Sono caduto nella trappola di mia moglie e sua sorella.

di
genere
incesti

Salve, mi chiamo Claudio e ho 30 anni, sposato da 3 con Rosalba di 28 anni.
Rosalba ha una sorella, Martina di 25 anni sposata, da 7, con Carlo di 35 anni, con il quale non vado molto d'accordo.

Sin dal primo giorno che ho conosciuto Martina, ho provato una forte attrazione verso di Lei.
Malgrado fosse mia cognata mi capitava spesso di fantasticare sulle sue labbra carnose e su quello che le avrei voluto fare. Sono arrivato anche a scopare con Sabrina immaginando di farlo con Lei.

Il fatto che fosse la sorella di mia moglie mi eccitava maggiormente.
Tra sguardi rubati, ammiccamenti vari e piccole battutine ho sempre cercato di provocarla e dai suoi atteggiamenti avevo capito che la cosa non le era indifferente.

Purtroppo occasioni da stare soli e approfondire non c'è ne sono mai state, uno perche io e Rosalba viviamo al nord mentre Martina e Carlo al sud, due perche i nostri incontri erano limitati ai periodi di festività pasquali e natalizie dove ci si radunava con tutta la famiglia.

Sembrava che oramai il mio desiderio verso Martina fosse destinato a rimanere tale... fino a che due mesi fa è successo l'impensabile.

Io e Rosalba, avevamo deciso di cambiare il divano del soggiorno e quello vecchio anzicche buttarlo abbiamo provato a venderlo come usato.
Arrivò il giorno che ci chiamarono per la consegna del divano nuovo entro un paio di giorni ma quello vecchio era ancora invenduto cosi decisi di portarlo all'isola ecologica.

Con mia sorpresa, Rosalba mi disse che le dispiaceva buttarlo e che avrebbe avuto piacere se l'avessimo dato a sua sorella per la seconda casa.
Anche se poteva essere un'occasione di rivedere Martina, l'idea di farmi un viaggio A/R di 1200km piu una spesa di 500/600€ tra noleggio furgone, benzina e autostrada il tutto solo per vederla, dissi a Rosalba che non ci pensavo proprio.
Nel pieno della discussione, aggiunsi come motivazione che non avevo alcuna intenzione di incontrarmi con Carlo e in quel momento Rosalba mi disse che non l'avrei incontrato visto che per tutta la settimana sarebbe stato a Rimini per un convegno di lavoro e che quindi Martina era da sola a casa.

A quelle parole il mio cervello iniziò ad elaborare mille pensieri.
Cazzo... Martina sola in casa, arrivare il pomeriggio e poter trascorrere tutta la serata e la notte a casa sua noi due da soli... e quando mi sarebbe capitata un'occasione del genere.
Così acconsentii alla sua richiesta e prenotai subito un furgone per due giorni con partenza il giorno dopo.
Partii la mattina alle 9.00 e per tutto il viaggio, circa 6 ore, il mio cervello riusciva solo a fantasticare su come e quanto l'avrei scopata.

Ero così eccitato che decisi sarei stato diretto non volevo perdere tempo e magari farmi sfuggire l'occasione.

Quando mi aprì la porta di casa e me la trovai davanti bella, gioiosa e sorridente, l'abbracciai spingendomela contro il petto in modo da sentire le sue belle tette sode e la baciai sulla guancia poi prima di staccarmi scivolai con le labbra lungo la sua guancia fino a sfiorargli le labbra.
Per un attimo, fui tentato di baciarla sulle labbra e ficcarle la lingua in gola ma temetti una sua reazione negativa e desistetti.
Rimanemmo abbracciati per un 10/15 secondi e la cosa che mi sorprese fu il suo lasciarmi fare.
Sistemammo il divano, dopo di che, non avendo nulla da fare Martina propose di andare a fare una passeggiata e magari mangiarci una pizza... tutte cose che uscivano dai miei programmi così le dissi che preferivo stare a casa e riposarmi anche per il viaggio che dovevo affrontare il giorno dopo.

Mi offri un drink e ci sistemammo in soggiorno. Iniziai a corteggiarla riempendola di complimenti per come aveva arredato casa, poi ad apprezzare la sua pettinatura infine passai al suo essere donna, a come era sexy nel vestire nei suoi movimenti molto femminili.
Notai tanto orgoglio nel sentirsi apprezzata ma al contempo molto imbarazzo e proprio questo imbarazzo aumentava in me il desiderio di possederla.

