Sandra, e il suo passato. (parte 1^)
di
Thorn63
genere
dominazione
….. continuo del racconto di “Sandra, un giorno al sexy-shop”
Questo racconto non è improntato sulle nostre vicende di coppia, ma vuole essere un ricordare del come e
perché io sia diventato così ossessionato dal desiderarla scopata da estranei.
Due giorni dopo l’avventura al sexy-shop, a causa della chiusura degli uffici, rimasi a casa e mentre era
dedita alle faccende domestiche me ne stavo buono buono sul divano a guardare la tv.
Di tanto in tanto, con lo sguardo la cercavo e mi incantavo ad ammirarla in tutto il suo splendore.
23 anni, alta 1,68, 55 kg, mora, due occhioni da cerbiatta, labbra carnose, due tettine che stanno
sufficientemente nel palmo della mano, un culetto sodo grazie alla ginnastica e per concludere una figa, che
complici i pantacollant, le mette ben in evidenzia un carnoso monte di venere.
Ripensando a quanto accaduto due giorni prima e la sera delle nozze, mi chiedevo come fossi arrivato a
tanto ed ecco che la mente tornò indietro di 2 anni.
Eravamo andati da poco a convivere e durante i momenti di intimità ci chiedevamo/raccontavamo
vicendevolmente particolari del nostro vissuto e fu proprio scoprire il suo vissuto che fece scattare in me la
molla della perversione.
Disse che, a parte la sua prima volta a 15 anni con un suo coetaneo, aveva avuto solo una storia, a 19 anni,
con un uomo sposato. Si trattava del titolare dell’agenzia assicurativa dove lavorava, come unica
dipendente, quando la conobbi.
Questa sua relazione in sé per sé non mi turbò affatto, quello che mi mandò in extasi furono i contenuti
specie scoprire che per sottomissione fu obbligata in un gioco a tre e condivisa dal titolare ed un suo socio.
Salvatore, il titolare, era un bell’uomo di 51 anni, sposato con figli, gli piacevano le donne tanto che
cornificava la moglie ad ogni occasione che si presentava, mentre Diego, il socio, era un uomo di 55 anni,
divorziato e a differenza di Salvatore era un po in carne.
Quando mi raccontò questo suo vissuto, rimasi alquanto colpito e inspiegabilmente eccitato.
Nei giorni a seguire, non facevo altro che pensarci fino a che i pensieri divennero immagini nella mia testa e
successivamente si trasformarono in desiderio di volerla guardare scopata.
Un giorno, mentre eravamo a fare sesso, al colmo dell’eccitazione la bloccai e riaprendo il discorso gli chiesi
ulteriori dettagli. Sulle prime fu titubante, poi vide quanto la cosa mi eccitasse e si decise a parlarne.
A sentirla raccontare presi a scoparla… anzi meglio a sbatterla come un forsennato e tanta era l’eccitazione
che, per la gioia di entrambi, riuscii a sbatterla per circa un’ora prima di venirle dentro procurandole diversi
orgasmi.
Cademmo riversi sul letto sfiniti, esausti ma appena riuscii a riprendere fiato gli dissi:
- “senti… da quando mi hai raccontato questa storia, non riesco a levarmi dalla testa te che ti fai
scopare da quei due… e stasera ne hai avuto la prova… perciò ora voglio che mi racconti per filo e
per segno, con tutti i dettagli di quando e come è iniziata fino a quando è finita…, quanto e come ti
hanno scopata insieme e non e quanto ti hanno fatto godere… insomma ho bisogno di sapere tutto.”
A quelle parole Sandra mi guardò tra l’esterrefatta e l’eccitata, incredula di quello che gli stavo chiedendo e
volle conferma cosa che gli ribadii immediatamente.
Ed ecco che inizia il suo racconto:
Per non dipendere dai genitori, trovò lavoro come segretaria in questa piccola agenzia di assicurazioni per
auto e ben presto rimase affascinata da Salvatore, il titolare, per i suoi modi di fare e soprattutto perche era
circuito da donne pur essendo sposato.
Col passare dei giorni sentì il desidero di sentirsi notata anche Lei e per questo iniziò a presentarsi al lavoro
in abiti sempre piu succinti col risultato di graziare gli sguardi dei clienti nell’indifferenza sua.
I giorni passavano tra l’indifferenza di lui e le continue chiamate da parte delle sue amanti e in Lei saliva la
rabbia. Malgrado fosse stata assunta per l’agenzia, Salvatore, la incaricò di organizzargli i vari appuntamenti
con queste donne e di coprirlo con la moglie.
La rabbia per la non considerazione, ben presto di trasformò in desiderio di essere sua cosi iniziò a creare
scompiglio in quei rapporti passando informazioni sbagliate tra l’una e l’altra e anche a coprirlo meno con la
moglie.
