Confessioni di una madre frustrata - Capitolo 7

di
genere
incesti

Abitudini

Avete presente la sensazione che si prova quando finalmente riusciamo a soddisfare una curiosità che ci incalzava da tempo?
Chissà com’è il seno di quella donna. Chissà come dev’essere guardare quei due che fanno sesso. Chissà com’è il pene di mio figlio.
Fino a quel momento lo avevo solo visto di sfuggita, il giorno che lo avevo scoperto a masturbarsi.
All’inizio mi sentii come una bambina intenta a fissare il proprio regalo di Natale, impaziente di scartare il pacco e godersi il meritato dono.
Sentivo la vagina in fiamme che mi implorava di darle quel dono per poterne godere finalmente.
Misi da parte l’eccitazione e decisi di gustarmi la scena con calma.
Mi avvicinai e vidi che Angelo dormiva di gusto; mi accucciai con il volto all’altezza del suo arnese per guardarlo da vicino.
Era proprio un bel pisellotto, bianco come il latte con delle vene in rilievo e piuttosto slanciato. Turgido, la punta a malapena coperta dal prepuzio e il pelo castano a incorniciarlo.
Dovevo saperne di più; avvicinai il naso per sentirne l’odore.
Avevo la bocca a pochi centimetri dalla sua asta e la salivazione a mille; come sospettavo l’asta aveva un odore virile ma non particolarmente accentuato, mentre il pelo alla base aveva un profumo intenso.
Iniziai ad annusare piano piano, per non fare rumore e non svegliarlo.
Quell’odore iniziava a confondermi al punto che non mi accorsi di aver tirato fuori la lingua e di averla puntata verso l’asta. Che stavo facendo? Non potevo spingermi oltre. Se si fosse svegliato?
Controllai che mio figlio dormisse e tornai al mio bambolotto. Mi chiesi quanto fosse lungo. A occhio non mi sembrava avesse quelle dimensioni mastodontiche dei peni nei film porno.
Sembrava un pene perfettamente proporzionato a un ragazzo appena maggiorenne. Pensai di usare il dito indice per misurarlo ma mi accorsi che non bastava e cercai di creare una linea leggermente arcuata stirando indice e pollice.
Sorrisi perché l’operazione si stava rivelando più complicata del previsto e per la difficoltà di avere una misura certa; arrivai alla conclusione che avesse un pene lungo circa 16 o 17 centimetri.
Mentre mi concentravo su questi calcoli, il suo pene ebbe un piccolo sussulto e si drizzò ancora di più. Persi la concentrazione e il mio indice toccò il membro di mio figlio.
Per un attimo sentii quanto quel cazzo fosse bollente, scalpitante e desideroso di attenzioni.
Erano anni che non ne toccavo uno e fu come essere colpiti dalla corrente elettrica.
Fantasticai di tenere il dito sull’asta, di iniziare a stuzzicarla con l’unghia rossa e infine di impugnare quell’asta come si deve.
Avrei iniziato una lieve masturbazione, scappellando il membro poco per volta e, persa nei miei pensieri, non mi accorsi che avevo ancora il dito indice appoggiato su quell’asta turgida, all’altezza del glande.
Mi ritrassi sentendolo nuovamente scalpitare e sospettando che sarebbe bastato qualche altro minuto di carezza con il dito per farlo venire.
Non ero ancora del tutto soddisfatta. Volevo vedere la punta di quel dolce pisellotto, in parte coperta dal prepuzio. Ebbi un’idea.
Avvicinai le labbra a pochi centimetri dalla punta del suo cazzo e schiusi la bocca.
Soffiai delicatamente sulla punta.
Forse eccitato da quel soffio improvviso, il suo membro ebbe un sussulto e la punta si gonfiò improvvisamente, scappellandosi da sola.
Ero come rapita dalla scena. Il suo prepuzio si era abbassato autonomamente, aprendosi come i petali di un fiore e mostrando un glande tondo, violaceo e turgido da cui fuoriusciva un rivolo di liquido preseminale.
