Errori telefonici -1

di
genere
dominazione

Errori telefonici (prima parte)
A volte è proprio vero che il destino fa fare strani incontri, i due si conobbero per un errore, un numero di telefono scritto male. Lui un pomeriggio ricevette una telefonata a “orecchio” una quarantenne sicuramente non del nord come lui, una bella voce squillante che cercava un artigiano, visto che anche lui lo era la chiamata si protrasse prima di rendersi conto che non lui non era la persona che lei cercava ma evidentemente era destino …
Più per noia che altro, tanto per ammazzare il tempo nelle pause del lavoro, dato che ormai i numeri erano conosciuti presero a scriversi di tanto in tanto su whatsapp e poco alla volta la confidenza aumentò al punto da arrivare a conoscersi abbastanza, fino alla rivelazione: -beh … sai … mi imbarazza un poco dirtelo ma ... io … io sono una sottomessa-. Una lampadina si accese nella testa di lui, dominante da sempre e da qualche tempo senza una schiava “ah, sai che non lo avrei detto, ancora ricordo come mi hai aggredito quando mi chiamasti la prima volta per errore, parevi una tigre però … buono a sapersi, devo ammettere che è davvero interessante”. Nella testa di lui era come se si fosse creata l'immagine di lei dall'altra parte della linea, arrossita mentre ammetteva questo suo essere e un sorriso si accese sul proprio volto.
Da allora le loro chat presero piuttosto spesso un altro tenore, lui ogni tanto gettava lì una battuta che poi una battuta non era, per sondare le reazioni di lei, sino alla decisione.
-Senti, credo che sarebbe piacevole per entrambi se tra noi il rapporto prendesse un'altra piega, so che tu non dirai di no- scrisse lui
-Che cosa intendi, non capisco-
-Hai capito perfettamente cosa intendo schiava e da oggi vedi di non prenderti tutta questa confidenza, io per te sono il Padrone, dimmi che hai capito-
Dal tempo che lei impiegò a rispondere era palese che era stata presa alla sprovvista, dopo diversi secondi lui lesse
-non so se si può fare, la distanza non aiuta e …. non lo so-
-Non dimenticare che ormai ti conosco, so che anche tu lo vuoi e la distanza può non essere un problema, di questo non devi preoccuparti. Quindi troia? Che mi rispondi?- stavolta la risposta arrivò quasi immediatamente.
-Va bene Padrone, potremmo provare- lui annuì tra se soddisfatto infine scrisse
-chiamami, adesso-. Pochi secondi e il cellulare squillò “ciao troia, felice di sentirti” “buongiorno Padrone”.
Da quel giorno le loro comunicazioni presero tutto un altro tenore, nonostante lei avesse già avuto altre esperienze, lui percepiva l'imbarazzo della donna e la cosa gli piaceva da matti. I primi ordini cominciarono quasi subito.
-Ciao troia, hai 2 minuti esatti per mandarmi una foto delle tue tette con un capezzolo strizzato tra le dita- la foto arrivò ma dopo quattro minuti
-perdono Padrone, non ce l'ho fatta-
-non importa cagna, oggi sono buono ma ora prendi un cucchiaio di legno e colpisciti sul culo dieci volte poi mi mandi la foto. Hai quattro minuti- allo scadere del tempo la foto arrivò ed il gluteo era ben segnato ed arrossato -va bene Padrone?- chiese la donna senza però ricevere risposta.
Un'ora dopo lei ricevette un nuovo messaggio
-sei al lavoro?-
-si Padrone-
-vai in bagno abbassa le mutande e toccati fino ad arrivare quasi all'orgasmo ma non hai il permesso di godere. Poi mi manderai la foto della tua figa bagnata e delle dita. Muoviti-
-si Padrone, vado- alcuni minuti dopo il telefono suonò e la foto richiesta giunse nella chat. Lui la chiamò “buongiorno Padrone”
“ciao troia, ti è piaciuto toccarti per me?”
