La Scommessa sull’ Europeo - Capitolo 2

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Erano passati ormai 4 giorni da quella fatidica serata che cercammo di non commentare mai, era il giorno della semifinale. L’Italia avrebbe giocato contro la Spagna per conquistarsi la finale di Wembley e l’attenzione di tutti era catalizzata sugli azzurri, che sempre da sfavoriti stavano pian piano riconquistando la fiducia dei tifosi.
La giornata partì normalmente, anche se qualcosa mi rendeva agitato, sicuramente per i ricordi collezionati dopo l’ultima volta. Io e Chiara avevamo preso dei giorni di ferie e ci stavamo dedicando alla cucina, ci stavamo rilassando e stavamo recuperando dallo stress del lavoro. Mentre eravamo con le mani in pasta, il mio telefono, poggiato sul tavolo, si illuminò e comparve una notifica Whatsapp da “Marco”. Il mio cuore saltò un battito, in un attimo ripercorsi tutte le visioni che avevo avuto, poteva volere qualsiasi cosa, poteva essere un messaggio normale o a questo punto chissà. Cercai di ignorarlo ma Chiara se ne accorse ed esordì:
“Ah, guarda che è Marco.. dai vedi che vuole quel bastardo, sono proprio curiosa di vedere che si inventa” disse con tono sfidante.
Non ero ancora pronto a leggerlo, ma sbloccai il telefono e aprii la chat. Una foto ritraeva la moto di Marco che io e Chiara gli avevamo sempre invidiato, essendo appassionati, ma costava troppo per concederci quello sfizio. Lui non avendo problemi di soldi se l’era comprata senza pensarci, la usava per far colpo sulle ragazze senza saperne nulla. La didascalia recitava solo: “Scommettiamo?”.
Non potevo credere che si fosse spinto fino a quel punto, va bene pagare il weekend in una spa, ma questo aveva un valore completamente diverso. Evidentemente era più ricco di quello che pensavo per potersi permettere queste goliardate.
Ci guardammo, eravamo costretti a tirar fuori l’argomento tanto evitato.
Lei ruppe il ghiaccio: “Se è pronto a scommettersi la moto, non immagino cosa osi chiedere in palio”
Annuii: “È stata sempre la moto dei nostri sogni, pensa che bella rivincita se riusciamo a portargliela via gratis”
“Certo sarebbe divertente vederlo umiliato consegnarci le chiavi, ma chiedi prima cosa vuole in cambio”.
Digitai e cancellai più volte, trovai il coraggio e inviai la domanda. Il responso non tardò ad arrivare: “Se vince la Spagna la moto è vostra, completamente gratis. Se vince l’Italia, domani Chiara verrà con me due giorni per un viaggio di lavoro in Svizzera. Ovviamente quel che succede, succede”. Il tutto accompagnato da emoticon ammiccanti.
“È troppo” esclamai con fermezza.
“Decisamente” ribattè Chiara.
“Anche se” continuò lei: “Sono due giorni, una sola notte. È già successo una volta e ormai il danno è fatto. Se vincessimo davvero, potremmo farci l’estate a cavallo di quella moto e viaggiare in libertà. E poi, l’Italia è ancora sfavorita, no?”
Una fitta mi trapassò il cuore, stava per succedere nuovamente? Sarebbe stato ancora peggio?
Chiara mi sembrò abbastanza convinta e agguerrita per fargliela pagare, così risposi a Marco e accettai. Ci accordammo per vedere la partita insieme nel solito pub. La sera ci sedemmo tutti e 3, ordinammo i drink e cercammo di chiacchierare come se nulla fosse. Ecco finalmente il calcio d’inizio. Questa volta il supplizio fu allungato, l’Italia segnò per prima, ma dopo 20’ fu raggiunta dalla Spagna, esultammo come se avessimo vinto il SuperEnalotto. La partita si protrasse ai supplementari e persino ai rigori. Sembrava un’eternità, io e la mia metà sempre sul filo del rasoio, nervi a fior di pelle e drink come se piovesse. Marco, al contrario, sembrava rilassato e sorseggiava il solito Gin Tonic col sorriso stampato sulle labbra. I rigori iniziarono e nel giro di pochi minuti l’Italia conquistò il posto in finale. Forse eravamo ormai abituati, ma non dicemmo nulla, il silenzio lasciava trasparire la rabbia e la frustrazione che ci stavano nuovamente pervadendo.
