La Coperta [Parte 2]
di
Jack29
genere
tradimenti
Erano passate diverse settimane da quando era successa quella lussuriosa parentesi tra me e Valentina sul divano di casa sua.
Tutto procedeva normalmente, le uscite erano sempre piacevoli e non avevamo più accennato a nulla, né tra di noi, né ai nostri partner. Gli equilibri sembravano invariati fino alla fine delle feste natalizie.
Negli ultimi giorni, però, avevo notato in Martina degli atteggiamenti strani, che non riuscivo a comprendere. Piccole cose, agli occhi di un estraneo insignificanti, che però stonavano con ciò che era più o meno la nostra routine.
Valentina, allo stesso tempo, aveva sempre più un’aria preoccupata, sembrava chiusa, come se qualcosa la stesse turbando. Alessio si faceva vedere molto meno, dicendo di essere in un periodo stressante sul lavoro.
La nostra vita procedeva abbastanza normalmente, con qualche tensione di tanto in tanto, ma sempre con motivazioni che mi andavo a giustificare per altri versi. Non so spiegare cosa non mi tornasse esattamente, era una semplice sensazione.
Un giorno, stanco di questa aria pesante, decisi di scrivere a Valentina per parlarle.
“Ehi Vale, dopo il lavoro che ne dici se ci prendiamo uno spritz?”
Mi rispose dopo un paio d’ore: “Non so se sia una buona idea sinceramente”.
Insistetti un po’, avevo paura che pensasse che volessi replicare ciò che era successo tempo prima, così chiarii che era una semplice chiacchierata.
Riuscito nell’intento, ci incontrammo nel solito bar del centro e dopo qualche parola di circostanza entrai in argomento.
“Vale, è da un po’ di tempo che noto un clima strano, sia con Martina che nelle uscite”.
La vidi bloccarsi, diventare paonazza, nonostante non avessimo ancora bevuto e il freddo ci stesse tagliando come una lama. Balbettando mi rivelò: “Vedi, qualche giorno fa non ho saputo più resistere, mi sono sentita in colpa e ho raccontato tutto ad Ale…”
In quel momento feci il suo esatto opposto, sbiancai e mi sentii mancare il terreno da sotto le scarpe.
E se Alessio lo avesse raccontato a Martina? Questo poteva spiegare molti comportamenti.
Nel frattempo in cui la mia testa indagava sui possibili scenari catastrofici, le chiesi cosa aveva detto lui e cosa era successo in seguito.
Fu una lunga discussione in cui mi spiegò che il suo ragazzo era rimasto talmente shockato dalla cosa che non aveva saputo come gestirla. Coinvolgeva la sua ragazza e i suoi migliori amici, ovvero il cuore del suo microcosmo che si era creato in città.
Erano rimasti d’accordo che non si sarebbero lasciati per il momento, ma che aveva bisogno di tempo per capire come affrontare la situazione e se valeva la pena perdonare per salvare la relazione.
Tutto ciò mi parve strano, al suo posto sarei partito di testa e avrei allontanato tutto e tutti, mi sorprendeva una reazione così pacata e razionale. Essendo Alessio una delle persone più calme che io abbia mai conosciuto, accettai la versione di Valentina e la diedi per buona. Mi assicurò che Alessio non avrebbe raccontato nulla, poi si alzò a saldare il conto delle bevute.
Avrei avuto altre mille domande, ma era tardi, così per non insospettire Martina ci salutammo e tornammo a casa.
Passò qualche altro giorno, stessa aria, stessa preoccupazione, fino a che non ricevetti un messaggio di Alessio: “Stasera tutti a cena a casa mia?”.
Era sparito per tutto quel tempo, non si era fatto sentire per diversi giorni, giustamente, ed eccolo tornato.
Mi parve strano, ma magari aveva deciso di metterci una pietra sopra e cercare di ristabilire la normalità.
La sera, puntuale, suonai il campanello con una bottiglia di vino in mano. Entrai nel portone e incrociai Valentina che stava per salire nel piccolo ascensore. Ci stringemmo e salimmo come sempre al terzo piano.
Entrando ci aprì Alessio, con un gran sorriso, che spalancando la porta mi permise di intravedere Martina già a tavola.
