La mamma
di
androgeno
genere
incesti
Loro due erano nella posizione 69. Ma Angela non stava succhiando un cazzo, come subito uno potrebbe pensare. Contrariamente, stava leccando una figa, maneggiando con la sua lingua in un modo che l’altra persona avrebbe definito semplicemente spettacolare. E a sua volta, Angela sentiva il rumore che facevano le sue labbra quando venivano succhiate e sputate fuori.
Mentre erano in questa posizione favolosa, si sentì un rumore da sotto le scale.
-Mamma? –chiamò una voce maschile.
Angela ebbe un fremito ma subito si ritranquillò quando la persona che le stava leccando le labbra non fu mossa per niente da quella voce.
Udirono poi dei passi che salivano le scale, che si fermavano dietro la porta, e poi sentirono la porta aprirsi.
-Mamma! –esclamò il ragazzo. Era un giovanotto che aveva da dopo cominciato la sua seconda decade di vita. Era alto, con la carnagione abbronzata e il corpo scolpito alla perfezione, era appena tornato dalla palestra.
-Nick! –esclamò la donna che stava sotto. –Non ti ho mai insegnato a bussare prima di entrare?
Mentre parlava aveva infilato due dita nella vagina di Angela e gli muoveva dentro e fuori. Con l’altra mano schiaffeggiava il culo di Angela che lo muoveva lentamente, in sincronia con le sua dita.
-Ma cosa fate? –il ragazzo voleva sembrare stravolto.
-Vieni qui, caro, -disse poi la donna, -lascia che la mamma ti dia una lezione. Cosi la prossima volta busserai prima di aprire la porta.
Lui si avvicinò buttando via lo zaino e guardando continuamente il culo aperto di Angela, che era più bagnato del solito.
Appena si avvicinò la donna fece scivolare la sua mano lungo le cosce possenti di Marco che erano ancora bagnate di sudore.
-Oh, -disse lei, -mi sono sempre piaciute le tue gambe pelosette, Marco. Dimmi che anche qua dentro c’è ancora tanto pelo ricciuto.
Lui disse sì con la testa, senza distogliere lo sguardo dalla figa di Angela. Quando la mano della sua mamma arrivò a livello dell’inguine, trovò il suo cazzo parzialmente eretto, che cercava di uscire dalle sue mutande.
-Oh, disse poi lei gradevolmente, -vedo che ti piace ciò che vedi. Dai adesso, tiralo fuori, sorprendimi, e sbattilo sulla mia faccia.
Sempre preso com’era da come la sua mamma stava scopando con le dita Angela, lui si abbassò i pantaloni, trovò la bocca della sua mamma e vi infilò la mano profondamente. La donna era abituata e niente sensazione di vomito la scosse. Lui poi le spalancò la mascella con le mani e la penetrò con il suo cazzo che fumava. Continuò a scoparle la bocca per un po' mettendolo tutto dentro, fino a coprirle la faccia con i suoi lunghi peli pubici. La donna era in estasi. Si trovava con in bocca un bel rotolo di manzo duro, tutto sudato, con segni di sperma dall’ultima segata. Adorava tutto ciò, ma doveva far godere anche sua figlia.
Spinse leggermente con la mano l’addome palestrato di Marco e dopo che lui era uscito con il cazzo bianco sulla testa dalla pressione sulla faringe:
-Adesso scopa la tua sorella, caro, -disse la mamma.
Angela rotolò sul fianco e alzò la sua gamba in aria. Con la mano sinistra si strizzava il capezzolo mentre con la destra si spiegava le grandi labbra, facendogli mostrare una piccola fessura nera in quel palco rosaceo.
Lui le passò dietro e sputandole sulla figa cominciò a scoparla velocemente, mentre da dietro le mordeva il collo, il lobo del orecchio, e mentre con una mano le teneva alzata la gamba, con l’altra le tirava i capelli.
La mamma cominciò a succhiarle le tette, stringendole, mordicchiandole, giocando con il capezzolo con la lingua, leccandole l’areola in movimenti circolari, e poi infine succhiava di nuovo.
Angela gemeva dal piacere. Il cazzo del suo fratello era bello consistente e arrivava fino al collo del suo utero. A ogni colpetto che la cappella le dava lei tremava, sentiva qualcosa uscirle dall’ombelico. Ma lo voleva sempre più dentro, sempre più forte, sempre più in profondità. Per questo con la sua mano graffiava il culo di Marco, ordinandolo senza parlare a spingere più forte, a lacerarle le mura della sua vagina.
Marco stava per arrivare. La mamma lo capì dal suo respiro che divenne più animalesco.
