Saltacoda
di
Fisioterapista90
genere
etero
Da lì a qualche settimana sarebbe stato il compleanno di una mia cara amica con cui ho condiviso tutto il cammino scolastico, che avrebbe compiuto 35 anni. Parlando con altre amiche avevamo deciso di organizzarle una cena a sorpresa per recuperare i compleanni del covid, e anche quelli prima, dato che per i 30 non aveva fatto nulla, avendo perso il papà da poco.
Siamo in 4 Lucia, la festeggiata, che è L eterna indecisa, Marika, la social, GLoria L eterna bambina e poi io, quella realista, quella che vede bianco o nero e non riesce a vedere le sfumature.
Ad organizzare questa cena, c’è anche Fabio il suo ragazzo e, il mio gli ore amico di lui, Davide, che noi ragazze non conosciamo.
Creato il gruppo di chat, fatte le varie proposte, capiamo che per organizzare qualcosa di decente e soprattutto mettere tutti d’accordo, non si poteva fare per telefono, ma era assolutamente necessario vedersi, altrimenti era solo da lasciar perdere.
Gli unici che non vivevamo a casa con i genitori siamo io e Lucia, ma dato che lei è la festeggiata e non deve sapere nulla, mi offro per una pizzata a casa mia per il mercoledì successivo così avremmo deciso tutto. Abbiamo scelto il mercoledì perché Lucia e Marika vanno al cinema e Fabio e Davide hanno padel. Il mercoledì successivo ci troviamo a casa mia e Fabio ci confida che la sera della cena vorrebbe chiedere a Lucia di sposarlo e proprio per questo vorrebbe che io e Davide il prossimo sabato lo accompagnassimo a scegliere L anello, io perché conosco i gusti di Lucia a menadito e Davide perché gli serve supporto maschile per pagare. Che scemo !
Durante la cena prenotammo ed organizzammo tutto: avevamo deciso per un tranquillo pranzo in un super agriturismo così che dopo la torta potesse fargli la proposta.
Ci mettemmo d accordo per sabato e la pizzata finì così.
Non sono riuscita ad inquadrare Davide, che tipo fosse: a dir di Lucia è un ragazzo un po’ chiuso, con la passione dei motori, ma per scelte sbagliate è finito a far architettura! Proprio uguale. Esteticamente e nelle media, sapete uno che non ti rimane impresso, non so distingue dalla massa.
Sabato mattina vado in centro per cercare qualcosa di carino per domenica, poi al pomeriggio avrei avuto da fare con Fabio e Davide.
Entro nel primo negozio e nulla, una calca, in aria chiusa … che bleah! Esco
Zara, trovo qualcosa da provarmi, ma come sempre alle cabine prova una fila interminabile e come sempre, fuggo nei camerini del reparto uomo.
Provo dei jeans scuri, pantaloni blu e qualche camicia.
“Ehi che ci fai qui?”
“Ciao Giacomo! Cerco solo di entrare in camerino senza dover fare una fila esagerata. Devo provare questi” gli spiego indicandogli i vestiti che avevo in mano.
E il mio turno, Giacomo e già entrato in camerino; provo quel che ho preso e alla fine ho preso solo un jeans.
“Allora? Come è andato questo shopping? “
“Bah nulla di che! Scusami Giacomo, ma devo fuggire “ e gli ho spiegato che cosa avessi dovuto fare. Ci salutiamo con due baci sulla guancia.
Incontrai Fabio e Davide, comprammo un anello molto carino per Lucia, ero sicurissima che gli potesse piacere.
Saluto Fabio e Davide, torno a casa, avrei voluto fare qualche maschera, qualche trattamento per essere al meglio il giorno seguente.
Torno a casa e davanti la porta, trovo una scatola chiusa con scritto sopra per mio nome. Entro, mi sento osservava e partono mille pensieri dai più belli ai più brutti ( colpa delle serie horror).
Mi serve del vino, qualsiasi cosa sia.
Mi siedo e la scatola e davanti a me.
Respiro profondo, prendo coraggio e la apro: c’è qualcosa incartato con della velina è un biglietto. “Per il tuo prossimo weekend dedicato a te. Se poi mi penserai, fallo lasciandola slacciata.”
Mi è passato un brivido. È stato carino, ma anche tremendamente eccitante.
Via le scarpe, la tuta e via tutto il resto, rimango in intimo e la indosso: era una bella camicia, morbida, profumata e fottutamente arrappante. Mando una foto a Giacomo: “ti penserò così”.
“Se togli anche il reggiseno, mi pensi meglio”
Lo tolgo, ma decido di togliere anche gli slip e gli mandai la foto di quello che avevo tolto.
Mi piaceva questo gioco
Passano giusto 3 minuti e suona il campanello della porta.
“Chi è?”
“Apri e lo scoprirai”
Era Giacomo, e dallo spioncino L ho visto che era agitato, agitato da eccitazione.
Apro la porta e lui la spalanca, mi prende in braccio, e inizia a baciarmi viso, collo fino a che non mi appoggia sul marmo freddo della cucina e mi irrigidisco tutta. Sembrava un altro dall ultima volta.