“si Padrone, mi piace ubbidirti e ho faticato a non godere”
“molto bene, ora leccati le dita”
“si Padrone, subito”, lui sentì che la sua schiava ubbidiva, sentiva distintamente le dita succhiate e leccate “ora puoi tornare al lavoro troia” ordinò lui “va bene Padrone, grazie” rispose lei.
I primi giorni andarono avanti così con ordini piuttosto semplici poi per un paio di giorni non arrivò nessun nuovo messaggio tanto che lei una sera si azzardò a scrivergli
-Padrone … è tutto ok?-
-si cagna, va tutto bene. Prendi un oggetto e infilalo nel culo, poi foto- la foto arrivò dopo alcuni minuti, la donna si era penetrata col manico di una spazzola per capelli -chiamami- fu la replica.
Il telefono squillò “buonasera Padrone” “ciao troia, scopati il culo con quella spazzola”, la donna ubbidì facendo scivolare avanti e indietro il manico, lui sentiva i gemiti di lei “scommetto che la mia vacca è già bagnata fradicia” chiese “si Padrone, la tua puttana è bagnata” “ sei davvero una troia, continua a scoparti il culo per un altro paio di minuti poi toccati senza godere” ordinò lui chiudendo la telefonata. Circa dieci minuti dopo arrivò una foto delle dita fradice, lui non rispose.
I giorni passavano e alla donna non era mai stato permesso di arrivare all'orgasmo nonostante dovesse toccarsi più volte ogni giorno, lui immaginava la sua esasperazione e la cosa gli piaceva molto. Una sera lui prese il cellulare e mandò un messaggio:
-ciao cagna, credo che dopo tutti questi giorni tu senta il bisogno di godere, prova a chiedermelo e magari potrai-
-buonasera Padrone, effettivamente ormai toccarmi sta diventando problematico. La tua puttana avrebbe tanta voglia di godere per te Padrone, mi dai il permesso?-
-forse domani, ora toccati e fermati come sai. Buonanotte cagna-
-buonanotte Padrone, grazie-.
Dopo altri giorni trascorsi tra messaggi e chiamate nei quali la donna continuava a sospirare di poter venire, lui riusci a ritagliarsi dei giorni liberi, scrisse alla donna:
-ciao troia, venerdì della prossima settimana verrò a conoscere la mia puttana di persona, dammi il nome di un motel non troppo lontano da casa tua e vedi di essere disponibile per i tre giorni successivi-
-buongiorno Padrone, sono felice di sentirlo e finalmente di incontrarti-
Dopo alcuni minuti la donna mandò il nome e il link del motel richiesto, lui si collegò e fece la prenotazione.
I giorni trascorsero piuttosto lentamente, la voglia di vederla aumentava e finalmente arrivò il giovedì, lui preparò un borsone con i cambi e un po di oggetti che sarebbero stati utili con la sua schiava e partì.
L'alberghetto sembrava carino non troppo fuori mano ma nemmeno così lontano dal centro, si presentò alla reception e prese possesso della camera, sì non era male, prese il cellulare e scrisse:
-ciao cagna, sono nella camera 35, ora voglio riposare, domani verrai da me alle 11-
-buonasera e benarrivato Padrone, come ordini, non vedo l'ora.-
La mattina seguente lui si svegliò prima delle nove, scese a fare colazione poi ritornò in camera a sistemare ciò che poteva servirgli nell'attesa della donna e infine si mise a leggere. Alcuni minuti prima dell'ora indicata bussarono alla porta, lui aprì e la fece entrare. Vederla di persona gli fece capire che le foto non le rendevano merito, era molto carina e gli piaceva come si era vestita, indossava dei sandali e un abito leggero non troppo corto che metteva ben i risalto le sue forme. Una volta entrata la donna gli sorrise, posò la borsetta e si mise in ginocchio, il capo chino “buongiorno Padrone, sono felice di vederti. Spero tu abbia fato un buon viaggio e che tu abbia riposato bene” “sì grazie troia, tutto bene. Alzati e leva il vestito, voglio guardarti” ordinò, lei si mise in piedi e lasciò cadere il vestito ai propri piedi. La donna si era messa un intimo bianco che faceva risaltare la sua abbronzatura, mutande e un reggiseno di pizzo che strizzava il suo seno.