Strano, non mi aveva risposto per tutto il giorno, ed eccola lì. Decisi di non farmi troppe domande e comportarmi normalmente, vista la situazione già delicata.
Mi sedetti servendo il vino nei bicchieri, Vale appese il cappotto e ci raggiunse. La cena proseguì nel migliore dei modi, tutto sembrava finalmente tornato alla normalità: vino, buon cibo e tante risate.
Bevuto il caffè, però, successe qualcosa che non avrei mai immaginato neanche nelle ipotesi più fantascientifiche.
Alessio, con la sua solita calma, si alzò e si spostò vicino a Martina, che prese la parola.
Guardando me e Valentina: “Sappiamo cosa avete fatto, me l’ha raccontato Alessio. Avete tradito i vostri partner e i vostri amici, che vergogna, siete spregevoli e non meritate nulla”.
Anche Alessio aveva cambiato aria, continuò: “se volete che tutto torni come prima, dovete stare alle nostre regole, altrimenti quella è la porta per andarvene per sempre”.
Io e Valentina gelammo, era stata una stupida sbandata di una sera, da ubriachi. Non c’era sentimento, era una cavolata fatta senza ragionare, un colpo di testa che sentimentalmente aveva significato meno di niente.
Io amavo alla follia Martina e lei Alessio, erano le nostre metà in tutto e per tutto, le persone con cui costruire una vita insieme.
Oltretutto, venendo da città diverse, ci eravamo creati come una piccola famiglia quando uscivamo insieme, persone su cui fare affidamento, sempre.
Realizzando tutto questo, capimmo nello stesso momento quanto fossimo stati stupidi ad aver combinato questo disastro.
In quel frangente avremmo fatto letteralmente di tutto per cancellare quella serata maledetta.
Martina: “Abbiamo pensato a una soluzione, tutto può tornare come prima”.
Guardai Valentina per cercare di capire se fosse al corrente di tutto ciò, ma mi sembrò ancora più confusa di me.
Alessio: “quello che avete fatto, a pochi centimetri da noi, è la cosa più umiliante che abbiamo mai subito, quindi dovrete ricevere lo stesso trattamento. Se volete metterci una pietra sopra, dovete accettare che io e Martina facciamo la stessa cosa che avete fatto voi”.
Credo di aver avuto più mancamenti in quella serata che Dante nell’intera Divina Commedia. Non sapevo che dire, cosa fare, non uscivano parole dalla mia bocca.
Valentina, coraggiosamente, chiese spiegazioni al suo ragazzo, che non ci fece attendere.
“Io e Martina scoperemo, una sola volta, come voi, così che possiate capire cosa si prova a essere traditi e presi in giro”.
Valentina: “dai possiamo trovare una soluzione, vi prego, qualsiasi cosa tranne questo…”
Non le permise neanche di terminare la frase che continuò: “ah, e chiaramente voi due assisterete a tutto. Solo così saremo pari, nessuna trattativa”.
Ancora senza parole, ci dettero un giorno per pensare, poi sarebbe finito tutto per sempre e l’idea mi terrorizzava.
Appesantito dallo sguardo deluso di Martina, me ne andai in silenzio, seguito da Valentina che aveva le lacrime agli occhi.
Litigammo a lungo, ognuno incolpava l’altro, ma ormai c’era poco da fare.
Le domande erano tante: sarebbe stato veramente tutto come prima? E se una volta affrontato tutto ciò ci avessero lasciato comunque? Nessuno ci garantiva nulla.
In preda ai rimorsi, ognuno di noi due avrebbe fatto follie per tenersi stretto il proprio partner e farsi perdonare, non avevamo intenzione di rovinare le nostre vite per un singolo colpo di testa dettato dall’alcol.
Nonostante non avessimo certezze, dopo due ore di confronto, decidemmo di fare il salto nel vuoto e rischiare il tutto per tutto.
Rimaneva il fatto che eravamo due persone molto gelose, che mai avrebbero pensato di assistere a una cosa del genere, ma anche gli ultimi a poter giudicare.
Il giorno seguente ci rivedemmo tutti e quattro, accettammo, e Martina e Alessio ci comunicarono che sarebbe successo l’indomani sera.
