Quello scricciolo di Alice (seconda parte)
di
Gordon
genere
etero
Si addormentò rinfrancata dal suo orgasmo ma dentro di sé sapeva che non le sarebbe bastato. Bramava altro. Voleva altro, così voluttuosamente che un piacere infinito non le sarebbe bastato. Avrebbe voluto si andasse oltre le barriere, oltre le sue pareti, oltre i suoi respiri, oltre ogni contatto di carne. Erano da poco passate le 8 quanto il suono della sveglia fece capolino nelle sue orecchie. Sbadigliò arricciando il naso e inumidí con la lingua il labbro superiore. Era permeata da un'idea fissa e incontrovertibile.
"Voglio il tuo cazzo, ho una voglia insaziabile del tuo cazzo Tipo...Aprimi, sventra la mia passera...", pensò Alice mentre il caffè sbuffava già sul fornello.
Un sorso distratto e il telefonò squillo improvvisamente, guardò il mittente sul display e il cuore le sobbalzò nel petto.
"Che faccio?", farfugliò pensando ad alta voce...
- "Sí....mh...pr...onto?", azzardò una timida risposta.
All'altro capo una voce bassa ma ferma, decisa e cadenzata, la invitava a raggiungerlo al solito posto senza aggiungere ulteriori dettagli. Era il Tipo. La conversazione stava per chiudersi ma Alice ebbe il tempo di aggiungere:
- "Arrivo tra poco ma sappi che lo berrò facendoti venire solo con la lingua...".
Giusto il tempo di una doccia. Infilò dolcemente le autoreggenti nere che a lui piacevano tanto e si guardò allo specchio compiaciuta ed eccitata. Prese il body bianco a dolcevita e cominciò a sfiorare i bottoncini carezzandoli con le unghie smaltate e girando la mano dalla parte del dorso. Pregustò il momento in cui il Tipo li avrebbe sganciati con i denti e mostrato quell'espressione di lui che la faceva impazzire come non mai. La gonna nera le fasciò la vita, si truccò marcatamente gli occhi di grigio e li delineò con la matita. Sí gli sarebbe piaciuto. Indossò gli stivaletti neri e uscí.
Il luogo dell'appuntamento era come al solito deserto. Il Tipo la aspettava nella sua auto con un maglioncino nero a dolcevita e dei jeans blu scuro.
- "Ti sono mancata?", sussurrò Alice sfilandosi uno stivaletto e massaggiando quel pacco già gonfio.
- "Ti mancherò ancor di più dopo che mi ha visto" le rispose accarezzandole le gote. E aggiunse: - "Oggi non apro nulla con la bocca perché mi prenderò ciò che desideri ma non hai mai avuto il coraggio di darmi".
- "Maschilista del cazzo"... bofonchiò guardandolo quasi con rabbia e il desiderio malcelato che ciò si avverasse.
Il Tipo non le diede il tempo di realizzare che Alice si ritrovò dopo pochissimi secondi a mordere un lembo del suo cappotto e a sfregarsi il clitoride mentre lui le stava violando il culo morbido e diafano.
- "Sbattimi fino a quando non sento il tuo cazzo nella pancia", urlò Alice nel mentre le sue dita grondavano umori e si infilavano dolcemente tra le labbra.
Lui la sbatteva e sentiva che la schiena le si inarcava; i seni non vedevano l'ora di essere circuiti dalle mani calde del Tipo.
- "È questo ciò che desideravi?... " disse Alice ansimando...
- "No, è questo ciò che volevi" le rispose.
Alice accettò una spinta ulteriore ma dopo un po' si fermò, si staccò da quella presa da dietro e si girò, osservando l'asta e la cappella lucida. Cominciò a leccarla senza usare le mani e lo fissava negli occhi.
Il piacere per lui si faceva intenso e le strinse con una mano i capelli che sapevano di shampoo al pistacchio.
- "Sai che giorno è oggi?" le domandò il Tipo.
- "Mmh..." mugolò Alice, scuotendo il capo col cazzo in bocca senza nessuna intenzione di staccarsi, il che voleva significare: "sai che non lo ricordo mai".
