Una serata tra nostalgia e Vhs
di
Vandal
genere
sentimentali
I
La signorina grande culo sta abbassando le serranda del bar.
Ci passo dietro, a debita distanza, ammirando la linea sinuosa di quelle chiappe favolose a forma di violoncello, immaginandomi come deve essere farci un giro tra quelle morbidezze.
Ha anche delle belle tette e un fisico da pantera che sembra uscita un film con Lino Banfi degli anni 70. Pantaloni aderenti che delineano bene le sue forme, abito superiore molto scollato sul davanti e ampiamente anche dietro. Ha capelli lunghi e biondi a boccoli e un viso che ricorda un po’ Edwige Fenech. Porta tacchi alti e indossa disinvolta degli occhiali da sole con montatura rosa, visibilmente di plastica.
Un tizio su una vecchia Alfetta si ferma sul marciapiede dando un colpo di clacson. Lei saluta con la mano e si affretta a salire. Il tizio, baffi neri a spiovente, coppolino, sigaretta accesa schermata con le mani, atteggiamenti da Maurizio Merli in Milano Calibro 9. Fuori posto, fuori tempo. Un pezzo degli anni 70 che si sono dimenticati di essere esistiti e che sono rimasti attaccati agli anni duemila, incapaci di svanire.
Come la videoteca in fondo alla via, ultimo residuato di un’epoca non ancora diluita, che si ostina a noleggiare ancora VHS e DVD nell’era digitale di Internet e dello streaming. Manca mezz’ora alla chiusura. Una piccola rampa di scale che scende verso il basso, dietro l’argine di via Milazzo. Un’insegna al neon mi indica Vintage Movie-Vendita o noleggio. Sono l’unico cliente. Dietro il bancone una ragazza con gli occhiali dalla montatura nera, un po’ pienotta ma con un visetto tondo e dolce. Si chiama Clara ed è la titolare della videoteca.
Quando mi vede, il sorriso le illumina la faccia “Mauro”
“Ciao Clara” sventolo il VHS che mi sono noleggiato “Visto e rivisto”
“Il solito Chuck Norris” sorride “Io sono più per Van Damme”
“Anche il vecchio belga non è male. I primi sono i migliori. Come quelli di Steven Segal” commento restituendo “Vecchio stampo. Ormai, sono dinosauri come questi a resistere. Come il sottoscritto”
Lei ride “Non sei così vecchio”
“Tra un paio di mesi tocco i cinquanta” mi stringo nelle spalle. Poi, mosso da un impulso vecchio stampo le chiedo “Hai da fare stasera?”
Non ce l’aveva. Chiusa bottega accetta il mio invito verso una panineria dall’altra parte del ponte Coperto. Mobili in legno, atmosfera da finto west. Ho sperato che non fosse vegetariana. “Pensavo non me lo chiedessi più” mi ha detto lei una volta seduti al nostro tavolo vista fiume. Un barcè sta solcando le acque avvolto dalla luce dorata del tramonto. Romantico. Io sulla soglia dei cinquanta e lei poco meno trentenne. “Sempre stato un timido con le ragazze” ammetto “Poi, tu sei una giovinastra”
“Paura di non reggere il gioco?”
“Stiamo giocando?”
Lei sorride “Per ora mangiamo e chiacchieriamo”
Panini, hamburger e patatine. Un attentato al mio colesterolo che ormai sta acquisendo vita propria. Lei opta per un carpaccio grana e rucola. Io mi butto su un tagliere misto di salumi. Come secondo un hamburger, niente cipolla, metti che dopo…
Come dolce ci prendiamo un gelato ma, non lì. Paghiamo ed usciamo. Fuori, un’aria fresca senza zanzare. Le maledette arriveranno il mese prossimo.
Da Cesare, il miglior gelato della città. Ci fanno la fila come pensionati al banco della posta.
Clara mi sfiora la mano e assume un atteggiamento sbarazzino.
Mangiamo il gelato e torniamo sui nostri passi “Io penso che Programmato per uccidere sia il miglior Segal mai fatto?” dice lei
“Mm, sì ma, il primo, quello di esordio era il migliore. Nico fa bella mostra sulla mensola di casa mia”
“E cos’altro hai sulla mensola di casa tua?”