Nel giro di pochi giorni, chiuso nel suo ufficio, lo sentiva sempre piu litigare con loro al telefono.
Sandra, abitando in un altro paese, aveva l’abitudine di pranzare in ufficio, infatti ad orario si chiudeva dentro
e consumava la sua pausa pranzo da sola.
Dopo che la vita di lui divenne di fuoco, a causa sua ovviamente, anche lui prese l’abitudine durante quella
pausa di rintanarsi nel suo ufficio per avere un po di serenità ed in quei momenti iniziò a confidarsi con Lei.
E fu proprio durante una pausa pranzo che le cose tra loro cambiarono definitivamente.
Quel giorno Salvatore aveva ordinato un pranzo a domicilio per entrambi, orami la confidenza era reciproca,
e mentre mangiavano, per la prima volta, le chiese di Lei, se avesse un ragazzo e altro. Si sentì al settimo
cielo, iniziò ad arrossire e le parole facevano fatica ad uscire. Ricevette per la prima volta apprezzamenti sul
suo vestire, sulla sua bellezza e sul suo fisico e si rese conto che si stava eccitando.
Erano a prendere il caffe, Salvatore seduto nella sua poltrona e Sandra, davanti a lui, in tutto il suo splendore:
capelli legati a coda di cavallo, indossava una maglietta di cotone, una minigonna a pieghe e scarpe col tacco,
appoggiata col culo sul bordo della scrivania; lo ascoltava in silenzio mentre Lui le parlava del periodo nero
che stesse attraversando con quelle donne e aggiunse che anche la moglie, ultimamente, aveva iniziato a
rompergli le balle e non ce la faceva piu.
Alla fine del suo sfogo, Lei chiese perche non ne cercasse una degna di lui, che accettasse di stare al suo
posto accontentandosi di viversi quello che gli era concesso senza nulla a pretendere.
Lui la guardò con un sorriso, gli disse che era ancora una ragazzina, che non poteva capire certe dinamiche
e aggiunse che donne così esistono solo nei film e nei romanzi d’amore.
L’eccitazione, il desiderio ed il risentimento per essere considerarla una “ragazzina” le fece perdere la pazienza
e senza rendersene conto si lasciò scappare un pensiero ad alta voce:
- “veramente c’è l’hai davanti agli occhi e non te ne accorgi nemmeno.”
Appena finì di pronunciare quella frase, si rese conto di non averla solo pensata. Arrossì tutta e fece per
andarsene ma lui che aveva sentito bene, l’afferrò per il braccio e la trattenne, si alzò dalla sedia e le sì parò
davanti chiedendole spiegazioni.
Sandra, cercò in tutti i modi di svincolarsi da quella situazione ma lui non glie ne diede modo e insistette per
avere una risposta…
- “chi avrei davanti agli occhi senza accorgermene?” – chiese lui – “saresti tu quella donna?... ma se
sei ancora una ragazzina…”
Al sentirsi dare nuovamente della “ragazzina” sbottò facendogli notare come da mesi cercava di attirare la sua
attenzione ma lui pensava solo a quelle… “stronze” e si lasciò scappare anche che si era innamorata di lui
scoppiando in lacrime.
Scioccato da quelle parole, le asciugò, delicatamente, le lacrime accarezzandole il viso, gli chiese se fosse
davvero consapevole di quello che aveva appena detto. Poi come a ravvisarla, le spiegò che Lei non lo
conosceva bene, che lui aveva gusti particolare e pretendeva molto da una donna e soprattutto non avrebbe
mai ricambiato l’amore per Lei.
Lei sfacciatamente rispose di non pretendere che lui l’amasse, che non le importava dei suoi gusti, desiderava
solo essere sua.
A quel punto, le mani di lui si posarono sui suoi seni e presero ad accarezzarli, Lei incrociò il suo sguardo e
fece per allungare le braccia intorno al suo collo per baciarlo ma lui la bloccò e le riportò le braccia dietro la
schiena appoggiandole sulla scrivania, sotto lo sguardo incredulo di Lei, e le disse:
- “Te l’ho detto che sono particolare, guido io il gioco… se ti sta bene è così, altrimenti sei ancora in
tempo per fermarti.”
A quelle parole, Sandra, sentì aumentare l’eccitazione e annuì.
Le ordinò di levarsi il reggiseno, e solo quello, cosa che Lei diligentemente fece. Riprese a sfiorarle le tette da
sopra la maglietta facendole indurire i piccoli capezzoli. Le sollevò la maglietta fino a coprirle la testa e la lasciò
lì poi si avvicinò ad un capezzolo, vi appoggiò la lingua e lo prese tra le labbra succhiandolo, questo le provocò
un sussulto, subito dopo ripeté la cosa con l’altro capezzolo.
Finito coi capezzoli, scese fino al suo ombelico e lo stuzzicò con la lingua.
