L'ultima volta, forse

di
genere
sentimentali

Guidando di notte su quella strada senza illuminazione continuo a pensare a come sia stato possibile arrivare a quel punto. Con la coda dell'occhio ti osservo intenta agli ultimi ritocchi al trucco, gli stessi di mezz'ora fa a casa. Tutta quella preparazione stona con la t-shirt bianca e il pantalone della tuta che indossi nelle serate davanti alla TV. Che stonano con le Louboutin che hai ai piedi.
- Non ti sembra già abbastanza?
- Mi piace essere in ordine, lo sai
- Allora hai dimenticato di cambiarti, sappilo.
Ridi, senza smettere di ripassare il mascara. Come fai ad essere così calma?
- Lo sai che fine faranno i vestiti che indosso. Per quello ho messo il ricambio nella borsa sul sedile dietro. Così non dovrai prepararla tu. Lasciala lì per quando tornerai a prendermi.
- Questi li conosci?
- Amici di amici. Non preoccuparti.
- Io sono tuo amico. Non so gli altri. Io non ti farei finire in situazioni del genere.
- eppure mi stai accompagnando...
Già, anche io ero colpevole. Ero abbastanza buon amico perché ti stavo assecondando? O sarei stato un amico migliore se ti avessi dissuaso?
- Se vuoi puoi fermarti anche tu, per loro non c'è problema.
La tua mano sulla gamba sopra il ginocchio, il tuo viso si gira un po' di più nella mia direzione.
- Lo so di non essere solo un'amica per te.
- Sei un danno per me. Lo sai che non dormirò questa notte.
- Perché?
Cosa vuoi? Che ti confessi che ti amo? Non lo farò, maledetta idiota. Non potremmo mai essere felici io e te. Tu sei così, e io posso solo starti vicino, raccogliere le tue confidenze sperando che ogni volta sia l'ultima volta che sento le tue storie folli. É dal liceo che mi usi come diario, come consigliere inascoltato, e come autista. Sono uno stupido, ma non posso farci niente. L'idiota sono io, non tu.
- Almeno sanno che qualcuno sa dove sei. Voglio vedere qualche faccia, qualche nome. Che so, la targa di un'auto...
- Non mi succederà niente. O almeno, niente che io non voglia. E i documenti sono nel solito file.
- Preferisco vedere qualche faccia
La tua mano é sulla mia spalla, e sei seduta di lato. Da quella cazzo di maglietta che ti sembra dipinta addosso non posso non notare i capezzoli che sporgono insolentemente. Tengo le mani sul volante.
- Perché non mi fermi?
- Che cosa?
- Non mi hai mai giudicato, e te ne sono sempre stata grata. Credi che non mi accorga quanto stai male ogni volta che mi accompagni da qualche parte?
- Ieri sera al cinema non stavo male per niente.
- Sai a cosa mi riferisco - fai una pausa, ti giri e raccogli le mani all'attaccatura delle cosce, e le braccia che stringono le tette una contro l'altra peegggiorano la situazione, anche se so che quella é la posa che assumi quando sei a tuo agio - e a volte vorrei essere un'altra persona. Vorrei essere quella giusta per te.
- Patty, ci abbiamo provato. E tutte le volte sono stato male.
- Anche adesso, eppure sei sempre qui. Almeno ammetti di amarmi. Forse così...
- Patty, non dire cazzate. In passato te l'ho detto, e hai continuato per la tua strada. Semplicemente sei così, e da amico riesco a conviverci. Io non riesco a darti quello che cerchi da un uomo. Non come lo vuoi tu
- Magari sì...se vedessi potresti imparare.
- Patty, io vedo come sei ridotta quando vengo a recuperarti. Ogni volta mi ci vogliono giorni
- Non é sempre così, dai
- Per te é normale che una dorma per due giorni e non si ricordi nemmeno che le ho fatto un bagno perché ti addormenti nella vasca? O che ti spalmi di crema per guarirti dai segni con cui ti riporto a casa?
- Mi piace quando fai il dottore...
- Manco te lo ricordi
- Non é vero. Anzi, mi piace come mi tocchi. Con rispetto...o devo dire con amore?
- Chiamalo come vuoi, ma non userò quella parola.
- Sai che non direi niente se mi scopassi. Perché non lo fai?
- Sono all'antica, vorrei essere il solo.
- Saresti l'unico a cui tengo. Non sarebbe sufficiente?
- Non lo fai per i soldi. Lo fai perché ti piace. E per questo preferisco essere l'unico a non farlo.
- Così mi fai sentire sporca.
- Non si può sfuggire da se stessi. Sei così. Posso solo essere il tuo amico scemo...
- Che spera che io cambi?
- Non spero più niente. É questa la strada, siamo arrivati.
Nel giardino della villa un uomo e una donna aspettano in piedi, illuminati dai fari. Non hanno fretta, sanno che starai con loro tutta la notte.
- Scendi con me. Vorrei che quello la fossi tu...
- Io non potrei mai farti quello che ti faranno loro...ne pagarti quelle cifre.
- I soldi che ho fatto potrebbero bastare. Fare qualcosa insieme, altrove. Io e te. Se ti dicessi che ti amo? Perché io almeno lo ammetto.
- Patty, ameresti me ma ti mancherebbe altro che ami. Pper te potrei fare tutto, tranne cancellare le scene come questa e quelle in cui vengo a riprenderti e non cammini dritta.
- Se ti dicessi che dopo questa mollo tutto e cerco con tutta me stessa di rigare dritto?
- Sarebbe la terza volta? O sono quattro?
- Cinque...
I due tizi parlano tra di loro, spostando il peso sui piedi.
- Giro l'auto e ce ne andiamo?
- Mi hanno già pagata
- glieli restituisci, dov'é il problema?
Ti vedo pesare la situazione, poi con un sospiro subisco per l'ennesima volta la tua decisione.
- L'ultima. Non voglio pensare alla mia vita senza di te, e capisco che sei arrivato al punto che potresti smettere di rispettarmi.
- questo mai. Lo sai.
- Allora che potresti decidere di soffrire per un po' e cercare di dimenticarmi, anziché continuare a star male ogni volta che devi portarmi da qualche parte a lavorare.
- Io sto già male pensando a come sarai domani. Per quello non mi fermo.
- Almeno avrei una faccia amica da vedere.
- No. Cercherò di imparare a farti qualcosa di quello che ti piace, ma non sarò il carnefice a cui ti consegno ogni volta.
I tizi illuminati dai fari non vedono il bacio di Patrizia. Si avvicinano all'auto dopo aver visto la portiera aprirsi. Con un coltello la t-shirt ed il pantalone della tuta vengono lacerati e finiscono ai tuoi piedi sulla ghiaia. La tizia estrae un paio di manette e ti blocca le mani dietro la schiena, e lui ti mette una mano sulla nuca, rifilandoti una sculacciata che ti fa muovere verso la porta. Rimango lì, ipnotizzato dal tuo ancheggiare, finché non scompari alla mia vista, e già immagino la mia notte di incubi a sogni aperti. Forse per l'ultima volta, forse fino alla prossima
scritto il
2022-05-01
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