La Scommessa sull’Europeo - Capitolo 1

di
genere
scambio di coppia

Era un tranquillo tardo pomeriggio estivo, il caldo in quei giorni opprimeva la città e tutti erano alla ricerca di un rifugio fresco. Come eravamo soliti fare, uscivamo di sera, mentre il giorno ci dedicavamo al lavoro e alle altre noiose attività quotidiane. Io e Chiara stavamo insieme già da qualche anno e ci eravamo creati un’ampia cerchia di amicizie con le quali uscire, difficilmente non trovavamo compagnia per qualche aperitivo o bevuta dopo cena.
“Che facciamo stasera?” chiese Chiara riponendo il PC sulla scrivania.
“Amore stasera l’Italia si gioca i quarti di finale dell’Europeo, che ne dici se andiamo al pub a vederla?” risposi prontamente.
Sapevo che Chiara non era mai stata una grande appassionata di calcio e spesso si annoiava durante le partite, ma era un evento troppo importante e anche se l’Italia era data per sfavorita, avevo voglia di quel clima da Nazionale del 2006.
“D’accordo, però chiama qualche amico, almeno posso chiacchierare e non mi addormento”.
Ci eravamo organizzati all’ultimo e gran parte dei nostri amici aveva già preso impegni, tranne Marco, che contava di godersi il fresco dell’aria condizionata e seguire il match dal divano di casa. Decidemmo di andare al pub vicino casa, che aveva un ampio giardino interno e un maxischermo installato per l’occasione.
Erano arrivate già le 20,15, mancava mezz’ora al calcio d’inizio e uscimmo, io optai per una semplice tshirt nera con dei pantaloncini mentre Chiara approfittò del caldo per indossare un vestitino leggerissimo a tema floreale che non metteva da anni. Chiara ha 24 anni, alta circa 1,60m, fisico snello, caschetto nero, una terza abbondante e un sedere tonico che delinea delle forme armoniose e completa la sua minuta ma elegante sagoma. Il vestito aveva un’ampia scollatura che metteva in risalto il seno e terminava a metà coscia lasciando scoperte le gambe. A completare il tutto, dei tacchi neri non troppo alti che lei definiva sempre “belli ma scomodi”, ma visto che saremmo stati sempre seduti aveva deciso di sfruttarli.
Arrivammo abbastanza in anticipo e trovammo Marco già seduto ad un tavolino, lo raggiungemmo e ordinammo un paio di drink nell’attesa di vedere la partita.
Marco è un ragazzo alto, biondo, occhi verdi e con tanta passione per il nuoto. Ha un bel fisico definito e tutte le ragazze lo definiscono sempre un figo, infatti durante le serate in discoteca difficilmente è andato in bianco. Nonostante sia uno sportivo, non ha mai seguito una partita di calcio che non fosse della nazionale e di questo sport ne sa praticamente zero.
“Secondo me questa partita se la porta a casa l’Italia!” esclamò Marco.
“Sarebbe bello, ma vivi nel mondo dei sogni, il Belgio è troppo superiore a livello tecnico purtroppo” ribattei prontamente io.
C’era sempre stata una sorta di rivalità tra noi, lui voleva avere l’ultima parola su qualsiasi argomento e pensava di avere sempre la ragione in tasca, anche in casi come questo in cui a malapena sapeva che sport si stesse giocando.
La discussione proseguì in tecnicismi per qualche minuto finché Chiara non ci zittì esclamando con fare divertito: “Se siete entrambi così sicuri, perché non scommettete qualcosa?”.
Ci guardammo qualche istante, sorrisi e accettai, lo stesso fece prontamente Marco che non voleva mai sembrare sprovveduto. Ero sicuro che avrei potuto vincere qualsiasi cosa, l’Italia aveva una squadra tutto sommato scarsa in confronto alle stelle del Belgio, era praticamente un colpo sicuro, e anche se ero molto scocciato dallo scommettere contro la nostra nazionale, non volli farmi scappare l’occasione.
“Non so, vediamo, ah sì, se vince il Belgio ci regali un bel weekend in una Spa, così ci rilassiamo un po’” dissi ammiccando verso Chiara.
Marco non batté ciglio, un po’ per l’orgoglio e un po’ perché i soldi non erano mai stati un problema per lui.
