Una storia una vita - Scambio di ruoli Pt. 5
di
numeroprimo encore
genere
dominazione
Farsi precedere da Silvia nel breve tratto fino alla casa fu inebriante. L'avevo ammanettata lasciandole i polsi naturalmente davanti, un po' per lasciarle riposare le spalle dopo averla tenuta legata con le braccia in alto così a lungo, e un po' per poterle guardare il culo seguendola fino a casa. Il suo ancheggiare mettendo un piede davanti all'altro era ipnoticamente armonioso. Camminava sempre così naturalmente, come le indossatrici, ma ebbi l'impressione che il plug glielo accentuasse lievemente.
- Quando parlavi di mangiare eri serio? Io ho davvero fame
- qualcosa inventerò, non preoccuparti. Potrei anche ordinare qualcosa
- ok, ma non farti venire in mente che apra io al fattorino...
Non ci avevo pensato, ma sarebbe stato divertente
- non darmi idee, sai che potrei metterle in pratica
- e tu pensa sempre che potrei ricambiare il favore ogni giorno
- stenditi per qualche minuto, o vai in bagno se devi. Ti lascio riposare qualche minuto
- grazie di cuore
- tu non lo fai sempre
Andai in cucina per farmi venire qualche idea, arrivando alla conclusione che farsi portare la cena sarebbe stata la soluzione migliore. Andai verso il telefono che inizió a vibrare per una chiamata in arrivo. Alice, l'amica e onnipresente collega di Silvia. Perché chiamava me?
- ciao Ali, come stai?
- ehi schiavetto, tutto bene? Silvia ha il telefono spento, è lì con te?
- Si, è in bagno. Vuoi che le dica qualcosa?
- domani non potrò essere al lavoro, fra una mezz'ora passo da voi per consegnarle alcune cose. Se esce posso lasciarle anche a te, l'importante è che le abbia a disposizione domani
- ci sarà, stasera non ha programmi per uscire
- ok. Allora ci vediamo dopo
- sicuramente
E adesso dovevo trovare un modo davvero carino di fare trovare Silvia alla sua amica in una nuova veste. Mi guardai intorno spremendo la fantasia, fino a che mi cadde lo sguardo sulle sedie del tavolo da pranzo. Silvia tornó dopo essersi rinfrescata mentre posavo una delle sedie
- chi era prima? Hai ordinato?
- veramente ancora no...vieni mettiti in ginocchio qui - le dissi indicandole il punto davanti alla sedia
- allora chi era?
- Alice. Passa fra poco
- allora tu...no no no, non vorrai che lei...
- si invece - la spinsi con le mani sulle spalle - voglio
Quando assunse la posizione spinsi la sedia contro il suo bacino, abbassandole la testa e facendola passare sotto allo schienale, poi le tolsi le manette e sollevai le braccia fino a farle passare sopra l'ultima stecca dello schienale, obbligandola a sollevare il busto, e legai le mani ai montanti dello schienale. Terminai il lavoro legandole le ginocchia alle zampe anteriori della sedia
- mi hai messo alla gogna, e quel che è peggio è che Alice mi vedrà così. Ti rendi conto che lavoro con lei?
- siete più amiche che colleghe, e non ti sei fatta molti scrupoli nel farmi vedere da lei. Capirà
- il fatto che sia lesbica non ti dice niente?
Non avevo mai pensato che Alice preferisse le donne, ma dovetti riconoscere che non l'avevo mai vista con un uomo
- vuoi dire che...le piaci? E pensi che potrebbe approfittarne?
- questo non lo so. Però mi farà un effetto molto strano
- ti avrà già vista nuda in questi anni. Forse non così, ma...
Mi guardò con un'espressione che non capii. La guardai in quella posa. Era stato un colpo di genio, il suo corpo era totalmente accessibile, e la bocca era anche all'altezza giusta per poter essere usata. Potendo. La baciai
- sei bellissima
- sarà molto umiliante
- ma la cosa ti eccita
- si...però...vabbè, ormai è fatta
- il campanello squilló
- amore, ti prego
Andai alla porta e spinsi il pulsante di apertura del cancello. Nel monitor vidi l'auto di Alice entrare. La attesi per accoglierla
- ciao caro - mi apostrofó abbracciandomi - sei solo?
- no, Silvia è di là, vieni
Ero davanti a lei e potei leggere la sua sorpresa alla vista del corpo nudo di Silvia
- che ci fai lì così? Lo schiavo si è ribellato?
- gli ho concesso un giorno di vacanza o quasi. Storia lunga
- e tu ne hai approfittato per un tuffo nel passato?
Quale passato? Mi chiesi. Guardai Silvia che mi osservava a sua volta, incurante di Alice che la osservava da tutti gli angoli girandole intorno. Aveva un'aria colpevole, come se fino a quel momento mi avesse nascosto qualcosa. Feci finta di nulla
- ti piace come l'ho preparata? A proposito, mangi con noi?
- per ora mi sto mangiando la tua Silvia con gli occhi...ma potrei mangiare anche qualcosa
- sto ordinando. Cosa vorresti?
- messicano si può?
- certo. Faccio io?
- sicuro - poi rivolgendosi nuovamente a Silvia la schernì leggermente - se ti vedesse Andrea prenderebbe l'aereo e si fionderebbe qui, ne sono certa
- Andrea?
- non ti ha mai raccontato di lei?
Silvia lasció cadere la testa.
- ecco...