Annusai quella cappella e andai quasi in paradiso. Un odore di sperma e uomo come non lo sentivo da anni.
Una meravigliosa essenza a base di seme e ormoni.
Odore di cazzo.
Mi persi nei miei pensieri.
Devo confessarvi di aver maturato una passione insana per il sesso orale.
Mio marito amava farselo praticare come fase preliminare alla penetrazione ma io avrei voluto trascorrere giornate intere a giocare con la sua asta.
Pensai a come sarebbe stato fare un pompino a mio figlio.
Avrei fatto le cose con calma, tenendo inizialmente il glande coperto dal prepuzio e passando la lingua nello spazio tra il prepuzio e il glande.
Poi avrei iniziato a mordicchiare la punta e a scappellarla piano piano, coprendo il glande di baci vellutati.
Una volta scoperta la sua dolce cappella, mi sarei dedicata a leccarla, succhiarla e stuzzicarne la fessurina con la lingua.
A quel punto avrei ingoiato l’asta fino in fondo, iniziando a succhiare quell’attrezzo di marmo in preda alla frenesia e senza trascurare lo scroto.
Non amo usare le mani durante una fellatio.
Secondo me la bocca dovrebbe essere la protagonista dell’atto, mentre le mani devono stuzzicare le natiche, l’ano, il resto del corpo.
Poi avrei poggiato l’asta tra i miei gonfi seni, coccolandola inizialmente piano e poi sempre più forte.
Fino all’orgasmo, alla cascata di seme.
Lo sperma è un’altra mia passione.
Nel corso delle mie prime esperienze lo sperma non mi entusiasmava. Lo vedevo come una seccatura da pulire dopo il rapporto. Poi iniziai ad abituarmi alla passione di mio marito, ossia venirmi sul seno dopo il coito e ad abituarmi ad assaggiare quel liquido dal sapore salato, acidulo, deciso, virile.
Negli ultimi anni assieme avevo imparato a gustare il nettare di mio marito come se fosse un liquore pregiato e l’ingoio era diventato una componente abbastanza frequente dei nostri rapporti orali.
Chissà che sapore aveva lo sperma di mio figlio.
Dio, stavo impazzendo. Sbavavo.
Dovevo fermarmi prima di commettere l’irreparabile.
Mi alzai dal letto e mi accorsi di avere l’intera camicetta da notte zuppa dei miei umori.
Lo svegliai chiamandolo dolcemente dall’altra stanza, per dargli il tempo di ricomporsi ed andare in bagno.
Se dovessi definire il periodo del lockdown, direi che è stato l’inizio delle nostre abitudini morbose.
Io e mio figlio abbiamo iniziato dormendo assieme e ormai posso rivelarvi quel che già avrete intuito. Almeno due volte alla settimana mi sveglio fissando l’asta eretta nuda di mio figlio.
Guardo la sua eccitazione, mi godo una mezz’ora di ispezione visiva e olfattiva del suo sesso turgido.
Rende le mie mattinate decisamente elettrizzanti.
Angelo è un dormiglione, dubito se ne sia mai accorto. O forse sì?
Continua a dormire tesoro, non fare caso alla mamma che vuole solo ammirare con i suoi occhi la virilità del suo bambino.
Iniziai a incuriosirmi sui suoi desideri. Cosa sognava quando aveva queste erezioni? Perché non approfondire? Era compito di una brava madre saperne di più.
Ogni mattina il computer in soggiorno era sempre lì, sembrava quasi aspettarmi come un’amica desiderosa di confidarsi.
Le prime volte ebbi un po’ di dubbi sulla moralità di spiare la sua cronologia, ma stavolta gli scrupoli caddero di fronte al misto di curiosità, eccitazione e desiderio morboso, soprattutto dopo aver ammirato un cazzo come quello.
Era un bel po’ che non usavo un computer ma suppongo sia come andare in bicicletta o fare sesso, non si dimentica mai davvero come si fa.
Guardare i video porno presenti nella cronologia della sua navigazione online divenne un'altra abitudine quasi giornaliera.