“Ci sto, ma visto che vogliamo giocare forte, se vince l’Italia voglio una notte con Chiara”.
Io sbiancai, Chiara trasalì e le si creò sul viso un’espressione di rabbia mista a imbarazzo e confusione. Ci guardammo, non capivamo quanto fosse serio e quanto stesse scherzando.
Marco era sempre stato attratto da lei e non faceva nemmeno grandi sforzi per nasconderlo, punzecchiandola continuamente con battutine o allusioni, sempre in maniera elegante e divertente, ma anche poco fraintendibile.
“Allora? Accettate o ve la fate addosso?” incalzò Marco.
“Sei impazzito?” lo rimproverò la mia ragazza.
“Lasciaci un attimo” risposi io stizzito.
Mi allontanai dal tavolo con Chiara, discutemmo a lungo, ma la convinsi che c’erano pochissime probabilità di vittoria per l’Italia e che avremmo facilmente guadagnato un bel fine settimana tra massaggi e piscine rinfrescanti.
“Accettiamo, stronzo”. Avevamo le fiamme negli occhi e non vedevamo l’ora che venisse fischiato il calcio d’inizio.
Ci stringemmo la mano e tornammo a bere e fumare mentre l’arbitro dava il via al match.
I nostri cuori battevano a mille, la posta era alta e non potevamo più tornare indietro.
La prima mezz’ora, che a noi parve durare almeno il doppio, rimase sullo 0-0 ma al 31’ un boato si alzò dal giardino del pub come da tutte le case circostanti: l’Italia era in vantaggio. Iniziammo a sudare, a parlare di meno, smettemmo di sfottere Marco per la sua ignoranza calcistica. In compenso ordinammo altri drink per smaltire il nervosismo.
Tredici minuti dopo il risultato passò sullo 0-2 e capimmo che forse il finale non era più così scontato come pensavo. Il primo tempo finì col rigore segnato dal Belgio, 1-2. Durante l’intervallo, incoraggiati dal poco svantaggio, provammo ad autoconvincerci che il risultato si sarebbe ribaltato, continuammo a bere e subimmo tutte le battutine di Marco. Il secondo tempo iniziò ma non portò variazioni al tabellone, fu un inferno di ansia e adrenalina . Triplice fischio e Italia era in semifinale.
Eravamo sconvolti, agitati e arrabbiati. Marco sorrideva e finiva il suo Gin Tonic mentre la folla festeggiava.
“Beh direi che abbiamo un vincitore” disse nel gelo totale.
“Che vuoi fare?”
“Io propongo di riscuotere stasera stessa il mio premio, lo dico per voi, via il dente via il dolore”
Ancora una volta ci guardammo, Chiara mi fece capire con lo sguardo che forse era veramente meglio così.
Io mi alzai: “Dai Marco hai vinto, falla finita, non puoi dire davvero”
Rispose che ogni promessa è debito, i toni tra noi si iniziarono a scaldare ma Chiara intervenì: “Basta, abbiamo scommesso e non faremo la figura dei vigliacchi, ti daremo il contentino così sarai felice”.
Rimasi pietrificato qualche secondo, cercai conforto nei suoi occhi celesti e alla fine ci dirigemmo verso casa di Marco, a piedi erano circa 10 minuti. Camminava vicino alla mia ragazza allungando le mani e facendo battute, lei non gli dava corda e cercava di sottrarsi il più possibile. Entrammo in casa e concordai con Marco che potevo restare per controllare, ma che non avrei potuto fare nulla. Mio malgrado accettai le condizioni dettate e mi sedetti su una sedia in disparte. Le luci erano soffuse e c’era l’odore di qualche candela profumata per tenere lontane le zanzare.
