Un ritorno al passato
di
Nicola Pavelli
genere
etero
Tratto dal mio romanzo "La ragazza più ricca di Bologna" disponibile su Amazon anche in formato e-book. Fino a Domenica 15 Ottobre il romanzo è scaricabile gratuitamente. Scrivo anche testi e romanzi su commissione. Se interessati contattatemi al mio indirizzo e-mail nicola.pavelli@gmail.com
“Scommettiamo che berremo gratis per tutta la sera?!” Dissi guardando le mie due amiche con aria di sfida prima di alzarmi dal tavolo e dirigermi tra la folla assiepata al bancone del bar.
Esattamente dieci minuti dopo mi trovavo all’interno del bagno, un gabbiotto di un metro quadrato al profumo di alcol e vomito fermentato. Le ginocchia a contatto con la fredda superficie del pavimento sostenevano il mio corpo e il mio sguardo rivolto a quel pene circonciso di lunghezza normale ma diametro imponente. Nella mia vita avevo già fatto almeno un migliaio di pompini ma per la prima volta mi sentivo in difficoltà a contenere quel bel cazzo, che ora si trovava prepotente dentro la mia bocca. Gianluca, così mi aveva detto di chiamarsi, aveva lasciato alla sua collega il pieno controllo del bancone del bar e piegato dal piacere accarezzava con delicatezza i miei capelli. Mi sentivo ancora una scolaretta sotto esame intenta a svolgere la parte orale del compito. Le pulsazioni d’intensità sempre più crescente dimostravano che stavo deliziando alla grande il mio professore che, senza nemmeno avvisarmi, mi venne in bocca. Sentii la sua smorfia di piacere mentre i suoi testicoli perdevano volume. Riuscii a fatica a contenere tutto quel liquido appiccicoso dentro la bocca. Poi, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, sputai a terra. Scorsi la faccia delusa del ragazzo che si sarebbe aspettato un lieto fine.
Pochi minuti dopo le birre arrivarono puntuali.
“Queste sono offerte dalla casa.” Esclamò la ragazza che ci servì al tavolo. A fianco un foglietto con il numero di telefono che Gianluca aveva voluto lasciarmi. Le mie due amiche erano estasiate. Percepii in lontananza il mormorio di alcuni ragazzi sghignazzanti per ciò che era avvenuto. Non avevo tempo per loro, a meno che non fossi stata pagata.
“Scommettiamo che berremo gratis per tutta la sera?!” Dissi guardando le mie due amiche con aria di sfida prima di alzarmi dal tavolo e dirigermi tra la folla assiepata al bancone del bar.
Esattamente dieci minuti dopo mi trovavo all’interno del bagno, un gabbiotto di un metro quadrato al profumo di alcol e vomito fermentato. Le ginocchia a contatto con la fredda superficie del pavimento sostenevano il mio corpo e il mio sguardo rivolto a quel pene circonciso di lunghezza normale ma diametro imponente. Nella mia vita avevo già fatto almeno un migliaio di pompini ma per la prima volta mi sentivo in difficoltà a contenere quel bel cazzo, che ora si trovava prepotente dentro la mia bocca. Gianluca, così mi aveva detto di chiamarsi, aveva lasciato alla sua collega il pieno controllo del bancone del bar e piegato dal piacere accarezzava con delicatezza i miei capelli. Mi sentivo ancora una scolaretta sotto esame intenta a svolgere la parte orale del compito. Le pulsazioni d’intensità sempre più crescente dimostravano che stavo deliziando alla grande il mio professore che, senza nemmeno avvisarmi, mi venne in bocca. Sentii la sua smorfia di piacere mentre i suoi testicoli perdevano volume. Riuscii a fatica a contenere tutto quel liquido appiccicoso dentro la bocca. Poi, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, sputai a terra. Scorsi la faccia delusa del ragazzo che si sarebbe aspettato un lieto fine.
Pochi minuti dopo le birre arrivarono puntuali.
“Queste sono offerte dalla casa.” Esclamò la ragazza che ci servì al tavolo. A fianco un foglietto con il numero di telefono che Gianluca aveva voluto lasciarmi. Le mie due amiche erano estasiate. Percepii in lontananza il mormorio di alcuni ragazzi sghignazzanti per ciò che era avvenuto. Non avevo tempo per loro, a meno che non fossi stata pagata.
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