Lezioni di flauto

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gay

Lezioni di flauto

Rebecca si aggiustò la tracolla della custodia del flauto sulla spalla mentre si trovava davanti alla porta dell'appartamento di Julia. Il cuore le batteva forte nel petto, uno strano mix di eccitazione e nervosismo le vorticava nello stomaco. Aspettava questa lezione da settimane, o almeno questo era quello che si diceva. Ma nel profondo, sapeva che c’era qualcos’altro che la attirava lì, qualcosa a cui non riusciva a dare un nome. Fece un respiro profondo e suonò il campanello.
La porta si aprì quasi immediatamente ed ecco Julia, con i suoi lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle come una cascata di seta. Indossava un elegante abito nero con una profonda scollatura a V che lasciava intravedere quel tanto che bastava per far seccare la gola a Rebecca. Il tessuto aderiva alle sue curve in un modo elegante e allettante. Mentre Julia sorrideva calorosamente, Rebecca non poté fare a meno di notare l'assenza di un reggiseno sotto il vestito, il sottile accenno dei suoi capezzoli che premevano contro il tessuto che le mandavano una scossa di calore attraverso il corpo.
"Benvenuta, Rebecca", disse Julia, con voce dolce e invitante. "Entra, per favore."
Rebecca entrò, i suoi occhi saettavano nell'accogliente soggiorno adornato con poster vintage e delicati ninnoli. Aveva un vago odore di lavanda e qualcosa di più profondo, più inebriante, come il profumo di Julia. Si sentiva fuori posto, insicura su dove sedersi o su come comportarsi.
Julia indicò il divano. “Bene, siediti pure. Vuoi qualcosa? Un tè o un caffè?»
“No, grazie, sto così”, rispose Rebecca, forzando un sorriso. Cercò di nascondere quanto si sentisse agitata, come le sue mani tremassero leggermente mentre posava la custodia del flauto accanto a sé. Poteva sentire gli occhi di Julia su di lei, che la studiavano, e questo le faceva accelerare il battito.
La lezione è iniziata abbastanza bene. Julia guidò Rebecca attraverso le nozioni di base, con un tono paziente ma fermo. Mentre si chinava per sistemare la postura di Rebecca, i suoi seni pieni sfiorarono il braccio di Rebecca, mandandole un brivido elettrico lungo la schiena. Rebecca si irrigidì, con il respiro in gola. Cercò di concentrarsi sulla musica, sulle note che avrebbe dovuto suonare, ma tutto ciò a cui riusciva a pensare era il calore del corpo di Julia così vicino al suo.
“Devo andare in bagno,” sbottò all'improvviso Rebecca, alzandosi troppo in fretta. “Scusa, ho bevuto mezza bottiglia d’acqua e ora...”
Julia annuì, con un'espressione seria “Certo. È proprio lì, alla fine del corridoio.” Indicò il corridoio, il suo sguardo indugiò su Rebecca per un momento prima di tornare allo spartito.
Rebecca corse in bagno, chiudendo la porta dietro di sé e appoggiandosi contro con un sospiro tremante. La sua mente correva, un turbine di confusione e desiderio. Non riusciva a credere a come la semplice presenza di Julia l'avesse sconvolta, a come il suo tocco avesse acceso qualcosa che non sapeva nemmeno di essere capace di sentire. Si guardò allo specchio, con le guance arrossate, gli occhi spalancati in un misto di paura e desiderio.
Senza pensare, fece scivolare la mano sotto la gonna, abbassando le mutandine fino a metà coscia. Le sue dita si fecero strada tra le sue gambe, già scivolose per l'eccitazione. Chiuse gli occhi, mordendosi il labbro per soffocare un gemito mentre cominciava a toccarsi, immaginando che fossero invece le mani di Julia su di lei. L'immagine dei capelli scuri di Julia che le incorniciavano il viso, le labbra che si aprivano in un sorriso sornione, rimbalzò più e più volte nella sua mente finché Rebecca arrivò con un brivido, con le ginocchia che quasi cedevano sotto di lei.
Quando tornò in soggiorno, Julia alzò lo sguardo dallo spartito con un sorriso complice. “Tutto a posto?” chiese, con tono disinvolto ma sguardo acuto.
"Sì, ora sì", mormorò Rebecca, evitando il contatto visivo mentre riprendeva in mano il flauto. Cercò di concentrarsi sulla lezione, ma ogni nervo del suo corpo era consapevole della vicinanza di Julia. Quando Julia le posò una mano sulla coscia, con un tocco deciso ma gentile, Rebecca si immobilizzò, mentre una nota strideva in modo discordante dal suo flauto.
Julia ridacchiò piano, facendo scorrere leggermente le dita lungo la gamba di Rebecca. "Scusa", disse, senza però togliere la mano. Invece, si avvicinò, premendo il seno contro il braccio di Rebecca. “Dimmi la verità: sei entrata in bagno per masturbarti, vero?”
Il viso di Rebecca bruciava, le sue parole le restavano in gola. Avrebbe voluto negarlo, riderci sopra, ma l’intensità dello sguardo di Julia la lasciò senza parole. Prima che potesse rispondere, Julia si portò un dito alle labbra, zittendola con un lieve shh.
"Non ti devi preoccupare", sussurrò Julia, il suo respiro caldo contro la pelle di Rebecca. “È normale che tu sia confusa.”
E poi, senza preavviso, Julia la baciò. Fu un gesto lento e deliberato, le sue labbra si sciolsero contro quelle di Rebecca in un modo che le fece esplodere scintille in tutto il corpo. Rebecca esitò solo per un momento prima di ricambiare il bacio, le sue mani tremanti mentre si allungavano per afferrare il seno di Julia attraverso il tessuto sottile del suo vestito.
Julia si allontanò quel tanto che basta per sorridere, i suoi occhi brillavano di malizia. "Ah, adesso ragioniamo", disse, allungandosi per slacciare la chiusura del suo vestito. Il tessuto le scivolò sulle spalle, rivelando il suo seno pieno e perfetto. “Che ne dici se ci coccoliamo un po’ prima di passare alle cose serie?”
Il cuore di Rebecca batteva forte mentre fissava Julia, incapace di distogliere lo sguardo. Non aveva mai provato nulla del genere prima, e il pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere dopo la elettrizzava e la terrorizzava allo stesso tempo.