Lui la rimirò poi si portò alle sue spalle, le prese le mani portandogliele sulla testa e poi strinse i polsi tra le dita. Restando dietro di lei, con le braccia bloccate, portò la mano libera sul seno, lo strinse piano con le dita, lo accarezzò avvertendo il capezzolo reagire, infilò la mano nel reggiseno e lo strinse più forte, prese il capezzolo e lo pizzicò forte strappando un gemito alla donna.
“Mi piaci cagna. Da quanto non godi?” le chiese continuando a torturarle il seno “sono più di due settimane Padrone, da quando tu mi hai ordinato di attendere il tuo permesso”. La mano lasciò il seno per scendere e posarsi tra le gambe della donna, prese a massaggiarla sul tessuto delle mutande che scoprì essere già umide, sorrise “sei una vera troia, sei già bagnata” “si Padrone, avevo voglia di sentire le tue mani su di me”.
Lui le liberò le braccia “togliti tutto” le disse andando ad aprire l'armadio e prendendo delle polsiere, la donna si sganciò e tolse il reggiseno e fece scivolare giù le mutande, lui le sistemò le polsiere e le unì dietro la schiena con il moschettone la prese poi per un braccio portandola al fianco del letto “giù troia, in ginocchio e appoggiati al materasso” lei eseguì stendendosi sul petto.
L'uomo le sollevò un poco le braccia afferrandola per le polsiere e le assestò diverse sculacciate arrossandole le natiche col segno delle dita, le lasciò andare le braccia e posate le mani sui glutei li separò ammirandone i buchi ben esposti. Aperta la zip impugnò il membro eretto e la penetrò dopo aver passato la cappella tra le labbra umide, prese a scoparla con forza mentre le artigliava i fianchi con le mani.
Alla donna sfuggirono gemiti che aumentarono di volume e intensità “senti sta puttana come ansima. Vorresti godere cagna?” “o si Padrone, ti prego lasciami godere” rispose lei “non ancora” fu la replica. L'uomo continuò a fottere la sua schiava per alcuni minuti poi si sfilò e la fece alzare dal letto sistemandola in ginocchio e facendola girare verso di se. Non servì nessun ordine perchè non appena lei si trovò il membro del padrone davanti al viso lo fece scivolare in bocca succhiando e leccando. Lui l'afferrò per i capelli e la guidò nei movimenti fino a venirle abbondantemente nella bocca e sul viso, lei si passò la lingua sulle labbra per raccogliere ogni goccia che poteva raggiungere mentre lo fissava con un sorriso sul volto. L'uomo portò la mano sul viso di lei e col pollice raccolse un ultimo schizzo di sperma arrivato sulla guancia che la donna si affrettò a succhiare e pulire.
“Grazie Padrone” gli disse, lui annuì per poi tornare ad aprire l'armadio, prese un plug vibrante e tornato davanti a lei mise un ginocchio a terra, le posò la punta del plug sul culo e lo spinse piano sino ad affondarlo totalmente per poi accenderlo, lei si morse il labbro inferiore. “Chiedimi di godere troia” disse lui mentre posava le dita sul clito e lo massaggiava veloce, lei prese ad ansimare forte “Padrone, ti prego lascia che la tua puttana possa godere”, lui non rispose e continuò a massaggiarle il clito sempre più velocemente “oddio Padrone ... per favore ...” molti altri secondi passarono prima che lui acconsentisse “ora puoi godere puttana”.