“Un sacco di film tamarri: Invasion USA con Chuck Norris, Senza Tregua con Van Damme, Terremoto nel bronx con Jackie Chan, tutta la serie completa di Renegade. E tu?”
“Pretty Woman, Conan il barbaro, Rambo..”
“E cosa ci fa Pretty woman in mezzo a tutti quei macho?”
Siamo a metà ponte. Ci fermiamo un attimo a rimirare la strisca giallognola del sole e le stelle che ammiccano nel cielo. Le acque scure del Ticino scorrono placide sotto di noi “Lucchetti”
“Ogni ponte ha il suo”
Finito il gelato “Che ne diresti se sabato ce ne andiamo al multisala di Montebello?”
“A vedere cosa?”
“La versione restaurata de =Lo chiamavano Trinità=, ci stai?”
“Sì” mi prende a braccetto. Io la piloto a casa mia. C’è da fare delle scale. Il mio appartamento è un trilocale con vista sulla città. Il ponte coperto illuminato da faretti bianchi e, oltre, la cupola del duomo illuminata a giorno “Bella vista” dice lei abbracciandomi da dietro
Ne sento la morbidezza e l’istinto sopito da anni che si risveglia. Le afferro la mano e mi giro verso di lei, i nostri visi vicinissimi, lei che mi guarda in attesa. Io che la bacio e l’abbraccio. Lei che si lascia toccare. Lingue che si toccano piano, si esplorano. Mani frenetiche ma non frettolose. Il desiderio soft di una coppia che cerca un giusto equilibrio. Ci spogliamo lentamente nella luce soffusa della stanza. Il suo corpo pieno e morbido, di un bianco pallore, un paio di rotolini ma non frega nulla. Finiamo sul letto in pochi secondi, io in boxer, lei in mutandine e reggiseno. Ci baciamo, ci tocchiamo,le dita intrecciate, i corpi che strusciano. Non ancora anche se il mio sesso profondo si è risvegliato da un pezzo.
Si libera dal reggiseno. Due belle tette, tonde e morbide come panini al latte. Mi abbassa i boxer liberando il mio sesso. Faccio lo stesso con lei. Continua a baciarmi poi, a cavalcioni e comincia a muoversi artigliando il mio petto con le unghie. Aumenta l’intensità, mi sfrega, la mia mente vacilla. Vorrei fare come certi video di Phub ma, no, sarebbe troppo volgare. Esiste ancora il sesso tranquillo?
Io la disarciono e le sono sopra, la fisso negli occhi, lei mi cerca, mi bacia. Io sono già dentro e mi muovo con decisione ma senza performance da pornostar. L’orgasmo è soffice e intenso, normale ma incredibile.
“Sei stato gentile” dice lei dopo un po’
“Ho un’età. Certe acrobazie le lascio ai giovani”
“Scemo che sei” ridacchia
“Non lo so, non mi sembrava giusto”
“Sai, i morosi che ho avuto in precedenza, pretendevano sesso orale subito. Ti sembra logico?”
“La mia prima ragazza era una fanatica del pompino. Niente scopate, solo sesso orale ovunque e in qualsiasi momento. Una ninfomane a tutto tondo”
“E l’hai lasciata per questo?”
“Non l’ho lasciata, se n’è andata”
“Ah”
“Non che è scappata con un altro ma..” lascio in sospeso la frase, lasciando che il tono della voce le facesse capire il dolore nascosto
“Oh, mi spiace” dice lei abbracciandomi
“Niente tristezze” sorrido baciandole le mani
“Conosco un modo per scacciare via la tristezza” dice lei facendomi sdraiare e mettendosi a cavalcioni
“Mi sembra un ottima idea” sorrido
Sabato sera. Uscita dal film. I miti intramontabili. Sorrisi e sganassoni. La scena del messicano che prende a sberle i mormoni e la reazione di Bud Spencer/Bambino, resta tra i miei preferiti in assoluto. Insieme alla scazzottata finale. Clara ha apprezzato, ha riso per tutto il tempo. “Che si fa?” chiede lei
“Si va a casa, divano, ci si tiene per mano..”
“Per mano?”
“Senza vestiti”
“Va’ già meglio”
“E poi?...”
