Marco - L'assistente di volo

di
genere
etero

Marco - L’assistente di volo

Dedicato ad una assistente di volo stupendamente eccezionale.
A te dolce Kitty.
Che palle, devo andare a Londra per un corso di aggiornamento e non ne ho nessuna voglia.
Entro in aeroporto e guardo la lista voli e il gate a cui devo presentarmi.
Vago letteralmente per le sale di attesa e, girando dietro una colonna centro in pieno un’assistente di volo con in mano il suo bicchiere di caffè.
Un disastro.
La sua divisa è completamente inzaccherata.
I fogli che tenevo in mano volano in aria e ricadono in ordine sparso sul pavimento.
Raccolgo il mio incartamento scusandomi dell’accaduto senza guardare la malcapitata.
Lei in un italiano perfetto ma con un forte accento spagnolo mi dice che non fa nulla ma che deve per forza andare a cambiarsi perché tra un’ora si deve imbarcare.
A quel punto la guardo e i nostri occhi si incrociano.
Qualcosa succede tra di noi.
I nostri sguardi non smettono di cercarci per un tempo che mi sembra infinitamente lungo.
Un sorriso compare sulle nostre labbra.
Mi faccio avanti e le dico che se vuole io l’aspetto qui e le offro un altro caffè per rimediare al disastro che ho appena combinato.
Lei continua a sorridermi e dice che va bene.
I dieci minuti più lunghi della mia vita.
La vedo arrivare con la divisa in ordine. Non so se è per quella ma mi perdo nel guardare quell’angelo volante che mi si avvicina.
Un corpo perfettamente proporzionato. Con le curve al punto giusto. Non so perché ma nella mia mente sogno di poter sfiorare quelle dolci dune e immagino la morbidezza di quel seno che sembra abbondantemente eccitante.
Ci presentiamo e la invito nuovamente al bar.
Ci sediamo e cominciamo a chiacchierare amabilmente e gioiosamente.
Mi sembra di conoscerla da sempre e gli argomenti fluiscono liberamente come le parole ed i sorrisi.
Sentiamo una voce che la chiama, è una sua collega che la avvisa che si devono imbarcare.
Il tempo è volato e lei mi saluta baciandomi sulle guance amichevolmente.
Il suo profumo è fresco e piacevole ed io vorrei osare ma non lo faccio.
Ci lasciamo così senza pensare nemmeno di scambiarci i nostri contatti. Questa rimarrà una dolce esperienza innocente.
Un brivido percorre la mia schiena. Sento che il mio amichetto di sotto avrebbe voluto qualcosa di diverso ma scaccio il pensiero, non ce ne sarà mai l’occasione.
Ormai è giunto anche il mio tempo per imbarcarmi.
Mi dirigo verso il mio gate.
L’autobus mi porta alla scaletta dell’aereo.
Fortunatamente la mia azienda ha pagato il biglietto in business così almeno potrò stare comodo e affogare il mio ricordo nell’alcol e fare un sonnellino.
Varco la soglie dell’aereo e un sorriso smagliante mi accoglie.
Incredibile.
Era lei!
Mi accompagna al mio posto e mi saluta facendomi l’occhiolino.
Salgono gli altri passeggeri ma i nostri sguardi non si perdono praticamente mai di vista.
Cominciano le procedure di decollo.
L’aereo parte. La posso guardare seduta nel suo posto a favore di vista.
E’ palese che anche lei sente un qualcosa nei miei confronti.
Passa con il carrello delle vivande e mi da un bicchiere di bianco frizzante.
Le sfioro la mano, accentua il sorriso e mi lascia un biglietto.
“Tra dieci minuti nel bagno di testa”.
Ho un mancamento.
Bevo il mio vino tutto d’un sorso.
Sono emozionato e il mio amico di sotto si risveglia dal torpore.
Sento che ho voglia di lei.
I minuti passano lenti. La seguo con lo sguardo, non la perdo un minuto.
Si gira verso di me e mi fa un cenno con la testa.
Mi alzo.
Anzi mi catapulto verso il bagno.
Lascio la porta aperta. Lei mi vede entrare. Confabula qualcosa con la sua collega che sorride guardandomi.
Mi raggiunge nello stretto bagnetto. Chiudo la porta e le nostre bocche si incollano in un bacio appassionato.
Le nostre lingue si incontrano e cominciano una danza sinuosa.
Rimaniamo quasi senza fiato.
Le mie mani corrono sul suo corpo.
Arrivo alla zip della gonna. la slaccio e questa cade ai suoi piedi.
La alzo e la faccio sedere vicino al lavandino.
Le apro le gambe.
Le apro le calze di nylon senza toglierle.
Arrivo alle sue mutande.
Mi avvicino con il mio viso.
Sento il suo profumo mischiato al suo dolce odore di donna.
Scosto il lembo degli slip.
Poggio la mia bocca sul suo fiore proibito e comincio a baciarla per poi leccarla.
Le apro le grandi labbra con le dita e con la lingua stuzzico il suo clito già eccitato.
E’ molto bagnata. Non ero l’unico ad essere eccitato e voglioso.
La defloro con la punta della mia lingua simulando una penetrazione.
I suoi umori mi bagnano la faccia.
Io lecco e bevo da quella dolce fonte.
Alterno la penetrazione con la stimolazione del clito ormai eretto e sensibilissimo.
Inserisco un dito nella sua passerotta fradicia mentre continuo la stimolazione del suo pistillo.
Sento che sta ansimando sempre più forte.
L’orgasmo la coglie in un crescendo continuo di piacere.
Mi ritrovo la bocca piena degli umori sgorganti a causa dell’orgasmo.
Mi fermo.
Risalgo e la bacio per farle assaggiare i suoi mielosi effluvi.
Mi slaccia i pantaloni e il mio arnese svetta dall’apertura anteriore dei boxer.
Se lo avvicina all’ingresso del suo paradiso.
Entro senza la minima fatica da quanto è bagnata.
La mia cappella si scopre e lei sentendo la mia turgidezza mi tira a se prendendolo tutto dentro.
Comincia una danza di corpi.
I movimenti sono lenti e sinuosi.
La esploro facendo ruotare il mio uccello teso dentro di lei e sento che un altro orgasmo la sta raggiungendo.
Accelero i miei colpi. Sta venendo. La guardo mentre chiude gli occhi, riversa la testa all’indietro mentre con i denti si morde le labbra.
Mi guarda. Colma di piacere.
Si sposta e le estrae dal suo intimo.
Si inginocchia davanti a me e lo prende tutto in bocca cominciando una gioco di lingua e di labbra attorno alla mia asta.
Sono anche io al limite. L’avviso che sto per venire.
Non fa una piega anzi velocizza i suoi sapienti movimenti.
Il mio seme sta salendo e esplodo nella sua bocca tutto il mio piacere.
Lei beve goduta mentre con le dita dell’altra mano si sgrilletta la sua patatina fino ad arrivare ad un nuovo orgasmo in simultanea con me.
Ci alziamo.
Ci baciamo e ci risistemiamo.
Mi lascia un biglietto con il numero di telefono.
Usciamo da quello che è stata la nostra alcova furtiva.
La collega la guarda, sorride, e poi guarda me.
Ritorno al mio posto.
Ormai manca poco all’atterraggio.
Il tutto avviene in maniera perfetta.
Mi dirigo verso l’uscita.
La mia musa mi aspetta sorridente.
“Speriamo di averla ancora presto ospite sui nostri voli” facendomi l’occhiolino.
Non c’e’ che dire. Questa sarà la mia compagnia preferita
scritto il
2022-06-20
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