Le mani di Julia scivolarono lungo i fianchi di Rebecca, le sue dita sfiorarono l'orlo della maglietta prima di tirarla su e sopra la sua testa. L'aria fresca baciò la pelle di Rebecca, facendole venire la pelle d'oca mentre le labbra di Julia tracciavano un percorso lungo il suo collo, ogni bacio lento e deliberato, come se assaporasse ogni centimetro di lei. Il respiro di Rebecca si fermò quando la bocca di Julia trovò il suo capezzolo, la sua lingua vorticava attorno al bocciolo sensibile prima di attirarlo in bocca con un leggero succhio.
«Do re mi fa sol la si do», mormorò Julia contro la pelle di Rebecca, con voce bassa e canzonatoria. Prese il flauto che giaceva dimenticato sul divano accanto a loro, i suoi occhi si fissarono in quelli di Rebecca mentre lo teneva tra di loro. "Rendiamo questa lezione... indimenticabile."
Il cuore di Rebecca batteva forte mentre Julia guidava il flauto verso il basso, sfiorandole l'interno delle cosce con il metallo freddo. Rimase senza fiato quando la punta premette contro il suo ingresso, la sensazione era allo stesso tempo strana ed elettrizzante. Le labbra di Julia reclamarono le sue in un bacio profondo e appassionato, le loro lingue si intrecciarono mentre il flauto cominciava a muoversi, scivolando dentro e fuori con un ritmo che fece tremare il corpo di Rebecca.
"Julia..." gemette Rebecca, le sue mani intrecciate tra i capelli scuri di Julia mentre le sensazioni la sopraffacevano. I suoi fianchi dondolavano istintivamente, seguendo il ritmo del flauto mentre scavava più a fondo, ogni colpo mandava ondate di piacere che la attraversavano.
Julia si tirò indietro quel tanto che basta per sorridere, la sua mano continuava a guidare il flauto mentre l'altra mano stringeva a coppa il seno di Rebecca, il pollice che stuzzicava il capezzolo indurito. "Stai imparando così in fretta", fece le fusa, con la voce grondante approvazione. "Ma vediamo come gestisci questa cosa."
Detto questo, Julia ritirò il flauto e lo sostituì con le dita, il suo tocco fermo e consapevole. Rebecca gridò, inarcando la schiena mentre le dita di Julia la esploravano, arricciandosi e accarezzando nei punti giusti. Le sue stesse mani, tremanti di bisogno, cercarono a tentoni il centro di Julia, le sue dita scivolarono attraverso l'umidità che già si accumulava lì.
Julia gemette leggermente al tocco incerto di Rebecca, i suoi fianchi che si spingevano in avanti in modo incoraggiante. "Sì... proprio così..." sussurrò, con il respiro mozzato mentre le dita di Rebecca si avventuravano
più in profondità, imitando i movimenti che Julia aveva usato su di lei.
Si muovevano insieme, i loro corpi intrecciati, i loro respiri mescolati in sussulti accesi. Le labbra di Julia trovarono di nuovo quelle di Rebecca, il loro bacio divenne sempre più disperato, più esigente, mentre le loro mani lavoravano instancabilmente per avvicinarsi l'una all'altra al limite.
