Io ed il ciclista

di
genere
gay

Sarà capitato anche a voi di svegliarsi al mattino con il cazzo talmente in tiro da dare quasi una sensazione di lieve dolore, di stiracchiarsi le membra e il cazzo si tende e si irrigidisce ulteriormente. Quello è, dovrebbe essere almeno, il momento in cui si è contenti per essere sposato con una bella donna e, prima ancora di aprire gli occhi, uno si gira dalla parte dell'amata, allunga le braccia, certo di trovare il caldo corpo della sua donna, già pregustando nei palmi delle mano il contatto ed il senso di morbido della pelle di lei o, se il lancio di mano va a segno, i sodi seni con i turgidi capezzoli. Sarà successo anche a voi, chissà quante volte.
A me oggi succede ma...mi va buca. Allungo la mano e trovo il posto vuoto. Apro gli occhi e vedo le coperte ribaltate, il posto vuoto, la luce accesa nel bagno. Con una rapida occhiata all'orologio mi consolo: è ancora presto, si può fare quello di cui ho voglia e bisogno. Scendo subito dal letto per raggiungere lei nel bagno, pregustando d'abbracciarla standole alle spalle, davanti allo specchio, guardarci nel riflesso e premerle il cazzo duro sul sedere e la mani sui seni, magari sorridere al suo riflesso e dal riflesso ricevere un sorriso mentre con una leggera spinta all'indietro lei pure si stringe al mio cazzo ben teso., Uhm...pregusto l'odore della sua pelle, il sapore del lobo del suo orecchio da baciare...
Fanculo!.. E' seduta sul bidet, visibilmente contrariata e al mio “ciao” gioioso, risponde con un “ciao” incazzatissimo.
-Che succede? -le chiedo.
-Secondo te? Non lo vedi? - e con un cenno degli occhi mi indica la confezione aperta degli assorbenti.
Merda! Le mestruazioni no!... Oddio è anche vero che qualche volta non ci siamo fatti intimidire ma non nella fase iniziale quando, tra l'altro, lei ha anche dei dolori. Mi avvicino a lei comunque, anche troppo, con il mio arnese voglioso e in gran tiro..., all'altezza della sua bocca se resta seduta dov'è. Hai visto mai che.... Beh! Le vie delle appagamento sono diversificate.
Neanche ci arrivo vicino che dalla stanza a fianco i nostri adorabili marmocchi chiamano:Mamma, papà...è già ora di alzarsi?
Io dico: “Potete stare un altro poco”, mia moglie: “Si tesoro, prima che si faccia troppo tardi, alzatevi pure!
E' andato tutto a puttane. In questi casi non si è proprio euforici d'essere sposato. Pazienza! Ci sono altre soddisfazioni nella vita, per esempio una me la suggerisce mia moglie:- Ti dispiace accompagnarli tu i bambini a scuola questa mattina?
Inizia la solita frenetica giornata con i già troppe volte sentiti “Sbrigati che si fa tardi”, “Ti sei lavato i denti?”, “Mamma mi abbottoni il grembiule?”, “Papà mi allacci le scarpe”, “La parolina per favore ve la scordate sempre?”...e via con tutto il repertorio di frasi sempre uguali che pure sono sempre appropriate...è il rito del mattino.
Il cazzo non è più in tiro da tanto. Neanche me ne sono accorto quando ha rinunciato alle sue pretese rilassandosi.,...e poi si dice “testa di cazzo” a chi non capisce! L'ha mia testa di cazzo lo ha capito e come che non era aria stamattina e con discrezione si è messo a riposo. Manco mi rendo conto di avercelo mentre porto i bambini a scuola, se ne sta cheto, cheto anche quando vedo quella bonazza dell'Alessandra, la mamma di una compagna di scuola di mio figlio, con le labbra rifatte che non mi verrebbe mai voglia di baciare, ma così belle grosse come se le è fatte, un pompino lo ispirano e come.
