Errori telefonici -2
di
Domcurioso64
genere
dominazione
L'uomo non aveva nemmeno richiesto la sveglia, voleva godersi un po' di riposo anche per la giornata faticosa che aveva avuto. Decisamente il giorno precedente era andato molto bene, lui era molto soddisfatto della sua schiava e voleva capire sino a che punto potesse arrivare, molto -in alto- si disse sorridendo e pensando a cosa farle fare oggi.
Dopo la doccia scese per la colazione, tra un cappuccino e un cornetto fece la conoscenza del vicino di tavolo, un agente che girava per tutta Italia vendendo non si capiva bene cosa. Essendo sabato, Paolo, questo era il suo nome, aveva la giornata libera così l'uomo si fece convincere a visitare una mostra che pareva interessante e così fecero.
La mattinata passò tra quadri, sculture e spiegazioni che Paolo declinò a profusione essendo parecchio esperto in materia e arrivò l'ora di pranzo. Mangiarono insieme allo stesso tavolo e la confidenza tra i due andò aumentando tra risate scherzi e confidenze.
“Quindi tu sei un single convinto eh Paolo” affermò lui “beh certo col mio lavoro avere una moglie/compagna/fidanzata sarebbe impegnativo e poi … non sai quante occasioni di svago ti capitino girando di continuo -rispose l'agente ammiccandogli- quindi perchè complicarsi la vita?”
“hai mai avuto esperienze di BDSM?” chiese poi “uhmm no, onestamente no, mi manca anche se devo dire che l'idea non mi dispiacerebbe”. Lui sorrise sornione “credo di poterti aiutare in proposito, sempre che tu ne abbia voglia” “basta che tu non stia pensando di usarmi come tuo schiavo” replicò Paolo scoppiando a ridere, lui scosse la testa sorridendo a sua volta “no affatto, tutt'altro, pensavo più a farti fare un'esperienza da dominante con la mia schiava, interessa l'articolo?” “perchè no, mi intriga la cosa”.
Lui prese il cellulare e mandò un messaggio
-ciao cagna, alle 15 qui da me in albergo. Ti voglio senza intimo e con il plug infilato. Puntuale.-
-buongiorno Padrone, certo non ti deluderò-. Mostrò il telefono a Paolo che annuì “wow, non pensavo che funzionasse così. Ora sono davvero curioso”.
Alle 15 bussarono alla porta della camera, lui andò ad aprire e fece entrare la donna “buongiorno Padrone” salutò lei “ciao troia, entra”. Lei aveva indossato una camicetta rosa salmone forse di seta ed una gonna nera al ginocchio e décolleté sempre nere “mettiti in ginocchio aspetto ospiti” “si Padrone subito”.
Pochi minuti dopo le 15 bussarono, lui aprì la porta facendo entrare Paolo che vide la donna in ginocchio, i dorsi delle mani posati sulle ginocchia, immobile con il capo chino “ti presento la mia troia Paolo, saluta cagna” “buongiorno Signore, è un piacere conoscerla” disse lei. Lui rimase ad osservare le reazioni dell'amico che sembrava non essere per nulla a disagio, “troia, spogliati e voltati, puoi tenere le scarpe” la donna si mise in piedi e fece scendere la gonna, la scavalcò e la posò sulla sedia, sbottonò poi la camicetta e dopo averla ripiegata la sistemò sulla gonna, infine si voltò dando le spalle ai due uomini ai quali cadde l'occhio sulla gemma rossa che si vedeva bene nel solco delle natiche.
“Piegati in avanti, le mani sulle ginocchia” lei eseguì e lui si fece avanti e sistemandosi accanto alla donna le carezzò i glutei e mollò un paio di sculacciate “che te ne pare Paolo? È di tuo gradimento la mia cagna?” “devo dire di si, mi piace parecchio tutto questo sai”, l'uomo prese la base del plug e lo sfilò, mollò un'altra sculacciata e poi andò ad aprire l'armadio per prendere le polsiere.
“Come leghiamo la troia?” chiese “lascio fare a te che ne sai di più” rispose Paolo, lui mise le polsiere alla donna dopo averla fatta sollevare e le unì dietro la schiena poi la fece voltare. Il volto di Paolo tradiva un mix di emozioni, eccitazione, curiosità, forse imbarazzo “prego, toccala pure, colpiscila, usala, è solo una lurida schiava a nostra disposizione”.
Il Padrone si rese conto che Paolo non sapeva cosa fare e come muoversi così prese lui in mano la situazione o meglio prese nelle mani il seno della donna stringendolo e strizzandolo tra le dita, lei chiuse gli occhi ma non emise un suono “sai Paolo, questa troia se sente dolore si eccita bagnandosi sino a colare. Ho ragione puttana?” “si Padrone, sono roba tua, la tua cagna in calore si eccita tanto al tuo tocco” confermò lei “digli che non vedi l'ora di farlo godere” ordinò pizzicando e torcendo forte i capezzoli “si Padrone, Signore, ti prego usa questa troia e permettimi di farti godere” disse la donna.
Paolo si scosse e si avvicinò a lei “posso?” chiese posandole una mano sul culo” “certo, tranquillo”.
Iniziò a toccarla sulle prime timidamente poi con più convinzione, palpando e sculacciando le natiche della schiava e dopo che il Padrone si fece indietro prese a leccarle il seno e mordere i capezzoli, lei cominciò a gemere.
“Cosa preferisci per iniziare Paolo? Usarle la bocca? Figa? Culo? Hai solo da scegliere” “wow, mi piace sta cosa. Direi la figa” decise. Il Padrone annuendo prese una sedia e la mise davanti alla donna “in ginocchio cagna e appoggiati col petto” ordinò, quando lei si fu sistemata lui allungò a Paolo un profilattico e gli fece cenno di mettersi dietro di lei e lui si piazzò di fronte. Le cerniere scesero liberando i membri eretti dei due uomini, uno in ginocchio dietro la cagna che armeggiava per indossare il condom e poi penetrarla e uno di fronte col cazzo davanti al viso di lei “apri la bocca troia”. Paolo si mise a scoparla con foga essendo eccitatissimo e la donna gemette forte nonostante avesse il cazzo del Padrone che le affondava nella bocca.
