Elenia (Prima parte)

di
genere
dominazione

Non fece in tempo ad asciugarli, aveva troppa fretta di uscire. Quei lunghi capelli biondi ondulati che le scendevano sfarzosi sulle spalle, questa volta li raccolse con l'elastico in una coda alta, imperiosa. Dopo la doccia aveva indossato una camicia maculata abbastanza stretta e una gonna di pelle a tubino. Aderente. Infilò distrattamente gli stivaletti neri quando si accorse che aveva dimenticato i collant. "Mh" pensò fra sé e sé. Aveva fretta. Troppa. Aveva aspettato tanto quel momento, non poteva perdere altro tempo. Li guardò nervosamente e li lasciò cadere nella tasca del giubbino di pelle. Nera. Come la strana sensazione che la stava accompagnando da qualche tempo. Un'inquietudine che si stava facendo strada anche stavolta. Prese il borsone, uscì dallo spogliatoio e con la mano accennò ad un saluto veloce ai conoscenti della palestra. "Chissà cosa avranno pensato stasera", sogghignò, "non ho fatto chiacchiere". Appena guadagnò l'uscita respirò l'aria umida della sera. Gli occhiali le si stavano appannando. Li tolse per pulirli, quando, con la coda dell'occhio, si accorse di una presenza alle sue spalle. Quella nera sensazione avanzava inesorabile. Inforcò gli occhiali nel momento esatto in cui un uomo prestante, sulla trentina le si parò davanti, con fare certamente minaccioso. Non era un viso familiare. Lo squadrò. Era alto, un cappuccio calato sul viso e tanta voglia di fare male. Le puntò un arnese di ferro, un punteruolo, all'altezza del naso a patata. "Il naso non lo devi proprio toccare" pensò infastidita, quando il borsone le cadde di colpo a terra. Un tonfo. Poi lui bofonchiò: "Ti sono piaciute le rose eh? Ora voglio divertirmi io!" Stava per afferrarla dalla coda che scendeva di lato, quando Elenia un una pazzesca velocità di pensiero indietreggiò di un passo. Era il momento giusto. Capì che quell'inquietudine doveva canalizzarla, raccogliendo tutte le sue forze fisiche e mentali. Il suo lato oscuro, nero era giunto. Il suo lato dark. La gamba sinistra ben piantata in terra fece da perno al suo corpo. Una torsione circolare di 360° da destra verso sinistra e l'uomo sentí la punta dello stivaletto sinistro di Elenia affondare sul suo volto. Il calcio ben assestato lo aveva tramortito. Non ebbe tempo di accennare alla seppur minima reazione che Elenia allineate le gambe lo afferrò per i capelli e gli assesstò una ginocchiata sotto il mento. L'uomo farfugliò qualcosa mentre sentiva il sangue impastargli la bocca. Elenia si aggiustò la coda, lo guardò dall'alto in basso e fece una smorfia. L'eccitazione la stava pervadendo. Un lampo le balenò nel cervello. Si piegò inginocchiandosi sull'uomo. Si alzò con le mani i lati della gonna e gli piantò il suo "fiore" sulla bocca. Era bagnata. Sentí crescere la voglia erettiva del tizio dai suoi pantaloni. Incrociò le braccia, lo guardò e gli disse: "Non era la tua serata, belle le rose ma a me non piacciono quelli che non si firmano. Ora leccami perché ho fretta, c'è la cioccolata calda che mi aspetta. Mh!" Calda com'erano caldi i suoi umori. Sentí una strana melodia provenire dalla strada. "La mia musica" pensò. Ed anche questa volta aveva messo play(Continua...)
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2021-11-18
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