La giornata è cominciata. Ora tocca affrontare gli impegni lavorativi quotidiani. Ne ho tante di cose da fare in programma per oggi. Tra questi, assolutamente da non dimenticare, è andare da Achille a *** (ometto il nome della località) per ritirare la merce che gli ho ordinato pochi giorni fa, roba indispensabile per la mia attività che solo lui è riuscito a procurarmi ma che non ha tempo per recapitarmela in giornata ed io ne ho bisogno per questa sera.
Passo dalla posta, in banca, dal commercialista e poi, saranno da poco passate le dieci, mi dirigo verso ***(sempre la stessa località non nominata), paesino collinare che offre possibilità di spaziare con lo sguardo su panorami ameni e stupendi. Sono stato sempre affascinato da questa strada tortuosa che, con tornanti a ripetizione, s'inerpica su per il pendio della collina prospiciente il mare. Lassù in cima troverò, da Achille, i prodotti da ritirare.
Un po per la tortuosità della strada che non consente di raggiungere velocità superiori ai 20 o 30 chilometri/ora, un poco perché io mi lascio prendere dai suggestivi scorci panoramici, procedo su per i tornanti ad una velocità ridotta al massimo, di poco superiore ad un passo d'uomo che cammini a passo veloce. Ed è per questo che devo ringranare la prima quasi a tutti i tornanti, procedendo come una lumaca e mi trovo innanzi per due o tre tratti dopo le curve, il solito ciclista amatoriale, che pedala in solitaria, su per la salita, alzandosi spesso dal sellino per imprimere più forza sui pedali.
Con tutte le cose delle quali dovrei occuparmi oggi e con tutta l'attrazione che esercitano i panorami, dove va la mia attenzione? Esatto: su quel ciclista. Su quelle gambe muscolose, con i polpacci che vanno sotto pressione ad ogni pedalata e..., ebbene sì, lo ammetto, soprattutto su quel culetto ben fasciato dai calzoncini aderentissimi da ciclista. Sollevato sui pedali oscilla appena quel culetto ogni volta in senso contrario alle ben più ampie oscillazioni che il ciclista imprime alla sua bici. Quelle natiche sode, dalle forme più messe in risalto che coperte dagli stretti pantaloncini mi stanno facendo impazzire, quasi come se mi stessero provocando, pare che mi dicano:volevi scopare all'alba e ti è andata male, vuoi rifarti con me?Ti piaccio? Vedi come sono carino? Vedi come mi muovo bene?.
Terza curva, la pendenza si attenua, il ciclista si riabbassa ma non siede del tutto. Il sellino, nero, stretto e lungo lo sfiora ma non ci si appoggia, non ancora...e il sangue mi va alla testa, vorrei fosse il mio cazzo quel sellino...e, infatti il cazzo mi è tornato duro come al risveglio. Ho voglia e bisogno di scopare, altrimenti scoppio.
Non vorrei ma è difficile non farlo, purtroppo devo superare il ciclista, privarmi di quella oscena ma arrapante visione del suo culo sul sellino. Una occhiata di sfuggita nel passargli accanto, uno sguardo più attento dallo specchietto retrovisore e...ho altri motivi per eccitarmi. L'ho appena visto in faccia, è pure bello da vedersi... No basta. Non resisto. Appena ne ho la possibilità accosto al margine della strada e mi fermo. Spengo il motore, lascio ingranata la marcia e tiro il freno a mano, poi scendo. Voglio vederlo il mio ciclista, vederlo arrivare, ammirarlo anche davanti, non ci metterà molto a sbucare da dietro la curva che io ho appena superato. Intanto tiro fuori dai calzoni il mio pisello ormai in piena erezione, lo stringo nel pugno che muovo con gesti masturbatorii, tanto chi se ne frega, farò finta di stare pisciando quando starà per arrivare il ciclista, intanto accontento un poco questo birichino, cerco di dargli un modesto contentino con la mia mano. Il ciclista ha superato l'ultima curva, avanza piano. Ora è di nuovo con il sedere sollevato dal sellino, vedo le sue gambe poderose spingere e sforbiciare in maniera eroticissima. Sono come ammaliato e neanche mi accorgo di continuare a segarmi stando rivolto nella sua direzione, scordandomi di girarmi per fingere almeno di stare pisciando e senza neanche prendere in considerazione la cosa più ovvia, quella di rimetterlo a cuccia, dentro i pantaloni.