Non passò molto tempo che Paolo arrivò all'orgasmo emettendo versi gutturali, si rimise in piedi sfilando il preservativo pieno “vieni al mio posto Paolo, c'è la cagna che vuole pulirti” “si Padrone, ti prego Signore, lascia che questa porca ti pulisca il cazzo”, si scambiarono di posto e mentre Paolo posizionò il suo membro sporco di sperma tra le labbra e sulla lingua della schiava, lui si piazzò dietro e prese scoparla velocemente con tre dita “guai a te se godi puttana” ordinò, lei non poteva rispondere avendo la lingua impegnata ma non avrebbe mai voluto deludere il Padrone.
Non molto dopo i sospiri aumentarono parecchio e lei riuscì solo a dire “Padrone … ti prego … sto per godere … posso?” chiese lei a fatica, lui sfilò le dita che la penetravano “no! Non puoi!” sentenziò lui andando poi a prendere dall'armadio un crop. Sganciate le polsiere fece passare le mani sotto la sedia e le richiuse nuovamente, Paolo si fece indietro non sapendo cosa aspettarsi, il Padrone si rimise dietro la donna e dopo averle aperto meglio le gambe cominciò a passare il cuoio dell'arnese come per solleticare la schiena, le natiche, le labbra e le cosce della schiava, ogni tanto alle carezze alternava un colpo deciso sul culo che iniziò a segnarle la pelle, lei si morse il labbro, altri colpi arrivarono sulla figa e sulle cosce “quanto sei bagnata puttana? Dillo a Paolo” “la tua cagna sta colando Padrone” disse la donna fissando l'ospite che intanto era nuovamente eccitato, lui se ne accorse “ora vuoi provare la bocca Paolo?” chiese mentre andava a posare il crop e prendere un vibratore.
Paolo era così preso da ciò che vedeva che non si accorse della domanda che in un secondo tempo “oh … certo certo, scusa ero … distratto” si rifece vicino alla donna spostò poco alla volta la sedia e la schiava per sistemarla nella posizione migliore piazzandola di fronte al letto e poi si andò a sedere al fondo del materasso le gambe aperte, il membro ritto davanti al viso di lei che non aspettò altro che afferrare tra le labbra la cappella cominciando a leccare e succhiare “tieni la troia per i capelli e guidala” suggerì i padrone e poi andò dietro di lei e la penetrò nuovamente con due dita ma solamente per bagnarle e passarle poi sul culo e inumidirlo.
Mentre uno muoveva il capo della schiava affondandole il cazzo tra le labbra l'altro dietro di lei posò la punta di silicone sul culo, dopo averlo acceso prese a stuzzicarla senza però infilarlo. Il respiro della donna si fece rumoroso, difficoltoso e rapido avendo la bocca quasi tappata e le sfuggì un lungo gemito quando il Padrone le spinse nel culo il vibro e lo portò alla massima velocità, la saliva stava colando copiosamente dalla sua bocca annaspando, tanto che Paolo le sfilò il cazzo, lei deglutì, il mento sporco di bava continuando ad ansimare “alla mia cagna piace prenderlo nel culo e sono sicuro che vorrebbe farti venire e assaggiare il tuo sperma” disse lui sorridendo e ammiccando a Paolo le assestò una forte sculacciata “dillo troia” aggiunse.
Dopo aver deglutito ancora rispose “o si Padrone ... adoro farmi inculare … Signore per favore … lascia che questa puttana … possa ingoiare il tuo seme”. Il vibratore si muoveva lentamente nel retto della donna che continuava a gemere sonoramente, Paolo pareva intimorito nel farle riprendere il pompino ma lei gli fece capire che voleva continuare allungandosi per come poteva verso di lui e muovendo la lingua in un gesto inequivocabile, il membro di Paolo tornò nella sua bocca.
Bastarono pochi minuti e le dita dell'uomo si strinsero forte sui capelli della schiava mentre le schizzava in bocca il suo caldo liquido, lei ingoiò tutto e tirò fuori la lingua continuando a succhiare finchè l'uomo le allontanò la testa.
Il vibratore non smetteva di penetrarla, i suoi umori le stavano colando abbondantemente sulle gambe anche perchè l'uomo le aveva posato le dita sul clito e lo stava stuzzicando tanto che lei era di nuovo vicina a venire, “Padrone … la tua porca … sta quasi per godere … posso?” lui non rispose subito, spinse a fondo il vibratore, pizzicò forte il clito infine massaggiandolo velocemente diede il consenso “ora puoi godere puttana”.
Finalmente lei poté lasciarsi andare ed ebbe il suo primo orgasmo che fu così violento da farla squirtare e stavolta non si trattenne e gridò forte il suo piacere facendo sorridere il Padrone che stava notando le espressioni di stupore del suo ospite “ti vedo basito Paolo. Tutto ok?” “si si è che non sono abituato a … ste cose” rispose non senza arrossire un poco “credo che per me sia ora di andare. Che dire … è stato un vero piacere” disse alzandosi dal letto e ricomponendosi “magari ci si rivede a cena allora, a più tardi” salutò il Padrone, “buongiorno Signore, grazie di tutto” salutò la schiava.
Quando furono soli lui si sporse per osservare la piccola pozza di umori tra le gambe di lei “hai visto cosa hai combinato troia, pulisci” dicendolo le liberò le mani. La donna fissò negli occhi il Padrone, spostò la sedia e poi scese con le spalle, posò il viso sul pavimento e ci passò la lingua sopra raccogliendo poco alla volta il liquido colato da lei mentre lui si era accomodato per osservarla meglio.
Una volta che ebbe terminato la pulizia del pavimento la donna si rimise in ginocchio osservando l'uomo di fronte a lei “posso parlare Padrone?” chiese “dimmi cagna” “non ho ancora potuto darti piacere Padrone, posso rimediare?” disse con un sorriso, la risposta fu un gesto che indicava il pavimento accanto ai propri piedi , la donna si avvicinò camminando carponi per poi rimettersi in ginocchio col viso vicino alle gambe di lui. L'uomo non parlò, prese un capezzolo tra le dita strofinandolo e stringendolo in un pizzico sempre più intenso tanto da farle stringere le labbra “apri l'armadio e prendimi quella piccola borsa vicino alle scarpe, non usare le mani” ordinò, lei si volse e sempre gattonando andò ad aprire l'armadio, vista la borsa allungò il collo e la prese coi denti tornando poi da lui per porgergliela.