“Abbiamo un vincitore” si autocitò Marco sempre sorridendo.
“A che ora partirete?” risposi io ormai rassegnato.
“Domattina alle 6 passerò a prendere Chiara, andremo a Lugano in macchina, passeremo la notte lì e saremo di ritorno la sera del giorno dopo”.
Lei improvvisamente si riprese dal momento di sconforto e sbottò: “D’accordo, hai vinto di nuovo, contento? Ma sappi che prima o poi avrò la mia vendetta e sarà amara. Ti aspetto domattina, buonanotte”.
“Dai che non ti è andata male l’altra volta” ribattè il mio “amico” mentre ci apprestavamo ad andare.
Lei fece tre respiri profondi, lo fulminò con i suoi occhi celesti, si cercò di calmare e ce ne andammo sconsolati. Arrivati a casa prese il trolley e iniziò a riempirlo col necessario. Un paio di vestiti casual e un paio eleganti, non si sa mai dove uno può capitare, pensò.
La notte dormimmo poco tra discussioni, ripensamenti e ansie. Arrivammo nuovamente alla conclusione che ogni scommessa è debito, e anche se la cosa ci faceva infuriare, ci eravamo messi noi in quella situazione, attratti dalla voglia di vendicarci e accaparrarci la moto.
La mattina la sveglia suonò puntuale, Chiara si preparò, mi salutò con un bacio passionale e mi rassicurò: “Tranquillo, ti amo, qualsiasi cosa succeda non cambierà nulla e vedrai che passerà in fretta”.
La salutai, chiuse la porta dietro di sè e salì sulla Mercedes di Marco, che intanto aveva parcheggiato. Vidi l’auto scomparire e tornai alla mia giornata, cercando di distrarre la mente. Tentai di tenermi impegnato uscendo a fare un giro, cucinando, guardando un po’ di serie Tv. Ogni tanto Chiara mi mandava qualche aggiornamento, erano stati a delle conferenze, a delle mini feste aziendali e infine a fare shopping. Questa cosa mi turbava, perché a far compere? Cosa avrebbero comprato?
La sera tutto tacque fino alle 22 circa, finii di cenare quando il mio telefono vibrò, lo sbloccai compulsivamente e trovai un messaggio da Marco, che strano, pensai.
“Pronto a rivedere la tua ragazza? Sono convinto che ti manchi”
Risposi: “Che intendi?”
Nessuna risposta per un’altra mezz’ora, finché una nuova notifica apparve sullo schermo, stavolta una foto.
Si vedeva Chiara con un collare in pelle, un corsetto trasparente che lasciava in mostra i suoi grandi seni tonici, delle calze a rete e dei tacchi vertiginosi ai piedi. Era sensuale, arrapante, quella lingerie le donava particolarmente. Ecco cosa avevano comprato. Fui sopraffatto dalla gelosia, che stava succedendo? Ero nuovamente furioso ma al contempo eccitato. Non sapevo cosa rispondere e neanche avevo il coraggio di farlo. Aspettai ancora e i messaggi iniziarono ad arrivare con cadenza più precisa, scarico un video. Si intravedeva il culo di Chiara, sistemata a 90 davanti all’obiettivo. Marco le stava versando addosso del lubrificante e con le dita stava massaggiando il suo orifizio dilatandolo gradualmente. Non capivo bene nel buio, ma la sorpresa arrivò quando vidi comparire un plug anale di piccole dimensioni, con un brillantino elegante, che il mio “amico” stava delicatamente facendo scivolare dentro di lei. Non aveva mai fatto queste cose con me, eppure sembrava completamente rilassata e a suo agio. Questo contribuì a far crescere i sentimenti dentro di me, avrei voluto prendere la macchina e raggiungerli per mettere fine a tutto ciò, ma ovviamente era irrealistico e finii per rimanere ipnotizzato fissando la chat su Whatsapp e attendendo aggiornamenti.
Dieci minuti dopo, un nuovo video: Chiara era ancora a pecorina, il plug era saldo nel suo culo e Marco la scopava con vigore. Sentivo dei gemiti e dei versi animaleschi, distorti dalle casse del cellulare. La mia ragazza sembrava essere completamente assorta e godeva come non mai. La visione di quella scena mi provocò una grossa erezione e iniziai lentamente a masturbarmi guardando il video.