-Esci subito, -gli ordino.
Lo prese poi per le braccia e lo fece sedere. Marco si trovava con le gambe aperte e il cazzo che pulsava, pronto a schizzare da per tutto al più piccolo e leggero tocco. Entrambe le donne lo guardavano mentre quel ragazzo simulava dei movimenti con il bacino, come se fosse trombando una vagina immaginaria. Ma nessuna lo toccò finché lui non si calmò e lo sperma gli tornò di nuovo dentro i testicoli grandi e penzolanti.
-Adesso, tocca a me, -disse lei.
Si girò con la schiena e si avvicinò a lui. Prese il suo cazzo che aveva cominciato ad afflosciarsi e lo indirizzò nella sua figa. Il ragazzo si prese la testa tra le mani, mordendosi le labbra per soffocare il grugnito di eccitazione.
-Tu, -disse a Angela, -vieni qua, avvicinati a noi.
Angela si inginocchiò e cominciò a leccare le palle del suo fratello, e l’asta ogni volta che usciva dal canale di mamma. Poi passava a leccare la sua figa, e a volte ci metteva dentro pure uno o due dita, facendola aprire di più, facendola godere al massimo.
La donna cominciò a fare dei movimenti più pesanti. Le sue grandi tette facevano, quando si sbattevano contro il suo torace, un rumore simile alle sue anche che si appicciavano alle cosce di Marco.
Dopo un po', Marco cominciò di nuovo a respirare profondamente, ma lei non smise. Afferrò la testa di sua figlia e la fece premere più forte alla sua figa.
-Ma, non…
-Non parlare. Non preoccuparti.
Marco urlò. Una volte. Due. Urla di estasi, urla di liberazione. Urla di aver riempito la figa di sua mamma con la sua sborra.
Lui cercava di riprendersi, con il cazzo dentro la sua madre che adesso si era fermata. Lei si era presa la sua tetta in bocca e la pizzicava con i dento. Angela, succhiava lo sperma che colava mischiata alle secrezioni vaginali della mamma e lo inghiottiva, mormorando di piacere.
-Dovresti chiamare la ragazza di Bruno, qualche volta, cara, -disse la mamma mentre ancora respirava affannosamente. –Le nostre famiglie potrebbero diventare molto amiche e divertirsi insieme. Oh, si!
Lei chiuse gli occhi mordendosi il labbro inferiore, fantasticando di altre cose. Angela e Marco erano rimasti straniti. Delusi, che non era venuto a loro quella idea già molto tempo prima.
Mentre erano in questa posizione favolosa, si sentì un rumore da sotto le scale.
-Mamma? –chiamò una voce maschile.
Angela ebbe un fremito ma subito si ritranquillò quando la persona che le stava leccando le labbra non fu mossa per niente da quella voce.
Udirono poi dei passi che salivano le scale, che si fermavano dietro la porta, e poi sentirono la porta aprirsi.
-Mamma! –esclamò il ragazzo. Era un giovanotto che aveva da dopo cominciato la sua seconda decade di vita. Era alto, con la carnagione abbronzata e il corpo scolpito alla perfezione, era appena tornato dalla palestra.
-Nick! –esclamò la donna che stava sotto. –Non ti ho mai insegnato a bussare prima di entrare?
Mentre parlava aveva infilato due dita nella vagina di Angela e gli muoveva dentro e fuori. Con l’altra mano schiaffeggiava il culo di Angela che lo muoveva lentamente, in sincronia con le sua dita.
-Ma cosa fate? –il ragazzo voleva sembrare stravolto.
-Vieni qui, caro, -disse poi la donna, -lascia che la mamma ti dia una lezione. Cosi la prossima volta busserai prima di aprire la porta.
Lui si avvicinò buttando via lo zaino e guardando continuamente il culo aperto di Angela, che era più bagnato del solito.
Appena si avvicinò la donna fece scivolare la sua mano lungo le cosce possenti di Marco che erano ancora bagnate di sudore.
-Oh, -disse lei, -mi sono sempre piaciute le tue gambe pelosette, Marco. Dimmi che anche qua dentro c’è ancora tanto pelo ricciuto.
Lui disse sì con la testa, senza distogliere lo sguardo dalla figa di Angela. Quando la mano della sua mamma arrivò a livello dell’inguine, trovò il suo cazzo parzialmente eretto, che cercava di uscire dalle sue mutande.
-Oh, disse poi lei gradevolmente, -vedo che ti piace ciò che vedi. Dai adesso, tiralo fuori, sorprendimi, e sbattilo sulla mia faccia.