Il respiro di Lei divenne sempre piu affannoso e ad ogni contatto della sua lingua sul corpo le provocava
piacevoli brividi.
Terminato quel gioco, si decise a sfilarle del tutto la maglietta lasciandola a petto nudo le afferrò i capezzoli
con le mani e guardandola negli occhi glie li strizzò quel tanto da farle mordere le labbra dal dolore.
Dopo quella tortura, le ordinò di sollevarsi la minigonna e sedersi sulla scrivania, prese due sedie e le posizionò
in modo da farle appoggiare i piedi sopra. Si trovò con le gambe aperte e le mutandine oscenamente a vista
davanti a lui e provò una forte sensazione di imbarazzo.
Lui prese a leccarle l’interno coscia, un po l’una un po l’altra, fino a trovarsi ad un centimetro dalle mutandine
che iniziarono a mostrare le macchie dei suoi umori.
L’annusò, come fanno i cani, strusciandole la punta del naso sulla stoffa e subito dopo, con la lingua, le sfiorò
la fessura della figa disegnata dalle mutandine.
Finito di annusarla e assaggiarla, si alzò e tornò a martoriarle i capezzoli. La l’avvicinò a sé tirandola per i
capezzoli, fino a trovarsi faccia a faccia. Finalmente senti le labbra di lui appoggiarsi sulle sue, le loro lingue
si incontrarono e si perse in quel bacio tanto atteso
Mai avrebbe immaginato che un tale supplizio potesse procurarle una tale eccitazione.
Le mani di Lei presero a liberarlo del pantalone e quando lui l’accompagnò verso il basso si trovò quel cazzo
svettante a pochi cm dalla sua bocca.
Aveva un cazzo piu che nella norma, Salvatore, non superava i 15cm di lunghezza e le riempiva la mano.
Lo prese in mano e lo segò poi pian piano avvicinò prima la lingua a tastarne il sapore e poi le labbra per
sentirne la consistenza, dopo di che appoggiò le labbra sulla cappella e se lo lasciò affondare in gola il piu
possibile. Sentirsi per la prima volta un cazzo pulsarle in bocca le provocò un primo orgasmo e per quanto non
avesse una grande esperienza nel fare i pompini, lo fece con tanta passione che lo porto subito a godere.
Senti prendersi per i capelli e accompagnata nel ritmo, poi lui si irrigidì e capì che stava per godere ma quando
fece per scansarsi, lui la bloccò e le scaricò una grande quantità di sperma in gola.
La prima sensazione che provò nel ricevere quel liquido seminale caldo in gola fu quasi di nausea, in fondo
era la prima volta per Lei, ma essendo bloccata fu costretta a trattenerlo in bocca ed iniziò ad impiastricciare
il cazzo con la lingua e alla fine provò piacevole ingoiarlo.
Salvatore si complimentò e Lei, che ancora non si era staccata da quel cazzo oramai divenuto mollo, dal suo
canto lo fece rinascere rendendolo di nuovo pronto all’uso.
La riappoggiò sul bordo della scrivania, e le divaricò le gambe, si avvicinò a quella figa, oramai un lago, anche
se ancora nascosta dalle mutandine e l’accarezzò con tutta mano poi le scansò il bordo delle mutandine e
prese a leccarla. Le allargò le grandi labbra mettendo in luce il piccolo clitoride indurito, che prese tra le labbra
e succhiò come se fosse un cazzo in miniatura intanto le aveva ficcato un dito in figa e la sditalinava.
Lei gemeva e godeva e con la mano sulla testa di lui lo spingeva sempre piu contro la sua figa fino a che lui
decise che fosse arrivato il momento di prenderla.
Si tirò su, con una mano sistemò bene la mutandina al lato e con l’altra prese il cazzo che puntò sulla figa.
Sandra, un po impaurita, gli chiese di far piano, per Lei era come se fosse la prima volta e lui dopo averla
tranquillizzata le strofinò la punta del cazzo lungo la fessura fino a soffermarsi sul buco della figa.
Accennò un primo affondo che le causò un urlo di dolore, ne segui un secondo ed un terzo e ogni volta le era
piu dentro finché entrò con tutta la cappella e a Lei scappò un urlo piu forte tra dolore e piacere.
Rimase fermo per qualche secondo dopo di che iniziò ad entrare e ad uscire spingendosi sempre piu in fondo
finché anche Lei, col movimento del bacino, prese ad accompagnare quei movimenti ed ecco che gli affondi
di lui divennero sempre piu insistenti e violenti.
Era tutta un ansimare e l’incentivava a non fermarsi, era per Lei la prima esperienza con un vero uomo e
l’intensità di quella scopata le procurò orgasmi multipli che la scossero tutto il corpo.
