Inferno Cap5

di
genere
sadomaso


Trascorro i miei periodi di sonno nella cella della Galera, il corridoio dove dormiamo noi schiave. In genere sono la sola schiava ma da due o tre sonni sento talvolta rumori. Zoccoli che sbattono, quindi schiave, noi dobbiamo sbattere forte gli zoccoli, farci sentire; si, rumori di zoccoli attutiti dalle due porte. Me ne meraviglio ed al tempo stesso non mi importa. Altre schiave significa però la presenza di altri Padroni. Non ne ho mai visto uno, oltre ai tre Fratelli cui appartengo. Rapita, convinta alla Obbedienza, sottomessa, violentata solo dopo aver accettato, anzi chiesto di essere fatta schiava. Aspirante schiava, avrei dovuto meritarmelo quel titolo. Mi hanno convinta con lo scudiscio in tre sessioni. Credevo di resistere ed invece ho ceduto e mi hanno violentata. Secondo loro non è stata violenza. Sono una schiava di conseguenza possono fare di me quello che vogliono, e lo fanno. A dire la verità forse ho visto un altro Padrone, quello che mi ha insegnato come indossare i “tutori”. Forse un padrone od un “tecnico”, non un Famiglio. Li indosso tutte le mattine e li tengo nel retto e nella vagina a lungo. Mi permettono di toglierli solo quando ho raggiunto il numero di tic tac richiesto oppure quando vogliono usarmi. Odio questa parola ed i Famigli che la usano. Non cambierebbe niente ma preferirei dicessero scopare o chiavare o...questa volta sono qui per me. Mi estranio, lascio mi conducano e facciano quello che devono. Il solito. In cucina a preparare la prima colazione; talvolta è il pranzo o la cena. Una tazza di latte e pane di ieri per me. Rigoverno e di nuovo in zoccoli, mantello e cappuccio e seguo una alla preparazione. Non la vedo ovviamente. Sono impastoiata. Oltre al cappuccio che mi impedisce di vedere e di parlare, ho le mani unite ad un collare. Lei tiene un capo della catena attaccata al collare. Se passi tante ore impastoia impari a fidarti degli altri sensi. L'udito, l' olfatto. I Famigli, i maschi puzzano di sudore, lei no. Poi i passi sono corti quanto i miei. Una donna, il peggio del peggio. Ed adesso, dopo la preparazione siamo diretti verso il salone. Significa che uno, due o tutti e tre i miei Padroni sono qua o verranno. Indosso ancora i tutori; li posso togliere prima di aver finito gli esercizi solo su loro ordine. L'ultima porta e vengo lasciata in piedi, impastoiata. Vieni qua: la voce del Padrone numero uno, il mio vero Padrone. Quello che mi ha avuta come premio od in regalo. Dice sempre le due cose insieme. Appartengo a lui solo ma i suoi due Fratelli possono fare sempre quello che vogliono, anche frustarmi, e l'hanno fatto e lo fanno “quando serve”. Quando mi sono sottomessa, dolorante per i colpi , stesa a terra ho capito che volevano, anzi no, che si aspettavano li supplicassi di risparmiarmi. Ho deciso che mi sarei piegata od avrei finto, invece mi sono piegata e come, comunque ho deciso che sarei stata la miglior schiava quindi la più grande puttana avessero mai avuto anzi di cui avessero mai sentito parlare...li avrei ingannati per trovare il modo di fuggire. Una pia illusione. Comunque mi sto già muovendo verso la voce. Che cazzo...aspetta. Poco dopo vengo liberata. Il campanello della ruota, è arrivata la sua colazione. Caffè, due brioche ed una bottiglietta d'acqua. Lo servo. Non spero molto avanzi qualcosa per me, non lui, non dopo che mi ha fatta portare nella sua camera una decina di sonni fa.