Sempre preso com’era da come la sua mamma stava scopando con le dita Angela, lui si abbassò i pantaloni, trovò la bocca della sua mamma e vi infilò la mano profondamente. La donna era abituata e niente sensazione di vomito la scosse. Lui poi le spalancò la mascella con le mani e la penetrò con il suo cazzo che fumava. Continuò a scoparle la bocca per un po' mettendolo tutto dentro, fino a coprirle la faccia con i suoi lunghi peli pubici. La donna era in estasi. Si trovava con in bocca un bel rotolo di manzo duro, tutto sudato, con segni di sperma dall’ultima segata. Adorava tutto ciò, ma doveva far godere anche sua figlia.
Spinse leggermente con la mano l’addome palestrato di Marco e dopo che lui era uscito con il cazzo bianco sulla testa dalla pressione sulla faringe:
-Adesso scopa la tua sorella, caro, -disse la mamma.
Angela rotolò sul fianco e alzò la sua gamba in aria. Con la mano sinistra si strizzava il capezzolo mentre con la destra si spiegava le grandi labbra, facendogli mostrare una piccola fessura nera in quel palco rosaceo.
Lui le passò dietro e sputandole sulla figa cominciò a scoparla velocemente, mentre da dietro le mordeva il collo, il lobo del orecchio, e mentre con una mano le teneva alzata la gamba, con l’altra le tirava i capelli.
La mamma cominciò a succhiarle le tette, stringendole, mordicchiandole, giocando con il capezzolo con la lingua, leccandole l’areola in movimenti circolari, e poi infine succhiava di nuovo.
Angela gemeva dal piacere. Il cazzo del suo fratello era bello consistente e arrivava fino al collo del suo utero. A ogni colpetto che la cappella le dava lei tremava, sentiva qualcosa uscirle dall’ombelico. Ma lo voleva sempre più dentro, sempre più forte, sempre più in profondità. Per questo con la sua mano graffiava il culo di Marco, ordinandolo senza parlare a spingere più forte, a lacerarle le mura della sua vagina.
Marco stava per arrivare. La mamma lo capì dal suo respiro che divenne più animalesco.
-Esci subito, -gli ordino.
Lo prese poi per le braccia e lo fece sedere. Marco si trovava con le gambe aperte e il cazzo che pulsava, pronto a schizzare da per tutto al più piccolo e leggero tocco. Entrambe le donne lo guardavano mentre quel ragazzo simulava dei movimenti con il bacino, come se fosse trombando una vagina immaginaria. Ma nessuna lo toccò finché lui non si calmò e lo sperma gli tornò di nuovo dentro i testicoli grandi e penzolanti.
-Adesso, tocca a me, -disse lei.
Si girò con la schiena e si avvicinò a lui. Prese il suo cazzo che aveva cominciato ad afflosciarsi e lo indirizzò nella sua figa. Il ragazzo si prese la testa tra le mani, mordendosi le labbra per soffocare il grugnito di eccitazione.
-Tu, -disse a Angela, -vieni qua, avvicinati a noi.
Angela si inginocchiò e cominciò a leccare le palle del suo fratello, e l’asta ogni volta che usciva dal canale di mamma. Poi passava a leccare la sua figa, e a volte ci metteva dentro pure uno o due dita, facendola aprire di più, facendola godere al massimo.
La donna cominciò a fare dei movimenti più pesanti. Le sue grandi tette facevano, quando si sbattevano contro il suo torace, un rumore simile alle sue anche che si appicciavano alle cosce di Marco.
Dopo un po', Marco cominciò di nuovo a respirare profondamente, ma lei non smise. Afferrò la testa di sua figlia e la fece premere più forte alla sua figa.
-Ma, non…
-Non parlare. Non preoccuparti.
Marco urlò. Una volte. Due. Urla di estasi, urla di liberazione. Urla di aver riempito la figa di sua mamma con la sua sborra.
Lui cercava di riprendersi, con il cazzo dentro la sua madre che adesso si era fermata. Lei si era presa la sua tetta in bocca e la pizzicava con i dento. Angela, succhiava lo sperma che colava mischiata alle secrezioni vaginali della mamma e lo inghiottiva, mormorando di piacere.
-Dovresti chiamare la ragazza di Bruno, qualche volta, cara, -disse la mamma mentre ancora respirava affannosamente. –Le nostre famiglie potrebbero diventare molto amiche e divertirsi insieme. Oh, si!
Lei chiuse gli occhi mordendosi il labbro inferiore, fantasticando di altre cose. Angela e Marco erano rimasti straniti. Delusi, che non era venuto a loro quella idea già molto tempo prima.
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