Soddisfatto, la girò e la mise proni con le mani sulla scrivania, le sollevò la corta minigonna sulla schiena e le
sfilò le mutandine oramai pregne, puntò il cazzo sulla figa e, stavolta, in un colpo secco le fu dentro, facendola
irrigidire tutta dal piacere, e prese a scoparla mentre con le mani le martoriava le tettine.
Sandra da parte sua era tutta un fremito e lo incitava ad essere sbattuta, godeva, la porca, sotto quei colpi.
Quando senti di essere prossimo a venire, tirò fuori il cazzo e la fece inginocchiare, glie lo mise in bocca per
gli ultimi colpi poi lo tirò fuori e prese a segarsi davanti alla sua bocca imbrattandole la faccia con 3-4 getti
abbondanti di sperma che arrivarono fino ai capelli.
Alla fine glie lo rimise in bocca ordinandogli di pulirlo per bene e di pulirsi anche il viso con le dita ingoiando
tutto, cosa che Lei fece.
Il giorno dopo, Sandra si presentò in ufficio euforica come una pasqua. Lavorò per tutta la mattinata aspettando
con trepidazione l’ora di chiusura per poter stare sola con lui.
Chiuse l’agenzia e lo raggiunse nel suo ufficio, gli andò incontro e allontanandolo dalla scrivania, si sedette
sulle ginocchia e si fiondò a baciarlo.
Le mani di lui presero subito a martoriarle le tettine, cosa che le procurò i primi brividi poi affondarono in mezzo
alle sue gambe, che Lei prontamente allargò, e andarono a cercarle la figa.
Stavolta, Sandra si inginocchiò subito ai suoi piedi e tiratogli fuori il cazzo dai pantaloni prese a succhiarlo.
Adorava sentire il cazzo in bocca.
Dopo un po, la fece alzare e messa prona sulla scrivania la scopò in figa fino a venirle dentro riempendola di
sperma, le ordino di pulirgli il cazzo e Lei prese a leccarlo e a succhiare quelle poche gocce rimaste ingoiando
tutto.
Appena il cazzo gli tornò duro, le tolse il vestito, la fece rimettere prona sulla scrivania con le gambe divaricate,
le sfilò le mutandine e le allargò le natiche, tanto da farle quasi male, mettendo in bella mostra quel buco del
culo che da lì a poco avrebbe sfondato e prese a leccarlo.
Sandra capì le sue intenzioni e fece per voltarsi spiegandogli che non voleva, perche lì era vergine e aveva
paura del dolore.
Salvatore la bloccò trattenendola per i fianchi e riprese a leccarla, le infilò due dita nella figa e col pollice le
stuzzicava il clitoride, facendola urlare dal piacere, contemporaneamente le infilò un dito nel culo gia ben
lubrificato con la saliva. Poi prese dal cassetto della scrivania un tubetto di vasellina e riprese a lubrificarle il
culo fino a far entrare un secondo dito.
Si alzò dalla sedia e si preparò per incularla, Lei provò ad opporsi ma lui aveva già preso a spingerle il cazzo
sullo sfintere, le allargò le natiche e bastarono un paio di spinte piu decise e il cazzo fu ingoiato.
Questo le procurò un forte dolore, allungò le mani indietro per allontanarlo ma Lui prese a spingere sempre di
piu fino a che i nervi del culo cedettero ed il movimento divenne fluido.
Prese ad incularla fluidamente e quelli che fino a pochi istanti prima erano lamenti di dolore si trasformarono
in gemiti di piacere e finì col venirle dentro riempendole anche il culo di sperma.
Una volta sfilato via il cazzo, prese la mutandina, la accartocciò un po e gli tappò il buco del culo affinche non
fuoriuscisse nemmeno una goccia ordinandole di non levarsela fino alla chiusura dell’ufficio obbligandola a
lavorare il resto della giornata in quelle condizioni.
Da quel giorno, la loro relazione era fatta di scopate quotidiane durante la pausa pasto ma ben presto
divennero poco soddisfacenti così Salvatore decise che ogni tanto avrebbero trascorso qualche giorno
insieme.
Sandra, oramai libera ed indipendente, con una scusa banale si assentava da casa e si trasferiva in un mini
appartamento di lui dove trascorrevano intere giornate a scopare.
Lui, con il rafforzarsi del loro rapporto, manifestò tutta la sua indole di padrone e la sottopose a situazioni
sempre piu spinte tipo esibirla ad occhi estranei, scoparla davanti ad estranei, sottoporla a giochi perversi e
da parte di Lei, quell’essere sottomessa la eccitava maggiormente.
Quello che non aveva calcolato era fino a che punto il suo padrone si sarebbe spinto.
Ed ecco che dopo circa 6/7 mesi di piacevoli scopate e giochi di ruolo la loro relazione ebbe un brusco
cambiamento, fu obbligata per sottomissione a concedersi ed essere condivisa con un suo socio.
