Il padrone della discoteca

di
genere
etero

Il padrone della discoteca

Nel 1985 non successe nulla di diverso dal solito, conducevo la mia solita vita in assoluta libertà, locali, discoteche, qualche week end, la domenica a pranzo dai nonni, forse l’unica cosa che può essere considerata diversa dal solito successe un sabato sera in una discoteca vicino a Viale Umbria a Milano, come al mio solito, quando mi vestivo per andare in discoteca, dove magari avrei trovato qualcuno di interessante, mi vestii in modo abbastanza provocante, oltre ad un paio di microslip e di sandali argentati tacco 10 avevo indossato un vestito corto in lamè, molto accollato sul davanti e con una profonda scollatura a V sulla schiena, quindi niente reggiseno, quando ballavo e alzavo le braccia l’orlo del vestito faceva vedere i miei slip, avevo fatto le prove davanti allo specchio, comunque quella sera, arrivata in discoteca lasciai il cappotto al guardaroba insieme alla borsetta, comprai un braccialetto per le consumazioni e, dopo aver bevuto un gin fizz andai in pedana a ballare nel casino generale,, dopo una mezzoretta mi fermai a bere un’altra bibita sedendomi in un divanetto guardandomi intorno, tutti ragazzotti poco interessanti, quella sera, pensai, avrei solo ballato e tornai in pista, magari più tardi sarebbe arrivato qualcuno, ormai avevo 28 anni, il tempo passava in fretta, tutti quelli che avevo intorno mi sembravano più giovani di me, arrivò il tempo di un altra sosta, obbligata anche dal fatto che il dj aveva attaccato con i lenti, andai al bar per bere ancora qualcosa, il barista senza chiedermi niente mi mise davanti una coppa di champagne dicendo
- Offre la casa
- Beh, grazie
- Ordine del proprietario
- Bene, allora dovrò ringraziarlo quando lo vedo
Veramente non sapevo neanche chi fosse, ero andata diverse volte in quel locale ma non lo avevo mai conosciuto, però conoscevo abbastanza bene un piccolo ripostiglio vicino ai bagni per esserci stata diverse volte anche se abbastanza brevemente, si avete capito bene, rapporti veloci, come le chiamate, sveltine? Ecco appunto in alcuni casi neppure quelle, giusto un rapporto orale, comunque tornai al mio divanetto mentre alcune coppie ballavano strette limonando, dopo un quarto d’ora fu il cameriere a venire da me con un vassoio con un'altra coppa di champagne e mi disse che il direttore, che poi era anche il proprietario, avrebbe avuto il piacere di salutarmi, presi la coppa di champagne, la bevvi in un fiato e mi feci indicare la strada per l’ufficio.
Salendo una scala arrivai ad uno stretto corridoio con una porta sul fondo e, davanti alla porta, seduto un uomo che, quando mi vide, si alzò, mi aprì la porta e disse
- Il direttore arriva subito, si accomodi
L’ufficio era abbastanza piccolo, una scrivania con davanti una sedia dove mi sedetti, un divano e su una parete di fronte alla scrivania 8 monitor nei quali vidi sia l’interno che l’esterno del locale, telecamere di sorveglianza.
Dopo 10 minuti entrò il famoso proprietario, molto alto ma, soprattutto molto grasso, aveva una grossa pancia, era quasi calvo e penso avesse una sessantina d’anni
- Signorina buonasera, grazie di essere venuta, io sono il proprietario di questo piccolo locale, so che lei è una nostra assidua cliente, mi chiamo Angelo xxxxxxxx.
Beh le telecamere dovevano avermi, chiaramente, inquadrato nelle mie visite precedenti, guardai d’istinto i monitor per vedere se ci fosse una telecamera che inquadrava il corridoio dei bagni e ….. c’era.
- La ringrazio per lo champagne, un regalo per i clienti più assidui? Io, comunque, sono Elena
- No, no, un omaggio alla sua bellezza e alla sua vitalità, ho aperto queto locale, qualche anno fa, proprio perché mi piace la vitalità dei giovani
- Beh allora grazie di nuovo, è stato un piacere conoscerla
E mi alzai facendo per andarmene
- No, non se ne vada, la prego
E mi indicò ancora la sedia
- Io l’ho vista diverse volte (indicando i monitor) e ho pensato che alla prima occasione avrei voluto conoscerla
- Beh eccomi qui
Aprì un cassetto e mise sul tavolo 200.000 lire
- Vanno bene questi?
Mi stava offrendo dei soldi per scoparmi ecco la novità, non risposi subito e lui allora estrasse dal cassetto altre 100.000 lire
- Va bene facciamo 300.000 dai spogliati