Non vidi mai Martina in quel lasso di tempo, mi disse solo di passare da lei per le 19.00.
Non chiusi occhio la notte, quel pensiero mi attanagliò lo stomaco per tutto il giorno, ma mi convinsi un po’ di meritarlo.
Arrivato il momento, entrai a casa di Martina, che mi accolse in accappatoio, si stava per preparare.
“Allora, che mi metto?”, mi domandò.
“Dai Martina non scherzare, è già abbastanza pesante senza che mi costringi ad aiutarti a scopare Alessio”.
“Ah si? Va bene, chiamo per annullare tutto”.
“No, no… calma, ti aiuto”
Che fastidio, pensai, sotto ricatto, continuava ad essere giusto questo calvario? Era andato troppo oltre?
In fondo mi importava solo di portare a termine quell’inferno di serata e coprire tutto con una gigantesca pietra.
Martina mi chiese consiglio su qualsiasi cosa, dalle scarpe al trucco. La aiutai a scegliere e indossare tutto, come una specie di schiavo.
Martina è una ragazza alta 1,60m, bionda, occhi verdi che ti penetrano fino all’anima non appena ne incroci lo sguardo. Il suo seno è abbondante, morbido e spicca sopra un fisico snello e allenato. La mia parte preferita, però, sono le gambe, toniche e perfette, che riesce sempre a mettere in mostra nella sua camminata sensuale. Una meraviglia per qualunque uomo o donna la incroci per strada, un mix di innocenza e malizia che fa capitolare tutti, e ovviamente io ne sono sempre stato fiero.
Quella sera indossò una camicetta blu, sbottonata abbastanza da far intravedere la fine rosa tatuata sullo sterno. Sotto scelse una gonna cortissima, mutandine di pizzo trasparente e delle calze a rete che le mettevano in risalto proprio il mio punto debole. A completare il tutto, dei tacchi alti che la slanciavano ancor di più. Spesso l’avevo vista in tiro ed elegante, ma mai fino a questo punto, o almeno era la mia percezione del momento.
Salimmo in macchina, non si peritò dal farsi notare mentre prendeva dal cruscotto i preservativi che usavamo insieme, e partimmo verso casa di Alessio.
Entrammo, lei si fiondò a parlare con il suo nuovo partner e io mi avvicinai a Valentina, che aveva nuovamente gli occhi lucidi. Mi raccontò che anche lei aveva subito il mio stesso trattamento pre incontro.
Alessio: “non perdiamo tempo, venite con noi”.
Li seguimmo in camera da letto dove c’erano già due sedie in fondo alla stanza che ci stavano aspettando. Era tutto in penombra, avevano acceso delle candele profumate e messo della musica jazz.
Mi parve tutto un po’ esagerato, non vedevo l’ora di togliermi il dente e scappare via.
Martina si avvicinò a noi vittime già pronte e rapidamente ci legò le mani dietro allo schienale, utilizzando delle manette tipo quelle che si trovano nei sexy shop.
“Così, nell’evenienza che qualcuno ci ripensi, ormai è troppo tardi”.
Superati i primi momenti in cui ci osservarono soddisfatti, si lasciarono andare ad un lungo bacio appassionato.
Alessio non si fece attendere nell’allungare le mani su quel corpo da urlo, le massaggiava il fondo schiena, le strizzava i capezzoli già turgidi. Martina intanto esplorava la sua bocca assaporandone ogni millimetro, mentre con la mano gli strofinava il pacco con furia.
Avevano una carica erotica altissima, erano infuocati, probabilmente nelle loro fantasie era già successo tutto ciò.
Il mio amico, d’altronde, era oggettivamente un bell’uomo: fisico scolpito, barba e capelli scuri sempre curati, spalle imponenti. Sprigionava carisma da ogni poro, il classico maschio alpha che vediamo nei film.
Ben presto si sedette sul bordo del letto, la mia ragazza si inginocchiò davanti a lui liberandolo dalla zip e trovandosi davanti al viso un cazzo imponente e già in tiro.
Cominciò a masturbarlo con delicatezza, per poi accoglierlo nella sua bocca. Su e giù, adorava quell’asta come se fosse uno scettro del potere. Maliziosamente si posizionò di lato, in modo da garantirci la piena visuale. Martina continuava a riempire di saliva Alessio, a massaggiargli le palle, a succhiarlo con avidità mentre ci fissava perfidamente negli occhi.