- veramente non ricordo di aver mai sentito parlare di Andrea
- per un anno c'è stata insieme, ai tempi dell'università. Andrea era una tedesca in Erasmus, e più che stare insieme Silvia c'è stata insieme...come sua sottomessa...e anche io - fece una pausa girandosi verso di me - lo stai scoprendo ora, vero? Oddio che gaffe...
Continuaa
- Quando parlavi di mangiare eri serio? Io ho davvero fame
- qualcosa inventerò, non preoccuparti. Potrei anche ordinare qualcosa
- ok, ma non farti venire in mente che apra io al fattorino...
Non ci avevo pensato, ma sarebbe stato divertente
- non darmi idee, sai che potrei metterle in pratica
- e tu pensa sempre che potrei ricambiare il favore ogni giorno
- stenditi per qualche minuto, o vai in bagno se devi. Ti lascio riposare qualche minuto
- grazie di cuore
- tu non lo fai sempre
Andai in cucina per farmi venire qualche idea, arrivando alla conclusione che farsi portare la cena sarebbe stata la soluzione migliore. Andai verso il telefono che inizió a vibrare per una chiamata in arrivo. Alice, l'amica e onnipresente collega di Silvia. Perché chiamava me?
- ciao Ali, come stai?
- ehi schiavetto, tutto bene? Silvia ha il telefono spento, è lì con te?
- Si, è in bagno. Vuoi che le dica qualcosa?
- domani non potrò essere al lavoro, fra una mezz'ora passo da voi per consegnarle alcune cose. Se esce posso lasciarle anche a te, l'importante è che le abbia a disposizione domani
- ci sarà, stasera non ha programmi per uscire
- ok. Allora ci vediamo dopo
- sicuramente
E adesso dovevo trovare un modo davvero carino di fare trovare Silvia alla sua amica in una nuova veste. Mi guardai intorno spremendo la fantasia, fino a che mi cadde lo sguardo sulle sedie del tavolo da pranzo. Silvia tornó dopo essersi rinfrescata mentre posavo una delle sedie
- chi era prima? Hai ordinato?
- veramente ancora no...vieni mettiti in ginocchio qui - le dissi indicandole il punto davanti alla sedia
- allora chi era?
- Alice. Passa fra poco
- allora tu...no no no, non vorrai che lei...
- si invece - la spinsi con le mani sulle spalle - voglio
Quando assunse la posizione spinsi la sedia contro il suo bacino, abbassandole la testa e facendola passare sotto allo schienale, poi le tolsi le manette e sollevai le braccia fino a farle passare sopra l'ultima stecca dello schienale, obbligandola a sollevare il busto, e legai le mani ai montanti dello schienale. Terminai il lavoro legandole le ginocchia alle zampe anteriori della sedia
- mi hai messo alla gogna, e quel che è peggio è che Alice mi vedrà così. Ti rendi conto che lavoro con lei?
- siete più amiche che colleghe, e non ti sei fatta molti scrupoli nel farmi vedere da lei. Capirà
- il fatto che sia lesbica non ti dice niente?
Non avevo mai pensato che Alice preferisse le donne, ma dovetti riconoscere che non l'avevo mai vista con un uomo
- vuoi dire che...le piaci? E pensi che potrebbe approfittarne?
- questo non lo so. Però mi farà un effetto molto strano
- ti avrà già vista nuda in questi anni. Forse non così, ma...
Mi guardò con un'espressione che non capii. La guardai in quella posa. Era stato un colpo di genio, il suo corpo era totalmente accessibile, e la bocca era anche all'altezza giusta per poter essere usata. Potendo. La baciai
- sei bellissima
- sarà molto umiliante
- ma la cosa ti eccita
- si...però...vabbè, ormai è fatta
- il campanello squilló
- amore, ti prego
Andai alla porta e spinsi il pulsante di apertura del cancello. Nel monitor vidi l'auto di Alice entrare. La attesi per accoglierla
- ciao caro - mi apostrofó abbracciandomi - sei solo?
- no, Silvia è di là, vieni
Ero davanti a lei e potei leggere la sua sorpresa alla vista del corpo nudo di Silvia
- che ci fai lì così? Lo schiavo si è ribellato?
- gli ho concesso un giorno di vacanza o quasi. Storia lunga
- e tu ne hai approfittato per un tuffo nel passato?
Quale passato? Mi chiesi. Guardai Silvia che mi osservava a sua volta, incurante di Alice che la osservava da tutti gli angoli girandole intorno. Aveva un'aria colpevole, come se fino a quel momento mi avesse nascosto qualcosa. Feci finta di nulla
- ti piace come l'ho preparata? A proposito, mangi con noi?
- per ora mi sto mangiando la tua Silvia con gli occhi...ma potrei mangiare anche qualcosa
- sto ordinando. Cosa vorresti?
- messicano si può?
- certo. Faccio io?
- sicuro - poi rivolgendosi nuovamente a Silvia la schernì leggermente - se ti vedesse Andrea prenderebbe l'aereo e si fionderebbe qui, ne sono certa
- Andrea?
- non ti ha mai raccontato di lei?
Silvia lasció cadere la testa.
- ecco...
- veramente non ricordo di aver mai sentito parlare di Andrea
- per un anno c'è stata insieme, ai tempi dell'università. Andrea era una tedesca in Erasmus, e più che stare insieme Silvia c'è stata insieme...come sua sottomessa...e anche io - fece una pausa girandosi verso di me - lo stai scoprendo ora, vero? Oddio che gaffe...
Continuaa
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una storia una vita - Scambio di ruoli pt.3racconto sucessivo
Quattro anni
Commenti dei lettori al racconto erotico