Il ragazzo a casa
di
numeroprimo encore
genere
dominazione
Devo uscire, all'improvviso. In effetti no, voglio uscire, dopo la chiamata di Letizia che mi chiede se ho impegni
- in realtà no Leti - le dico mentre ho in mano il cazzo di Mauro, che ho legato in mezzo alla sala per una serata delle nostre - se mi dai una mezz'ora e mi passi a prendere si può fare.
- ok. Mezz'ora e sono lì
Continuo a giocherellare con Mauro, che spera almeno di venire ed essere liberato. Pianto le unghie sull'asta w lo sento tendersi come mi aspettavo. Il dolore é erotico per lui, nato schiavo, ma solo nel sesso. Lo porto al limite in un paio di minuti, poi lo lascio per andare a prepararmi
- faccio tardi, dovrai aspettare.
Non é la prima volta che inizio qualcosa e lo interrompo, e Mauro non protesta nemmeno piú. Faccio una doccia rapidissima e gli passo accanto in accappatoio per andare a scegliere come vestirmi. Serata quasi calda, opto per un vestito leggero bianco e stivali flosci dello stesso colore. Leti mi chiama al cellulare
- sono qui sotto, ce la fai?
- mi sto vestendo e devo truccarmi, vuoi entrare un attimo per un caffè o mi aspetti?
Letizia é stata con Mauro prima di me e sa cosa gli piace, che é poi il motivo per cui si sono lasciati. Fare la dominatrice per lei é troppo impegnativo.
- vada per il caffé, sennò mi secco ad aspettarti.
Le apro la porta, ci baciamo e lei si dirige verso la sala
- ciao Mau, Sonia mi aveva detto che non aveva impegni.
- infatti - le faccio eco tornando dalla cucina con il suo caffé - niente che non possa aspettare, come vedi. Troverò il ragazzo esattamente lì al rientro e terminerò quello che ho iniziato. Se non sono troppo stanca o ubriaca.
- contento lui...
- lui non ha la.minima voce in capitolo. Contento o no, sta lì e mi aspetta. Vero Mau?
- Vero...
Ridacchio alla voce rassegnata di Mauro. Amo metterlo in imbarazzo davanti ai nostri amici, lasciando vedere sue foto sul mio cellulare, più o meno per sbaglio, facendo allusioni, o a volte facendolo vedere a qualcuno. Mi rendo conto di farlo stare male, ma amo il potere che lui mi permette di esercitare, e comunque non sono mai situazioni troppo imbarazzanti, come quando lo torturo. Mi limito ad esibirlo legato, o a parlare di come gli piaccia essere immobilizzato. Torno in sala e li trovo che stanno parlando del più e del meno. Letizia é una bella ragazza, e stasera é vestita sportiva sexy, ma Mauro é completamente moscio. Buon segno, ormai l'ho condizionato a dovere.
- pronta!
- era ora...buona noia Mai!
- dici che si romperà le palle?
- a voglia! Tutta la sera li come un salame, e non può nemmeno farsi una sega, poverino
- uhm...mi dai un minuto?
Mau sospira, probabilmente chiedendosi perché Letizia non si sia fatta i cazzi suoi.
Torno in camera per una corda, la lego attorno alle palle di Mauro e faccio un paio di giri attorno alla base dell'asta prima di annodarla.
- ecco. Cosi se gli diventa duro il sangue defluirà molto lentamente e avrà qualcosa a cui pensare. Contenta?
Mau inizia ad eccitarsi, e le vene sul cazzo si accentuano.
- esattamente così, vedi? Passerei giornate a guardarlo torturarsi da solo.
- sei pazza. E anche lui, l'ho sempre detto.
- ma va. Strani, questo si. Andiamo che é tardi. Ciao bestiolina!
Spengo la luce e chiudo la porta.
Passo la serata con Leti a parlare di Mai e di come lei si imbarazzasse alle sue richieste, e io la imbarazzo ancora di più raccontandole fino a che punto ho spinto la mia dominazione su di lui, respingendo qualche paio di amici che si fermano a cercare di attaccare bottone. Quando Letizia mi riaccomapagna le offro di salire, perché per me non sarebbe un problema, ma lei prevedibilmente rifiuta. Prima di entrare do un'occhiata dalla finestra, senza farmi notare. Povero piccolo, da fuori si vede bene, se si sa dove guardare. Chissà, qualcuno potrebbe averlo notato. Glielo chiederò, minacciando di smettere di torturarlo se non dice la verità. Ma prima di dedicarmi a lui, perché in fondo ne ho sempre voglia, cercherò di fare passare un' altra ora guardando il suo corso inturgidirsi molto in fretta e sgonfiarsi molto lentamente. Poi lo torturerò per bene, permettendogli di venire in qualche modo umiliante. Forse
- in realtà no Leti - le dico mentre ho in mano il cazzo di Mauro, che ho legato in mezzo alla sala per una serata delle nostre - se mi dai una mezz'ora e mi passi a prendere si può fare.
