La sostituzione

di
genere
etero

“Ehi, Sarà ha il covid, ed io devo restare con i bambini, dovresti sostituirmi con i ragazzi della squadra. Riesci?
Whatsapp delle 21.39 di un banalissimo giovedì sera, dove l’indomani sarei dovuta partire per un weekend tra amiche.
Il messaggio e di Luca, L altro ragazzo con cui gestisco un piccolo studio di fisioterapia e diamo anche il nostro contributo alle quadre giovanili del calcio e basket della città. Io, Chiara che di anni ne ho 35, ho sempre detestato la palese visibilità che davano queste attiva, solo perché odio stare in tuta davanti alla gente è soprattutto perché non amo quelle maglie piene di sponsor che mi evidenziano il senso ancor di più.
“Ok, ma mi devi almeno una settimana di colazioni!”. Lui sapeva il mio problema, se così possiamo chiamarlo. Disdico il weekend con le ragazze , che tra L altro mi era costato €50 di estetista tra depilazione e tutto, e prendo coraggio e attendo la domenica per questa benedetta partita, fortunatamente era quella di calcio e per le 18 sarei stata libera, e avrei potuto raggiungere degli amici per un aperitivo. Domenica mattina, passo in studio, mi cambio, Nike, leggins neri e polo dalle mille scritte e colori che, cazzo! Non si chiude sul seno, quindi…. Vabbè oltre a sopportare tutto questo avrò anche gli occhi sempre puntati li.
Arrivo al campo, saluto i ragazzi, alcuni nemmeno li conosco, da quanto frequento poco queste attività; molti non sapevano che avrei sostituito Luca, nemmeno l’allenatore, Sandro.
Sandro lo conosco bene, è una delle prime cotto adolescenziali, adesso è un quarantenne brizzolato, separato e unicamente dedito ai suoi ragazzi del calcio. La prima cotta non si scorda mai, e a 15 anni conoscevo ogni minimo dettaglio della sua vita, poi per come va la vita, lo persi di vista perché aveva cambiato città e vi aveva fatto ritorno dopo la separazione; lui da ragazzi mi guardava a malapena, infatti non mi ha proprio riconosciuto.
“Ah sei Chiara, la collega di Luca? Che piacere conoscerti!
Noi non abbiamo grandi esigenze, al massimo chiederemo il tuo aiuto semmai qualcuno dovesse farsi male. E non preoccuparti ti liberemo presto da questo impiccio.”1
“Sei gentile, ma nessun impiccio, lo faccio con piacere” sicuramente la mia faccia stava dicendo altro, ma almeno dovevo provare a nascondere il mio disagio. Inizia la partita e mi siedo in panchina con gli altri ragazzi della squadra, e inizio a sentire i commenti sul mio seno, culo e tutto, ma alla fine ho detto : lasciali fare, avranno al massimo 16 anni, gli ormoni a palla e tra 2 ore sarai fuori da questo incubo.
La partita continua e la nostra squadra e sotto di 2 goal, e non so come sia potuto succedere, anche perché ero immersa nei miei pensieri, Sandro viene espulso e deve lasciare il campo. Per la rabbia che aveva in corpo ( sinceramente non ne capivo il motivo) il 2^ allenatore lo accompagna fuori e….
“Chiara corri, Sandro è caduto e non riesce ad appoggiare il piede!!! Corri corri!!!”
“Arrivo!”
Sandro era lì, seduto nelll ultimo scalino che imprecava ancora contro L arbitro, senza neanche accorgersi che io fossi lì, e infatti ad un certo punto:” oh scusami non è bello bestemmiare davanti ad una ragazza.”
“ non preoccuparti, spesso sono trasparente”
“ non sei traspara te ora come non lo eri a 15 anni”
E io lì puff, mi aveva riconosciuto. Lo convinco ad andare nello spogliatoio per farmi vedere la caviglia; nel frattempo finisce il primo tempo rientrano i ragazzi e dopo 12/13 minuti se ne rivanno in campo.
Controllo la caviglia ed era solo una semplice distorsione, vedrai che con un po’ di riposo, passerà.
“Questo significa che non ho bisogno di te?” Ed io a quella domanda non sapevo cosa rispondere e mi sentivo anche un po’ in imbarazzo… sembrava quasi che ci stesse provando; ma sapere che fa lì a qualche decina di minuti sarebbero rientrati tutti i ragazzi, mi face subito cadere questo pensiero.
“Torno in campo, tu rimani qui sdraiato e poi fatti accompagnare a casa.”
“Aspetta, mi fa male anche qui”indicando il petto all altezza del cuore, e così mi strappa un sorriso, si un sorriso, perché cazzo era bello come un dio.
“Dai fammi andare, almeno gli rassicuro sulle tue condizioni”
“Aspetta! Oltre alla caviglia c’è qualcos’altro che si sta gonfiando! “ e io da ingenua, mi avvicino e iniziò a tastarlo le ginocchia
“ ma Sandro, non credo, sarà una tua impressione”
