppo fastidio.
Mattia è decisamente più basso, molto muscoloso e per lo più liscio. Ha dei capelli rossicci. Ha un culo molto tondo e tonico che è un po’ uno spettacolo e un pene parecchio lungo anche se sottile. Dal sorriso che ha traspare parecchia sicurezza di sé: non è il tipo che si vergogna a stare senza vestiti.
Edo ha una statura simile a quella di Dimitri, i capelli scuri e un corpo molto più peloso degli altri due. Ha due braccia e due cosce molto spesse e muscolose e un pene grosso e tozzo. Sembra vergognarsi un po’ della sua nudità.
Davanti a noi si dispongono, sugli asciugamani gli altri: al centro le quattro ragazze, attorniate a destra da Mirco e Luca e a sinistra da Andrea e Giorgio, che è l’unico ragazzo ad avere ancora il costume addosso.
Martina disse: “Bene, da questo momento dovete fare tutto quello che vi diciamo.”
Joele ci chiese: “C’è qualcuno di voi che è omo o bisessuale o siete tutti etero?”
Confermammo di essere tutti e quattro etero.
“Allora come spettacolino per noi farete delle frociate insieme” proruppe Martina. Dimitri e Mattia si misero a ridere. “Lo sapevo!” disse Dimitri: “Ragazzi qualunque cosa ci facciano fare, sappiate che vi voglio bene… ma non in quel senso!”
“Già, però siete amici da tanto. È anche giusto che facciate dei… giochi insieme” disse Lucia.
“Va bene, va bene. Cosa volete farci fare?” chiese Mattia.
“Tu e Edo. Toccatevi il culo a vicenda” ordinò Martina.
I due non parevano eccessivamente scandalizzati. Si dovevano aspettare qualcosa del genere. Comunque, l’imbarazzo era forte. Mattia avvicinò timidamente le dita alla chiappa destra di Edo.
“No no. Dobbiamo vedere bene. Giratevi di schiena tutti e due”. I due ragazzi obbedirono, dando il culo alla platea che li stava osservando.
Mattia prese coraggio e toccò il culo peloso di Edo.
“Mettici tutta la mano e affonda per bene, deve essere una palpata” Mattia affondò per bene la mano nella chiappa sinistra di Edo, sorridendo tra il goliardico e l’imbarazzato. Edo ricambiava tendendo la mano sul bel culo di Mattia.
“Bene, ora giratevi”. I due ragazzi obbedirono. Poi Lucia ordinò, anche lei un po’ imbarazzata: “Adesso baciatevi. Per bene, deve essere una pomiciata passionale.”
Mattia e Edo si guardarono un po’ imbarazzati. A Mattia sfuggì un: “No, ti prego” sottovoce. Ma fu lui a avvicinare le labbra a quelle di Edo, che chiuse gli occhi disgustato. Sotto incitamento delle ragazze, Mattia sporse la lingua poi le sue labbra si chiusero su quello di Edo. I due ragazzi ebbero un brivido e si staccarono quasi subito. “Ehi! Ma che cos’è! Vogliamo un lungo bacio passionale tra due maschioni nudi!” protestò Joele. “Aiuto!” fece Mattia, però poi si lanciò di nuovo su Edo, stando attento ad avere il minor contatto fisico possibile, per quanto i loro peni fossero vicini. Stavolta Mattia lo incalzò con quella che sembrava passione, spingendolo verso destra e devastandogli la bocca con la sua pomiciata. Le ragazze furono entusiaste, poi Mattia cedette e si scalzò da Edo, pulendosi la bocca come se avesse baciato qualcosa di disgustoso.
“Ora passiamo a Dimitri” fece Lucia: “Per prima cosa, Mattia, girati”. Il ragazzo obbedì, dando di nuovo il culo alla platea. “Dimitri è tutto tuo, devi baciarlo sul culo!”
Dimitri avrebbe forse riso per carattere, ma capendo di doverlo fare davvero pensò che non ci fosse proprio nulla da ridere. “No, dai ragazze che scifo!”