Dalla borsa uscirono due pinze da falegname in plastica che lui posò sul tavolino accanto a se e poi una cordicella. La donna aveva ben compreso cosa significava e da buona schiava si erse sulle gambe porgendo il busto, lui prese una delle pinze e dopo aver strofinato e tirato ancora un capezzolo la andò a piazzare, un gemito sfuggì alla donna che pur conoscendo l'oggetto non ricordava quanto forte potesse stringere. L'altra pinza si chiuse sull'altro capezzolo poi la cordicella fu legata per unire le due pinze “ti piace troia?” “mi piace tutto ciò che piace a te Padrone” rispose la schiava.
Lui prese la corda e la tese allungando i capezzoli al massimo e strappandole un altro gemito di dolore e piacere poi finì nella bocca della donna, i seni appena sollevati tenendo la testa bassa “non lasciarla per nessun motivo” disse lui alzandosi e portandosi dietro di lei, le posò una mano sulla spalla e la spinse in basso con le spalle a terra, le sollevò bene le anche e le aprì meglio le gambe.
Una sculacciata secca arrivò sulla natica e un'altra e un'altra, i segni delle dita cominciarono ad apparire sulla pelle sui segni già provocati dal crop “vuoi darmi piacere cagna?” e senza attendere la risposta le mollò l'ennesima sculacciata ancora più forte delle altre “Padrone … permetti alla tua … porca di farti godere” biascicò lei per come riusciva con la corda nella bocca. Lui le mise le mani sui glutei per aprirli e sputò più volte nel solco e sul buco, lei sentì la cappella forzare il suo culo e penetrarla a fondo, si sforzò di non sollevare il capo per non tendere ulteriormente la corda.
L'uomo si muoveva lentamente dentro di lei, il membro scivolava via via più facilmente mentre lo sfintere si dilatava, la donna riprese a gemere e ancor di più quando lui si fermò affondato totalmente e le massaggiò il clito rudemente. La saliva le colava dalle labbra, ansimava senza ritegno, quando lui strinse con forza il clito tra le dita pizzicandolo, istintivamente lei sollevò il capo gemendo forte tirando la funicella e un dolore lancinante le strappò un altro grido appena soffocato, lui ricominciò a muoversi veloce artigliandola per i fianchi e dopo alcuni minuti venne schizzandole nel culo.
Lui si accasciò sulla schiena della donna e quando riprese fiato si sollevò e tornò a sedersi davanti a lei che alzò lo sguardo, attenta a non tendere la corda, in attesa dell'ordine che sapeva stava per arrivare “pulisci puttana, puoi lasciare la corda”.
La donna si sollevò a fatica, il dolore sordo ai capezzoli era sempre molto intenso, iniziò a passare la lingua sullo scroto e poi sull'asta con gli occhi fissi in quelli del Padrone per concludere lasciandosi scivolare il membro tra le labbra, l'uomo intanto giocava con le pinze muovendole piano poi le allontanò il viso e si abbassò portando la mano tra le gambe della schiava accarezzandola dapprima lentamente e poi sempre più rapido “oddio Padrone … posso godere?” supplicò quasi lei, lui non rispose subito, attese di capire quando era davvero giunta al limite e solo allora, dopo aver preso la funicella tra le dita le diede il permesso “va bene troia, puoi godere”. La schiava si lasciò andare con forti gemiti mentre l'orgasmo giungeva potente, a quel punto lui tirò forte la corda facendo staccare entrambe le pinze dai capezzoli, il gemito di piacere divenne un gridò di dolore ma l'orgasmo se possibile divenne ancora più intenso facendola squirtare ancora.
Lei si lascio cadere sulle gambe di lui, stringendole in un abbraccio e posò il capo sul ginocchio “grazie Padrone” disse. Lui le accarezzò il seno sfiorandole appena i capezzoli visibilmente rossi e gonfi “vado a fare una doccia, tu cambiati e vai. Ci vediamo all'ora di cena sotto al ristorante. Cambia abbigliamento ma niente intimo” ordinò lui “si Padrone, grazie ancora” rispose la donna sollevandosi da terra.
Poco dopo le 20 lui scese per la cena e si stupì di non vedere Paolo in giro. Si sedette nella hall e mentre prendeva un quotidiano per ammazzare il tempo la vide entrare, indossava una gonna nera appena sopra il ginocchio con uno spacchetto laterale, una camicetta bianca e una giacca sempre nera, stava effettivamente molto bene, lei gli si avvicinò “fai finta di non conoscermi, non sederti vicino a me, per la cena hai un tavolo per due prenotato a nome xxx” le disse a voce bassa lei rispose annuendo, lui mise la mano in tasca e le passò due oggetti “metti questi e poi vai nella sala ristorante”.
La donna fece un cenno col capo e poi si diresse verso le toilette, lui prese il cellulare e le scrisse:
-stasera tu hai avuto un invito a cena qui ma poi lui non si è presentato, chiaro troia?-
-si Padrone, ho capito. Grazie per ciò che mi hai dato-
-metti il plug e infilati il lush, ho voglia di stuzzicare la mia puttana stasera. Avrai altre istruzioni-
-certo Padrone, come ordini-.
L'uomo aveva prenotato il tavolo per la donna a due tavoli dal suo in modo da poterla vedere bene, appena si furono accomodati riprese il telefono e attivò il lush poi scrisse:
-Aspetta ad ordinare almeno dieci minuti come se aspettassi chi ti ha invitato, puoi prendere un aperitivo intanto-
-va bene Padrone-
-ti piace troia? La tua cena sarà diversa dal solito credo-
-si Padrone, mi piace che tu mi usi come vuoi-.