“E poi” ci baciamo
“E poi sarà quel che sarà”
La signorina grande culo sta abbassando le serranda del bar.
Ci passo dietro, a debita distanza, ammirando la linea sinuosa di quelle chiappe favolose a forma di violoncello, immaginandomi come deve essere farci un giro tra quelle morbidezze.
Ha anche delle belle tette e un fisico da pantera che sembra uscita un film con Lino Banfi degli anni 70. Pantaloni aderenti che delineano bene le sue forme, abito superiore molto scollato sul davanti e ampiamente anche dietro. Ha capelli lunghi e biondi a boccoli e un viso che ricorda un po’ Edwige Fenech. Porta tacchi alti e indossa disinvolta degli occhiali da sole con montatura rosa, visibilmente di plastica.
Un tizio su una vecchia Alfetta si ferma sul marciapiede dando un colpo di clacson. Lei saluta con la mano e si affretta a salire. Il tizio, baffi neri a spiovente, coppolino, sigaretta accesa schermata con le mani, atteggiamenti da Maurizio Merli in Milano Calibro 9. Fuori posto, fuori tempo. Un pezzo degli anni 70 che si sono dimenticati di essere esistiti e che sono rimasti attaccati agli anni duemila, incapaci di svanire.
Come la videoteca in fondo alla via, ultimo residuato di un’epoca non ancora diluita, che si ostina a noleggiare ancora VHS e DVD nell’era digitale di Internet e dello streaming. Manca mezz’ora alla chiusura. Una piccola rampa di scale che scende verso il basso, dietro l’argine di via Milazzo. Un’insegna al neon mi indica Vintage Movie-Vendita o noleggio. Sono l’unico cliente. Dietro il bancone una ragazza con gli occhiali dalla montatura nera, un po’ pienotta ma con un visetto tondo e dolce. Si chiama Clara ed è la titolare della videoteca.
Quando mi vede, il sorriso le illumina la faccia “Mauro”
“Ciao Clara” sventolo il VHS che mi sono noleggiato “Visto e rivisto”
“Il solito Chuck Norris” sorride “Io sono più per Van Damme”
“Anche il vecchio belga non è male. I primi sono i migliori. Come quelli di Steven Segal” commento restituendo “Vecchio stampo. Ormai, sono dinosauri come questi a resistere. Come il sottoscritto”
Lei ride “Non sei così vecchio”
“Tra un paio di mesi tocco i cinquanta” mi stringo nelle spalle. Poi, mosso da un impulso vecchio stampo le chiedo “Hai da fare stasera?”
Non ce l’aveva. Chiusa bottega accetta il mio invito verso una panineria dall’altra parte del ponte Coperto. Mobili in legno, atmosfera da finto west. Ho sperato che non fosse vegetariana. “Pensavo non me lo chiedessi più” mi ha detto lei una volta seduti al nostro tavolo vista fiume. Un barcè sta solcando le acque avvolto dalla luce dorata del tramonto. Romantico. Io sulla soglia dei cinquanta e lei poco meno trentenne. “Sempre stato un timido con le ragazze” ammetto “Poi, tu sei una giovinastra”
“Paura di non reggere il gioco?”
“Stiamo giocando?”
Lei sorride “Per ora mangiamo e chiacchieriamo”
Panini, hamburger e patatine. Un attentato al mio colesterolo che ormai sta acquisendo vita propria. Lei opta per un carpaccio grana e rucola. Io mi butto su un tagliere misto di salumi. Come secondo un hamburger, niente cipolla, metti che dopo…
Come dolce ci prendiamo un gelato ma, non lì. Paghiamo ed usciamo. Fuori, un’aria fresca senza zanzare. Le maledette arriveranno il mese prossimo.
Da Cesare, il miglior gelato della città. Ci fanno la fila come pensionati al banco della posta.
Clara mi sfiora la mano e assume un atteggiamento sbarazzino.
Mangiamo il gelato e torniamo sui nostri passi “Io penso che Programmato per uccidere sia il miglior Segal mai fatto?” dice lei
“Mm, sì ma, il primo, quello di esordio era il migliore. Nico fa bella mostra sulla mensola di casa mia”
“E cos’altro hai sulla mensola di casa tua?”
