Grazie alla neve ho chiavato mia madre-2

di
genere
incesti

Dormiva mia madre dopo l'infuocata notte di sesso che avevamo vissuto.

Erano passate tre settimane da quel giorno in cui,per scaldarsi dal freddo letto che le aveva lasciato mio padre quando si era alzato,si era infilata sotto le coperte del mio lettiino stringendosi al mio corpo caldo e accogliente.

Era avvenuto tutto troppo velocemente perchè ne potessi conservare un ricordo nitido nella mente.

Solo momenti di flash nei quali il corpo e la mente,venivano colti da tremori incontrollati,scariche di adrenalina e confusi sensi di colpa.

Per molto tempo ho avuto nelle narici l'acre odore del sudore che scaturiva dai nostri corpi avvinti ed eccitati,intrecciati e conpenetrati senza amore,colla sola spinta dell'istinto bestiale e di sopravvivenza.

Le grida ed i rantoli di mia madre,le sue implorazioni a non venirle dentro,i suoi incitamenti a chiavarla,farla godere come una troia e sborrarle dentro senza curarmi delle possibili conseguenze;un magma di parole,grida,odori,gesti e compostamenti trasgressivi,irrazionali e contraddittori.

Una sola volta avevamo fatto l'amore;proprio in quella circostanza e ne era rimasta incinta.

Il giorno in cui mi aveva comunicato il "fattaccio",mentre mi slacciava i pantaloni per farmi il primo di una lunghissima serie di pompini con ingoio,mi aveva detto:

-Andrea,voglio proprio guardarlo in faccia questo porcellone che hai tra le gambe e che al primo colpo, ha fatto centro e.....voglio proprio capire come ha fatto!

Aprendo la bocca,senza leccarmi,senza aiutarsi con le dita e con l'uso delle sole labbra,tenendomi le mani strette sui glutei,mi succhiava e,facendomi scivolare dentro e fuori il suo umido cavo orale,mi scappellava e richiudeva il prepuzio sino a farmi scaricare con potenti fiotti,ogni goccia di sperma dai miei gonfi testicoli.

Accertatasi di avermi svuotato completamente,si è alzata e,dischiudendo le labbra,mi ha mostrato,prima di ingoiarlo,l'abbondante,bianco e cremoso liquido che le ricopriva la lingua intasandole il cavo orale.

Dopo deglutito rumorosamente ed essersi leccata le labbra,con la bocca vuota ed un'espressione che mi era parso di lussurioso,osceno compiacimento,si è accostata al mio orecchio e mi ha sussurrato:

-Bambino mio...amore....abbiamo svelato l'arcano...con la quantità di seme che spruzzi,potresti ingravidare una giumenta!

Ora sono la tua donna e con me,potrai esplorare ogni angolo del paradiso in terra!-

**********

La neve si era sciolta completamente ma fuori,il freddo doveva essere implacabile e pungente come quel giorno in cui,per mia fortuna,si era rotto l'impianto di riscaldamento centralizzato.

Che la temperatura esterna fosse davvero rigida,era confermato anche dal fatto che,dalle fessure della tapparella,entravano nella stanza,fasci di luce accecanti e taglienti come lame d'acciaio.

Sicuramente era una di quelle giornate d'inverno in cui un vento gelido,spazza via ogni traccia di smog rendendo l'aria pulita ed il cielo terso e blù come solo di rado è dato ammirare.

Immaginando la temperatura esterna e ricordando quanto avessi sofferto il freddo quel fatidico giorno,mi beavo dell'accogliente tepore che avvolgeva la stanza mentre nudo,ero in piedi accanto al suo letto;il talamo coniugale dei miei genitori che era diventata anche la nostra alcova.

Un raggio di luce che,filtrando la polvere pareva acquisire consistenza plastica come certi quadri del Caravaggio,si infrangeva proprio sul corpo di mia madre che giaceva supina e ancora addormentata.