….. continua……
Sono graditi commenti e suggerimenti: thorn63@yahoo.it
Questo racconto non è improntato sulle nostre vicende di coppia, ma vuole essere un ricordare del come e
perché io sia diventato così ossessionato dal desiderarla scopata da estranei.
Due giorni dopo l’avventura al sexy-shop, a causa della chiusura degli uffici, rimasi a casa e mentre era
dedita alle faccende domestiche me ne stavo buono buono sul divano a guardare la tv.
Di tanto in tanto, con lo sguardo la cercavo e mi incantavo ad ammirarla in tutto il suo splendore.
23 anni, alta 1,68, 55 kg, mora, due occhioni da cerbiatta, labbra carnose, due tettine che stanno
sufficientemente nel palmo della mano, un culetto sodo grazie alla ginnastica e per concludere una figa, che
complici i pantacollant, le mette ben in evidenzia un carnoso monte di venere.
Ripensando a quanto accaduto due giorni prima e la sera delle nozze, mi chiedevo come fossi arrivato a
tanto ed ecco che la mente tornò indietro di 2 anni.
Eravamo andati da poco a convivere e durante i momenti di intimità ci chiedevamo/raccontavamo
vicendevolmente particolari del nostro vissuto e fu proprio scoprire il suo vissuto che fece scattare in me la
molla della perversione.
Disse che, a parte la sua prima volta a 15 anni con un suo coetaneo, aveva avuto solo una storia, a 19 anni,
con un uomo sposato. Si trattava del titolare dell’agenzia assicurativa dove lavorava, come unica
dipendente, quando la conobbi.
Questa sua relazione in sé per sé non mi turbò affatto, quello che mi mandò in extasi furono i contenuti
specie scoprire che per sottomissione fu obbligata in un gioco a tre e condivisa dal titolare ed un suo socio.
Salvatore, il titolare, era un bell’uomo di 51 anni, sposato con figli, gli piacevano le donne tanto che
cornificava la moglie ad ogni occasione che si presentava, mentre Diego, il socio, era un uomo di 55 anni,
divorziato e a differenza di Salvatore era un po in carne.
Quando mi raccontò questo suo vissuto, rimasi alquanto colpito e inspiegabilmente eccitato.
Nei giorni a seguire, non facevo altro che pensarci fino a che i pensieri divennero immagini nella mia testa e
successivamente si trasformarono in desiderio di volerla guardare scopata.
Un giorno, mentre eravamo a fare sesso, al colmo dell’eccitazione la bloccai e riaprendo il discorso gli chiesi
ulteriori dettagli. Sulle prime fu titubante, poi vide quanto la cosa mi eccitasse e si decise a parlarne.
A sentirla raccontare presi a scoparla… anzi meglio a sbatterla come un forsennato e tanta era l’eccitazione
che, per la gioia di entrambi, riuscii a sbatterla per circa un’ora prima di venirle dentro procurandole diversi
orgasmi.
Cademmo riversi sul letto sfiniti, esausti ma appena riuscii a riprendere fiato gli dissi:
- “senti… da quando mi hai raccontato questa storia, non riesco a levarmi dalla testa te che ti fai
scopare da quei due… e stasera ne hai avuto la prova… perciò ora voglio che mi racconti per filo e
per segno, con tutti i dettagli di quando e come è iniziata fino a quando è finita…, quanto e come ti
hanno scopata insieme e non e quanto ti hanno fatto godere… insomma ho bisogno di sapere tutto.”
A quelle parole Sandra mi guardò tra l’esterrefatta e l’eccitata, incredula di quello che gli stavo chiedendo e
volle conferma cosa che gli ribadii immediatamente.
Ed ecco che inizia il suo racconto:
Per non dipendere dai genitori, trovò lavoro come segretaria in questa piccola agenzia di assicurazioni per
auto e ben presto rimase affascinata da Salvatore, il titolare, per i suoi modi di fare e soprattutto perche era
circuito da donne pur essendo sposato.
Col passare dei giorni sentì il desidero di sentirsi notata anche Lei e per questo iniziò a presentarsi al lavoro
in abiti sempre piu succinti col risultato di graziare gli sguardi dei clienti nell’indifferenza sua.
I giorni passavano tra l’indifferenza di lui e le continue chiamate da parte delle sue amanti e in Lei saliva la
rabbia. Malgrado fosse stata assunta per l’agenzia, Salvatore, la incaricò di organizzargli i vari appuntamenti
con queste donne e di coprirlo con la moglie.
La rabbia per la non considerazione, ben presto di trasformò in desiderio di essere sua cosi iniziò a creare
scompiglio in quei rapporti passando informazioni sbagliate tra l’una e l’altra e anche a coprirlo meno con la
moglie.
Nel giro di pochi giorni, chiuso nel suo ufficio, lo sentiva sempre piu litigare con loro al telefono.