L'uomo continuava a giocare con l'applicazione del lush gustandosi i sussulti della schiava quando l'oggetto infernale prendeva a vibrare dentro di lei, verso metà cena le scrisse nuovamente:
-guardati in giro, voglio che punti una delle donne qui in sala e la stuzzichi mostrandoti, stasera voglio che trovi ti un'amichetta- e fece partire il lush al massimo della vibrazione
-va bene Padrone, può essere anche una delle cameriere?- la risposta le giunse con un cenno affermativo del capo.
L'uomo vide che grandi sorrisi maliziosi cominciarono ad essere elargiti a una ragazza che serviva ai tavoli, mentre quest'ultima proponeva una portata, la schiava si aprì un bottone della camicetta e si sfiorò il seno, cosa che non sfuggì alla ragazza. Le due ridacchiarono e parlottarono per tutto il proseguimento della cena e chissà se la cameriera aveva compreso come mai la donna al tavolo ogni tanto pareva bloccarsi nel parlare oppure stringeva improvvisamente le dita sulla tovaglia.
Quando venne servito il dolce lui scrisse ancora una volta le ultime istruzioni:
-falle capire che la vorresti portare in camera, chiedi a che ora finisce il servizio-
-si Padrone, so che finita la cena ha terminato di lavorare- scrisse la schiava sorridendogli per fargli capire la sua intraprendenza nell'ubbidire.
-molto bene, quando ti dice che ha finito scrivimi e dopo alcuni minuti sali con lei-
-certo Padrone-.
L'uomo si alzò ed andò a sedersi nell'atrio dove la schiava lo raggiunse poco dopo sedendosi dall'altra parte della hall, una ventina di minuti più tardi arrivò il messaggio -ha terminato Padrone- lui annuì alla donna e si alzò andando all'ascensore, entrato nella stanza si sedette ed attese.
Quando bussarono lui aprì la porta osservando le reazioni della ragazza, non pareva stupita di vederlo nella camera, evidentemente la schiava aveva fatto bene il suo dovere, entrarono e lui tornò a sedersi “fate come se io non ci fossi … per ora ...” disse poi, posandosi il proprio cellulare in grembo.
Le due donne si sorrisero cominciando a baciarsi e sfiorarsi, sicuramente si piacevano e la ragazza pareva decisamente disinibita. Le camicette si sbottonarono, le gonne scesero, le mani si fecero più smaniose come le bocche e loro si adagiarono sul letto. Quando la ragazza si inginocchiò tra le gambe della schiava per iniziare i baci non parve stupita di trovarsi davanti la coda del lush, lui prese il telefono e fece ripartire l'applicazione. Immediatamente la donna prese a gemere forte posando la mano sul capo della ragazza che la leccava avidamente “non hai il permesso di godere troia” disse lui, cosa che fece fermare la ragazza che guardò verso l'uomo e poi cercò gli occhi della schiava “tranquilla” le disse sorridendo e carezzandole i capelli.
La ragazza riprese a leccare e trovato con le dita il plug infilato dietro, ne prese la base e lo mosse avanti e indietro, non passò molto tempo che i gemiti raggiunsero un volume decisamente alto e infatti la schiava disse “Padrone … sono quasi … al limite”, lui spense il lush, si alzò e la ragazza si fermò fissandolo “le chiedo scusa signore, io sono lesbica, non voglio avere rapporti con uomini” disse come per scusarsi “tranquilla, non ho intenzione di fare cose che tu non voglia, ma lei … lei è la mia cagna, lo avrai capito”, la ragazza annuì e sorrise maliziosamente alla donna.
“Scambiatevi di posto, è giusto che la troia dia piacere a te ora”.
Le due donne si invertirono, la ragazza si stese sulla schiena spalancando le gambe dopo aver sfilato le mutande e offrendosi alla schiava che non aspettava altro che affondare la lingua nella tra le sue gambe leccando vogliosa, l'uomo si sistemò dietro la sua cagna, le tolse il plug e aperti i pantaloni passò alcune volte la cappella tra le labbra fradice e poi la spinse nel buco ancora dilatato.
Le donne gemevano e ansimavano, non servì molto che la ragazza ebbe il primo orgasmo, lui si sfilò momentaneamente “troia, fai un regalo alla tua nuova amica, togliti il lush e mettiglielo” “si Padrone, volentieri” rispose la schiava sorridendo apertamente all'altra che mugolò come una gattina al solo pensiero. Il lush uscì da una ed entrò nell'altra, lui fece partire l'applicazione, dalle reazioni della ragazza si poteva pensare che non l'avesse mai provato prima e pareva che le piacesse particolarmente anche perchè la cagna aveva ripreso a leccarla stimolando il clito velocemente.
L'uomo riprese a usare la sua troia affondandole nel retto e strappandole nuovi gemiti e mugolii, la ragazza venne ancora. “Vi chiedo scusa -disse appena ripreso un respiro normale- devo proprio andare. È molto tardi per me” si sfilò il lush, si sollevò sui gomiti incrociando lo sguardo della donna che intanto l'aveva pulita per bene, si sporse per andare a baciarla lungamente e infine scivolò di lato e si rivestì non mancando di lanciare occhiate a ciò che continuavano a fare gli altri due “questo però … -disse indicando il lush- è stata una bella scoperta” “puoi tenerlo, te lo sei meritato” disse il Padrone.
Una volta che la ragazza fu uscita dalla stanza l'uomo si scostò per sculacciare diverse volte la donna “chiedimi di godere cagna” “o si Padrone, lascia che la tua puttana possa godere come una porca”. Altre sculacciate secche colpirono le natiche della schiava ormai rosse e livide e poi lui prese a scoparla con foga stringendola forte per i fianchi fino a farle giungere l'orgasmo tanto atteso, solo allora lui si fermò e si mise in piedi “girati troia, apri la bocca” la donna si rialzò, si mise in ginocchio, le mani dietro la schiena e accolse tra le labbra il membro del padrone carico dei propri umori lasciandoselo affondare e muovere nella bocca fino a che non esplose schizzandole in gola.
La serata era giunta alla fine, la mattina seguente il Padrone doveva ripartire per rientrare a casa “è stato un buon weekend troia, appena sarà possibile tornerò a trovarti” “ne sono felice Padrone, non vedo l'ora” rispose lei.
La schiava fu autorizzata a rivestirsi senza potersi lavare e fu congedata, lui si appuntò mentalmente di far arrivare alla donna un nuovo lush e magari qualche altro giocattolo.