Era inebriante osservare quei video, consapevole di essere l’oggetto del desiderio del mio giovane innamorato. Tutt’oggi aspetto che lui esca di casa per fiondarmi a esaminare i video che ha visto il giorno prima.
Un paio di miei lettori mi chiedevano come mi sentissi al pensiero che mio figlio leggesse i miei racconti.
Finalmente posso svelare che non credo sia mai avvenuto poiché conosco tutti i siti porno su cui sfoga i suoi istinti incestuosi.
In realtà mio figlio è più un tipo da video, non credo abbia mai letto racconti erotici.
Però ammetto che sarebbe stuzzicante se scoprisse i miei racconti. Chissà che farebbe. Forse una parte di me vorrebbe che finalmente prendesse l’iniziativa. Sicuramente con questi racconti gli darei tanto materiale per vedere sua madre come non l’ha mai vista e per dare sfogo alle sue voglie.
Vorrei chiarire che ovviamente non passo le giornate a guardare video porno incestuosi. Di solito mi interessa vedere chi sono gli attori e capire se c’è un accenno di trama.
Anche perché se li guardassi attentamente avrei paura di cadere in tentazione e di masturbarmi.
Invece mi piace leggere le sue ricerche google, le trame dei video. Capire le sue fantasie insomma. Sono diventata piuttosto esperta in materia e anche accorta. Cancello sempre le tracce delle mie ispezioni, non vorrei imbarazzarlo.
Per quanto riguarda i video su cui si masturba, vorrei brevemente accennarvi a un paio di questi film porno che mi hanno profondamente intrigata e che mio figlio ha guardato più volte.
Il primo è di una produzione italiana, si chiama “Sapore di Madre” ed è splendido.
La trama parla di una madre molto triste per il decesso del marito e di un figlio che la seduce per consolarla. Sembra familiare come trama.
Il ragazzo prima mostra a sua madre il proprio membro eretto mentre si fa la doccia, inducendola a masturbarsi, poi si fa avanti mettendole quel bel cazzo duro in mano e vincendo ogni resistenza della madre.
L’attrice che impersona la madre ha peraltro una notevole somiglianza con la sottoscritta, sebbene sia leggermente più magra di me. So che sembra strano da dire ma l’ho invidiata per tutto il film, avrei voluto recitare al posto suo.
La cosa che mi è piaciuta di più del film (che stavolta ho visto integralmente) è quando la madre cerca di resistere discretamente all’approccio del figlio.
E ammetto di aver immaginato di vivere una situazione del genere con mio figlio.
“Ho bisogno di un uomo, è vero. Sono molto sola. Però non puoi essere tu il mio uomo, non ricordi? Sei mio figlio, il mio bambino.”
“Mamma, lo sai che nessuno meglio di tuo figlio può amarti!”
Tesoro, finalmente hai detto le parole giuste e finalmente hai fatto le scelte giuste. Prendimi la mano e mettila sul tuo membro, mamma pensa al resto!
Ho evitato di vedere la prosecuzione del video (che ho visto sommariamente), mi eccito anche solo al pensiero.
Gli altri film che mio figlio guarda di continuo sono quelli in lingua inglese della trilogia “Taboo” con Kay Parker nel ruolo della prosperosa madre che, evolvendosi la trama, capisce quanto sia eccitante l’incesto e si abbandona ad esso, accoppiandosi con i suoi figli in un crescendo liberatorio.
Ricordo che nel primo e nel terzo film della trilogia “Taboo” è Kay a prendere l’iniziativa. Sconvolta da tremendi sogni erotici, la vagina dolorante, Kay si intrufola famelica nel letto dei figli, prendendone in bocca i membri, i grossi seni nudi oscenamente offerti ai desideri dei figli.
Nel secondo “Taboo” invece era presente un’altra coppia in cui il figlio era ben più intraprendente della madre, convincendola a fargli una fellatio dopo un intrigante ballo di coppia.