Ho fatto la sgualdrina cercando di sedurlo. Muovendo il culo e gemendo quasi mi piacesse. Quando mi baciava avevo risposto ai baci succhiandogli la lingua e spingendogli in bocca la mia di lingua. Senza incazzarsi ma con durezza mi ha mandata via. Sono stata frustata mica male. Da allora mi usa, questo si, ma poco e mi tratta freddamente. Niente più lezioni di come si scopa, lo si prende nel culo o si succhi al meglio un uccello. Un altro caffè ed altra acqua. Raccolgo un boccone caduto. Ho fame e fatico a sopportarne il profumo. Resisto. Sarebbe un suicidio. Porto via il secondo vassoio. Nonostante stia con gli occhi chiusi ascoltando musica in cuffia, mi sta di certo spiando. O no? Ormai la tentazione è svanita oltre il muro. Un cenno, un ordine inequivocabile. E' steso sulla dormeuse i piedi però posano a terra. Slaccio la cintura della vestaglia e scopro il cazzo. Parlando, le rare volte che posso parlare, cioè quando mi fanno una domanda, lo devo chiamare verga o virilità. Loro possono dire quello che vogliono. Si sospinge in fuori tanto da agevolarmi. Carezzo lo scroto ed alito sul pene ancora molle. Sollevo le palle le lecco prendendole in bocca. Lecco la base del cazzo. Anche quello mi sta tutto o quasi tutto in bocca, almeno per adesso che è ai minimi termini, ma comincia a crescere, il pompino mi sta venendo bene, molto bene. Al diavolo, entra qualcuno. Non importa, mi da fastidio ma non posso e non devo certo smettere. Il Numero Tre, l'attuale estimatore del mio sedere. Non è solo, con lui c'è Due. I miei Padroni sono tutti qui. Io continuo il pompino ma Lui dice di fermarmi. Peccato, mi stava venendo veramente bene ed a Lui piacciono i pompini ben fatti, lenti e professionali. Ma questo non lo ha mai detto. Sarebbe stata forse l'occasione per cominciare forse a farmi perdonare. Mi prende per i fianchi attirandomi verso di lui. Alla fine mi ritrovo semi sdraiata tra le sue braccia, a cosce aperte e la sua mano che distrattamente mi fruga. Parlano e ridono. Non capisco nulla ovviamente, neppure che lingua parlino. Sono Italiani, di che parte d'Italia non so, del nord comunque. Non si bagna mai, dicono Ci impiega un secolo. Provvederemo. Si siede eretto e mi fa sedere in grembo a lui. E' chiaro cosa voglia. Prima devo però metterlo in grado di scoparmi, ma è quasi pronto. Qualche carezza, lo meno un poco, lo scappello e lo sfrego sulla mia fessurina come piace a Lui. Tanto basta. E non sono più proprio asciutta. Nondimeno devo far forza, gravare col mio peso, almeno all'inizio. Entra, di più. Entra fin dove posso accoglierlo. Un mio sospiro e comincia a darmi dei bei colpi di reni. Io aiuto come posso. Mi attira in basso verso di lui e penso mi voglia baciare. Mi bacia anche ma non è per questo che mi tiene quasi stesa su di lui. Le due mezze meline vengono separate, il cazzo di tre mi entra ruvidamente in culo. Scopano all'unisono godono quasi insieme, Loro. Io no.
Non godo affatto, anche se ormai essere posseduta come vogliono mi lascia indifferente. L'importante è non essere picchiata, avere da mangiare a sufficienza, non avere freddo. Al diavolo tutto il resto. Mi hanno fatta diventare una puttana. No, ho voluto diventare una puttana. Una grandissima puttana. La loro puttana. Ho tre Padroni che mi scopano egregiamente ed ora che ho accettata la cosa, non mi spiace neppure, non del tutto almeno. So di donne che si lamentano dei loro mariti non abbastanza “affettuosi” tra le lenzuola. Quando non si fanno vivi i Padroni devo cucinare, pulire i corridoi, le scale, i cessi. Chilometri di corridoi, un numero esagerato di gradini ed uno sproposito di vecchissimi cessi. E fa freddo mentre il mangiare, anche se cucino io, è poco e fa pure schifo. Preferisco farmi scopare, “essere di servizio” nel salone, portare i piatti dalla ruota alla tavola. Mangio avanzi? Certo ma neppure Loro mangiano granché bene, sempre meglio però dei Famigli. Tengo pulito il salone, non è un gran lavoro. Devo scoparmeli tutti e tre. Si, quando ne hanno voglia e non capita troppo spesso. Forse la maggior parte delle mogli non lo prende nel culo né fa pompini spesso come me. Mi sto però abituando. Non ho più il culo o la figa in fiamme e neppure la mascella mezzo slogata. Sto persino imparando a prenderlo in gola senza troppi problemi. Cerco di essere sorridente, cerco di muovermi con grazia, cerco di essere desiderabile. Cerco di essere quello che penso debba essere una buona schiava. Forse ci riesco, almeno un poco. Ricominciano a venire più spesso. Hai ripreso un po' di ciccia, bene, eri diventata troppo magra