--Mi piacerebbe molto sentire qualche vostro commento/suggerimento/consiglio da voi che avete letto e spero gradito questa lettura--
Dopo la doccia scese per la colazione, tra un cappuccino e un cornetto fece la conoscenza del vicino di tavolo, un agente che girava per tutta Italia vendendo non si capiva bene cosa. Essendo sabato, Paolo, questo era il suo nome, aveva la giornata libera così l'uomo si fece convincere a visitare una mostra che pareva interessante e così fecero.
La mattinata passò tra quadri, sculture e spiegazioni che Paolo declinò a profusione essendo parecchio esperto in materia e arrivò l'ora di pranzo. Mangiarono insieme allo stesso tavolo e la confidenza tra i due andò aumentando tra risate scherzi e confidenze.
“Quindi tu sei un single convinto eh Paolo” affermò lui “beh certo col mio lavoro avere una moglie/compagna/fidanzata sarebbe impegnativo e poi … non sai quante occasioni di svago ti capitino girando di continuo -rispose l'agente ammiccandogli- quindi perchè complicarsi la vita?”
“hai mai avuto esperienze di BDSM?” chiese poi “uhmm no, onestamente no, mi manca anche se devo dire che l'idea non mi dispiacerebbe”. Lui sorrise sornione “credo di poterti aiutare in proposito, sempre che tu ne abbia voglia” “basta che tu non stia pensando di usarmi come tuo schiavo” replicò Paolo scoppiando a ridere, lui scosse la testa sorridendo a sua volta “no affatto, tutt'altro, pensavo più a farti fare un'esperienza da dominante con la mia schiava, interessa l'articolo?” “perchè no, mi intriga la cosa”.
Lui prese il cellulare e mandò un messaggio
-ciao cagna, alle 15 qui da me in albergo. Ti voglio senza intimo e con il plug infilato. Puntuale.-
-buongiorno Padrone, certo non ti deluderò-. Mostrò il telefono a Paolo che annuì “wow, non pensavo che funzionasse così. Ora sono davvero curioso”.
Alle 15 bussarono alla porta della camera, lui andò ad aprire e fece entrare la donna “buongiorno Padrone” salutò lei “ciao troia, entra”. Lei aveva indossato una camicetta rosa salmone forse di seta ed una gonna nera al ginocchio e décolleté sempre nere “mettiti in ginocchio aspetto ospiti” “si Padrone subito”.
Pochi minuti dopo le 15 bussarono, lui aprì la porta facendo entrare Paolo che vide la donna in ginocchio, i dorsi delle mani posati sulle ginocchia, immobile con il capo chino “ti presento la mia troia Paolo, saluta cagna” “buongiorno Signore, è un piacere conoscerla” disse lei. Lui rimase ad osservare le reazioni dell'amico che sembrava non essere per nulla a disagio, “troia, spogliati e voltati, puoi tenere le scarpe” la donna si mise in piedi e fece scendere la gonna, la scavalcò e la posò sulla sedia, sbottonò poi la camicetta e dopo averla ripiegata la sistemò sulla gonna, infine si voltò dando le spalle ai due uomini ai quali cadde l'occhio sulla gemma rossa che si vedeva bene nel solco delle natiche.
“Piegati in avanti, le mani sulle ginocchia” lei eseguì e lui si fece avanti e sistemandosi accanto alla donna le carezzò i glutei e mollò un paio di sculacciate “che te ne pare Paolo? È di tuo gradimento la mia cagna?” “devo dire di si, mi piace parecchio tutto questo sai”, l'uomo prese la base del plug e lo sfilò, mollò un'altra sculacciata e poi andò ad aprire l'armadio per prendere le polsiere.
“Come leghiamo la troia?” chiese “lascio fare a te che ne sai di più” rispose Paolo, lui mise le polsiere alla donna dopo averla fatta sollevare e le unì dietro la schiena poi la fece voltare. Il volto di Paolo tradiva un mix di emozioni, eccitazione, curiosità, forse imbarazzo “prego, toccala pure, colpiscila, usala, è solo una lurida schiava a nostra disposizione”.
Il Padrone si rese conto che Paolo non sapeva cosa fare e come muoversi così prese lui in mano la situazione o meglio prese nelle mani il seno della donna stringendolo e strizzandolo tra le dita, lei chiuse gli occhi ma non emise un suono “sai Paolo, questa troia se sente dolore si eccita bagnandosi sino a colare. Ho ragione puttana?” “si Padrone, sono roba tua, la tua cagna in calore si eccita tanto al tuo tocco” confermò lei “digli che non vedi l'ora di farlo godere” ordinò pizzicando e torcendo forte i capezzoli “si Padrone, Signore, ti prego usa questa troia e permettimi di farti godere” disse la donna.
Paolo si scosse e si avvicinò a lei “posso?” chiese posandole una mano sul culo” “certo, tranquillo”.
Iniziò a toccarla sulle prime timidamente poi con più convinzione, palpando e sculacciando le natiche della schiava e dopo che il Padrone si fece indietro prese a leccarle il seno e mordere i capezzoli, lei cominciò a gemere.
“Cosa preferisci per iniziare Paolo? Usarle la bocca? Figa? Culo? Hai solo da scegliere” “wow, mi piace sta cosa. Direi la figa” decise. Il Padrone annuendo prese una sedia e la mise davanti alla donna “in ginocchio cagna e appoggiati col petto” ordinò, quando lei si fu sistemata lui allungò a Paolo un profilattico e gli fece cenno di mettersi dietro di lei e lui si piazzò di fronte. Le cerniere scesero liberando i membri eretti dei due uomini, uno in ginocchio dietro la cagna che armeggiava per indossare il condom e poi penetrarla e uno di fronte col cazzo davanti al viso di lei “apri la bocca troia”. Paolo si mise a scoparla con foga essendo eccitatissimo e la donna gemette forte nonostante avesse il cazzo del Padrone che le affondava nella bocca.