“Ma come, è un culo così bello e tondo!” fece Martina: “Sei un privilegiato. Niente storie, inginocchiati e bacia il culo di Mattia”
Dimitri si inginocchiò e avvicinò il viso a culo di Mattia che nel mentre quasi tremava di imbarazzato. Dimitri mise la bocca a culo di gallina e molto rapidamente toccò con le labbra la chiappa destra del suo amico. Era chiaro che non voleva andare oltre.
“Uhm, si vede che sei inutile. Non vuoi fare il bravo amico con Mattia, dobbiamo darti una punizione supplementare” fece Lucia, fintamente delusa: “Abbiamo pensato a una cosa carina: vai in acqua!”
Dimitri si separò dal gruppo e andò nel mare. Lucia lo fece avanzare fino a che metà dei suoi polpacci non erano bagnati, poi gli ordinò di girarsi. Anche le persone sul telone si girarono, in modo che tutti potessimo ammirare Dimitri completamente nudo con le gambe immerse nell’acqua.
“Bene, Dimitri. Ora per punizione devi pisciare in acqua” concluse Martina.
“Cosa?”
“Niente storie, fai il bravo bimbo. Vogliamo umiliarti un po’. Devi pisciare davanti a noi.”
Dimitri sospirò e obbedì subito: un flusso giallo uscì dal suo pene e andò a unirsi, dopo un breve arco, all’acqua sottostante. Fu una pisciata lunga e ansiosa. Le ragazze applaudirono, mentre Sara era un po’ disgustata. Dimitri aveva chiaramente perso la sua dignità, dovendo fare i suoi bisogni davanti a tutti. Gli fu ordinato di rimettersi accanto a noi.
Ora toccava a me. A parlarmi fu Mirco, che, evidentemente, si era messo d’accordo con le ragazze: “Fai un passo in avanti” obbedisco “girati” mi volto, mostrando a loro il mio culo “ora mettiti a novanta”. Inizio ad aver paura e esclamo: “Ehi, che avete in testa?!” facendo ridere tutti.
“Sta zitto, mica ti inculiamo, cretino. Mettiti a novanta e non protestare!” fa Mirco. Senza troppa voglia mi piego fino a che testa e culo non solo alla stessa altezza. Mirco mi ordina anche di aprire un po’ le gambe. Dalla posizione dove mi trovo, le ragazze possono vedere bene il culo e anche il retro dei miei coglioni. È molto umiliante già così, ma ovviamente, la punizione deve ancora iniziare. Sento e scorgo le ragazze che si alzano e si avvicinano, accompagnate da Mirco, mentre gli altri ragazzi accanto a me vanno a sedersi sugli asciugamani. Le ragazze si mettono in fila dietro di me. Mirco invece mi viene davanti. Ho il suo uccello a pochissimo dalla mia bocca e posso ammirarne persino le vene. Mirco allunga la mano e mi copre gli occhi. Io protesto: “Ehi ma che diavolo avete in testa di fare?” Sento Mirco ridacchiare, poi spiega: “Adesso, ognuna delle ragazze ti tirerà un calcio sul culo. Se riesci a indovinare chi è stata, la ragazza esce dal gruppo. Se non indovini, la ragazza si rimette in fila in un punto casuale. Dopo ogni calcio, la ragazza successiva nella fila si fa avanti e te ne dà un altro. Tipo bacio del soldato, solo che questo si può chiamare calcio-in-culo del soldato.”
“Mirco, io ti odio!” faccio io, esasperato.
“Taci” replica lui secco: “Fatti umiliare un po’ e sta zitto. Ragazze, mi raccomando: non una parola, deve riconoscervi solo dal calcio e mi raccomando: fate forte, così lo aiutate!” Sento risolini confusi dietro di me.
Capisco che la mia miglior prospettiva è di obbedire e partecipare al gioco. Con le mani di Mirco davanti agli occhi, e con il suo cazzo a pochi centimetri dal mio volto, sentii un fruscio alle mie spalle e poi qualcosa che toccava il mio culo con delicatezza. Altri risolini soffocati. Ma chi poteva essere stata? Mi buttai: “Sara!”