fa Padron Tre, quello che ora apprezza particolarmente il mio sedere; ed ora parlano più spesso in italiano anche se solo di cose che non mi servono a nulla. Meglio di niente. Sospettavo da tempo e solo da pochissimo ho la certezza che i tre siano non veri fratelli bensì membri di una associazione o setta e che di Fratelli ce ne devono essere ancora, magari molti. Altro non so. Mi sto abbandonando al fatalismo, sto accettando il mio stato. Che fare d'altronde? La disobbedienza non mi porterebbe fuori di qui. Prima mi hanno piegata con il terrore dei topi, poi con botte, fame, freddo e frusta. Dimenticavo i colpi sotto i talloni e la testa tenuta sott'acqua. Grazie, no, ho già dato. Mi sono immedesimata nella situazione. Non c'è nulla fuori o sopra di qui. Non esiste il “prima”. Esiste solo il “qui ed adesso”, dopo quello almeno che il Padrone ha detto, e cioè che mi avrebbe domata Lui senza ricorrere a metodi da servi come i topi, prima ho cercato di resistere ed ho resistito due volte. La terza, di nuovo sul patibolo, legata con i polsi in aria ed in attesa di essere frustata ho avuto troppa paura del male ed ho ceduto di colpo. In quel momento ero assolutamente indifferente a tutto, assolutamente a tutto...Tranne che alla frusta. Ho chiesto, supplicato, di essere la Sua schiava. Non gli serviva altro e perché ne avesse bisogno o lo volesse non lo so. Per me era lo stesso e Lui poteva farne benissimo a meno. Lo ha preteso per sua soddisfazione, per sentirmelo dire o per“Regole” loro? Ora la mia “doma”, dice Lui, è a buon punto. Come ormai spesso accade, mi tiene tra le braccia, nuda ovviamente e a gambe ben aperte per non ostacolarlo, per permettergli di toccarmi come vuole. A volte stiamo così molto a lungo, in silenzio, lui ascolta musica in cuffia, e fruga persino con qualche delicatezza la piega del sesso cercando il granellino di riso al colmo delle piccole labbra. Cerca di farmi bagnare e ci riesce sempre più spesso. Mi piace, almeno un poco, sopratutto quando si umetta le dita prima di cominciare a toccarmi il puntino, diversamente è fastidioso e talvolta fa male. Bagnarmi in fretta è poi utile quando mi chiavano; non sempre ho tempo di bagnarmi da sola con la saliva in modo discreto, senza che si veda troppo cioè. Poi, quasi un rituale: lo prendo in bocca. Quando è quasi del tutto in erezione gli piace farlo scivolare sulla “morbida passatoia” della lingua, la “passatoia del cazzo”,dicono. A volte gode così. Altre volte vuole il mio ventre ormai accogliente o il buchetto, mi fa il culo insomma. Il primo più spesso del secondo. Nessuno di loro ha la minima remora a godermi davanti agli altri, anzi, spesso si danno appuntamento per “giocare” tutti insieme. Ormai la cosa non mi fa più ne caldo ne freddo. Mi accorgo di considerarli quasi dei mariti. Mariti? Non esagerare piccola troia non allargarti troppo. Avevo scosso il capo dandomi della pazza all'idea. Ma è così sbagliata? Siamo una specie di famiglia, con tre mariti padroni ed una moglie schiava. E' una cazzata, ma una cazzata che mi aiuta. Se li considero i miei uomini legittimi, quasi i miei mariti mi riesce più facile...tutto. E loro se ne accorgono di questa mia crescente disponibilità? Non lo so ma... spero la apprezzino. Ne sono quasi certa od almeno lo spero un poco. E poi, piccole cose: qualche carezza che sa quasi, forse, un poco, di tenerezza; una maggior dolcezza quando mi godono, e più cibo. Anzi il mangiare è quasi sempre fin troppo. E' il modo che conta. Un piatto di portata da cui li servo e che diventa poi il mio piatto, un tovagliolo di carta pulito... piccole cose insomma. E sono contenta quando li sento godere, dentro di me, quando sono soddisfatti, sia che mi abbiano scopata od inculata, sia che si siano solo fatti fare una sega od un pompino. Riguardo a prenderlo in bocca, i Padroni si lavano sempre dopo avermelo messo nel sedere. Sempre fin dall'inizio, tanto che lo trovo naturale. E poi, mi baciano in bocca. Diversamente come potrebbero farlo? Baciarmi dopo che avevo succhiato un cazzo sporco! Assurdo! Per fortuna gli piace baciarmi in bocca, diversamente...ed avrebbero saputo convincermi. Sono assolutamente e sempre convincenti. Mi adatto pian piano, quasi senza accorgermene, a questa vita. La violenza non è più violenza quando la accetti ed arrivi persino se non a giustificarla, almeno a spiegartela. Mi battono Perché sono stata poco attenta e non ho afferrato un cenno, un ordine cioè. Mi devo addormentare affamata perché...Hanno sempre un perché. A me trovarlo ed evitare di cascarci la prossima volta.