Non passò molto tempo che Paolo arrivò all'orgasmo emettendo versi gutturali, si rimise in piedi sfilando il preservativo pieno “vieni al mio posto Paolo, c'è la cagna che vuole pulirti” “si Padrone, ti prego Signore, lascia che questa porca ti pulisca il cazzo”, si scambiarono di posto e mentre Paolo posizionò il suo membro sporco di sperma tra le labbra e sulla lingua della schiava, lui si piazzò dietro e prese scoparla velocemente con tre dita “guai a te se godi puttana” ordinò, lei non poteva rispondere avendo la lingua impegnata ma non avrebbe mai voluto deludere il Padrone.
Non molto dopo i sospiri aumentarono parecchio e lei riuscì solo a dire “Padrone … ti prego … sto per godere … posso?” chiese lei a fatica, lui sfilò le dita che la penetravano “no! Non puoi!” sentenziò lui andando poi a prendere dall'armadio un crop. Sganciate le polsiere fece passare le mani sotto la sedia e le richiuse nuovamente, Paolo si fece indietro non sapendo cosa aspettarsi, il Padrone si rimise dietro la donna e dopo averle aperto meglio le gambe cominciò a passare il cuoio dell'arnese come per solleticare la schiena, le natiche, le labbra e le cosce della schiava, ogni tanto alle carezze alternava un colpo deciso sul culo che iniziò a segnarle la pelle, lei si morse il labbro, altri colpi arrivarono sulla figa e sulle cosce “quanto sei bagnata puttana? Dillo a Paolo” “la tua cagna sta colando Padrone” disse la donna fissando l'ospite che intanto era nuovamente eccitato, lui se ne accorse “ora vuoi provare la bocca Paolo?” chiese mentre andava a posare il crop e prendere un vibratore.
Paolo era così preso da ciò che vedeva che non si accorse della domanda che in un secondo tempo “oh … certo certo, scusa ero … distratto” si rifece vicino alla donna spostò poco alla volta la sedia e la schiava per sistemarla nella posizione migliore piazzandola di fronte al letto e poi si andò a sedere al fondo del materasso le gambe aperte, il membro ritto davanti al viso di lei che non aspettò altro che afferrare tra le labbra la cappella cominciando a leccare e succhiare “tieni la troia per i capelli e guidala” suggerì i padrone e poi andò dietro di lei e la penetrò nuovamente con due dita ma solamente per bagnarle e passarle poi sul culo e inumidirlo.
Mentre uno muoveva il capo della schiava affondandole il cazzo tra le labbra l'altro dietro di lei posò la punta di silicone sul culo, dopo averlo acceso prese a stuzzicarla senza però infilarlo. Il respiro della donna si fece rumoroso, difficoltoso e rapido avendo la bocca quasi tappata e le sfuggì un lungo gemito quando il Padrone le spinse nel culo il vibro e lo portò alla massima velocità, la saliva stava colando copiosamente dalla sua bocca annaspando, tanto che Paolo le sfilò il cazzo, lei deglutì, il mento sporco di bava continuando ad ansimare “alla mia cagna piace prenderlo nel culo e sono sicuro che vorrebbe farti venire e assaggiare il tuo sperma” disse lui sorridendo e ammiccando a Paolo le assestò una forte sculacciata “dillo troia” aggiunse.
Dopo aver deglutito ancora rispose “o si Padrone ... adoro farmi inculare … Signore per favore … lascia che questa puttana … possa ingoiare il tuo seme”. Il vibratore si muoveva lentamente nel retto della donna che continuava a gemere sonoramente, Paolo pareva intimorito nel farle riprendere il pompino ma lei gli fece capire che voleva continuare allungandosi per come poteva verso di lui e muovendo la lingua in un gesto inequivocabile, il membro di Paolo tornò nella sua bocca.
Bastarono pochi minuti e le dita dell'uomo si strinsero forte sui capelli della schiava mentre le schizzava in bocca il suo caldo liquido, lei ingoiò tutto e tirò fuori la lingua continuando a succhiare finchè l'uomo le allontanò la testa.
Il vibratore non smetteva di penetrarla, i suoi umori le stavano colando abbondantemente sulle gambe anche perchè l'uomo le aveva posato le dita sul clito e lo stava stuzzicando tanto che lei era di nuovo vicina a venire, “Padrone … la tua porca … sta quasi per godere … posso?” lui non rispose subito, spinse a fondo il vibratore, pizzicò forte il clito infine massaggiandolo velocemente diede il consenso “ora puoi godere puttana”.
Finalmente lei poté lasciarsi andare ed ebbe il suo primo orgasmo che fu così violento da farla squirtare e stavolta non si trattenne e gridò forte il suo piacere facendo sorridere il Padrone che stava notando le espressioni di stupore del suo ospite “ti vedo basito Paolo. Tutto ok?” “si si è che non sono abituato a … ste cose” rispose non senza arrossire un poco “credo che per me sia ora di andare. Che dire … è stato un vero piacere” disse alzandosi dal letto e ricomponendosi “magari ci si rivede a cena allora, a più tardi” salutò il Padrone, “buongiorno Signore, grazie di tutto” salutò la schiava.
Quando furono soli lui si sporse per osservare la piccola pozza di umori tra le gambe di lei “hai visto cosa hai combinato troia, pulisci” dicendolo le liberò le mani. La donna fissò negli occhi il Padrone, spostò la sedia e poi scese con le spalle, posò il viso sul pavimento e ci passò la lingua sopra raccogliendo poco alla volta il liquido colato da lei mentre lui si era accomodato per osservarla meglio.
Una volta che ebbe terminato la pulizia del pavimento la donna si rimise in ginocchio osservando l'uomo di fronte a lei “posso parlare Padrone?” chiese “dimmi cagna” “non ho ancora potuto darti piacere Padrone, posso rimediare?” disse con un sorriso, la risposta fu un gesto che indicava il pavimento accanto ai propri piedi , la donna si avvicinò camminando carponi per poi rimettersi in ginocchio col viso vicino alle gambe di lui. L'uomo non parlò, prese un capezzolo tra le dita strofinandolo e stringendolo in un pizzico sempre più intenso tanto da farle stringere le labbra “apri l'armadio e prendimi quella piccola borsa vicino alle scarpe, non usare le mani” ordinò, lei si volse e sempre gattonando andò ad aprire l'armadio, vista la borsa allungò il collo e la prese coi denti tornando poi da lui per porgergliela.