- "Bevimi..." sussultò venendole copiosamente in bocca.
- "Stronzo" lo fulminò Alice con un dolce ansimare. Lo guardò, gli sorrise, lui ricambiò soffiandole sugli occhi e...
"Ah e comunque... Buon Anno Alice!".
"Voglio il tuo cazzo, ho una voglia insaziabile del tuo cazzo Tipo...Aprimi, sventra la mia passera...", pensò Alice mentre il caffè sbuffava già sul fornello.
Un sorso distratto e il telefonò squillo improvvisamente, guardò il mittente sul display e il cuore le sobbalzò nel petto.
"Che faccio?", farfugliò pensando ad alta voce...
- "Sí....mh...pr...onto?", azzardò una timida risposta.
All'altro capo una voce bassa ma ferma, decisa e cadenzata, la invitava a raggiungerlo al solito posto senza aggiungere ulteriori dettagli. Era il Tipo. La conversazione stava per chiudersi ma Alice ebbe il tempo di aggiungere:
- "Arrivo tra poco ma sappi che lo berrò facendoti venire solo con la lingua...".
Giusto il tempo di una doccia. Infilò dolcemente le autoreggenti nere che a lui piacevano tanto e si guardò allo specchio compiaciuta ed eccitata. Prese il body bianco a dolcevita e cominciò a sfiorare i bottoncini carezzandoli con le unghie smaltate e girando la mano dalla parte del dorso. Pregustò il momento in cui il Tipo li avrebbe sganciati con i denti e mostrato quell'espressione di lui che la faceva impazzire come non mai. La gonna nera le fasciò la vita, si truccò marcatamente gli occhi di grigio e li delineò con la matita. Sí gli sarebbe piaciuto. Indossò gli stivaletti neri e uscí.
Il luogo dell'appuntamento era come al solito deserto. Il Tipo la aspettava nella sua auto con un maglioncino nero a dolcevita e dei jeans blu scuro.
- "Ti sono mancata?", sussurrò Alice sfilandosi uno stivaletto e massaggiando quel pacco già gonfio.
- "Ti mancherò ancor di più dopo che mi ha visto" le rispose accarezzandole le gote. E aggiunse: - "Oggi non apro nulla con la bocca perché mi prenderò ciò che desideri ma non hai mai avuto il coraggio di darmi".
- "Maschilista del cazzo"... bofonchiò guardandolo quasi con rabbia e il desiderio malcelato che ciò si avverasse.
Il Tipo non le diede il tempo di realizzare che Alice si ritrovò dopo pochissimi secondi a mordere un lembo del suo cappotto e a sfregarsi il clitoride mentre lui le stava violando il culo morbido e diafano.
- "Sbattimi fino a quando non sento il tuo cazzo nella pancia", urlò Alice nel mentre le sue dita grondavano umori e si infilavano dolcemente tra le labbra.
Lui la sbatteva e sentiva che la schiena le si inarcava; i seni non vedevano l'ora di essere circuiti dalle mani calde del Tipo.
- "È questo ciò che desideravi?... " disse Alice ansimando...
- "No, è questo ciò che volevi" le rispose.
Alice accettò una spinta ulteriore ma dopo un po' si fermò, si staccò da quella presa da dietro e si girò, osservando l'asta e la cappella lucida. Cominciò a leccarla senza usare le mani e lo fissava negli occhi.
Il piacere per lui si faceva intenso e le strinse con una mano i capelli che sapevano di shampoo al pistacchio.
- "Sai che giorno è oggi?" le domandò il Tipo.
- "Mmh..." mugolò Alice, scuotendo il capo col cazzo in bocca senza nessuna intenzione di staccarsi, il che voleva significare: "sai che non lo ricordo mai".
- "Bevimi..." sussultò venendole copiosamente in bocca.
- "Stronzo" lo fulminò Alice con un dolce ansimare. Lo guardò, gli sorrise, lui ricambiò soffiandole sugli occhi e...
"Ah e comunque... Buon Anno Alice!".
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