Soprattutto in lei, si notava la sete di vendetta nel godere della visuale di Valentina inerme e di me pietrificato.
Stava prendendo il suo territorio e allo stesso tempo mi stava dimostrando quanto potesse essere troia senza di me.
Alessio la prese, la mise supina e le sfilò le mutandine. La leccò con avidità, lei ansimava e lo spingeva tra le sue gambe.
Era il momento, aprì la confezione dei miei preservativi e ne srotolò uno sul suo membro.
Martina si mise quasi istintivamente a novanta gradi con le mani appoggiate sulle nostre sedie. L’uomo si avvicinò da dietro e dopo averla lubrificata con un po’ di saliva, la penetrò proprio a pochi centimetri dai nostri nasi.
Se la scopò come un’attrice porno, con forza, senza riguardi. Più spingeva più lei urlava e ne chiedeva di più.
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
“Sono venuta già due volte, sei felice?”.
Mi venne da alzarmi, anche se ero legato, e mandare tutti a quel paese, ma ancora una volta mi contenni.
Alternarono almeno quattro o cinque posizioni diverse, che io ricordi.
Valentina sembrava stordita, shockata dalla visione, ma per amor della causa rimase, come me, sempre in silenzio.
Eravamo alle battute finali, stavolta purtroppo non del film.
Ci regalarono la ciliegina sulla torta. Martina si inginocchiò appoggiandosi alle nostre gambe, tirando fuori la lingua.
Alessio iniziò a masturbarsi su di lei, si vedeva che era particolarmente impaziente di inondarla.
Il suo cazzo era viola dall’eccitazione, le vene pulsavano frenetiche e la mia ragazza aspettava li davanti che si sfogasse su di lei.
Qualche secondo dopo si lasciò andare in un verso animalesco e schizzò una marea di sborra nella bocca di Martina. Sembrava quasi affogare, cercò di ingoiare tutto ma qualche rivolo di seme le colò dalle labbra fino al collo e al petto.
Fu una visione irreale, non capivo neanche che fosse successo, non mi capacitavo che fosse tutto vero. La mia ragazza sembrava un’altra persona, sembrava posseduta.
Tirai un sospiro di sollievo, credendo che la gogna fosse terminata, ma mi sbagliavo tremendamente.
Martina, con la bocca ancora sporca, si sedette su di me e cercò di baciarmi.
“Basta è troppo!”, esclamai ormai esausto, scansandomi.
“O finiamo in bellezza o finiamo per sempre”, rispose prontamente lei.
“Non è giusto, c’è un limite”
“Prendere o lasciare.”
Mi presi qualche secondo che mi parve durare una vita, ormai avevo assistito a tutta quella umiliazione solo per riavere la mia vita, dovevo solo sottostare all’ultimo capriccio e poi sarebbe finita. Nonostante mi disgustasse, non aveva senso aver sofferto fino a quel punto per mandare tutto a rotoli all’ultimo scalino.
Annuii e Martina iniziò un appassionato bacio con tanto di lingua, sentivo i sapori dei due amanti mescolarsi nella mia bocca, era il momento più umiliante della mia vita.
Alessio, quasi contemporaneamente, sottopose alla sua ragazza un trattamento simile, se non peggiore.
Si avvicinò a lei, le porse il suo cazzo ancora gocciolante di saliva e sborra e le ordinò di ripulirlo fino all’ultima goccia.
Valentina non protestò, chinò la testa e iniziò a leccarlo e succhiarlo cercando di fare il prima possibile. Era stata totalmente sottomessa, il suo amore per Alessio l’aveva spinta a tutto, esattamente come me.
Venimmo slegati, ognuno di noi tornò a casa coi propri partner.
Riaccompagnata Martina, scese dalla macchina e guardandomi disse: “Tutto risolto, possiamo ricominciare da capo. Spero ti sia servito da lezione, da domani sarò di nuovo tua. Buonanotte!”
La vidi allontanarsi con il suo passo affascinante e chiudersi la porta alle spalle.