Dalla borsa uscirono due pinze da falegname in plastica che lui posò sul tavolino accanto a se e poi una cordicella. La donna aveva ben compreso cosa significava e da buona schiava si erse sulle gambe porgendo il busto, lui prese una delle pinze e dopo aver strofinato e tirato ancora un capezzolo la andò a piazzare, un gemito sfuggì alla donna che pur conoscendo l'oggetto non ricordava quanto forte potesse stringere. L'altra pinza si chiuse sull'altro capezzolo poi la cordicella fu legata per unire le due pinze “ti piace troia?” “mi piace tutto ciò che piace a te Padrone” rispose la schiava.
Lui prese la corda e la tese allungando i capezzoli al massimo e strappandole un altro gemito di dolore e piacere poi finì nella bocca della donna, i seni appena sollevati tenendo la testa bassa “non lasciarla per nessun motivo” disse lui alzandosi e portandosi dietro di lei, le posò una mano sulla spalla e la spinse in basso con le spalle a terra, le sollevò bene le anche e le aprì meglio le gambe.
Una sculacciata secca arrivò sulla natica e un'altra e un'altra, i segni delle dita cominciarono ad apparire sulla pelle sui segni già provocati dal crop “vuoi darmi piacere cagna?” e senza attendere la risposta le mollò l'ennesima sculacciata ancora più forte delle altre “Padrone … permetti alla tua … porca di farti godere” biascicò lei per come riusciva con la corda nella bocca. Lui le mise le mani sui glutei per aprirli e sputò più volte nel solco e sul buco, lei sentì la cappella forzare il suo culo e penetrarla a fondo, si sforzò di non sollevare il capo per non tendere ulteriormente la corda.
L'uomo si muoveva lentamente dentro di lei, il membro scivolava via via più facilmente mentre lo sfintere si dilatava, la donna riprese a gemere e ancor di più quando lui si fermò affondato totalmente e le massaggiò il clito rudemente. La saliva le colava dalle labbra, ansimava senza ritegno, quando lui strinse con forza il clito tra le dita pizzicandolo, istintivamente lei sollevò il capo gemendo forte tirando la funicella e un dolore lancinante le strappò un altro grido appena soffocato, lui ricominciò a muoversi veloce artigliandola per i fianchi e dopo alcuni minuti venne schizzandole nel culo.
Lui si accasciò sulla schiena della donna e quando riprese fiato si sollevò e tornò a sedersi davanti a lei che alzò lo sguardo, attenta a non tendere la corda, in attesa dell'ordine che sapeva stava per arrivare “pulisci puttana, puoi lasciare la corda”.
La donna si sollevò a fatica, il dolore sordo ai capezzoli era sempre molto intenso, iniziò a passare la lingua sullo scroto e poi sull'asta con gli occhi fissi in quelli del Padrone per concludere lasciandosi scivolare il membro tra le labbra, l'uomo intanto giocava con le pinze muovendole piano poi le allontanò il viso e si abbassò portando la mano tra le gambe della schiava accarezzandola dapprima lentamente e poi sempre più rapido “oddio Padrone … posso godere?” supplicò quasi lei, lui non rispose subito, attese di capire quando era davvero giunta al limite e solo allora, dopo aver preso la funicella tra le dita le diede il permesso “va bene troia, puoi godere”. La schiava si lasciò andare con forti gemiti mentre l'orgasmo giungeva potente, a quel punto lui tirò forte la corda facendo staccare entrambe le pinze dai capezzoli, il gemito di piacere divenne un gridò di dolore ma l'orgasmo se possibile divenne ancora più intenso facendola squirtare ancora.
Lei si lascio cadere sulle gambe di lui, stringendole in un abbraccio e posò il capo sul ginocchio “grazie Padrone” disse. Lui le accarezzò il seno sfiorandole appena i capezzoli visibilmente rossi e gonfi “vado a fare una doccia, tu cambiati e vai. Ci vediamo all'ora di cena sotto al ristorante. Cambia abbigliamento ma niente intimo” ordinò lui “si Padrone, grazie ancora” rispose la donna sollevandosi da terra.
Poco dopo le 20 lui scese per la cena e si stupì di non vedere Paolo in giro. Si sedette nella hall e mentre prendeva un quotidiano per ammazzare il tempo la vide entrare, indossava una gonna nera appena sopra il ginocchio con uno spacchetto laterale, una camicetta bianca e una giacca sempre nera, stava effettivamente molto bene, lei gli si avvicinò “fai finta di non conoscermi, non sederti vicino a me, per la cena hai un tavolo per due prenotato a nome xxx” le disse a voce bassa lei rispose annuendo, lui mise la mano in tasca e le passò due oggetti “metti questi e poi vai nella sala ristorante”.
La donna fece un cenno col capo e poi si diresse verso le toilette, lui prese il cellulare e le scrisse:
-stasera tu hai avuto un invito a cena qui ma poi lui non si è presentato, chiaro troia?-
-si Padrone, ho capito. Grazie per ciò che mi hai dato-
-metti il plug e infilati il lush, ho voglia di stuzzicare la mia puttana stasera. Avrai altre istruzioni-
-certo Padrone, come ordini-.
L'uomo aveva prenotato il tavolo per la donna a due tavoli dal suo in modo da poterla vedere bene, appena si furono accomodati riprese il telefono e attivò il lush poi scrisse:
-Aspetta ad ordinare almeno dieci minuti come se aspettassi chi ti ha invitato, puoi prendere un aperitivo intanto-
-va bene Padrone-
-ti piace troia? La tua cena sarà diversa dal solito credo-
-si Padrone, mi piace che tu mi usi come vuoi-.
L'uomo continuava a giocare con l'applicazione del lush gustandosi i sussulti della schiava quando l'oggetto infernale prendeva a vibrare dentro di lei, verso metà cena le scrisse nuovamente:
-guardati in giro, voglio che punti una delle donne qui in sala e la stuzzichi mostrandoti, stasera voglio che trovi ti un'amichetta- e fece partire il lush al massimo della vibrazione
-va bene Padrone, può essere anche una delle cameriere?- la risposta le giunse con un cenno affermativo del capo.