“Sbagliato!” fece Mirco con vistosa allegria.
Sentii dei movimenti, poi un altro calcio. Stavolta più forte, contro la mia chiappa sinistra. La ragazza si lasciò andare a un brevissimo risolino e io capii di chi si trattava: “Joele!”
Mirco fu più triste: “Hai ragione. Joele, fuori dal gruppo!”
Di nuovo, ricevo un calcio. Ormai la voglia di giocare ha sostituto l’umiliazione. Il gioco andò avanti un altro po’, con le ragazze che avanzavano e mi tiravano un calcio sul didietro e io dovevo indovinare. Indovinare a partire dalla breve sensazione fisica che sentivo era di fatto impossibile, per cui andavo a casaccio. Tuttavia, avendo eliminato la seconda persona (Martina) divenne una probabilità del 50% e ci azzeccai presto. Tutti mi applaudirono a fine gioco, facendomi imbarazzare non poco. Mirco mi tolse le mani dagli occhi e mi permise di rialzarmi. Con la loro complicità di amici e l’erotismo che si era formato, quel giochetto era stato meno umiliante di quanto non pensassi. E poi, ricevere calci in culo da delle ragazze era pur sempre una specie di interazione erotica.
Tutti vanno a risedersi. Martina disse: “Bene, le punizioni sono finite. Ma adesso dobbiamo fare qualcosa di molto importante. Tutti i maschi, in riga davanti a noi, niente storie!”
“Che hai in testa Martina?” fece Dimitri, con una lieve punta di spavento appena percettibile dal suo fare ironico.
“State zitti, ora obbedite. Noi ragazze siamo il sesso superiore quindi non potete dirci di no!” controbatté Martina ridacchiando. Joele, con cui evidentemente si era messa d’accordo prima, disse: “Da adesso in poi, voi maschietti non potete parlare. È una regola!”
Mi sarei aspettato qualche commento su quest’ordine così perentorio. Ma non ci fu nessuna ironia. Nessun ragazzo fiatò. Sentivo la tensione erotica ormai arrivata all’estremo. Non c’era bisogno di parlare, ora bisognava davvero lasciarsi guidare dal divertimento.
Ci disponiamo in riga. Ad aggiungersi a noi perdenti sono Mirco, che ha il corpo meglio definito e il pene più lungo del gruppo; Luca, con il suo grasso e le sue palle grassocce e pelose; Andrea, alto, snello, glabro e leggermente effeminato (con un caschetto di capelli ricci e il viso da elfo); e Giorgio, un ragazzo con un po’ di pancetta e il petto villoso, che è l’unico a tenere ancora un costume. Proprio su di lui si concentrano le attenzioni di Martina: “Giorgio, spogliati anche tu!”
“Ma io non ho perso!” fece lui, che pareva sinceramente contrariato da quell’ingiustizia.
“E che c’entra? Ora ci servi nudo, quindi ti spogli. È una cosa importante, che dobbiamo fare!” lo redarguì Martina. Le altre ragazze, complici, ridacchiavano. Data la situazione (tutti i ragazzi erano nudi) Giorgio non protestò e si tolse il costume: aveva un pene con una notevole circonferenza e più che dignitoso quanto a dimensioni totali.
Martina si alza in piedi e rivela a tutti un piccolo metro portatile, di quelli che si snodano. Cosa ci facesse nella sua borsa da mare non ne aveva idea, ma lo aveva notato e, vista la piega degli eventi, aveva complottato con le altre ragazze per come usarlo. Dimitri intuisce e reagisce subito: “Oh cazzo!” Martina ride: “Già, ahaha. Comunque, mani lungo i fianchi coglione. Fatevi guardare!... Bene, signorini miei, come avrete capito questo metro serve a misurare i cosi che avete tra le gambe. Tuttavia, come sono messi adesso, alcuni mezzi duri e altri mosci, sarebbe poco oggettivo. Per cui, portateli al massimo dell’estensione, presto!”