La donna venne quasi subito e dopo giorni e giorni di astinenza forzata bagnò abbondantemente le dita che le stavano dando piacere e che non smettevano di strofinarsi sul clito, i gemiti non si placarono anche per le stimolazioni che le dava il plug infilato nel retto “cazzo Padrone … se continui così … “ lui continuò ancora a massaggiarla alternando movimenti lenti ad altri velocissimi fino a rendersi conto che la donna era di nuovo al limite e solo allora la lasciò andare, spense il plug, portò le dita davanti alla bocca di lei e passandogliele sulle labbra, la donna continuando ad ansimare con la bocca aperta sporse la lingua leccandogli le dita.
Quando il respiro le ritornò quasi normale gli sorrise “grazie Padrone” disse sospirando. Lui l'aiutò a rimettersi in piedi, le sganciò il moschettone liberandole le mani “voltati, piegati e apriti il culo” le
ordinò, lei si mise come comandato e lui le sfilò il plug vibrante andando a sostituirlo con un altro dalla base piatta con una gemma colorata, le mollò una sonora sculacciata e poi andò a sedersi sulla poltrona “puoi alzarti e togliere le polsiere poi vestiti ma non indossare l'intimo”, la donna eseguì, dopo aver aperto e levato le polsiere le diede al Padrone poi prese l'abito e lo indossò sistemandosi il seno nella scollatura, infine fissò il padrone in attesa di ulteriori ordini.
Ormai era l'ora di pranzo ma prima di scendere l'uomo prese dall'armadio un ovetto vibrante “mettilo” ordinò, la schiava alzò la gonna sul davanti e si inserì il lush nella vagina.
Il pasto passò serenamente e l'uomo non usò mai il lush, finito di mangiare lui congedò la donna “puoi andare a casa, non puoi levare l'ovetto ne il plug” “si Padrone, grazie Padrone, aspetto tuoi ordini” salutò lei uscendo dal ristorante.
Lui rientrò in camera e dopo aver riposato un paio d'ore prese il cellulare e diede impulsi al lush per diverse volte nelle tre ore seguenti non mancando di sorridere tra se non sapendo dove fosse e cosa facesse la sua schiava.
Dopo cena e rientrato in camera riprese il telefono e scrisse -Conosci qualche locale … “carino” non troppo lontano da qui?- dopo una breve attesa la donna rispose
-si Padrone, ce n'è uno a pochi minuti di macchina dal tuo albergo-
-perfetto tra un'ora torna qui cagna-.
La donna bussò alla camera che erano ormai le 22, indossava un altro vestito, un poco più corto dell'altro ma che faceva risaltare molto bene le sue forme giunoniche e l'abbondante scollatura. L'uomo mentre la rimirava fece partire il lush e vide subito la reazione che causava alla donna, sorrise mentre lei deglutiva e si mordeva il labbro inferiore. Lo lasciò vibrare per un paio di minuti poi lo spense “lo puoi togliere troia” lei se lo tolse e lo porse a lui dopo averlo infilato in bocca ed averlo pulito.
“Possiamo andare ora”, l'uomo prese le chiavi dell'auto ed uscirono dalla stanza, in ascensore lui non mancò di palpare il culo della sua schiava e controllare che il plug fosse ancora al suo posto, scesero sino al parcheggio e partirono.
Il locale era in una zona abbastanza isolata, prima di entrare lui fece un controllo veloce alla donna “sì mi piace come ti sta il vestito così. Ascolta troia, adesso voglio che trovi una cagna come te, quando l'avrai agganciata ti dirò cosa fare” “si Padrone, non ci saranno problemi” replicò lei sorridendogli, evidentemente era già stata in quel club e sapeva bene come muoversi.
Si sistemarono al bancone del bar a due sgabelli di distanza tra loro, ordinarono da bere e lui gettò uno sguardo in giro, non c'era molta gente ma alcune femmine parevano promettenti, in ogni caso era compito della sua schiava trovare un'altra donna. Detto fatto, lei si alzò e si spostò verso la fine del bancone sedendosi accanto a una brunetta molto carina, le vide parlottare e ridere mentre bevevano il loro drink. Non passò molto tempo che la schiava si rialzò tornando da lui “Padrone, se lei ti piace credo che sia la donna che cercavi” “si lei mi va bene, venite con me”.