Beh era una serata fiacca, ero rimasta molto sorpresa dall’offerta economica e, sicuramente sarebbe stata una cosa breve, mi alzai dalla sedia e lasciai cadere il vestito a terra, lui mi guardò e fece un profondo sospiro, poi si alzò anche lui e si tolse la camicia ed i pantaloni, aveva un paio di boxer aperti sul davanti sai quali faceva già capolino il suo membro, mio Dio portava i calzini corti e la pancia era ancora più grossa senza i pantaloni che la comprimevano, se mi fosse venuto sopra mi avrebbe schiacciato, ma non ci pensava neanche. Mi venne vicino e cominciò ad accarezzarmi il seno, poi mi mise le mani sul culetto e mi sfilò gli slip, adesso il suo membro era più evidente ed usciva dallo spacco dei boxer, li tolse e me lo mise in mano, subito lo sentii fremere ed indurirsi, non che fosse particolarmente grosso, era normale ma nodoso e con la testa rivolta leggermente all’indietro, anche le sue mani stavano armeggiando con la mia farfallina, poi mi prese la mano e mi portò al divano, pensavo volesse farlo sulla moquette, invece si distese sul divano con la verga all’insù, gli diedi un’altra smanacciata e poi gli salii sopra penetrandomi da sola con il suo pene con la schiena rivolta alla sua faccia, le sue mani sul mio culetto che ne seguivano il movimento, quando mi infilò un dito nel buchino ebbi comunque il mio primo orgasmo e se ne accorse perché disse
- Sei veramente una porcellina, ti piace eh senti com’è duro
In effetti erano 5 minuti che lo cavalcavo e sembrava potesse andare avanti così per parecchio tempo, beh, stavo godendo è vero ma l’importante era che non pensassi a lui, per quello ero di spalle, beh non lo avrei mai pensato ma ci volle almeno un quarto d’ora prima che sentissi che era pronto a sborrare e lo fece sulla mai schiena ed il mio culetto, rimasi in piedi vicino al divano mentre lui ci si sedeva
- Vieni qui, siediti vicino a me, hai un corpo magnifico ed una bella fighetta calda e comoda
E dicendo così ci infilò le dita e mi palpò i seni, stetti vicino a lui una decina di minuti e mi alzai dopo che mi ebbe dato una succhiatina ai capezzoli chinandomi a prendere i miei slip da terra e mentre lo facevo mi accarezzò il culetto
- Aspetta, ti do 500.000 lire se mi dai il culo
Accidenti che storia, e poi avrei dovuto fermarmi ancora, però
- Va bene dai
- Vieni qui troietta fammi un pompino che poi te lo sfondo
Non ho mai resistito ad un invito così …… elegante. Mi inginocchiai tra le sue gambe pelose, cercando di non pensare ai suoi calzini corti e inizia a leccarglielo e ad insalivarlo, sentivo in bocca anche il sapore dei miei umori, lo passai per tutta la sua lunghezza con la mia bocca e la lingua e devo dire che reagiva abbastanza velocemente, ci vollero, non so, una ventina di minuti di lavoro perché tornasse rigido, aveva un tempo di recupero che molti più giovani non avevano, mi tolse le mani dalla testa e mi fece alzare, mi portò di fianco al divano, poi mi spinse e mi ritrovai con la pancia appoggiata al bracciolo con lui dietro che già puntava il suo cazzo al mio buchino
- Fai piano per favore
Queste parole lo infoiarono di più perché spinse di colpo ed io lanciai un urlo, la porta si aprì e sentii lui
- Via esci, richiudi la porta
Poi cominciò a pomparmi con il suo pene, io avevo la faccia sul cuscino del divano e ad ogni colpo gemevo per il dolore ma anche per il piacere, le sue mani mi allargavano le chiappette ed ogni tanto gli davano uno scappellotto, poi, stavolta non uscì da me e sentii il suo sperma nel mio intestino poi mentre era ancora dentro di me urlò
- Carlo, Carlo
Era sempre dentro di me ed io ero sempre chinata in avanti sul bracciolo del divano, sentii la porta aprirsi
- Carlo, vieni vieni che la signorina non ne ha ancora avuto abbastanza
Il rumore di una lampo e poi il vecchio uscì dal mio corpo due mani si appoggiarono sul mio culetto, Carlo doveva essere già eccitato, probabilmente dalla scena che aveva visto prima, mi sbattè il cazzo sulle chiappe come se volesse bastonarmi, poi lo puntò al buchino e vi entrò anche con una certa facilità visto che era stato appena usato, ma non ci rimase molto, una decina di affondi, quanto bastava per lubrificarsi, poi usciva, ripuntava e rientrava , così qualche volta, poi sentii la punta del suo uccello strisciare sulle labbra della mia farfallina che si aprirono accogliendolo e lui vi penetrò iniziando a scoparmi sul serio, ci volle un po’, io venni ancora un paio di volte prima che lui mi scaricasse nella vagina il suo sperma, poi uscì da me, mi diede una sberla sul sedere e se ne andò.
Finalmente riuscii a rialzarmi, mi sedetti sul divano dove Angelo aveva buttato un asciugamano, mi ripulii alla meglio, mi rimisi gli slip ed il vestito, anche lui si era già rivestito, presi i soldi che erano sul tavolo e feci per andarmene, e Angelo allora
- Torna quando vuoi, però la prossima volta mi fai lo sconto eh ahahah
Me ne andai sbattendo la porta, Carlo era fuori dalla porta che sorrideva, gli buttai 100.000 lire sulla faccia dicendo
- Sei stato abbastanza bravo ma devi impegnarti di più,
e corsi via, per fortuna la guardarobiera quando mi vide arrivare aveva già in mano il mio cappotto e la borsetta, uscii di volata senza indossarli.
scritto il
2022-11-19
4 . 4 K
visite
1
voti
valutazione
2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Ritorno alla realtà

racconto sucessivo

30 anni
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.