Sandra, abitando in un altro paese, aveva l’abitudine di pranzare in ufficio, infatti ad orario si chiudeva dentro
e consumava la sua pausa pranzo da sola.
Dopo che la vita di lui divenne di fuoco, a causa sua ovviamente, anche lui prese l’abitudine durante quella
pausa di rintanarsi nel suo ufficio per avere un po di serenità ed in quei momenti iniziò a confidarsi con Lei.
E fu proprio durante una pausa pranzo che le cose tra loro cambiarono definitivamente.
Quel giorno Salvatore aveva ordinato un pranzo a domicilio per entrambi, orami la confidenza era reciproca,
e mentre mangiavano, per la prima volta, le chiese di Lei, se avesse un ragazzo e altro. Si sentì al settimo
cielo, iniziò ad arrossire e le parole facevano fatica ad uscire. Ricevette per la prima volta apprezzamenti sul
suo vestire, sulla sua bellezza e sul suo fisico e si rese conto che si stava eccitando.
Erano a prendere il caffe, Salvatore seduto nella sua poltrona e Sandra, davanti a lui, in tutto il suo splendore:
capelli legati a coda di cavallo, indossava una maglietta di cotone, una minigonna a pieghe e scarpe col tacco,
appoggiata col culo sul bordo della scrivania; lo ascoltava in silenzio mentre Lui le parlava del periodo nero
che stesse attraversando con quelle donne e aggiunse che anche la moglie, ultimamente, aveva iniziato a
rompergli le balle e non ce la faceva piu.
Alla fine del suo sfogo, Lei chiese perche non ne cercasse una degna di lui, che accettasse di stare al suo
posto accontentandosi di viversi quello che gli era concesso senza nulla a pretendere.
Lui la guardò con un sorriso, gli disse che era ancora una ragazzina, che non poteva capire certe dinamiche
e aggiunse che donne così esistono solo nei film e nei romanzi d’amore.
L’eccitazione, il desiderio ed il risentimento per essere considerarla una “ragazzina” le fece perdere la pazienza
e senza rendersene conto si lasciò scappare un pensiero ad alta voce:
- “veramente c’è l’hai davanti agli occhi e non te ne accorgi nemmeno.”
Appena finì di pronunciare quella frase, si rese conto di non averla solo pensata. Arrossì tutta e fece per
andarsene ma lui che aveva sentito bene, l’afferrò per il braccio e la trattenne, si alzò dalla sedia e le sì parò
davanti chiedendole spiegazioni.
Sandra, cercò in tutti i modi di svincolarsi da quella situazione ma lui non glie ne diede modo e insistette per
avere una risposta…
- “chi avrei davanti agli occhi senza accorgermene?” – chiese lui – “saresti tu quella donna?... ma se
sei ancora una ragazzina…”
Al sentirsi dare nuovamente della “ragazzina” sbottò facendogli notare come da mesi cercava di attirare la sua
attenzione ma lui pensava solo a quelle… “stronze” e si lasciò scappare anche che si era innamorata di lui
scoppiando in lacrime.
Scioccato da quelle parole, le asciugò, delicatamente, le lacrime accarezzandole il viso, gli chiese se fosse
davvero consapevole di quello che aveva appena detto. Poi come a ravvisarla, le spiegò che Lei non lo
conosceva bene, che lui aveva gusti particolare e pretendeva molto da una donna e soprattutto non avrebbe
mai ricambiato l’amore per Lei.
Lei sfacciatamente rispose di non pretendere che lui l’amasse, che non le importava dei suoi gusti, desiderava
solo essere sua.
A quel punto, le mani di lui si posarono sui suoi seni e presero ad accarezzarli, Lei incrociò il suo sguardo e
fece per allungare le braccia intorno al suo collo per baciarlo ma lui la bloccò e le riportò le braccia dietro la
schiena appoggiandole sulla scrivania, sotto lo sguardo incredulo di Lei, e le disse:
- “Te l’ho detto che sono particolare, guido io il gioco… se ti sta bene è così, altrimenti sei ancora in
tempo per fermarti.”
A quelle parole, Sandra, sentì aumentare l’eccitazione e annuì.
Le ordinò di levarsi il reggiseno, e solo quello, cosa che Lei diligentemente fece. Riprese a sfiorarle le tette da
sopra la maglietta facendole indurire i piccoli capezzoli. Le sollevò la maglietta fino a coprirle la testa e la lasciò
lì poi si avvicinò ad un capezzolo, vi appoggiò la lingua e lo prese tra le labbra succhiandolo, questo le provocò
un sussulto, subito dopo ripeté la cosa con l’altro capezzolo.
Finito coi capezzoli, scese fino al suo ombelico e lo stuzzicò con la lingua.
Il respiro di Lei divenne sempre piu affannoso e ad ogni contatto della sua lingua sul corpo le provocava
piacevoli brividi.