Quando il ciclista, ormai a pochi metri alza lo sguardo, mi rendo conto del mio osceno esibizionismo. Troppo tardi, cerco di rimettere dentro i vestiti il “mattarello”. Il volto del ciclista è tirato per lo sforzo fisico, la sua fronte è imperlata di sudore, gli dico:-dai che la salita sta per finire.
Il “lo so” che dice in risposta si confonde con la sbuffata della sua poderosa espirazione. Mi passa vicinissimo, stremato, eppure dice:-”Bel cazzo amico”, poi prosegue nello spingere sui pedali per fronteggiare la salita. Resto stordito, ma ora quel culo che torno a guardare dal di dietro mi pare più a portata di mano, sento che posso gustarmelo...è solo questione di qualche minuto, lo sento. Aspetto a ripartire , voglio raggiungerlo quando lui arriverà al pianoro, lassù lo bloccherò, ci parlerò..io; questo culo che ancora sto ammirando me lo scopo, ormai è certo.
E' certo un corno! Ho un sacco di cose da sbrigare, cose serie, non posso perder tempo in scappatelle... e poi...appena comincia il pianoro c'è anche l'emporio di Achille che mi conosce benissimo. E che cazzo! Cos'è la giornata della sfiga sessuale oggi? Tanti desideri e nessuna soddisfazione?
Non mi rassegno ancora. Riparto, supero il ciclista, arrivo al pianoro, mi fermo prima dell'emporio di Achille, voglio, devo, posso aspettare il ciclista. Lo aspetto infatti. Scendo di nuovo dalla macchina per fermarlo e parlarci. Alzo un braccio come segno d'invito a fermarsi, lui lo recepisce e si ferma vicinissimo. E' sudato. Ha il fiato grosso, ma non tanto quanto io immaginavo, si vede che è allenato alla fatica. Parla lui per prima. Dice:-scusa ma qui mi fermo, prima no, non interrompo la salita quando è così accentuata,...io non ho un motore che fa girare le ruote della mia bici come quelle della tua auto... ahhhh! Eccomi qua. Dimmi!
Cazzo, così mi spiazza, mi fa andare il cervello in tilt, anche perché questi cazzo di calzoncini da ciclista sono fatti proprio per farmi impazzire... prima quel culo messo in risalto dalla aderenza eccessiva del tessuto elasticizzato, adesso è il malloppo anteriore ad essere messo in risalto: il suo membro non è meno eccitato del mio, e non può nasconderlo: i pantaloncini non glie lo consentono. Via, è un poco come tuffarsi in acqua al primo bagno della stagione, quando l'acqua è ancora un poco fredda: ci vuole un poco di coraggio a lanciarsi, ma una volta fatto il tuffo, è fatto; tutto, il resto viene da se. Allora mi lancio anche in queste acque. Confesso:-mi sono eccitato a vedere il tuo culo mentre pedalavi sulla salita
Mi chiede:-per questo ti segavi?
-Per cos'altro se no?
- Beh?Adesso?Me lo hai detto, che ti aspetti un grazie per il complimento?..Tanto ormai..hai già provveduto da solo
-Non ho provveduto affatto, sono così in tiro che tra poco scoppio.... Mi piacerebbe che ci pensassi tu a scaricarmelo
-Qui? A bordo strada?.Tu sei matto
- Ma che qui. Ci sarà qualche strada laterale tra i campi più avanti. Infrattiamoci in qualche vigna, qui ce ne sono tante...
-Dopo quei due cipressi laggiù-mi dice- c'è uno stradone in terra battuta sulla destra. Aspettami laggiù che ti raggiungo e ...te lo scarico volentieri, dall'occhiata che ho potuto dare prima mi è sembrato...un bel recipiente da vuotare...