Dopo un po per svincolarsi da quell’imbarazzo, disse che andava in cucina a preparare qualcosa per cena.
Aspettai una decina di minuti prima di seguirla, poi appoggiato alla porta della cucina rimasi ad osservarla in silenzio. Ad un tratto nel voltarsi mi vide li e i nostri sguardi si incrociarono.
La vidi arrossire tutta e sorrise poi abbassò lo sguardo e tornò al suo da farsi.
Era intenta a lavare qualcosa nel lavello quando mi avvicinai da dietro le cinsi la vita con il braccio sinistro e con la mano destra le scostai i capelli dalla spalla sinistra mi avvicinai e la baciai sul collo.
Si irrigidì tutta, lasciò cadere nel lavello quello che aveva in mano e si è appoggiò ai bordi, inclinò il capo verso destra e sentii il suo respiro divenire sempre piu affannoso.
Era fatta.

Mentre la baciavo e le facevo sentire il mio caldo respiro sul collo, le sussurravo di quanto l’avessi desiderata, delle mie masturbazioni pensando a Lei e delle scopate fatte con la sorella immaginando fosse Lei.
All’improvviso si girò verso di me e guardandomi negli occhi cercò la mia bocca e finalmente ci baciammo. Le nostre lingue si incontrarono e iniziammo a scambiarci l’uno la saliva dell’altro, intanto le mie mani finirono sotto la sua maglietta e armeggiavano col suo bel seno sodo, una seconda abbondante.
Senza smettere di baciarla, la girai verso di me e le sfilai la maglia lasciandola a seno nudo.
Mi fermai ad ammirarle le tette e presa dall’imbarazzo fece per coprirsi con le mani. Presi i polsi e gl’e li portai dietro la schiena tenendoli fermi con una mano mentre con l’altra incominciai a palparla a baciarle i seni, succhiare il capezzolo e mordicchiarla.
Poi con la mano scesi fino a finire in mezzo alle sue gambe e iniziai a stritolargli la figa da sopra il pantalone della tuta.

Martina era tutto un fremito, la baciai nuovamente e Lei liberatasi le braccia dalla mia presa mi fece appoggiare con le spalle sul bordo del lavello e iniziò a parlarmi il cazzo, poi mi sbottonò tutto e inginocchiandosi pian piano tirò giu pantalone e boxer fino a trovarsi faccia a faccia col mio cazzo.
Mi guardò con aria da porca e incominciò ad assaggiarlo infine se lo ficcò in gola e iniziò a succhiarlo.

Sublime, finalmente l’avevo in ginocchio davanti a me con il mio cazzo in bocca… erano anni che l’avevo sognato.

Tanta era stato il desiderio di averla e la depravazione perche si trattava della sorella di mia moglie che quando sentii che stavo per venire, preso dall’egoismo di godergli in gola non dissi nulla fino ad esplodergli tutto il mio sperma in bocca ma fu Lei che mi sorprese, ingoiò tutto senza scomporsi e continuò a succhiarmi fino all’ultima goccia e a tenerselo in bocca pure da moscio. Il tutto guardandomi negli occhi.

La tirai su e la baciai, Lei intanto non smetteva di segarmi il cazzo e con grande maestria me lo fece divenire subito duro.
Senza proferire parola, solo con uno sguardo d’intesa decidemmo di trasferirci in camera cosi tenendoci abbracciati ci avviammo, però prima di entrare mi venne d’istinto prenderla tra le braccia e attraversare cosi la porta e la cosa le piacque tantissimo.

Una volta adagiata sul letto, presi a baciarla tutta, passando per il suo seno, arrivai all’ombelico e al pantalone che sfilai lasciandola con le sole mutandine.
Ripresi a baciarla dall’ombelico e arrivai alle sue mutandine. Ne seguii il bordo con la lingua arrivando sul fianco, scesi fino alla coscia poi percorsi tutto l’interno coscia fino ad arrivare all’altezza del perineo.
Il mio respiro sulla pelle inumidita dalla mia saliva le procurava brividi e pelle d’oca.

