Un bastardo non geloso

di
genere
etero

Bionda alta e con un culo euro 5. In paese sapevano tutti ch'era una sporcacciona, aveva quel fare disinvolto - troppo - nei gesti, nel parlare e non in ultimo nel vestire. Di mani che avevano armeggiato sul suo corpo ne aveva avute tante, ne sceglieva uno dalla sera alla mattina, e poi lo lasciava di botto con la stessa facilità di un tossico che cambia spacciatore in cerca di roba più buona. Ebbi la fortuna di incontrarla proprio quando in astinenza, era in cerca di nuove soddisfazioni. Seduta da sola sulla panchina del parco sotto casa mia, fumava una paglia con fare nervoso. Tirai fuori una sigaretta e quando passi vicino a lei, le chiesi di farmi accendere. In realtà avevo già iniziato ad infuocarmi vedendola con la gonna a cosce divaricate. I collant neri avevano dei piccoli strappi qui e là, e piegandomi verso di lei per accendere la sigaretta, notai dalla scollatura della maglietta che non portava il reggiseno. Come va Lara, che ci fai qui tutta sola le dissi. Scambiammo un po' di convenevoli, e dal modo di parlare capii ch'era incazzata per qualcosa. Dopo un breve silenzio, mi guardò negli occhi e disse: ma tu sei geloso? Dipende, risposi senza argomentare oltre. Sono stufa di vuoi uomini! Un po' di intimità e subito pensate a cose serie, disse con voce carica di sdegno. Che ne dici se facciamo qualche altro strappo a queste calze? Ti prometto che domani per me sarà come se niente fosse successo. Non voglio possederti, voglio averti mia oggi e basta. Sei un bastardo, rispose. Lo so dissi, sono un bastardo, un bastardo non geloso. È il posto ideale per un pompino non credi? Ma prima voglio leccarti la figa qui sulla panchina. Mi piegai sulle ginocchia e infilai letteralmente la testa dentro la gonna. L'odore si sesso emanato dalla sua spaccotta mi stordì per un attimo, ma presi subito a leccargli le cosce mentre tiravo sulla gonna per portare alla luce le mutande. Con mio estremo stupore non c'erano mutande a coprire la sua boffa pelosa. Che porca le dissi, a figa all'aria vai girando. La biancheria mi dà fastidio rispose. E un bel cazzo dentro la figa invece? Scommetto che ti farebbe piacere. È una giornata perfetta per farsi scopare non credi? Rispose con la faccia da porca strusciandosi la lingua sulle labbra. Saltiamo i convenevoli allora mia bella porcona. La feci alzare dalla panchina e girata in avanti le presi la gamba destra per fargli poggiare il piede sulla panchina. Le chiappe belle sbracate e la boffa pelosa facevano di lei una vera troia arrapante. Mentre attendeva vogliosa di essere penetrata, si masturbava la figa in tutti i modi. Tieni Lara, prendilo tutto dissi, e iniziai a scoparla per bene. Sentivo le sue chiappone risuonare schiaffeggiate dall'inquine ad ogni penetrata, mentre le infilavo il cazzo tutto dentro fino alle palle. Si disse, scopami così, ci voleva proprio un bel cazzo duro che mi sventra. La sua figa era rovente e godeva come una maiala. Guardare quella sua boffa pelosa slabbrata che prendeva tutto il cazzo con piacere mi face arrapare talmente tanto che di colpo sentii di dover venire. Lara mi fai sborrare sei proprio una porcona dissi. Si sento che il tuo cazzo si sta gonfiando, dammelo disse, mentre si girò di scatto sedendosi sulla panchina per prenderlo in bocca. Me lo spompinava prendendolo fino alla gola e quando senti che stavo per venire lo tirò fuori dalla bocca e si fece sborrare in faccia a bocca aperta e lingua di fuori. Ingoio lo sperma che aveva centrato la sua bocca e con tutta tranquillità, si pulì la sborra dalla faccia con un fazzoletto. Ora vattene, bastardo e domani non fare il geloso disse. Non lo farò, perché chissà, anche domani potrebbe essere una giornata perfetta per averti, ancora.
scritto il
2023-04-30
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