Sono stata troppo fredda e scostante mentre uno dei Padroni si compiaceva, mi faceva l'onore di usarmi oppure mi sono dibattuta per il dolore di una penetrazione troppo repentina. Non dovevo, è stata colpa mia. Al tempo stesso è fin troppo facile cadere nei sogni, nelle illusioni fantastiche. Certamente mi danno degli antifecondativi. E' certo ed ovvio. Che se ne farebbero di una schiava gravida? La farebbero abortire. Più logico eliminare il problema. Fino dall'inizio sono cessate le mestruazioni. E se facessero un errore e mi trovassi col pancione? Se impietositi e magari commossi decidessero di farmi portare a termine la gravidanza? Scemenze ovviamente. Ogni tanto però mi crogiolo in idee di questo genere. Poi, dopo parecchie volte che ci giravo attorno, un'altra idea, un sospetto. Chi mi dice che gli odiosi Famigli non siano appunto i figli delle schiave. Possono allevarli ed allevarle, poi farne schiave e Famigli. Non ci penso più. Non spesso come prima. Il mio corpo e l'uso che ne fanno è parte, la maggior parte per fortuna, del mio lavoro, occupa la mia giornata. Ci sono lavori peggiori dentro e fuori di qua: In fabbrica, ad esempio, alla catena di produzione. Qualche volta, questo “lavoro”, raramente a dire la verità, mi dà persino piacere. Non il piacere fisico di cui “prima” avevo qualche volta sentito parlare ed di cui avevo forse ed in modo, minimo ma...bello, provato qualcosa, quell'unica volta con il padrone nella camera...Meglio non pensarci. I loro gusti poi, cambiano. Due e Tre si alternano a usare di preferenza il mio sedere mentre il Padrone di preferenze non ne dimostra, lo usa spesso anche lui però. Di conseguenza per un bel po' l'ho avuto quasi in carne viva. Adesso grazie ai tutori sono diventata molto brava. So come farmeli entrare senza tutti i problemi che avevo prima ed al tempo stesso come lavorarmeli ben bene una volta dentro. Voglio ancora migliorare e per questo vado persino oltre quanto mi venga imposto nel lavoro con i tutori. Così ho anche un bel margine quando cambiano la regolazione interna di quei marchingegni. Per quello anale è abbastanza facile ed i risultati sono notevoli, per quello vaginale è una storia diversa. E' diversa l'anatomia e la muscolatura. Quel tutore serve sopratutto a non farmela slabbrare, a farla restare tonica, quasi da sembrare se non nuova almeno poco usata, e comunque funziona. Al Padrone piace “suonarci la chitarra” con la mia fichetta. Qualche volta piace anche a me. Mi rimescolo un poco dentro. Forse mi rimescolo anche solo a farmi coccolare da lui e più ancora quando mi monta. Mi rimescolo persino, ma di meno, sentendoli o solo vedendo che riesco a farli godere. Vuol dire che ho fatto un buon lavoro. E...forse...un poco gli piaccio, chissà, potrebbe, Lui, Loro... volermi un poco bene...Non far la scema, sei solo la loro troia, una schiava. Ma, la mia “Famiglia”... Perché no. Con una sola donna per tre è ovvio che io sia piuttosto impegnata ed è anche ovvio che mi tengano “in riga”. Serve ad evitare dissapori tra loro e...o...al diavolo, non so, non voglio sapere.
Tutte cazzate. Sono tre bastardi che mi tengono prigioniera e mi usano quando e come vogliono. Però potevo capitare peggio. Potevo trovare Padroni vecchi, catarrosi e puzzolenti e..bene, poteva essere proprio peggio. Potevano essere tizi meno amanti della pulizia, potevano chiedermi di fare pompini alla merda dopo avermi inculata. Il peggio comunque l'ho lasciato alle spalle. Non saranno rose e fiori ma il peggio è passato.
Un'altra giornata è passata. Un poco monotona, il Padrone è venuto a pranzo ma si è fermato ben poco. Ne ho approfittato per finire di pulire le carte da parati che coprono i muri di cemento. Meglio pulire il salone che i corridoi. Credo che i Famiglia abbiano ordine di lasciarmi fare. E dopo i muri pulirò il pavimento e poi mi inventerò dell'altro. Intingo il pane avanzato a pranzo nel caffè che il Padrone ha ordinato, una caffettiera da tre che poi non ha bevuto. Due formaggini ed un frutto. Tra poco la marcia dello zoccolo selvaggio ed una dormita.