Senza affondare sulla sua figa passai sul lato opposto e sempre seguendo il bordo delle mutandine iniziai la risalita in senso opposto.
Sentivo che stava impazzendo e la cosa era reciproca ma non volevo subito consumare.
Solo ora presi ad accarezzarle la gamba e tra una leccata e una carezza arrivai alla figa.
L’avvolsi tutta nella mia mano e gl’e la strizzai poi iniziai a massaggiarla con movimenti rotatori e leggere spinte lungo la sua fessura.
Oramai aveva le mutandine tutte macchiate dei suoi umori, presi a leccarle e a fare i primi assaggi poi gl’e le sfilai lasciandola nuda e restai qualche secondo ad ammirarla incantato.

Una figa tutta rasata con un piccolo ciuffo ben curato in alto, due labbra carnose ben chiuse che nascondevano un piccolo clitoride ben turgido e due piccole labbra ben pregne dei suoi umori.

Iniziai a leccare e succhiare tutto quel nettare inebriante.
La sentivo contorcersi sotto i colpi della mia lingua finche si irrigidì e mi godette in faccia.
Mi tirai su, avvicinai la mia bocca piena dei suoi umori alla sua e gli riversai tutto. Subito dopo appoggiai il mio cazzo a quella meravigliosa figa e l’ho spinsi dentro.

Per fortuna Lei prendeva la pillola perche non mi preoccupai minimamente di alcuna precauzione e quando arrivò il momento di godere, lo facemmo insieme, scaricandogli tutto il mio sperma in pancia.

Proseguimmo la serata e gran parte della notte a scopare in tutte le posizioni ma soprattutto in giro per tutta la casa fino a cadere esausti e dormimmo abbracciati come teneri innamorati.

La mattina quando aprii gli occhi, era li che dormiva difronte a me, con un leggero sorriso stampato sulle labbra. Iniziai ad accarezzarle i capelli e a sfiorarle il viso fino a che non ha aprì dolcemente gli occhi e i nostri sguardi si incrociarono. Sorrise e dopo un piccolo stiramento si avvicinò a baciarmi.
Rimanemmo una buona mezzora sotto le coperte a farci le coccole a commentare quello che era successo e a prometterci che sarebbe stato un nostro segreto poi iniziammo ad eccitarci nuovamente.

In quel momento desiderai il suo culo e dicendole di aspettarmi un attimo, andai in cucina a prendere del burro/margarina in frigo.
Quando vide cosa tenevo in mano capì le mie intenzioni, allora tirandosi su mi disse che lì era ancora vergine e che non l’aveva mai fatto per paura del dolore e che non lo voleva fare.

Iniziammo una piccola discussione dove cercai di tranquillizzarla e convincerla ma Lei dimostrò di essere combattuta tra il desiderio di provare e la paura per il dolore.

In quel momento scattò in me un qualcosa che mai avrei immaginato, il desiderio di dominarla.

La presi con forza e la feci posizionare carponi, con una mano le tenevo bloccati i polsi dietro la schiena schiacciandole la testa sul letto e con l’altra mano presi una noce di burro e gl’e la spalmai sul buco del culo iniziando a lavorarlo col dito medio.

Tra la sua agitazione per liberarsi e la mia insistenza a spingere il dito dentro il suo culo, aiutato dal burro vinsi io così mi ritrovai con il dito medio dentro quel buchetto e iniziai a lavorarmelo poi da uno passai a due dita e notai che la sua resistenza diveniva sempre piu fioca.

Gli feci notare che le avevo infilato due dita nel culo e che era inutile far finta di resistere così smise di fare la stupida e iniziò a godersi le mie dita.
Lasciai le sue braccia e andai a tintillare il clitoride bello turgido cosa che gradì.
Affondai due dita nella figa e presi a simulare una doppia penetrazione cosa che gradì molto.

Quando mi accorsi che stava quasi godendo mi posizionai dietro di Lei, sfilai le dita dal culo e prima che quello sfintere potesse irrigidirsi, appoggiai il mio cazzo e iniziai a spingere. Bastarono pochi colpi che venni risucchiato da quel buco nero e dopo le prime pompate iniziò a gemere dal piacere.
Vuoi perche stretto, vuoi perche l'avevo desiderato per tanto tempo, in poco tempo finii per venirle dentro.

Una volta finito, un paio di baci e ci infiliamo sotto la doccia per lavarci.

A quel punto era arrivata par me l’ora di partire così a malincuore ci salutammo e andai via.

Per tutto il viaggio di ritorno rivivevo nella mia mente tutto quello che era successo e mi accorgevo di non provare alcun rimorso per il torto fatto a mia moglie.