Pian piano tornò tutto come prima, è vero, ma ci volle un bel po’ di tempo.
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Tutto procedeva normalmente, le uscite erano sempre piacevoli e non avevamo più accennato a nulla, né tra di noi, né ai nostri partner. Gli equilibri sembravano invariati fino alla fine delle feste natalizie.
Negli ultimi giorni, però, avevo notato in Martina degli atteggiamenti strani, che non riuscivo a comprendere. Piccole cose, agli occhi di un estraneo insignificanti, che però stonavano con ciò che era più o meno la nostra routine.
Valentina, allo stesso tempo, aveva sempre più un’aria preoccupata, sembrava chiusa, come se qualcosa la stesse turbando. Alessio si faceva vedere molto meno, dicendo di essere in un periodo stressante sul lavoro.
La nostra vita procedeva abbastanza normalmente, con qualche tensione di tanto in tanto, ma sempre con motivazioni che mi andavo a giustificare per altri versi. Non so spiegare cosa non mi tornasse esattamente, era una semplice sensazione.
Un giorno, stanco di questa aria pesante, decisi di scrivere a Valentina per parlarle.
“Ehi Vale, dopo il lavoro che ne dici se ci prendiamo uno spritz?”
Mi rispose dopo un paio d’ore: “Non so se sia una buona idea sinceramente”.
Insistetti un po’, avevo paura che pensasse che volessi replicare ciò che era successo tempo prima, così chiarii che era una semplice chiacchierata.
Riuscito nell’intento, ci incontrammo nel solito bar del centro e dopo qualche parola di circostanza entrai in argomento.
“Vale, è da un po’ di tempo che noto un clima strano, sia con Martina che nelle uscite”.
La vidi bloccarsi, diventare paonazza, nonostante non avessimo ancora bevuto e il freddo ci stesse tagliando come una lama. Balbettando mi rivelò: “Vedi, qualche giorno fa non ho saputo più resistere, mi sono sentita in colpa e ho raccontato tutto ad Ale…”
In quel momento feci il suo esatto opposto, sbiancai e mi sentii mancare il terreno da sotto le scarpe.
E se Alessio lo avesse raccontato a Martina? Questo poteva spiegare molti comportamenti.
Nel frattempo in cui la mia testa indagava sui possibili scenari catastrofici, le chiesi cosa aveva detto lui e cosa era successo in seguito.
Fu una lunga discussione in cui mi spiegò che il suo ragazzo era rimasto talmente shockato dalla cosa che non aveva saputo come gestirla. Coinvolgeva la sua ragazza e i suoi migliori amici, ovvero il cuore del suo microcosmo che si era creato in città.
Erano rimasti d’accordo che non si sarebbero lasciati per il momento, ma che aveva bisogno di tempo per capire come affrontare la situazione e se valeva la pena perdonare per salvare la relazione.
Tutto ciò mi parve strano, al suo posto sarei partito di testa e avrei allontanato tutto e tutti, mi sorprendeva una reazione così pacata e razionale. Essendo Alessio una delle persone più calme che io abbia mai conosciuto, accettai la versione di Valentina e la diedi per buona. Mi assicurò che Alessio non avrebbe raccontato nulla, poi si alzò a saldare il conto delle bevute.
Avrei avuto altre mille domande, ma era tardi, così per non insospettire Martina ci salutammo e tornammo a casa.
Passò qualche altro giorno, stessa aria, stessa preoccupazione, fino a che non ricevetti un messaggio di Alessio: “Stasera tutti a cena a casa mia?”.
Era sparito per tutto quel tempo, non si era fatto sentire per diversi giorni, giustamente, ed eccolo tornato.
Mi parve strano, ma magari aveva deciso di metterci una pietra sopra e cercare di ristabilire la normalità.
La sera, puntuale, suonai il campanello con una bottiglia di vino in mano. Entrai nel portone e incrociai Valentina che stava per salire nel piccolo ascensore. Ci stringemmo e salimmo come sempre al terzo piano.
Entrando ci aprì Alessio, con un gran sorriso, che spalancando la porta mi permise di intravedere Martina già a tavola.
Strano, non mi aveva risposto per tutto il giorno, ed eccola lì. Decisi di non farmi troppe domande e comportarmi normalmente, vista la situazione già delicata.