- ok. Mezz'ora e sono lì
Continuo a giocherellare con Mauro, che spera almeno di venire ed essere liberato. Pianto le unghie sull'asta w lo sento tendersi come mi aspettavo. Il dolore é erotico per lui, nato schiavo, ma solo nel sesso. Lo porto al limite in un paio di minuti, poi lo lascio per andare a prepararmi
- faccio tardi, dovrai aspettare.
Non é la prima volta che inizio qualcosa e lo interrompo, e Mauro non protesta nemmeno piú. Faccio una doccia rapidissima e gli passo accanto in accappatoio per andare a scegliere come vestirmi. Serata quasi calda, opto per un vestito leggero bianco e stivali flosci dello stesso colore. Leti mi chiama al cellulare
- sono qui sotto, ce la fai?
- mi sto vestendo e devo truccarmi, vuoi entrare un attimo per un caffè o mi aspetti?
Letizia é stata con Mauro prima di me e sa cosa gli piace, che é poi il motivo per cui si sono lasciati. Fare la dominatrice per lei é troppo impegnativo.
- vada per il caffé, sennò mi secco ad aspettarti.
Le apro la porta, ci baciamo e lei si dirige verso la sala
- ciao Mau, Sonia mi aveva detto che non aveva impegni.
- infatti - le faccio eco tornando dalla cucina con il suo caffé - niente che non possa aspettare, come vedi. Troverò il ragazzo esattamente lì al rientro e terminerò quello che ho iniziato. Se non sono troppo stanca o ubriaca.
- contento lui...
- lui non ha la.minima voce in capitolo. Contento o no, sta lì e mi aspetta. Vero Mau?
- Vero...
Ridacchio alla voce rassegnata di Mauro. Amo metterlo in imbarazzo davanti ai nostri amici, lasciando vedere sue foto sul mio cellulare, più o meno per sbaglio, facendo allusioni, o a volte facendolo vedere a qualcuno. Mi rendo conto di farlo stare male, ma amo il potere che lui mi permette di esercitare, e comunque non sono mai situazioni troppo imbarazzanti, come quando lo torturo. Mi limito ad esibirlo legato, o a parlare di come gli piaccia essere immobilizzato. Torno in sala e li trovo che stanno parlando del più e del meno. Letizia é una bella ragazza, e stasera é vestita sportiva sexy, ma Mauro é completamente moscio. Buon segno, ormai l'ho condizionato a dovere.
- pronta!
- era ora...buona noia Mai!
- dici che si romperà le palle?
- a voglia! Tutta la sera li come un salame, e non può nemmeno farsi una sega, poverino
- uhm...mi dai un minuto?
Mau sospira, probabilmente chiedendosi perché Letizia non si sia fatta i cazzi suoi.
Torno in camera per una corda, la lego attorno alle palle di Mauro e faccio un paio di giri attorno alla base dell'asta prima di annodarla.
- ecco. Cosi se gli diventa duro il sangue defluirà molto lentamente e avrà qualcosa a cui pensare. Contenta?
Mau inizia ad eccitarsi, e le vene sul cazzo si accentuano.
- esattamente così, vedi? Passerei giornate a guardarlo torturarsi da solo.
- sei pazza. E anche lui, l'ho sempre detto.
- ma va. Strani, questo si. Andiamo che é tardi. Ciao bestiolina!
Spengo la luce e chiudo la porta.
Passo la serata con Leti a parlare di Mai e di come lei si imbarazzasse alle sue richieste, e io la imbarazzo ancora di più raccontandole fino a che punto ho spinto la mia dominazione su di lui, respingendo qualche paio di amici che si fermano a cercare di attaccare bottone. Quando Letizia mi riaccomapagna le offro di salire, perché per me non sarebbe un problema, ma lei prevedibilmente rifiuta. Prima di entrare do un'occhiata dalla finestra, senza farmi notare. Povero piccolo, da fuori si vede bene, se si sa dove guardare. Chissà, qualcuno potrebbe averlo notato. Glielo chiederò, minacciando di smettere di torturarlo se non dice la verità. Ma prima di dedicarmi a lui, perché in fondo ne ho sempre voglia, cercherò di fare passare un' altra ora guardando il suo corso inturgidirsi molto in fretta e sgonfiarsi molto lentamente. Poi lo torturerò per bene, permettendogli di venire in qualche modo umiliante. Forse
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