Terminato quel gioco, si decise a sfilarle del tutto la maglietta lasciandola a petto nudo le afferrò i capezzoli
con le mani e guardandola negli occhi glie li strizzò quel tanto da farle mordere le labbra dal dolore.
Dopo quella tortura, le ordinò di sollevarsi la minigonna e sedersi sulla scrivania, prese due sedie e le posizionò
in modo da farle appoggiare i piedi sopra. Si trovò con le gambe aperte e le mutandine oscenamente a vista
davanti a lui e provò una forte sensazione di imbarazzo.
Lui prese a leccarle l’interno coscia, un po l’una un po l’altra, fino a trovarsi ad un centimetro dalle mutandine
che iniziarono a mostrare le macchie dei suoi umori.
L’annusò, come fanno i cani, strusciandole la punta del naso sulla stoffa e subito dopo, con la lingua, le sfiorò
la fessura della figa disegnata dalle mutandine.
Finito di annusarla e assaggiarla, si alzò e tornò a martoriarle i capezzoli. La l’avvicinò a sé tirandola per i
capezzoli, fino a trovarsi faccia a faccia. Finalmente senti le labbra di lui appoggiarsi sulle sue, le loro lingue
si incontrarono e si perse in quel bacio tanto atteso
Mai avrebbe immaginato che un tale supplizio potesse procurarle una tale eccitazione.
Le mani di Lei presero a liberarlo del pantalone e quando lui l’accompagnò verso il basso si trovò quel cazzo
svettante a pochi cm dalla sua bocca.
Aveva un cazzo piu che nella norma, Salvatore, non superava i 15cm di lunghezza e le riempiva la mano.
Lo prese in mano e lo segò poi pian piano avvicinò prima la lingua a tastarne il sapore e poi le labbra per
sentirne la consistenza, dopo di che appoggiò le labbra sulla cappella e se lo lasciò affondare in gola il piu
possibile. Sentirsi per la prima volta un cazzo pulsarle in bocca le provocò un primo orgasmo e per quanto non
avesse una grande esperienza nel fare i pompini, lo fece con tanta passione che lo porto subito a godere.
Senti prendersi per i capelli e accompagnata nel ritmo, poi lui si irrigidì e capì che stava per godere ma quando
fece per scansarsi, lui la bloccò e le scaricò una grande quantità di sperma in gola.
La prima sensazione che provò nel ricevere quel liquido seminale caldo in gola fu quasi di nausea, in fondo
era la prima volta per Lei, ma essendo bloccata fu costretta a trattenerlo in bocca ed iniziò ad impiastricciare
il cazzo con la lingua e alla fine provò piacevole ingoiarlo.
Salvatore si complimentò e Lei, che ancora non si era staccata da quel cazzo oramai divenuto mollo, dal suo
canto lo fece rinascere rendendolo di nuovo pronto all’uso.
La riappoggiò sul bordo della scrivania, e le divaricò le gambe, si avvicinò a quella figa, oramai un lago, anche
se ancora nascosta dalle mutandine e l’accarezzò con tutta mano poi le scansò il bordo delle mutandine e
prese a leccarla. Le allargò le grandi labbra mettendo in luce il piccolo clitoride indurito, che prese tra le labbra
e succhiò come se fosse un cazzo in miniatura intanto le aveva ficcato un dito in figa e la sditalinava.
Lei gemeva e godeva e con la mano sulla testa di lui lo spingeva sempre piu contro la sua figa fino a che lui
decise che fosse arrivato il momento di prenderla.
Si tirò su, con una mano sistemò bene la mutandina al lato e con l’altra prese il cazzo che puntò sulla figa.
Sandra, un po impaurita, gli chiese di far piano, per Lei era come se fosse la prima volta e lui dopo averla
tranquillizzata le strofinò la punta del cazzo lungo la fessura fino a soffermarsi sul buco della figa.
Accennò un primo affondo che le causò un urlo di dolore, ne segui un secondo ed un terzo e ogni volta le era
piu dentro finché entrò con tutta la cappella e a Lei scappò un urlo piu forte tra dolore e piacere.
Rimase fermo per qualche secondo dopo di che iniziò ad entrare e ad uscire spingendosi sempre piu in fondo
finché anche Lei, col movimento del bacino, prese ad accompagnare quei movimenti ed ecco che gli affondi
di lui divennero sempre piu insistenti e violenti.
Era tutta un ansimare e l’incentivava a non fermarsi, era per Lei la prima esperienza con un vero uomo e
l’intensità di quella scopata le procurò orgasmi multipli che la scossero tutto il corpo.