La osservavo e cercavo di trattenere il respiro per non svegliarla e non interrompere la meraviglia di quella visione e di quel magico momento che stentavo ancora a credere che proprio io stessi vivendo.

La coperta le copriva le gambe sino alle ginocchia lasciando scoperte tutte le altre parti del corpo che,bianco e languidamente abbandonato,ricordava una marmorea scultura del Canova.

Francamente,io stesso mi stupivo delle opere d'arte che quel corpo e quell'atmosfera mi evocavano.

Non ero mai stato un vero appassionato d'arte ma diamine,anch'io conoscevo delle opere così importanti!

Aveva una gamba distesa mentre l'altra lievemente scostata,sollevata ed inclinata verso sinistra,lasciava intravvedere la parte interna delle grandi labbra dove le piccole labbra si dischiudevano come una ferita rossa ancora aperta.

Un raggio di sole,come una saetta,si infrangeva proprio lì,illuminando il sesso e il monte di venere e lasciando in penombra le altre membra.

All'interno del taglio illuminato da un raggio più invadente degli altri,faceva capolino e luccicava come un'opale trasparente,un residuo ancora fluido e caldo del seme che le avevo schizzato godendole dentro e che ancora,conservava in sè.

Il folto pelo riccio e nero,luccicava anch'esso come seta alle impertinenti carezze di quei tiepidi raggi e come in un caldo nido,custodiva la rosea clitoride ormai molle e incappucciata.

Io ero lì,immobile,ad ammirare quel corpo che credevo di conoscere alla perfezione e che,benchè l'avessi già posseduto il giorno del grande freddo per tutta la notte,in quel momento,mi appariva del tutto affascinante ma,sconosciuto.

Sin da bambino,quando andavamo insieme a mio padre e mia sorella al mare in Sardegna,l'avevo vista sempre pressoché nuda avvolta com'era ,da costumi molto succinti.

Crescendo,avevo capito che a mio padre piaceva molto esibire le belle forme di sua moglie e lei lo assecondava volentieri.

Da come l'avevo sempre vista,la ricordavo con la pelle chiara,quasi diafana e completamente glabra.

Col trascorrere dei giorni diveniva sempre più bruna sino ad acquisire un color cioccolato ed un'aspetto liscio e vellutato.

In vacanza,andavamo sempre in Sardegna!

Col crescere avevo anche capito(avevamo,in quanto anche mia sorella se ne era resa conto)che,quando lei e mio padre si allontanavano affidandoci a qualche attività ricreativa o qualche amico,andavano a fare il bagno in qualche spiaggetta appartata dove si praticava il nudismo.

Era anche capitato che,ci portassero con loro a Cala luna dove,nel tratto di spiaggia antistante le grotte,in molti praticavano un naturismo soft.

Comunque,quando c'eravamo io e mia sorella,mia madre evitava il nudo integrale però,si intuiva perfettamente che sotto il perizoma,la pelle era completamente abbronzata e priva di peli.

Ovviamente,anche mio padre restava in costume.

Il corpo di mia madre che avevo davanti in quel momento,non corrispondeva affatto a quei ricordi.

La pelle era sempre straordinariamente bianca e vellutata,il monte di venere e le ascelle però,erano ricoperti da vistosi ciuffi di peli bruni arruffati come i capelli.

I seni che ricordavo gonfi e rigogliosi,erano,a causa della postura supina,rilassati sul petto con un'aspetto pieno,materno e vagamente gelatinoso.

I capezzoli non li ricordavo e quelli che avevo davanti in quel momento,mi apparivano grandi e carichi di invitante sensualità.

Era bellissima,una visione dolce e sconvolgente al tempo stesso.

Quella che avevo davanti ai miei occhi,non era più la mamma della mia infanzia e della mia adolescenza;non era più la mia mamma ma era la mia donna,la mia amante che si accingeva a divenire anche,la madre di mio figlio!