Mi sedetti servendo il vino nei bicchieri, Vale appese il cappotto e ci raggiunse. La cena proseguì nel migliore dei modi, tutto sembrava finalmente tornato alla normalità: vino, buon cibo e tante risate.
Bevuto il caffè, però, successe qualcosa che non avrei mai immaginato neanche nelle ipotesi più fantascientifiche.
Alessio, con la sua solita calma, si alzò e si spostò vicino a Martina, che prese la parola.
Guardando me e Valentina: “Sappiamo cosa avete fatto, me l’ha raccontato Alessio. Avete tradito i vostri partner e i vostri amici, che vergogna, siete spregevoli e non meritate nulla”.
Anche Alessio aveva cambiato aria, continuò: “se volete che tutto torni come prima, dovete stare alle nostre regole, altrimenti quella è la porta per andarvene per sempre”.
Io e Valentina gelammo, era stata una stupida sbandata di una sera, da ubriachi. Non c’era sentimento, era una cavolata fatta senza ragionare, un colpo di testa che sentimentalmente aveva significato meno di niente.
Io amavo alla follia Martina e lei Alessio, erano le nostre metà in tutto e per tutto, le persone con cui costruire una vita insieme.
Oltretutto, venendo da città diverse, ci eravamo creati come una piccola famiglia quando uscivamo insieme, persone su cui fare affidamento, sempre.
Realizzando tutto questo, capimmo nello stesso momento quanto fossimo stati stupidi ad aver combinato questo disastro.
In quel frangente avremmo fatto letteralmente di tutto per cancellare quella serata maledetta.
Martina: “Abbiamo pensato a una soluzione, tutto può tornare come prima”.
Guardai Valentina per cercare di capire se fosse al corrente di tutto ciò, ma mi sembrò ancora più confusa di me.
Alessio: “quello che avete fatto, a pochi centimetri da noi, è la cosa più umiliante che abbiamo mai subito, quindi dovrete ricevere lo stesso trattamento. Se volete metterci una pietra sopra, dovete accettare che io e Martina facciamo la stessa cosa che avete fatto voi”.
Credo di aver avuto più mancamenti in quella serata che Dante nell’intera Divina Commedia. Non sapevo che dire, cosa fare, non uscivano parole dalla mia bocca.
Valentina, coraggiosamente, chiese spiegazioni al suo ragazzo, che non ci fece attendere.
“Io e Martina scoperemo, una sola volta, come voi, così che possiate capire cosa si prova a essere traditi e presi in giro”.
Valentina: “dai possiamo trovare una soluzione, vi prego, qualsiasi cosa tranne questo…”
Non le permise neanche di terminare la frase che continuò: “ah, e chiaramente voi due assisterete a tutto. Solo così saremo pari, nessuna trattativa”.
Ancora senza parole, ci dettero un giorno per pensare, poi sarebbe finito tutto per sempre e l’idea mi terrorizzava.
Appesantito dallo sguardo deluso di Martina, me ne andai in silenzio, seguito da Valentina che aveva le lacrime agli occhi.
Litigammo a lungo, ognuno incolpava l’altro, ma ormai c’era poco da fare.
Le domande erano tante: sarebbe stato veramente tutto come prima? E se una volta affrontato tutto ciò ci avessero lasciato comunque? Nessuno ci garantiva nulla.
In preda ai rimorsi, ognuno di noi due avrebbe fatto follie per tenersi stretto il proprio partner e farsi perdonare, non avevamo intenzione di rovinare le nostre vite per un singolo colpo di testa dettato dall’alcol.
Nonostante non avessimo certezze, dopo due ore di confronto, decidemmo di fare il salto nel vuoto e rischiare il tutto per tutto.
Rimaneva il fatto che eravamo due persone molto gelose, che mai avrebbero pensato di assistere a una cosa del genere, ma anche gli ultimi a poter giudicare.
Il giorno seguente ci rivedemmo tutti e quattro, accettammo, e Martina e Alessio ci comunicarono che sarebbe successo l’indomani sera.
Non vidi mai Martina in quel lasso di tempo, mi disse solo di passare da lei per le 19.00.