E così sia.
Dormire, dormire e svegliarmi riposata. Per secoli un sogno. L'alternativa: svegliarmi stravolta di stanchezza oppure affamata. Spesso l'una e l'altra cosa insieme. Be, un po di fame ce l'ho. Orino con calma nel pitale che spingo lontano, mi stendo. Ordino una prima colazione completa. Mi sbizzarrisco, una colazione da hotel di lusso. Peccato vengano a prendermi prima che mi venga servita. In fretta, signorina, vogliono usarla. Almeno si mangia: latte e pane vecchio. Quando hai fame è buono. Dannatamente poco però questa mattina La preparazione è minuziosa, più minuziosa del solito, ma è già successo. Ormai la strada, i corridoi e le scale per il salone, la potrei fare anche impastoiata. Siamo arrivati. Via tutto? Una benda e basta? E Perché il mantello? Novità. Non ho tempo però per preoccuparmi. I Famigli mi lasciano chiudendosi la porta alle spalle e la porta del salone viene aperta. Di qua. E' Due e mi pilota. In genere sono a capo scoperto ed intendo senza neanche la benda, oppure col cappuccio ma senza mantello. Pochi passi... Eccola. Te l'ha regalata il terzo Maestro, un regalo che è anche un onore. Si, ne sono stato veramente onorato. Hanno scelto come dono una ragazza molto bella. Chi è che parla, chi c'è nel salone? Poi un'altra voce che non conosco ed una terza. Tesa si, allarmata no, non più di tanto. Ascolto attenta però. Togliti la benda. E' il Padrone. Non riesco a sciogliere il nodo ed allora la sfilo. La luce mi abbacina, sbatto le palpebre, poi riesco a vedere. Ricorda le regole, ha mormorato Due prendendomi per un braccio e pilotarmi dentro il salone. Abbasso immediatamente il capo e resto in attesa “in posizione”. Posso in un attimo inginocchiarmi o eseguire quello che mi vorranno ordinare di fare. Ruota. Un ordine del Padrone. Il modo corretto di eseguire l'ordine consiste nell'alzare le braccia unendo quasi le nani sopra la testa. Le braccia però non devono essere del tutto tese, per il resto ruotare alla giusta velocità per “mostrarmi”. Mostrarmi, si. Ovviamente il mantello mi copre anche se si alza un poco. Due tre giri e la testa mi gira un poco. Fermati. Lascia cadere il mantello. Ma sotto sono nuda! Ma certo che sono nuda ed il Padrone che mi ordina di mostrarmi. Certo che devo mostrarmi, è un ordine del Padrone che vuole esibirmi, ORGOGLIOSO, ai suoi amici, altri Padroni. E' bello, è orgoglioso di me, la sua schiava, la sua donna schiava, ma... Temo di aver esitato, l'allacciatura del mantello per fortuna non mi causa problemi e sono talmente abituata a farmi vedere nuda persino dai Famigli che dopo poco non ci faccio più caso. Commenti piacevoli da sentire. Certo fanno piacere ai Padroni. Gli piace il viso. Il viso? E gli occhi pure. Ha un gran bel culo, ed anche il petto. Florido al punto giusto, non esagerato. Si fa chiavare ed inculare con rispettosa sottomissione sopratutto il culo è notevole. Sono i miei Padroni ora a parlare. Si sono orgogliosi di me ed io per la vergogna di certi particolari vorrei sprofondare ma al tempo stesso non vorrei smettessero. Sanno che sono “obbediente ed a buon punto della Doma”. Un attimo di silenzio. Ci sono due schiave. Noto la prima Perché mi fa un cenno, indica la ruota. E' bellissima anche se più vecchia di me di almeno quattro o cinque anni. Solo alla ruota vedo che il bellissimo seno è deturpato da vene bluastre. Peccato. L'altra è certo come forme meno perfetta ma la giovinezza fa premio. Non voglio neppure pensare quanti anni possa avere. Sono un poco emozionata. Va bene mostrarmi ai Famigli, ma questi sono Padroni. Non riesco però a vergognarmene più di tanto. E Perché dovrei? Le altre due si muovono con sicurezza, quasi con noncuranza e quando il Padrone della piccola le sfiora il culo mentre gli passa accanto, lei si ferma immediatamente a gambe leggermente schiuse e le ginocchia piegate per agevolarlo. Brava, è molto brava, le invidio i riflessi così pronti.
scritto il
2012-12-23
8 . 6 K
visite
1
voti
valutazione
7
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Una notte, quella notte
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.