“Un sacco di film tamarri: Invasion USA con Chuck Norris, Senza Tregua con Van Damme, Terremoto nel bronx con Jackie Chan, tutta la serie completa di Renegade. E tu?”
“Pretty Woman, Conan il barbaro, Rambo..”
“E cosa ci fa Pretty woman in mezzo a tutti quei macho?”
Siamo a metà ponte. Ci fermiamo un attimo a rimirare la strisca giallognola del sole e le stelle che ammiccano nel cielo. Le acque scure del Ticino scorrono placide sotto di noi “Lucchetti”
“Ogni ponte ha il suo”
Finito il gelato “Che ne diresti se sabato ce ne andiamo al multisala di Montebello?”
“A vedere cosa?”
“La versione restaurata de =Lo chiamavano Trinità=, ci stai?”
“Sì” mi prende a braccetto. Io la piloto a casa mia. C’è da fare delle scale. Il mio appartamento è un trilocale con vista sulla città. Il ponte coperto illuminato da faretti bianchi e, oltre, la cupola del duomo illuminata a giorno “Bella vista” dice lei abbracciandomi da dietro
Ne sento la morbidezza e l’istinto sopito da anni che si risveglia. Le afferro la mano e mi giro verso di lei, i nostri visi vicinissimi, lei che mi guarda in attesa. Io che la bacio e l’abbraccio. Lei che si lascia toccare. Lingue che si toccano piano, si esplorano. Mani frenetiche ma non frettolose. Il desiderio soft di una coppia che cerca un giusto equilibrio. Ci spogliamo lentamente nella luce soffusa della stanza. Il suo corpo pieno e morbido, di un bianco pallore, un paio di rotolini ma non frega nulla. Finiamo sul letto in pochi secondi, io in boxer, lei in mutandine e reggiseno. Ci baciamo, ci tocchiamo,le dita intrecciate, i corpi che strusciano. Non ancora anche se il mio sesso profondo si è risvegliato da un pezzo.
Si libera dal reggiseno. Due belle tette, tonde e morbide come panini al latte. Mi abbassa i boxer liberando il mio sesso. Faccio lo stesso con lei. Continua a baciarmi poi, a cavalcioni e comincia a muoversi artigliando il mio petto con le unghie. Aumenta l’intensità, mi sfrega, la mia mente vacilla. Vorrei fare come certi video di Phub ma, no, sarebbe troppo volgare. Esiste ancora il sesso tranquillo?
Io la disarciono e le sono sopra, la fisso negli occhi, lei mi cerca, mi bacia. Io sono già dentro e mi muovo con decisione ma senza performance da pornostar. L’orgasmo è soffice e intenso, normale ma incredibile.
“Sei stato gentile” dice lei dopo un po’
“Ho un’età. Certe acrobazie le lascio ai giovani”
“Scemo che sei” ridacchia
“Non lo so, non mi sembrava giusto”
“Sai, i morosi che ho avuto in precedenza, pretendevano sesso orale subito. Ti sembra logico?”
“La mia prima ragazza era una fanatica del pompino. Niente scopate, solo sesso orale ovunque e in qualsiasi momento. Una ninfomane a tutto tondo”
“E l’hai lasciata per questo?”
“Non l’ho lasciata, se n’è andata”
“Ah”
“Non che è scappata con un altro ma..” lascio in sospeso la frase, lasciando che il tono della voce le facesse capire il dolore nascosto
“Oh, mi spiace” dice lei abbracciandomi
“Niente tristezze” sorrido baciandole le mani
“Conosco un modo per scacciare via la tristezza” dice lei facendomi sdraiare e mettendosi a cavalcioni
“Mi sembra un ottima idea” sorrido
Sabato sera. Uscita dal film. I miti intramontabili. Sorrisi e sganassoni. La scena del messicano che prende a sberle i mormoni e la reazione di Bud Spencer/Bambino, resta tra i miei preferiti in assoluto. Insieme alla scazzottata finale. Clara ha apprezzato, ha riso per tutto il tempo. “Che si fa?” chiede lei
“Si va a casa, divano, ci si tiene per mano..”
“Per mano?”
“Senza vestiti”
“Va’ già meglio”
“E poi?...”
“E poi” ci baciamo
“E poi sarà quel che sarà”
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