Non chiusi occhio la notte, quel pensiero mi attanagliò lo stomaco per tutto il giorno, ma mi convinsi un po’ di meritarlo.
Arrivato il momento, entrai a casa di Martina, che mi accolse in accappatoio, si stava per preparare.
“Allora, che mi metto?”, mi domandò.
“Dai Martina non scherzare, è già abbastanza pesante senza che mi costringi ad aiutarti a scopare Alessio”.
“Ah si? Va bene, chiamo per annullare tutto”.
“No, no… calma, ti aiuto”
Che fastidio, pensai, sotto ricatto, continuava ad essere giusto questo calvario? Era andato troppo oltre?
In fondo mi importava solo di portare a termine quell’inferno di serata e coprire tutto con una gigantesca pietra.
Martina mi chiese consiglio su qualsiasi cosa, dalle scarpe al trucco. La aiutai a scegliere e indossare tutto, come una specie di schiavo.
Martina è una ragazza alta 1,60m, bionda, occhi verdi che ti penetrano fino all’anima non appena ne incroci lo sguardo. Il suo seno è abbondante, morbido e spicca sopra un fisico snello e allenato. La mia parte preferita, però, sono le gambe, toniche e perfette, che riesce sempre a mettere in mostra nella sua camminata sensuale. Una meraviglia per qualunque uomo o donna la incroci per strada, un mix di innocenza e malizia che fa capitolare tutti, e ovviamente io ne sono sempre stato fiero.
Quella sera indossò una camicetta blu, sbottonata abbastanza da far intravedere la fine rosa tatuata sullo sterno. Sotto scelse una gonna cortissima, mutandine di pizzo trasparente e delle calze a rete che le mettevano in risalto proprio il mio punto debole. A completare il tutto, dei tacchi alti che la slanciavano ancor di più. Spesso l’avevo vista in tiro ed elegante, ma mai fino a questo punto, o almeno era la mia percezione del momento.
Salimmo in macchina, non si peritò dal farsi notare mentre prendeva dal cruscotto i preservativi che usavamo insieme, e partimmo verso casa di Alessio.
Entrammo, lei si fiondò a parlare con il suo nuovo partner e io mi avvicinai a Valentina, che aveva nuovamente gli occhi lucidi. Mi raccontò che anche lei aveva subito il mio stesso trattamento pre incontro.
Alessio: “non perdiamo tempo, venite con noi”.
Li seguimmo in camera da letto dove c’erano già due sedie in fondo alla stanza che ci stavano aspettando. Era tutto in penombra, avevano acceso delle candele profumate e messo della musica jazz.
Mi parve tutto un po’ esagerato, non vedevo l’ora di togliermi il dente e scappare via.
Martina si avvicinò a noi vittime già pronte e rapidamente ci legò le mani dietro allo schienale, utilizzando delle manette tipo quelle che si trovano nei sexy shop.
“Così, nell’evenienza che qualcuno ci ripensi, ormai è troppo tardi”.
Superati i primi momenti in cui ci osservarono soddisfatti, si lasciarono andare ad un lungo bacio appassionato.
Alessio non si fece attendere nell’allungare le mani su quel corpo da urlo, le massaggiava il fondo schiena, le strizzava i capezzoli già turgidi. Martina intanto esplorava la sua bocca assaporandone ogni millimetro, mentre con la mano gli strofinava il pacco con furia.
Avevano una carica erotica altissima, erano infuocati, probabilmente nelle loro fantasie era già successo tutto ciò.
Il mio amico, d’altronde, era oggettivamente un bell’uomo: fisico scolpito, barba e capelli scuri sempre curati, spalle imponenti. Sprigionava carisma da ogni poro, il classico maschio alpha che vediamo nei film.
Ben presto si sedette sul bordo del letto, la mia ragazza si inginocchiò davanti a lui liberandolo dalla zip e trovandosi davanti al viso un cazzo imponente e già in tiro.
Cominciò a masturbarlo con delicatezza, per poi accoglierlo nella sua bocca. Su e giù, adorava quell’asta come se fosse uno scettro del potere. Maliziosamente si posizionò di lato, in modo da garantirci la piena visuale. Martina continuava a riempire di saliva Alessio, a massaggiargli le palle, a succhiarlo con avidità mentre ci fissava perfidamente negli occhi.