Era vestito, mi allarga le gambe e, sento il suo respiro sempre più vicino alla mia pelle, e la sua lingua stava entrando nella mia figa.
Sono ormai nelle sue mani.
“Conduci tu il gioco, fai quello che vuoi, voglio solo godere”
Mi sta scopando con la bocca, con le mani mi appoggio al piano, e il piacere mi fa inarcare la schiena “voglio il cazzo”
“Cosa vuoi?”
“Voglio il tuo cazzo”
“Dove?” Eccitata, e vogliosa di avere ancora piacere tenevo Giacomo per i capelli e lo baciavo ovunque potessi.
“Voglio il tuo cazzo in ogni mi buco. Cazzo Giacomo tiralo fuori e non rompere i coglioni. Scopami!”
In me che non si dica, era dentro di me.
“Sei un diavolo con la faccia d Angelo, che scopa come una dea, ti piace il cazzo eh? “
Mentre mi parla, fa dei movimenti di bacino che mi fanno godere, godo e godo e come sempre non resisto: miagolo, gemo, urlo e lui viene, viene dentro di me, con una quantità assurda di sborra che mi scalda ancor di più.
Questa volta è durato di piu
“ ti sei allenato, che sei venuto più tardi?”
Chiedo mentre ancora il cazzo mi scopa la figa e cerca di arrivare al culo
“ ogni maledetta sera mi sono segato pensando a te, L altra sera non ho resistito, anche negli spogliatoi del supermercato”
“Complimenti porcellino… vieni qui…ho gli di farti un pompino”
“Io ho sete, fammi bere dalla figa. 69?”
“Si cazzo!”
Non durai tanto, era bravissimo con la lingua, raggiungemmo L apice del piacere insieme e venimmo entrambi nella bocca dell altro. Non mi era mai successo, nemmeno con Sandro.
“Ti va del sushi?”
“Si, mangiamo nudi. Decido io.”
“C’è un altra cosa da fare oltre che mangiare nudi, la salsa di soia non mi va, lo zupperò nella tua sborra e tu nei miei umori”
“Quante altre volte L hai fatto?”
“Qualcuna”
“Mi ecciti troppo. Ordina.”
Mentre ordino, mi bacia il collo e mi accarezza i seni e, cazzo! Quanto avrei voluto girarmi e baciarlo; ha il cazzo duro in altra volta.
“Ci vogliono 45 minuti”
“Perfetto, adesso per 45 minuti si eccitiamo senza venire, poi quando la
Nostra cena sarà qui, là nostre eccitazione sarà ai massimi livelli, quando verremmo potremmo inzuppare tutto quello che vogliamo”
“Sei un trombamico perfetto”
“Tu di più”.
Siamo in 4 Lucia, la festeggiata, che è L eterna indecisa, Marika, la social, GLoria L eterna bambina e poi io, quella realista, quella che vede bianco o nero e non riesce a vedere le sfumature.
Ad organizzare questa cena, c’è anche Fabio il suo ragazzo e, il mio gli ore amico di lui, Davide, che noi ragazze non conosciamo.
Creato il gruppo di chat, fatte le varie proposte, capiamo che per organizzare qualcosa di decente e soprattutto mettere tutti d’accordo, non si poteva fare per telefono, ma era assolutamente necessario vedersi, altrimenti era solo da lasciar perdere.
Gli unici che non vivevamo a casa con i genitori siamo io e Lucia, ma dato che lei è la festeggiata e non deve sapere nulla, mi offro per una pizzata a casa mia per il mercoledì successivo così avremmo deciso tutto. Abbiamo scelto il mercoledì perché Lucia e Marika vanno al cinema e Fabio e Davide hanno padel. Il mercoledì successivo ci troviamo a casa mia e Fabio ci confida che la sera della cena vorrebbe chiedere a Lucia di sposarlo e proprio per questo vorrebbe che io e Davide il prossimo sabato lo accompagnassimo a scegliere L anello, io perché conosco i gusti di Lucia a menadito e Davide perché gli serve supporto maschile per pagare. Che scemo !
Durante la cena prenotammo ed organizzammo tutto: avevamo deciso per un tranquillo pranzo in un super agriturismo così che dopo la torta potesse fargli la proposta.
Ci mettemmo d accordo per sabato e la pizzata finì così.
Non sono riuscita ad inquadrare Davide, che tipo fosse: a dir di Lucia è un ragazzo un po’ chiuso, con la passione dei motori, ma per scelte sbagliate è finito a far architettura! Proprio uguale. Esteticamente e nelle media, sapete uno che non ti rimane impresso, non so distingue dalla massa.
Sabato mattina vado in centro per cercare qualcosa di carino per domenica, poi al pomeriggio avrei avuto da fare con Fabio e Davide.
Entro nel primo negozio e nulla, una calca, in aria chiusa … che bleah! Esco
Zara, trovo qualcosa da provarmi, ma come sempre alle cabine prova una fila interminabile e come sempre, fuggo nei camerini del reparto uomo.