Contemplando quella meravigliosa creatura addormentata,mi perdevo nei miei pensieri e,mentre facevo considerazioni sulla fortuna che mi era piovuta addosso a causa dello spiacevole guasto alla caldaia,mia madre ha aperto gli occhi e,vedendomi in piedi accanto al suo letto,ha proteso le braccia verso di me e,invitandomi a stendermi accanto a lei mi ha detto:

-Buon giorno Andrea...amore mio...vieni quì accanto a me...stringimi...stringi la madre di tuo figlio!-

Come destandomi da un sogno,rispondendo al richiamo che con tanta dolcezza mi aveva rivolto mia madre,sono salito sul letto e mi sono sdraiato accanto a lei che,girandosi verso di me,mi ha cinto la vita come aveva fatto quella magica notte e mi ha stretto forte a sè poi,ha dischiuso le labbra e si è congiunta alla mia bocca.

Quella era davvero la prima volta che le labbra di mia madre sfioravano le mie con intenzioni tutt'altro che materne.

La prima volta infatti che ci eravamo accoppiati al freddo ed al buio,non ci eravamo baciati.

Il secondo approccio erotico,si era limitato ad un bocchino con ingoio e null'altro se non parole e rivelazioni sconvolgenti.

E quella sera in cui mia madre,approfittando della contemporanea assenza di mio padre e mia sorella,mi aveva portato a letto,troppo forte era il suo desiderio per cercare i miei baci e per capire che ero del tutto incapace di assumere iniziative in quel senso.

Certo,mia madre era cosciente del mio smarrimento e della mia impreparazione tanto è vero che,quando mi aveva comunicato che l'unica volta che avevamo fatto l'amore l'avevo anche ingravidata,mi aveva anche detto che,a quel punto saremmo divenuti amanti e quindi,per rendere pienamente soddisfacente il nostro fedigrafo e incestuoso rapporto,avrebbe dovuto insegnarmi molte cose.

Dunque,la notte trascorsa insieme è stata l'occasione per iniziare ad impartirmi le prime lezioni.

I baci in bocca in realtà erano stato pochi e comunque sufficienti a stimolare il mio desiderio di unire le nostre labbra ed esplorarle il cavo orale con la lingua.

Dunque,distesi nel letto al suo risveglio,ci siamo baciati a lungo ed appassionatamente.

Le nostre labbra parevano non volersi mai staccare mentre le rispettive lingue,esploravano con avida fremenza,i vogliosi e umidi cavi orali intrecciandosi e risucchiandosi in una perversa danza erotica.

Quella sera,nel momento stesso in cui mio padre e mia sorella si sono chiusi la porta alle spalle,mia madre mi ha abbracciato baciandomi con un profondo,inatteso lingua in bocca poi,spingendomi sul divano,mi ha tolto i pantaloni ed ha dato inizio ad un'estenuante pompino durante il quale non ha mai staccato le labbra dal mio cazzo e come era già era accaduto la prima volta,invece di allontanarmi,nel momento cruciale,ha ingoiato sino in fondo il mio membro e si è fatta scaricare direttamente in gola il caldo,cremoso frutto del mio godimento.

Poi sollevandosi,ha congiunto ancora le sue labbra alle mie facendomi assaporare il gusto della mia stessa sborra.

-Questo è solo un primo assaggio bambino,delle delizie che ti riserva il paradiso di mamma.-

Poi,leccandosi oscenamente le labbra,si è allontanata sorridendomi e continuando con tono più malizioso:

-Buono e dolcissimo...hai un'ottimo sapore...credo che farò scorpacciate della tua dolce cremina....ma ora tesoro è il tuo turno....la mia topina non ha ancora fatto la conoscenza della tua lingua....penso che sia ora...non credi anche tu?-

Così dicendo,ha lasciato cadere a terra l'ampio camice che la ricopriva e,completamente nuda,si è distesa sul divano e allargandosi la fica con le mani,mi ha offerto il definitivo e meraviglioso accesso al suo paradiso.









scritto il
2013-02-02
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