Pensai che al posto di Kay non mi sarebbe servito spostarmi in un’altra stanza, avevo l’oggetto del mio desiderio a portata di mano. Prima o poi avrei varcato quel confine come lei? O forse avrei tenuto a bada le visioni eccitanti che mi perseguitano?
Capii quanto mio figlio fosse combattuto tra la fantasia di prendere l’iniziativa di sedurmi e quella di aspettare una mia mossa. Forse trovava eccitanti entrambe le possibilità ma sapevo che nella vita reale non ci avrebbe mai provato.
Il fatto è che Angelo è una figura dolce, gentile, arrendevole, poco propensa a scelte azzardate nei miei confronti. Esclusi che potesse trovare il coraggio di ricordarmi che nessuno meglio di mio figlio possa amarmi.
Credo che mio figlio riesca a sfogare con la masturbazione gran parte dell’eccitazione che trattiene per me e tuttavia anche lui ha delle abitudini morbose in cui cerca evidentemente di coinvolgermi.
La principale delle abitudini che ha preso è quella di lasciarmi evidenti prove delle sue masturbazioni.
Negli anni passati era sempre stato molto discreto nello smaltire le tracce di sperma delle sue seghe.
Dopo la mia scelta di comprargli un grosso pacco di Kleenex, notai che iniziò a lasciare un fazzoletto zuppo del suo sperma dopo ogni sua masturbazione.
Le prime volte pensai a una dimenticanza, raccolsi due fazzoletti ormai secchi e li buttai.
Quando vidi che ogni giorno la scena si ripeteva, presi in considerazione la scelta di parlargliene; forse era meglio che provvedesse in autonomia a buttare quei fazzoletti.
Però considerai anche che tutto sommato era meglio lasciar perdere e continuare a raccoglierli e buttarli. Dopotutto si trattava, in un certo senso, di prove del suo amore per me. Quando era bambino ricordavo che tornava da scuola fiero con un mio ritratto sormontato dalle parole “ti voglio bene mamma” e che finiva immancabilmente sul frigo.
Dopotutto era la stessa cosa, cambiava solo la sostanza che usava per dipingere sulla carta e, ovviamente, il pennello.
Da allora, ogni giorno entro in soggiorno dopo le sue masturbazioni quotidiane e, mentre il mio angioletto si reca in bagno, raccolgo i fazzoletti gonfi della sua sborra e li butto nel cestino.
Anticipo le vostre domande, non ho mai assaggiato quello sperma.
Però ho immaginato quella scena centinaia di volte.
Spesso si tratta di sperma freschissimo, ancora bollente. E i Kleenex sono fazzoletti molto sottili.
Non immaginate quanto vorrei leccarli, ciucciare quel seme giovane fino all’ultima goccia.
La prospettiva di poterlo fare potenzialmente ogni giorno mi dà le vertigini.
Se non lo faccio è solo perché già so dove mi porterebbe. Prima mi masturberei e poi..ne vorrei altra.
Però quell’odore di uomo mi è rimasto nelle narici. Ormai sento il suo odore ogni giorno, lo stesso odore del suo liquido preseminale, ma molto più forte.
Odore di sperma giovane.
Come potrete capire, si che si tratta di un momento di autocontrollo notevole da parte mia.
A parte questi episodi, il clima in casa si è molto rasserenato, anche dal punto di vista della sessualità.
Ogni tanto mi è successo di cogliere Angelo durante una sega e non ne abbiamo fatto un dramma, anzi.
Ridacchiamo entrambi e io tolgo il disturbo, l’imbarazzo della prima volta finalmente cessato e io pronta a tornare dopo un po’ a raccogliere i suoi fazzoletti.
Mi sembrava che, nonostante la moralità delle mie scelte mi sfuggisse e al netto di alcune situazioni ambigue, stessi crescendo bene mio figlio. Assieme stavamo superando prove molto difficili.
Tutto sommato, avremmo potuto continuare con questo teatrino di abitudini morbose ancora a lungo, se il presente non ci fosse precipitato addosso.

Mari19.80@outlook.it
scritto il
2023-08-25
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