Sorride, mi prende la mano e L appoggia sulla patta dei pantaloni e sinceramente c’era un bel rigonfiamento, che facevano capire che sotto c’era un bel Biscione. Ero imbarazzatissima, non sapevo che fare, cerco di dissuaderlo con la scusa dei ragazzi che sarebbero rientrati a momenti.
“Accompagnami a casa”
“ Devo aspettare che finisca la partita, se un ragazzo dovesse aver bisogno di me, vorrei esserci.”
Rimaniamo d accordo che L avrei accompagnato io.
Finisce la partita e saliamo nella mia macchina e mi da le indicazioni per raggiungere il suo appartamento; arriviamo e mi chiede di accompagnarlo su, 3 piano senza ascensore, o meglio con ascensore rotto.
Okey, andiamo arriviamo su, e magicamente L ascensore entra in movimento.
“Sandro, mi prendi per il culo?” “Dai non saresti mai salita, se quando t incazzi sei così bella, allora ti dico un segreto, la caviglia non mi fa male” .
Non so perché gli tiro uno schiaffo, mi sono sentita presa veramente in giro. Faccio per andarmene e mi blocca, si avvicina, e non so perché mi sento invadere da un ondata di calore e sentivo il mio seno indurirsi. Forse saranno state le sue braccia attorno al ventre, il suo respiro sul mio collo o quel canzone che premeva sul mio culo.
Ora potevo solo che rilassarmi, ormai ero in ballo e dovevo ballare, e così ho fatto.
Gli ho afferrato un mano e m sono girata, e le ho sentite subito sul mio culo e stavamo cercando di entrare dentro i pantaloni. In un secondo ci troviamo in camera da letto, lui con un cazzo che scoppiava nei pantaloni e io con un seno che desiderava essere liberato. Avevo voglia di cavalcarlo, di godere di divertirmi, di stare bene.
Sopra di lui, mi tolsi la maglia e poi il reggiseno e sentivo il cazzo sempre più duro, e vedevo Sandro soffrire, perché ancora era vestito. Mi abbasso verso di lui e gli chiedo se vuole spogliarsi da solo o se potevo farlo io; “ spogliami, ma ti voglio nuda, voglio godere anche solo guardandoti.”
La sua fermezza, in quel momento mi ha arrapato talmente tanto che in un batterdocchio lui era nudo e Ili stavo per scappellare. E ragazz* fatemelo dire, che cazzo di cazzo : enorme, duro, liscio e voglioso di piacere.
Ho iniziato a pomparlo, ma Sandro era irrequieto… ho chiesto se qualcosa non andasse e mi ha detto che voleva fare un 69.
E si, gli sono salita sopra e mi ha iniziato a scopare con la bocca e io a farli un pompino.
Quando godo, non riesco a controllare i miei gemiti, urlo, miagolo, non mi controllo, tanto che Sandro, non aspettandosi questo mio atteggiamento mi ha sborrato in bocca. Dopo una copiosa sborrata, quella mazza di carne era ancora in tiro.
“Mi arrapi, fatto scopare la figa leccata è bagnata. Girati, muoviti, che ti trapano tutta.”
mi giro e mi avvicino a lui e gli sussurro all’orecchio “Trapimi anche il buco del culo”
“ da quanto non scopi, che sei così arrapata? Questo fine settimana avevi voglia di cazzo, sei tutta depilata”
“ non scopo da una settimana, questo we sarei dovuta andare fuor, ma ho dovuto sostituire Luca”
“Benedetto covid, adesso ti scopo anche il culo! Posso venire dentro o serve il preservativo? Ne dovrei avere giusto uno di la”
“ puoi venire dentro, prendo la pillola, adesso scopami che il mio orgasmo è molto lontano. Muovi questo cazzo, voglio godere”
Mentre alterna figa e culo, viene due volte e finalmente anche io raggiungo l apice del piacere.
“ non sono mai venuto tre volte di seguito e il cazzo rimare duro … quasi quasi si potrebbe continuare…”
“ tesoro, se faccio due dei miei versi, vieni subito, scommettiamo?
“Scommettiamo! Ci sto, ma chi unque vinca, adesso ordino sushi e lo mangiamo nudi a letto”
Io annuisco.
Mente con cazzo duro in mano, prende il telefono ed inizia ad ordinare, io mi metto seduta in ginocchio davanti a lui, ed inizio a masturbarmi e gemere, e lo vedevo faticare a parlare con il ristorante, ordinava e si segava, io mi masturbavo e gemevo, e lui si segava, io mi masturbavo e lui si segava, fino a quando dopo pochi minuti venne nuovamente.
Rimaniamo nudi, vicini e senza imbarazzo iniziamo a scherzare e ridere.
“Poi quando arriva il sushi, dobbiamo fare un gioco, il tuo cazzo riesce o preferisce riposarsi? “
“ che gioco? “
“ la salsa di soia, la sostituiamo… io mangio con la sborra e tu con i miei umori…se non ti va dillo…”
“Girati, il cazzo e già duro, inizio a scoparti, 5 minuti e il sushi arriva, così la salsa sarà quasi pronta”

Dopo quella sera, Sandro lo vedo ogni tanto.
scritto il
2023-02-24
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