Urka! A volte le cose scontate sono impossibili e quelle incredibili si avverano. Chi avrebbe mai detto che avrei trovato ostacoli a scopare con mia moglie e che invece al primo approccio questo si rendesse ben disponibile? Mannaggia il poco tempo che ho....ma chi se ne frega del tempo.
Se avessi trovato fila in banca e alla posta, se avessi forato, se avessi trovato degli impedimenti avrei perso il tempo senza poterci fare nulla per impedirlo, perché quindi ritenerlo così prezioso adesso? Tanto quanto tempo ci vorrà? Accetto la proposta...però ..la “mia buona coscienza” mi rimprovera quando transito, senza fermarmi, davanti all'emporio di Achille, dove il mio dovere mi vorrebbe. Sono accecato dalla libidine e vado fino ai due cipressi. Il ciclista mi raggiunge presto. E' pratico del luogo, sa che sullo stradone, poco più avanti, c'è un capanno per la rimessa degli attrezzi agricoli. Mi fa lasciare la macchina e procediamo a piedi. Lui spinge a mano la sua bicicletta. Entriamo nel capanno e ride dicendo:- Pare facile spogliarsi e rivestirsi, ma non quando si è sudati come lo sono io ed i vestiti sono una guaina come questa mia tuta....comunque...
Smette di parlare, comincia a palpare il mio pacco, si toglie i mezzi guanti, apre i calzoni, affonda la mano, prende il mio pene. Poi si abbassa per mettersi all'opera con la bocca. Comincia a leccarmi con calma, perizia, oserei dire “mestiere”,io -lo so che sono stronzo ma ho anche dei doveri seri da assolvere- più che apprezzare le sue arti amatorie mi preoccupo del tempo che passa. Voglio andare subito al sodo. Gli afferro la testa con le mani e glie lo infilo dentro la bocca il cazzo che lui da troppo tempo sta leccando solo esternamente. Percepisco che ha una specie di conato per l'affondo troppo energico che ho dato, ma non lascio la sua testa, la tengo ben ferma per pomparlo, scoparlo in bocca. Lui si aggrappa a me, perde la saliva dagli angoli della bocca, ma dai lamenti che emette capisco che è soddisfatto. E' uno che vuole essere domato e dominato e per il poco tempo che ho io pure voglio sottometterlo. Nonostante mi stia dando piaceri immensi, non gli do la soddisfazione di dirglielo, anzi reclamo con : e dai, toglieteli 'sti cavoli di vestiti, se no te li strappo, e ti inculo.
Alza le palpebre , mi guarda si libera la bocca e mi dice:-si fallo, fallo, fammi tutto quello che vuoi.
Non ho il coraggio (forse non avrei neanche la forza fisica) di strapparglielo davvero quei calzoncini aderentissimi, ma lo aiuto a toglierseli e poi, finalmente me lo inchiappetto senza troppi preamboli. Si sta facendo tardi per me, non posso dedicargli troppo tempo in coccole, così non glie ne faccio affatto. Passo brutalmente dalla sua bocca al suo culo e me lo sbatto in maniera selvaggia. Ho immagazzinato troppa libidine ed ho troppo poco tempo per fare l'amante tenero, voglio solo sfogarmi liberandomi le palle della sborra e poi correre ai miei impegni.
Pensate che io sia un bruto? Il ciclista non è d'accordo con voi. Schizza prima di me per il piacere che prova e appena gli inondo le visceri del mio sperma esulta di gioia e mi dice che mi sono comportato da vero maschio e mi chiede se ci sono possibilità di vederci ancora in seguito perché non ha mai provato tanto piacere come in questa occasione.
Gli dico “vedremo” e comunque ci scambiamo i numeri telefonici per risentirci, poi, mentre lui si ferma per rivestirsi io scappo via. Ho fatto molto tardi.
di
scritto il
2012-11-04
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