Lui andò nel bagno, seguito dalle due donne che ridacchiavano tra loro, chiusa la porta la brunetta si volse verso la schiava e prese a baciarla, lui non disse nulla, si appoggiò alla porta gustandosi la scena per alcuni minuti. “Cagna, fai il tuo lavoro e lecca la tua nuova amica” disse lui ad un certo punto “si Padrone, volentieri” rispose la donna sorridendo all'altra che si appoggiò a un lavandino e sollevata la gonna aprì le gambe, la schiava si mise in ginocchio e messe le mani sul culo dell'altra, posò la bocca tra le sue gambe e prese a leccarla con evidente gusto.
L'uomo rimase a guardare sino a che i gemiti della brunetta aumentarono di intensità poi si fece vicino “aspetta” disse e aiutò la donna a sedersi sulla base dei lavandini “continua cagna, alzati e piegati, devi far godere la tua amica” la schiava si mise in piedi e poi si piegò in avanti riprendendo a leccare. Lui si portò dietro la schiava e le sollevò il vestito sulla schiena, prese la base del plug e lo sfilò, fissò lo sfintere dilatato e poi aprì i pantaloni e impugnato il membro spinse la cappella sul culo della sua cagna che gemette mentre il cazzo affondava dentro di lei. L'uomo affondava i colpi inculando la sua schiava mentre quest'ultima non smetteva di leccare, succhiare e carezzare la figa fradicia della brunetta che di li a poco ansimando sempre più forte venne squirtando sul viso della schiava, a questo punto lui si fermò, si sfilò e le rimise nel retto il plug.
“Troia, in ginocchio e pulisci” ordinò, la donna si volse verso di lui e si mise sulle ginocchia, la brunetta evidentemente vera zoccola scese dal lavandino e si mise giù anche lei, le due donne si fissarono e si sorrisero prima di mettersi a leccare e prendere in bocca alternativamente il cazzo del Padrone che le lasciò fare per alcuni minuti “fermatevi” disse poi, aiutò ad alzarsi la brunetta e la fece voltare e appoggiare al lavandino, tirò su la gonna scoprendole il culo, le posò una mano sulla schiena spingendola in avanti e poi impugnò il membro e strofinò la cappella tra le labbra ancora bagnate prima di spingerlo dentro e iniziare a scoparla.
La schiava non avendo ricevuto ordini era rimasta in ginocchio “alzati puttana e baciala” la donna ubbidì e messasi accanto alla brunetta cominciò a leccarle le labbra e baciarla con passione, le mise le mani sul seno palpandolo e strizzandolo. Il tutto proseguì sino a che la brunetta non venne nuovamente stavolta quasi gridando, lui diminuì poco alla volta la frequenza dei colpi sino a fermarsi e togliersi “cagna, giù e prendilo in bocca”.
La brunetta era ancora ansimante e stavolta fu lei a godersi lo spettacolo, la schiava si mise in ginocchio e si lasciò scivolare in bocca il cazzo bagnato di umori prendendo a succhiarlo e muovendo il capo avanti e indietro. Non molto dopo lui venne schizzando abbondantemente il suo seme nella gola della donna che ingoiò ogni singola goccia per poi passarsi la lingua sulle labbra fissando il Padrone in viso.
Rimasero tutti alcuni istanti in silenzio poi la donna scese dal lavandino e avendo ben compreso la situazione si fece vicino a lui “posso far godere la tua schiava?” gli chiese, “godere no ma la puoi leccare se vuoi. Aspetta” replicò lui andando a mettersi di schiena contro il lavandino “qui cagna, mettiti a novanta e prendilo in bocca” quando la donna si mise come ordinato lui terminò “tu ora puoi leccarla” rivolto alla brunetta che non se lo fece ripetere mettendosi in ginocchio dietro la schiava e iniziando a passare la lingua sulle labbra, clito, perineo. Sfilò poi il plug e leccò anche il culo spalancato della donna leccandola con ingordigia.