Provo dei jeans scuri, pantaloni blu e qualche camicia.
“Ehi che ci fai qui?”
“Ciao Giacomo! Cerco solo di entrare in camerino senza dover fare una fila esagerata. Devo provare questi” gli spiego indicandogli i vestiti che avevo in mano.
E il mio turno, Giacomo e già entrato in camerino; provo quel che ho preso e alla fine ho preso solo un jeans.
“Allora? Come è andato questo shopping? “
“Bah nulla di che! Scusami Giacomo, ma devo fuggire “ e gli ho spiegato che cosa avessi dovuto fare. Ci salutiamo con due baci sulla guancia.
Incontrai Fabio e Davide, comprammo un anello molto carino per Lucia, ero sicurissima che gli potesse piacere.
Saluto Fabio e Davide, torno a casa, avrei voluto fare qualche maschera, qualche trattamento per essere al meglio il giorno seguente.
Torno a casa e davanti la porta, trovo una scatola chiusa con scritto sopra per mio nome. Entro, mi sento osservava e partono mille pensieri dai più belli ai più brutti ( colpa delle serie horror).
Mi serve del vino, qualsiasi cosa sia.
Mi siedo e la scatola e davanti a me.
Respiro profondo, prendo coraggio e la apro: c’è qualcosa incartato con della velina è un biglietto. “Per il tuo prossimo weekend dedicato a te. Se poi mi penserai, fallo lasciandola slacciata.”
Mi è passato un brivido. È stato carino, ma anche tremendamente eccitante.
Via le scarpe, la tuta e via tutto il resto, rimango in intimo e la indosso: era una bella camicia, morbida, profumata e fottutamente arrappante. Mando una foto a Giacomo: “ti penserò così”.
“Se togli anche il reggiseno, mi pensi meglio”
Lo tolgo, ma decido di togliere anche gli slip e gli mandai la foto di quello che avevo tolto.
Mi piaceva questo gioco
Passano giusto 3 minuti e suona il campanello della porta.
“Chi è?”
“Apri e lo scoprirai”
Era Giacomo, e dallo spioncino L ho visto che era agitato, agitato da eccitazione.
Apro la porta e lui la spalanca, mi prende in braccio, e inizia a baciarmi viso, collo fino a che non mi appoggia sul marmo freddo della cucina e mi irrigidisco tutta. Sembrava un altro dall ultima volta.
Era vestito, mi allarga le gambe e, sento il suo respiro sempre più vicino alla mia pelle, e la sua lingua stava entrando nella mia figa.
Sono ormai nelle sue mani.
“Conduci tu il gioco, fai quello che vuoi, voglio solo godere”
Mi sta scopando con la bocca, con le mani mi appoggio al piano, e il piacere mi fa inarcare la schiena “voglio il cazzo”
“Cosa vuoi?”
“Voglio il tuo cazzo”
“Dove?” Eccitata, e vogliosa di avere ancora piacere tenevo Giacomo per i capelli e lo baciavo ovunque potessi.
“Voglio il tuo cazzo in ogni mi buco. Cazzo Giacomo tiralo fuori e non rompere i coglioni. Scopami!”
In me che non si dica, era dentro di me.
“Sei un diavolo con la faccia d Angelo, che scopa come una dea, ti piace il cazzo eh? “
Mentre mi parla, fa dei movimenti di bacino che mi fanno godere, godo e godo e come sempre non resisto: miagolo, gemo, urlo e lui viene, viene dentro di me, con una quantità assurda di sborra che mi scalda ancor di più.
Questa volta è durato di piu
“ ti sei allenato, che sei venuto più tardi?”
Chiedo mentre ancora il cazzo mi scopa la figa e cerca di arrivare al culo
“ ogni maledetta sera mi sono segato pensando a te, L altra sera non ho resistito, anche negli spogliatoi del supermercato”
“Complimenti porcellino… vieni qui…ho gli di farti un pompino”
“Io ho sete, fammi bere dalla figa. 69?”
“Si cazzo!”
Non durai tanto, era bravissimo con la lingua, raggiungemmo L apice del piacere insieme e venimmo entrambi nella bocca dell altro. Non mi era mai successo, nemmeno con Sandro.
“Ti va del sushi?”
“Si, mangiamo nudi. Decido io.”
“C’è un altra cosa da fare oltre che mangiare nudi, la salsa di soia non mi va, lo zupperò nella tua sborra e tu nei miei umori”
“Quante altre volte L hai fatto?”
“Qualcuna”
“Mi ecciti troppo. Ordina.”
Mentre ordino, mi bacia il collo e mi accarezza i seni e, cazzo! Quanto avrei voluto girarmi e baciarlo; ha il cazzo duro in altra volta.
“Ci vogliono 45 minuti”
“Perfetto, adesso per 45 minuti si eccitiamo senza venire, poi quando la
Nostra cena sarà qui, là nostre eccitazione sarà ai massimi livelli, quando verremmo potremmo inzuppare tutto quello che vogliamo”
“Sei un trombamico perfetto”
“Tu di più”.
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