Marco si avvicinò a Chiara, le mise le mani sui fianchi e iniziò a baciarla, lei in un primo momento si ritirò ma poi mi lanciò un ultimo sguardo di rassegnazione, io ricambiai e si lasció conquistare dalla lingua che stava assaporando la sua bocca. Le mani del mio amico scesero dal collo al petto, le abbassò le spalline scoprendole i seni e iniziò a stuzzicarli. Lentamente diventarono turgidi, un vero spettacolo. Dopo poco con una mano scese sui fianchi fino al sedere, le alzò la gonna, spostò le mutandine e iniziò a toccarla. Dalla mia posizione vedevo tutto fin troppo bene, provavo un particolare mix tra rabbia ed eccitazione e non sapevo neanche il perché. Chiara era sempre più sciolta mentre le dita di Marco entravano e uscivamo da dentro di lei con foga crescente. Respirava sempre più profondamente, con piccoli gemiti sempre più forti, il suo viso era diventato rosso peperone, cercava di contenersi ma quando le mani si concentrarono sul clitoride non riuscì a trattenersi ed esplose in un primo violento orgasmo che lasciò le sue cosce zuppe di umori. Marco, soddisfatto, disse “Adesso spogliati, per stasera sarai a mia disposizione”.
Chiara era eccitata quanto confusa. Obbedì, fece calare il vestito ai suoi piedi, sfilò gli slip, il reggiseno non l’aveva indossato. Rimase davanti a lui , completamente nuda, con i tacchi ancora ai piedi. Il suo corpo stupendo era inerme e pronto a essere usato. Marco la fece inginocchiare su un cuscino davanti a se, si abbassò pantaloni e boxer e le presentò il suo pene già in erezione a pochi centimetri dalla bocca.
“Voglio che lo succhi come se fosse l’ultimo”
Chiara lo prese in mano mentre aumentava di grandezza e durezza, accorgendosi delle notevoli dimensioni dell’amico. Iniziò a masturbarlo lentamente, avvicinò le labbra baciandolo, leccandolo e ricoprendolo di saliva. Dopo qualche istante lo inserì completamente in bocca fino a farlo scomparire, continuò in un pompino fantastico mentre gli massaggiava i testicoli, andava su e giù e spediva Marco su un altro pianeta. Improvvisamente lui si ritirò, la sollevò di peso e la appoggiò sull’isola della cucina, le spalancò le gambe e iniziò a baciarle l’interno coscia, a leccarle le labbra e indugiare intorno al suo clitoride. Chiara era visibilmente eccitata, completamente bagnata e in silenzio, cercava di non lasciarsi andare. Quando Marco iniziò a leccarla nel punto giusto iniziò nuovamente a gemere, stavolta più forte, ma proprio sul più bello, mentre stava per venire la seconda volta, il mio amico si fermò e spinse il suo cazzo pulsante contro la figa di Chiara. La penetrò e cominciò a scoparla come se fosse a rallentatore, vedevo il suo cazzo farsi strada su e giù dentro di lei, dilatandola e riempiendola completamente.
“Se vuoi godere mi devi implorare”
Sembrava ipnotizzata dalla situazione, era sull’orlo di un orgasmo spaventoso, aveva bevuto qualche drink e ormai perso qualsiasi freno inibitorio.
“Oh sì, sì, sono tua, completamente tua, fammi godere come una troia!”
Marco accelerò il ritmo, Chiara avvampò e dopo interminabili minuti in cui la scopò con vigore, ebbe finalmente il suo tanto agognato secondo orgasmo mentre lui continuava a spingere. Anche l’amante era visibilmente al limite ma continuò girandola in mille posizioni sfruttando talvolta tavolo e divano. Ormai era passata quasi mezz’ora quando si ritrasse da dentro di lei, le avvicinò il cazzo alle labbra ed esplose in un’infinità di schizzi che le finirono per la maggior parte in bocca. Chiara tentò invano di evitarli ma era troppo e si ritrovò costretta a ingoiare il seme di Marco, mentre il resto le colava dalla bocca fino ai seni. La obbligò a ripulire tutto continuando a leccare e succhiare, fino a che non fu completamente asciutto. In questa azione gli occhi di Chiara non si spostarono mai dai miei, non capivo cosa volesse comunicarmi ma sapevo che almeno era finita quella tortura.
I due raccolsero i vestiti e nel silenzio più totale andarono ognuno in uno dei due bagni della casa, dai quali uscirono poco dopo lavati e vestiti.
Chiara venne verso di me, mi prese per mano e ci avviammo verso casa nostra, nessuno dei tre proferì parola. Non ne parlammo quella sera e neanche i giorni seguenti, sembrava volessimo dimenticare tutto per la vergogna e la rabbia. Fino a quando l’Italia dovette giocare la Semifinale con la Spagna…
di
scritto il
2022-06-16
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