Soprattutto in lei, si notava la sete di vendetta nel godere della visuale di Valentina inerme e di me pietrificato.
Stava prendendo il suo territorio e allo stesso tempo mi stava dimostrando quanto potesse essere troia senza di me.
Alessio la prese, la mise supina e le sfilò le mutandine. La leccò con avidità, lei ansimava e lo spingeva tra le sue gambe.
Era il momento, aprì la confezione dei miei preservativi e ne srotolò uno sul suo membro.
Martina si mise quasi istintivamente a novanta gradi con le mani appoggiate sulle nostre sedie. L’uomo si avvicinò da dietro e dopo averla lubrificata con un po’ di saliva, la penetrò proprio a pochi centimetri dai nostri nasi.
Se la scopò come un’attrice porno, con forza, senza riguardi. Più spingeva più lei urlava e ne chiedeva di più.
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
“Sono venuta già due volte, sei felice?”.
Mi venne da alzarmi, anche se ero legato, e mandare tutti a quel paese, ma ancora una volta mi contenni.
Alternarono almeno quattro o cinque posizioni diverse, che io ricordi.
Valentina sembrava stordita, shockata dalla visione, ma per amor della causa rimase, come me, sempre in silenzio.
Eravamo alle battute finali, stavolta purtroppo non del film.
Ci regalarono la ciliegina sulla torta. Martina si inginocchiò appoggiandosi alle nostre gambe, tirando fuori la lingua.
Alessio iniziò a masturbarsi su di lei, si vedeva che era particolarmente impaziente di inondarla.
Il suo cazzo era viola dall’eccitazione, le vene pulsavano frenetiche e la mia ragazza aspettava li davanti che si sfogasse su di lei.
Qualche secondo dopo si lasciò andare in un verso animalesco e schizzò una marea di sborra nella bocca di Martina. Sembrava quasi affogare, cercò di ingoiare tutto ma qualche rivolo di seme le colò dalle labbra fino al collo e al petto.
Fu una visione irreale, non capivo neanche che fosse successo, non mi capacitavo che fosse tutto vero. La mia ragazza sembrava un’altra persona, sembrava posseduta.
Tirai un sospiro di sollievo, credendo che la gogna fosse terminata, ma mi sbagliavo tremendamente.
Martina, con la bocca ancora sporca, si sedette su di me e cercò di baciarmi.
“Basta è troppo!”, esclamai ormai esausto, scansandomi.
“O finiamo in bellezza o finiamo per sempre”, rispose prontamente lei.
“Non è giusto, c’è un limite”
“Prendere o lasciare.”
Mi presi qualche secondo che mi parve durare una vita, ormai avevo assistito a tutta quella umiliazione solo per riavere la mia vita, dovevo solo sottostare all’ultimo capriccio e poi sarebbe finita. Nonostante mi disgustasse, non aveva senso aver sofferto fino a quel punto per mandare tutto a rotoli all’ultimo scalino.
Annuii e Martina iniziò un appassionato bacio con tanto di lingua, sentivo i sapori dei due amanti mescolarsi nella mia bocca, era il momento più umiliante della mia vita.
Alessio, quasi contemporaneamente, sottopose alla sua ragazza un trattamento simile, se non peggiore.
Si avvicinò a lei, le porse il suo cazzo ancora gocciolante di saliva e sborra e le ordinò di ripulirlo fino all’ultima goccia.
Valentina non protestò, chinò la testa e iniziò a leccarlo e succhiarlo cercando di fare il prima possibile. Era stata totalmente sottomessa, il suo amore per Alessio l’aveva spinta a tutto, esattamente come me.
Venimmo slegati, ognuno di noi tornò a casa coi propri partner.
Riaccompagnata Martina, scese dalla macchina e guardandomi disse: “Tutto risolto, possiamo ricominciare da capo. Spero ti sia servito da lezione, da domani sarò di nuovo tua. Buonanotte!”
La vidi allontanarsi con il suo passo affascinante e chiudersi la porta alle spalle.
Pian piano tornò tutto come prima, è vero, ma ci volle un bel po’ di tempo.
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La prima volta a tre (Storia vera)
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