Ma proprio quando Rebecca si sentiva sull'orlo del baratro, Julia improvvisamente si allontanò, lasciandola ansimante e frustrata. "Aspetta qui", disse Julia, con voce ferma ma giocosa. Si alzò, la sua forma nuda stagliata nella fioca luce della stanza, e scomparve lungo il corridoio.
Rebecca si sdraiò sul divano, con il petto ansimante mentre cercava di riprendere fiato. Il suo corpo si sentiva vivo, ogni nervo fremeva per l'attesa. Non dovette aspettare a lungo; Julia ritornò pochi istanti dopo, con uno strap-on nero e lucido assicurato attorno ai suoi fianchi.
Gli occhi di Rebecca si spalancarono a quella vista, il suo battito accelerato. "Io... io non ho mai..." balbettò, con la voce appena al di sopra di un sussurro.
Julia si inginocchiò accanto a lei, la sua espressione si addolcì mentre le accarezzava la guancia. "Va tutto bene", disse, il suo tono gentile ma rassicurante. "Fidati di me. Mi prenderò cura di te."
Rebecca deglutì a fatica, annuendo esitante mentre Julia si posizionava tra le sue gambe. Il primo tocco dello strap-on contro la sua carne sensibile la fece sussultare, le sue unghie affondarono nei cuscini sotto di lei. Julia si abbassò, catturando le sue labbra in un bacio lento e rassicurante mentre cominciava a spingersi dentro.
Lo stiramento era diverso da qualsiasi cosa Rebecca avesse mai sperimentato, la pienezza travolgente ma inebriante. All'inizio Julia si mosse lentamente, permettendole di adattarsi, ma presto il ritmo accelerò, ogni spinta era più profonda, più forte, finché Rebecca non cominciò a gridare ad ogni movimento.
"Giulia... Giulia!" ansimò, stringendo le mani alle spalle di Julia mentre il piacere la consumava. Il suo corpo bruciava, ogni nervo era infiammato dalla sensazione, e poteva sentire la pressione aumentare, avvolgersi sempre più forte finché...
Rebecca urlò mentre l'orgasmo la travolgeva, il suo corpo si contorceva in maniera incontrollabile mentre un'onda dopo l'altra di piacere la travolgeva. Julia continuò a muoversi, prolungando fino all'ultimo tremore finché Rebecca non crollò, esausta e tremante, sul divano.
Julia le sorrise, il suo respiro affannoso mentre si ritirava dolcemente. "Brava ragazza", mormorò, posando un tenero bacio sulla fronte di Rebecca. "Ora dimmi... ne vuoi di più?"
Gli occhi di Rebecca si aprirono, il suo sguardo incontrò quello di Julia. Nonostante la stanchezza che attraversava il suo corpo, un barlume di desiderio bruciava ancora dentro di lei. "Sì", sussurrò, con voce tremante ma determinata. "Per favore... non fermarti."
Il sorriso di Julia si allargò, i suoi occhi brillarono di soddisfazione mentre si chinava per catturare ancora una volta le labbra di Rebecca. "Come si desidera."

Quando Rebecca si fu rimesse i vestiti per andarsene, si volse verso Julia, ancora sdraiata sul divano, magnificamente nuda, con ancora lo strap on ai fianchi, lucido dei liquidi versati: “Domani alla stessa ora?” chiese lei
“Certo tesoro, non vedo l’ora” rispose Julia toccandosi il fallo di gomma.
Rebecca non vedeva l’ora..

di
scritto il
2024-12-25
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