L'uomo vide che grandi sorrisi maliziosi cominciarono ad essere elargiti a una ragazza che serviva ai tavoli, mentre quest'ultima proponeva una portata, la schiava si aprì un bottone della camicetta e si sfiorò il seno, cosa che non sfuggì alla ragazza. Le due ridacchiarono e parlottarono per tutto il proseguimento della cena e chissà se la cameriera aveva compreso come mai la donna al tavolo ogni tanto pareva bloccarsi nel parlare oppure stringeva improvvisamente le dita sulla tovaglia.
Quando venne servito il dolce lui scrisse ancora una volta le ultime istruzioni:
-falle capire che la vorresti portare in camera, chiedi a che ora finisce il servizio-
-si Padrone, so che finita la cena ha terminato di lavorare- scrisse la schiava sorridendogli per fargli capire la sua intraprendenza nell'ubbidire.
-molto bene, quando ti dice che ha finito scrivimi e dopo alcuni minuti sali con lei-
-certo Padrone-.
L'uomo si alzò ed andò a sedersi nell'atrio dove la schiava lo raggiunse poco dopo sedendosi dall'altra parte della hall, una ventina di minuti più tardi arrivò il messaggio -ha terminato Padrone- lui annuì alla donna e si alzò andando all'ascensore, entrato nella stanza si sedette ed attese.
Quando bussarono lui aprì la porta osservando le reazioni della ragazza, non pareva stupita di vederlo nella camera, evidentemente la schiava aveva fatto bene il suo dovere, entrarono e lui tornò a sedersi “fate come se io non ci fossi … per ora ...” disse poi, posandosi il proprio cellulare in grembo.
Le due donne si sorrisero cominciando a baciarsi e sfiorarsi, sicuramente si piacevano e la ragazza pareva decisamente disinibita. Le camicette si sbottonarono, le gonne scesero, le mani si fecero più smaniose come le bocche e loro si adagiarono sul letto. Quando la ragazza si inginocchiò tra le gambe della schiava per iniziare i baci non parve stupita di trovarsi davanti la coda del lush, lui prese il telefono e fece ripartire l'applicazione. Immediatamente la donna prese a gemere forte posando la mano sul capo della ragazza che la leccava avidamente “non hai il permesso di godere troia” disse lui, cosa che fece fermare la ragazza che guardò verso l'uomo e poi cercò gli occhi della schiava “tranquilla” le disse sorridendo e carezzandole i capelli.
La ragazza riprese a leccare e trovato con le dita il plug infilato dietro, ne prese la base e lo mosse avanti e indietro, non passò molto tempo che i gemiti raggiunsero un volume decisamente alto e infatti la schiava disse “Padrone … sono quasi … al limite”, lui spense il lush, si alzò e la ragazza si fermò fissandolo “le chiedo scusa signore, io sono lesbica, non voglio avere rapporti con uomini” disse come per scusarsi “tranquilla, non ho intenzione di fare cose che tu non voglia, ma lei … lei è la mia cagna, lo avrai capito”, la ragazza annuì e sorrise maliziosamente alla donna.
“Scambiatevi di posto, è giusto che la troia dia piacere a te ora”.
Le due donne si invertirono, la ragazza si stese sulla schiena spalancando le gambe dopo aver sfilato le mutande e offrendosi alla schiava che non aspettava altro che affondare la lingua nella tra le sue gambe leccando vogliosa, l'uomo si sistemò dietro la sua cagna, le tolse il plug e aperti i pantaloni passò alcune volte la cappella tra le labbra fradice e poi la spinse nel buco ancora dilatato.
Le donne gemevano e ansimavano, non servì molto che la ragazza ebbe il primo orgasmo, lui si sfilò momentaneamente “troia, fai un regalo alla tua nuova amica, togliti il lush e mettiglielo” “si Padrone, volentieri” rispose la schiava sorridendo apertamente all'altra che mugolò come una gattina al solo pensiero. Il lush uscì da una ed entrò nell'altra, lui fece partire l'applicazione, dalle reazioni della ragazza si poteva pensare che non l'avesse mai provato prima e pareva che le piacesse particolarmente anche perchè la cagna aveva ripreso a leccarla stimolando il clito velocemente.
L'uomo riprese a usare la sua troia affondandole nel retto e strappandole nuovi gemiti e mugolii, la ragazza venne ancora. “Vi chiedo scusa -disse appena ripreso un respiro normale- devo proprio andare. È molto tardi per me” si sfilò il lush, si sollevò sui gomiti incrociando lo sguardo della donna che intanto l'aveva pulita per bene, si sporse per andare a baciarla lungamente e infine scivolò di lato e si rivestì non mancando di lanciare occhiate a ciò che continuavano a fare gli altri due “questo però … -disse indicando il lush- è stata una bella scoperta” “puoi tenerlo, te lo sei meritato” disse il Padrone.
Una volta che la ragazza fu uscita dalla stanza l'uomo si scostò per sculacciare diverse volte la donna “chiedimi di godere cagna” “o si Padrone, lascia che la tua puttana possa godere come una porca”. Altre sculacciate secche colpirono le natiche della schiava ormai rosse e livide e poi lui prese a scoparla con foga stringendola forte per i fianchi fino a farle giungere l'orgasmo tanto atteso, solo allora lui si fermò e si mise in piedi “girati troia, apri la bocca” la donna si rialzò, si mise in ginocchio, le mani dietro la schiena e accolse tra le labbra il membro del padrone carico dei propri umori lasciandoselo affondare e muovere nella bocca fino a che non esplose schizzandole in gola.
La serata era giunta alla fine, la mattina seguente il Padrone doveva ripartire per rientrare a casa “è stato un buon weekend troia, appena sarà possibile tornerò a trovarti” “ne sono felice Padrone, non vedo l'ora” rispose lei.
La schiava fu autorizzata a rivestirsi senza potersi lavare e fu congedata, lui si appuntò mentalmente di far arrivare alla donna un nuovo lush e magari qualche altro giocattolo.
--Mi piacerebbe molto sentire qualche vostro commento/suggerimento/consiglio da voi che avete letto e spero gradito questa lettura--
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