C’è un momento di sbalordimento, ma nessuno fiata. Martina insiste: “Toccatevi. Masturbatevi. Fateci avere un bello spettacolino, forza.”
Forse qualcuno voleva ribattere qualcosa, ma nessuno sa cosa dire. C’è un momento di semplice stupore generale. Eravamo venuti lì per beccarci un po’ di mare e rilassarci e ora eravamo in otto, completamente nudi davanti a quattro ragazze, e ci veniva apertamente chiesto di masturbarci. Eppure la voglia era cresciuta pian piano e ora era praticamente insostenibile. Dimitri, con il volto basso, guardandosi il cazzo e tremando dall’imbarazzo, iniziò a toccarsi l’asta. Continuando a tremare, tutto concentrato, andò avanti sempre più veloce, su e giù l’ungo l’asta, continuando a scappellarsi nel frattempo. Gli altri ancora non reagivano. Si percepiva una certa eccitazione e gli sfuggì persino un piccolo e sommesso lamento di piacere. Si intuiva che se avesse alzato lo sguardo in quel momento sarebbe morto per l’imbarazzo. Anche Edo iniziò a toccarsi. Solo che sembrava avere meno difficoltà: guardava dritto davanti a sé, con lo sguardo un po’ perso, e iniziò rapidamente ad andare veloce. Andrea e Mattia iniziarono subito dopo di lui. La scena mi trasmetteva emozioni indescrivibili. Iniziai a toccarmi, ma ero già molto duro e la vista del seno nudo di Joele non aiutava. Ben presto arrivai al massimo dell’estensione e continuai a segarmi. Stavo in mezzo a tutta quella gente nuda e eccitata, e io stesso mi stavo masturbando davanti a quattro ragazze. Il fatto che loro potessero vedere la mia asta venosa in piena estensione mi trasmetteva una sensazione di potere e di godimento. E fino a quella mattina ero un ragazzo timido, che mai avrebbe pensato di vedere persone nude ancora per vari anni. I sospiri di piacere iniziarono a levarsi da più parti, i cazzi erano sempre più in alto, ormai c’erano persone che grugnivano. Mattia aveva quasi uno sguardo di sfida, e scrutava le ragazze mentre continuava rapidamente a lavorare sul suo pene. Gli ultimi a cominciare furono Giorgio e infine Mirco. Questo ragazzo a cui attribuivo una certa superiorità morale rispetto a me, si stava ora toccando, per quanto più lentamente degli altri, e si vedeva che stava provando un intenso piacere.
Non so quanto tempo passò di preciso, ma ormai i maschi erano chiusi nel loro piacere, l’inarrestabile piacere della masturbazione, unito alla voglia di mostrarsi di fronte al gentil sesso. I nostri cazzi erano tutti al massimo dell’estensione. Ancora pochi momenti e forse qualcuno sarebbe venuto e avrebbe scaricato così l’eccitazione. Ma Martina ci fermò gridando: “Stop!” Ci fu un momento di indecisione. Alcuni erano così pieni di godimento solitario che neppure ascoltarono il pur forte urlo. Martina continuò a voce ancora più alta: “Fermi! Basta! Via le mani, zozzoni!” Ci volle ancora qualche altro secondo perché tutti i ragazzi interrompessero la masturbazione e rimettessero le mani lungo i fianchi. Era chiaro che erano stati interrotti proprio sul più bello, con i cazzi che pulsavano, per cui l’eccitazione era alle stelle. Quella aveva smesso di essere goliardia, si sarebbe potuta trasformare in un’orgia.