Soddisfatto, la girò e la mise proni con le mani sulla scrivania, le sollevò la corta minigonna sulla schiena e le
sfilò le mutandine oramai pregne, puntò il cazzo sulla figa e, stavolta, in un colpo secco le fu dentro, facendola
irrigidire tutta dal piacere, e prese a scoparla mentre con le mani le martoriava le tettine.
Sandra da parte sua era tutta un fremito e lo incitava ad essere sbattuta, godeva, la porca, sotto quei colpi.
Quando senti di essere prossimo a venire, tirò fuori il cazzo e la fece inginocchiare, glie lo mise in bocca per
gli ultimi colpi poi lo tirò fuori e prese a segarsi davanti alla sua bocca imbrattandole la faccia con 3-4 getti
abbondanti di sperma che arrivarono fino ai capelli.
Alla fine glie lo rimise in bocca ordinandogli di pulirlo per bene e di pulirsi anche il viso con le dita ingoiando
tutto, cosa che Lei fece.
Il giorno dopo, Sandra si presentò in ufficio euforica come una pasqua. Lavorò per tutta la mattinata aspettando
con trepidazione l’ora di chiusura per poter stare sola con lui.
Chiuse l’agenzia e lo raggiunse nel suo ufficio, gli andò incontro e allontanandolo dalla scrivania, si sedette
sulle ginocchia e si fiondò a baciarlo.
Le mani di lui presero subito a martoriarle le tettine, cosa che le procurò i primi brividi poi affondarono in mezzo
alle sue gambe, che Lei prontamente allargò, e andarono a cercarle la figa.
Stavolta, Sandra si inginocchiò subito ai suoi piedi e tiratogli fuori il cazzo dai pantaloni prese a succhiarlo.
Adorava sentire il cazzo in bocca.
Dopo un po, la fece alzare e messa prona sulla scrivania la scopò in figa fino a venirle dentro riempendola di
sperma, le ordino di pulirgli il cazzo e Lei prese a leccarlo e a succhiare quelle poche gocce rimaste ingoiando
tutto.
Appena il cazzo gli tornò duro, le tolse il vestito, la fece rimettere prona sulla scrivania con le gambe divaricate,
le sfilò le mutandine e le allargò le natiche, tanto da farle quasi male, mettendo in bella mostra quel buco del
culo che da lì a poco avrebbe sfondato e prese a leccarlo.
Sandra capì le sue intenzioni e fece per voltarsi spiegandogli che non voleva, perche lì era vergine e aveva
paura del dolore.
Salvatore la bloccò trattenendola per i fianchi e riprese a leccarla, le infilò due dita nella figa e col pollice le
stuzzicava il clitoride, facendola urlare dal piacere, contemporaneamente le infilò un dito nel culo gia ben
lubrificato con la saliva. Poi prese dal cassetto della scrivania un tubetto di vasellina e riprese a lubrificarle il
culo fino a far entrare un secondo dito.
Si alzò dalla sedia e si preparò per incularla, Lei provò ad opporsi ma lui aveva già preso a spingerle il cazzo
sullo sfintere, le allargò le natiche e bastarono un paio di spinte piu decise e il cazzo fu ingoiato.
Questo le procurò un forte dolore, allungò le mani indietro per allontanarlo ma Lui prese a spingere sempre di
piu fino a che i nervi del culo cedettero ed il movimento divenne fluido.
Prese ad incularla fluidamente e quelli che fino a pochi istanti prima erano lamenti di dolore si trasformarono
in gemiti di piacere e finì col venirle dentro riempendole anche il culo di sperma.
Una volta sfilato via il cazzo, prese la mutandina, la accartocciò un po e gli tappò il buco del culo affinche non
fuoriuscisse nemmeno una goccia ordinandole di non levarsela fino alla chiusura dell’ufficio obbligandola a
lavorare il resto della giornata in quelle condizioni.
Da quel giorno, la loro relazione era fatta di scopate quotidiane durante la pausa pasto ma ben presto
divennero poco soddisfacenti così Salvatore decise che ogni tanto avrebbero trascorso qualche giorno
insieme.
Sandra, oramai libera ed indipendente, con una scusa banale si assentava da casa e si trasferiva in un mini
appartamento di lui dove trascorrevano intere giornate a scopare.
Lui, con il rafforzarsi del loro rapporto, manifestò tutta la sua indole di padrone e la sottopose a situazioni
sempre piu spinte tipo esibirla ad occhi estranei, scoparla davanti ad estranei, sottoporla a giochi perversi e
da parte di Lei, quell’essere sottomessa la eccitava maggiormente.
Quello che non aveva calcolato era fino a che punto il suo padrone si sarebbe spinto.
Ed ecco che dopo circa 6/7 mesi di piacevoli scopate e giochi di ruolo la loro relazione ebbe un brusco
cambiamento, fu obbligata per sottomissione a concedersi ed essere condivisa con un suo socio.
….. continua……
Sono graditi commenti e suggerimenti: thorn63@yahoo.it
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