Ne seguirono molti altri durante la serata e, mentre aspettavo, la mia mente immaginava cosa stesse succedendo in quella camera così lontana da me.
Arrivò un filmato di Chiara che succhiava e ricopriva di saliva il cazzo pulsante dell’amante, poi la vidi appoggiata contro il muro con Marco che la scopava appassionatamente. Lo fecero sul divano, sul piano della cucina, ovunque. Sembrava una sequenza interminabile. L’ultimo video la ritraeva sul letto, prona, con Marco che le sfilava il plug e puntava il suo pene fradicio di umori della mia ragazza contro il suo culo. Si sentivano chiaramente dei gridolini di dolore, lui aveva delle dimensioni importanti e non sarà stato semplice. Iniziò a scoparla da dietro con un crescendo di forza, prima delicatamente, finché il dolore non diventò solo piacere. Successivamente la prese con violenza mentre lei, con la mano sotto la pancia, si masturbava compulsivamente. In quel momento le grida si fecero talmente forti che fui costretto ad abbassare il volume. Iniziai a pensare che l’avesse conquistata, che adesso fosse completamente sua e che se la stesse scopando come mai aveva provato prima. Erano entrambi bagnati da un mix di sudore e umori sparsi ovunque, si divertivano, godevano, fino a che Chiara non scoppiò in un urlo, si contrasse ed ebbe, seppi qualche tempo dopo, il più intenso orgasmo che avesse mai avuto in vita sua. Probabilmente questa scena colpì molto il suo stallone, infatti anche lui iniziò ad emettere dei versi animaleschi, aumentò il ritmo e diede un’ultima vigorosa spinta, accasciandosi. Il video terminava con Chiara completamente sfinita sul letto, Marco che si sfilava da lei e mi mostrava da vicino il culo sfondato e completamente dilatato della mia ragazza, dal quale iniziava gradualmente a defluire una quantità enorme di sborra che scendeva come un piccolo fiume tra le grandi labbra, appiccicandole, fino a gocciolare sul lenzuolo.
Guardando questa scena scoppiai anche io e venni copiosamente sul pavimento. Una volta svuotato, ciò che rimase era solamente la parte negativa, l’umiliazione, la rabbia e la paura di aver perso la mia ragazza. Intanto il fatto di essermi eccitato così tanto alla visione di quei filmati mi provocò una certa confusione, perché provavo tutto ciò?
Dopo circa 15 minuti mi arrivò un ultimo messaggio, stavolta da Chiara: “Ti amo”.
Le mie energie terminarono, non avevo dormito la notte precedente, l’ansia mi aveva consumato per tutto il giorno. Crollai sul divano e mi risvegliai a metà mattina. Chiara mi avvertì che sarebbe tornata prima, così la attesi. Avevo una voglia infinita di prenderla, scoparla, farla di nuovo mia. Dopo un’oretta sentii il rumore del motore nel vialetto, scese dalla macchina dirigendosi verso casa ed entrando mi saltò al collo, sbatté la porta e iniziammo a scopare come animali. Sembrava molto più disinibita del solito, andammo avanti per una mezz’ora buona. Alla fine si inginocchiò davanti a me, iniziò un pompino da manuale e si lasciò venire in bocca guardandomi negli occhi e ingoiando tutto. Disse solamente una frase, scherzosamente: “Forse la prossima volta meglio che faccia squadra con Marco”. Rise, si alzò, si diresse verso il bagno e poi andò a riposarsi, lasciandomi lì ancora in shock e con mille domande. Il giorno seguente mi raccontò tutto, ci confidammo le nostre sensazioni e concludemmo che non era stata un’esperienza così terribile. Nonostante godessi nel vedere quelle scene con Chiara come protagonista, però, la mia rivalità con Marco mi impediva di essere lucido e gustarmele a pieno. Avevo capito che mi eccitava in qualche modo, ma ero infastidito e disturbato dal fatto che lui vincesse sempre e dimostrasse di avere ragione, oltretutto conquistando la mia ragazza. Iniziai a pensare che ormai rimaneva la finale, non tutto era perduto e potevo avere ancora la mia rivincita su quel viziato e saccente di Marco…
di
scritto il
2022-06-17
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