Arrivato a casa, consegno il furgone e mi faccio venire a prendere da Rosalba.
Per tutto il tragitto fino a casa, Rosalba, iniziò a tartassarmi di domande, com’e andato il viaggio, le è piaciuto il divano, ci stava in casa, come abbiamo passato il tempo, cosa abbiamo fatto o detto…. e via così.

Questa sua insistenza sul sapere, mi innervosiva, non tanto perche dovevo inventare delle scuse plausibili ma per il timore che se avesse chiesto anche a Martina di sicuro non avrebbero retto. Alla fine deve avermi visto incazzato e ha smesso di chiedere.

Finito di cenare, stavamo guardando un film in tv seduti sul divano quando Rosalba, che fino a quel momento se ne stava con la testa sul bracciolo e le gambe sulle mie, venne ad accovacciarsi accanto a me, prese il mio braccio e se lo passo sul collo a cercare coccole e riprese a chiedermi sul come avevamo passato la serata io e Martina.

La cosa mi infastidì e iniziai ad alzare il tono di voce.

Dopo un po di tira e molla, Rosalba si tirò su, si sedette con le gambe ai lati delle mie trovandoci viso a viso e con la figa appoggiata sul mio cazzo, guardandomi dritto negli occhi mi chiese se ne era valsa la pena di quel viaggio così lungo per un vecchio divano e se la spesa fosse stata ripagata.

A queste domande rimasi un po perplesso anche perche era stata Lei a volerlo e prima che potessi rispondere mi mise le mani al collo e disse che aveva da dirmi una cosa e mi fece promettere di ascoltare in silenzio fino alla fine.

A quel punto iniziò a parlarmi di quanto fossero legate Lei e Martina e della loro grande complicità sin dalla loro adolescenza e concluse il discorso con una frase che mi lasciò esterrefatto:
- “Non ti sei chiesto come mai ho insistito così tanto a farti andare giu da solo sapendo che anche Lei era sola?” – e aggiunse – “Pensi che io non sappia cosa avete fatto tu e Martina?”.

A quelle parole mi si gelò il sangue, blateravo parole senza senso…. furono istanti infiniti fino a che Rosalba mi diede un altro bacio e proseguì nel suo discorso.
- “Tranquillo Amore, non devi sentirti in colpa di nulla….
Come ti ho detto tra me e Martina c’è un legame particolare che non immagini.
Sin da piccole non abbiamo mai avuto segreti e quindi devi sapere che gia da un po mi ha confessato di come la guardavi e delle tue attenzioni, inoltre mi ha anche confessato che provava una certa attrazione per te.
Purtroppo non si è mai presentata la giusta occasione, fino a l’altro giorno quando tutto si è incastrato, Lei sola per tutta la settimana, il divano una buona scusa per farti andare e finalmente stare da soli.”

Mentre Lei parlava avevo il cervello in tilt, non riconoscevo piu la donna che avevo difronte e continuò:
- “Bene…, visto come stanno le cose penso sia arrivato il momento di farti una confessione….. “

Mi baciò e guardandomi negli occhi prese fiato e disse:
- “Io e Martina abbiamo una relazione intima sin da quando eravamo piccole.”

La guardai come fosse un extraterrestre occhi sbarrati dallo stupore e sentivo il cazzo che voleva esplodere, Lei aveva uno sguardo pieno di felicità in volto e aggiunse:
- “Che ne dici se la facciamo venire ogni tanto qui da noi per qualche giorno?”.

Con quest’ultima frase mi saltò il salvavita, il cazzo gia duro si ingrossò oltre il suo standard da provocarmi un dolore lacerante. La presi di forza e la buttai sul divano, provai a strapparle le mutandine senza riuscirci cosi le scansai e la penetrai con violenza scopandola come un forsennato.
Ero così eccitato che non percepivo lo sfregamento del cazzo sulle pareti dell’utero. La scopai per un’ora o forse piu senza riuscire a venire, la sentii raggiungere l’orgasmo una decina di volte finche finalmente riuscii ad esplodere tra piacere e dolore in quella figa meravigliosa.
Mi accasciai su di Lei sudato ed ansimando mentre Lei mi riempiva di baci e carezze.
Quando ci riprendemmo le dissi che sarebbe stato eccezionale poter far venire Martina da noi e consumare felici momenti di sesso tutti e tre.

Amo mia moglie…. e mia cognata.
scritto il
2022-09-24
1 2 . 8 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.