La schiava gemeva e ansimava mentre il membro del padrone tornava ad indurirsi tra le sue labbra, dopo alcuni minuti lo lasciò scivolare fuori dalla bocca “Padrone … sto per venire … la tua puttana … ha il permesso di godere?” lui le spinse la testa contro di se affondandole nuovamente il cazzo fino in gola prima di rispondere un secco “no”.
La brunetta capì che avrebbe dovuto smettere di leccare la schiava per non metterla ulteriormente in difficoltà, si alzò e si fece vicino a lui sussurrandogli “mi piacerebbe tanto essere inculata anche io, mi accontenti?” “si può fare … “ rispose l'uomo nuovamente eccitato. La donna si rimise appoggiata al lavandino muovendo il culo come una cagnetta che vuole attirare il maschio, lui le andò dietro, impugnato il membro lo sfregò diverse volte tra le sue labbra e sul clito e poi lo appoggiò al buco spingendo adagio mentre la donna aveva appoggiato le mani sulle natiche e si teneva aperta.
“Cagna, mettiti tra le sue gambe e leccala di nuovo” la schiava si andò a mettere in mezzo alle gambe della brunetta che già gemeva sonoramente mentre lui le scopava il culo, mise le mani sulle cosce della donna e con i pollici le spalancò le labbra scoprendo bene il clito e posata la bocca contro prese e leccarla come ordinato. “mmmhhh … volete farmi … impazzire stasera” disse lei mentre il respiro si faceva sempre più affannoso. Lui la sbatteva forte per poi sfilarsi e sculacciarla e rimetterlo nuovamente dentro. Non andarono avanti molto poiché la brunetta era prossima all'orgasmo e di certo non lo nascondeva da quanto gemeva “cazzo … godo” disse mentre veniva ancora una volta nella bocca e sul viso della schiava, anche lui si lasciò andare e le spruzzò nel culo caldi fiotti di sperma.
L'uomo si accasciò sulla schiena della donna che peraltro continuava ad agitarsi visto che la schiava non aveva ancora smesso di leccarla e infilarle la lingua nella figa fradicia, si tolse e si appoggiò ai lavandini “basta troia, vieni a pulirmi il cazzo” “si Padrone” rispose la donna smettendo di leccare e sempre rimanendo in ginocchio si fece avanti prendendo il bocca il cazzo del Padrone per nettarlo.
La brunetta sfinita si lasciò scivolare a terra, ancora senza fiato ma rimanendo a gustarsi il trattamento della cagna, poco dopo si rialzò ed entrò nella toilette senza chiudere la porta, fece ciò che poteva per pulirsi e ricomporsi e prima di uscire si avvicinò a lui per baciarlo sulle labbra “grazie di tutto … ad entrambi” ed infine uscì.
L'uomo allontanò il capo della schiava e si rimise a posto, vide il plug posato a terra, lo raccolse e dopo averlo sciacquato nel lavandino lo diede alla donna che lo fissava “rimettilo troia, non vorrei che il tuo culo si sentisse ignorato” lei si mise in piedi e date le spalle a lui si sollevò la gonna e dopo essersi piegata in avanti si spinse il plug nel culo.
Uscirono dal locale per rientrare in albergo. Dopo aver posteggiato lui si avvicinò alla donna per guardarla un'ultima volta, era soddisfatto di come si comportava la schiava, l'avvolse col braccio facendo scivolare la mano sul culo che palpeggiò con gusto e infine le lasciò andare una sculacciata
“a domani puttana, arrivata a casa puoi levare il plug. Buonanotte” “buonanotte Padrone, grazie di tutto” rispose lei sorridendogli.
-SEGUE-
scritto il
2022-12-31
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