“Via le mani, adesso si fanno misurazioni scientifiche!” disse Martina, alzandosi insieme a Lucia. Andarono da Giorgio, che era il ragazzo più a destra. Martina afferrò il lembo del metro portatile che fuoriusciva dal contenitore e lo pressò con il pollice contro la punta del cazzo di Giorgio. Il ragazzo aveva l’istinto di fare un movimento ma Martina lo fermò: “No no… buono, ora dobbiamo misurare.” Martina tirò il contenitore verso il basso, facendo dispiegare la prima parte del metro. Lo portò fino alle palle di Giorgio. Mi faceva impressione come non si facesse problemi ad avere quel contatto con un suo amico. Quando il metro fu fatto aderire bene alla pelle Martina sillabò ad alta voce il risultato: “14 centimetri”. Fece un sorriso a Giorgio e riprese il metro. Lucia, che aveva preso il suo cellulare, segnò il risultato. Pensai che, se pure si prendevano quella confidenza con i loro amici, non lo avrebbero fatto con noi, che le avevamo conosciute da così poco. La mia ipotesi venne confutata da quello che accadde subito dopo: Martina andò davanti a Mirco e, sorridendo, mise le mani sulla sua asta gigantesca, compiendo la medesima operazione. Tutti i ragazzi subirono, rapidamente, lo stesso trattamento, finché Martina non venne davanti a me, che ero l’ultimo sulla sinistra. Quasi tremavo per l’agitazione, sapendo che una mia compagna di classe stava vedendo tutta quella scena. Martina lo intuì e mi sussurrò: “Rilassati!” Nello stesso tempo spinse il metro contro il mio cazzo e lo blocco sulla punta. Sentii la voglia salirmi, avrei voluto scoparla lì sulla spiaggia. Mi stavo immaginando la scena di sesso vicino al mare e mi dava molto gusto. Ero quasi sul punto di esplodere, quando Martina rimosse il metro e annunciò il risultato. Riaprii gli occhi. Martina e Lucia tornarono a posto.
“Ragazzi, calmatevi. Io non voglio fare altro oggi. È già stato abbastanza divertente così!” ridacchiò Martina: “Comunque, il cazzo più corto, come avete visto, c’è l’ha Dimitri, con appena 10 centimetri. Quindi subirai una punizione ovviamente.”
“Ovviamente” ripeté Dimitri sorridendo. Non sembrava particolarmente umiliato dal fatto di avere il pene più corto tra noi otto.
“Ragazzi, rivestitevi ce ne dobbiamo andare” fa Joele. Mirco consegna a me e Luca le nostre mutande, che erano rimaste nella borsa per tutto il pomeriggio. Siamo ancora visibilmente eccitati, ma ci rivestiamo con piacere. Mi metto anche il pantaloncino corto, la maglietta e le scarpe. Anche gli altri ragazzi iniziano a rivestirsi, tutti tranne uno: Dimitri. Per ordine di Martina, Dimitri resta completamente nudo, in attesa della punizione.
Quando siamo ormai tutti pronti e abbiamo anche messo la roba nelle borse viene il turno della punizione di Dimitri. Martina gli si avvicina sorridendo maliziosa. Dimitri intuisce e sorride anche lui, imbarazzato. I ragazzi dell’altro gruppo guardano tutti in maniera divertita. Martina dice a Dimitri di girarsi. Lui obbedisce: non sono dà le spalle ma si mette anche a novanta. Martina ci mostra la mano e poi la chiude a pugno salvo il dito indice. Punta il dito contro l’ano di Dimitri e lo penetra rapidamente. È giusto un attimo. Il dito scivola, con qualche difficoltà, nel culo di Dimitri che lancia un sospiro di dolore poi, quando ha penetrato in profondità, il dito di ritira. Martina chiude il gioco dando una sonora pacca sul culo di Dimitri, che finalmente può rialzarsi. Il ragazzo è un po’ imbarazzato di essere stato penetrato e va a vestirsi in silenzio, mentre le ragazze salgono le scalette per andare a cambiarsi. La giornata finisce lì.
Di questo strano evento non ne parlammo, ovviamente, con i nostri genitori o con altri e, per quanto fosse stato il mio battesimo di fuoco alla sessualità, altre cose catturarono la mia attenzione nel tempo seguente. Ebbi la mia prima relazione sessuale, proprio con Sara, che fu la mia fidanzata per circa un anno. Altre cose bizzarre sarebbero successe, ma queste sono la storia per un’altra volta.
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