Lo chaffeur

di
genere
orge

Il biglietto dice che il taxi verrà a prenderti alle 20.
Niente altro.
Non sai cosa dovrai preparare, né come dovrai vestirti.
Certo, potrebbe essere un ristorante elegante, magari sul mare. O forse un hotel con una suite panoramica.
Il tuo strano seduttore non spiega mai troppo e in fondo tu non l’hai mai incontrato. Sarà troppo borghese o troppo un fanatico del lusso per i tuoi gusti?
Scegli quindi di rimanere sobria. Abito elegante ma discreto. Decolleté, intimo ricercato ma non troppo elaborato, niente reggiseno.
Non si è fatto sentire per tutto il giorno e questo ti rende un filo nervosa. Guardi dalla finestra se il taxi è arrivato ed ecco un’auto nera che si avvicina. Prendi la borsa ed esci velocemente. Ti rendi conto che è un’auto privata.
Il guidatore ovviamente non ti chiede dove andare, è stato chiaramente informato su cosa deve fare e parte tranquillamente, senza incrociare il tuo sguardo. Cerchi di capire dove si stia dirigendo mentre l’autista, sempre senza guardarti, ti porge una busta. La prendi e al suo interno c’è una benda.
Alzi le sopracciglia ma in fondo è un gioco e a te giocare piace.
Intravedi lo sguardo dell’autista e capisci che probabilmente devi indossarla adesso. Lo fai, cercando di capire se ti permette di vedere ai lati. È però molto coprente e la vista sembra essere compromessa. Ma in fondo è un appuntamento al buio e a questo punto che lo sia davvero.
Senti che l’auto sobbalza un minimo, come se stesse attraversando dei binari e i rumori del traffico si allontanano. Non hai idea di dove puoi trovarti, sicuramente non in una zona turistica o residenziale. Forse una zona industriale, il che allontana l’ipotesi di un hotel o di un ristorante.
L’auto rallenta, senti il suono di un cancello elettrico aprirsi e dopo una breve ripartenza della berlina hai la sensazione di essere entrata in un luogo meno illuminato ma comunque chiuso. Cominci a toccarti le gambe, sei visibilmente nervosa nonostante la fiducia che hai sempre avuto nella tua capacità di cavartela.
L’auto si ferma. Silenzio. Senti una portiera aprirsi e il sedile sollevarsi leggermente: l’autista è probabilmente sceso. Senti la portiera chiudersi, con un suono sordo.
Non c’è musica, solo qualche suono ovattato. Senti dei passi in avvicinamento e la portiera che si apre è quella accanto a te. Una persona ti si sta sedendo

accanto, hai l’impressione chiara che sia un uomo ma in realtà non hai sentito un odore particolare.
“Eccoti qui” ti bisbiglia all’orecchio. “Finalmente”.
Ti senti osservata ma è solo una sensazione.
“Adesso fatti guardare bene” è il messaggio successivo. Un miscuglio tra
eccitazione, paura ed esibizionismo ti pervade. Nessuna delle tre sensazioni sembra ancora voler dominare.
Ti muovi nervosamente, non sai bene cosa significhi farsi vedere in quel momento.
“Dai, hai capito benissimo” dice la voce che apparentemente non conosci. Decidi di eseguire quello che pensi sia l’ordine.
Tenendoti fermo il vestito scivoli leggermente in avanti, lasciando che le gambe
lentamente si scoprano, fino all’intimo.
“Vai avanti.”
La voce è ferma, estremamente sicura. Sei eccitata anche se è un’eccitazione
più dettata dalla paura che non da altro. È una sensazione nuova, ti dà vertigine. Ti sposti verso lo schienale, ti abbassi le spalline lentamente mentre cerchi di sentire il respiro dell’uomo che hai accanto ma di cui non percepisci la vicinanza. Prendi coraggio e le abbassi completamente, inarcando leggermente la schiena
sapendo la forma che il tuo seno prende quando ti inclini in quel modo. “Ora stai ferma.”
La voce è perentoria, non permette contraddittorio.
Ma allo stesso tempo è talmente calma da essere rassicurante.
Ti immagini vista dall’esterno e l’istantanea è estremamente eccitante.
Tu bendata, a seno quasi scoperto osservata da un uomo che immagini elegante ed educato. Ma che potrebbe essere tutt’altro.
“Adesso puoi continuare”.
Il cuore batte più velocemente e sai che devi andare avanti.
Ti porti le mani sui fianchi sotto il vestito scivolando leggermente in avanti inizi
a sfilarti le mutandine. Ma solo leggermente. Non hai bene idea di dove sia il vestito e hai bisogno di sfiorarlo per capire se è ancora in grado di coprirti o meno. Lo sollevi accarezzandolo sicura di dove fermarti per mostrare quello che ti
viene richiesto.
Il cuore adesso è a mille e le fotografie che si sviluppano nella tua mente sono
talmente reali da sentire il suono dell’otturatore che scatta. Ma in realtà senti solo il tuo respiro e poco altro. “Molto bene. Continua.”

Ormai ti sei abituata a quella voce, la trovi a modo suo rassicurante nell’accompagnarti in questo percorso al buio, che non sai bene dove ti porterà ma ti eccita terribilmente non saperlo. Quindi avvicini le gambe e le sfili completamente, lasciandole accanto a te, dalla parte dalla quale proviene la voce.
Sai che devi compiacere il tuo cerimoniere e pensi che omaggiarlo di un profumato feticcio sia un buon modo per farlo.
Per la prima volta senti il suo respiro farsi meno silenzioso, è solo un attimo ma la sensazione è quella di avere anche tu un piccolo potere su di lui. E decidi di usarlo. Alzi ancora il vestito fino a scoprirti completamente il ventre. E dopo una breve attesa per valutare se il suo respiro sta cambiando apri lentamente le gambe.
Nell’aprirle prendi coraggio e avvicini la tua mano, lentamente le inibizioni si sono allontanate. Apri ancora di più le gambe e le tue dita sentono che stai iniziando a bagnarti davvero.
Ancora l’immagine di te vista dall’esterno.
Tu, in auto di lusso, seminuda a gambe aperte, guardata con attenzione da pochi centimetri da un uomo di cui non conosci nulla o quasi.
E a spogliarti sei stata tu.
Una nuova vertigine ti assale.
Inarchi la schiena per respirare meglio.
Ti rilassi leggermente e inizi ad accarezzarti il seno con l’altra mano, hai
bisogno di carezze ma il tuo vicino di sedile sembra intenzionato ad osservare e basta. Per quanto nessuno ti abbia spiegato le regole del gioco le hai capite benissimo e hai la sensazione che questo sia molto gratificante per chi sta osservando le tue dita bagnate giocare con le labbra, il clitoride, affacciarsi dentro e fuori come se stessero danzando per uno spettatore attento. Il suo respiro adesso si sente. Anche se non forte, più come quello di un esaminatore attento che ha finalmente davanti quello che desiderava da tempo.
“Fatti guardare ancora meglio”.
La sua voce trema leggermente, è un segnale che rende più umano quello che stai vivendo. Un voyeur eccitato è sicuramente più manovrabile di un esaminatore distaccato. Cerchi di capire cosa voglia dire farsi vedere meglio in quella situazione dove sei esposta completamente. Ma immagini che sollevando le gambe appoggiandole sui poggiatesta anteriori possa mostrare la tua intimità e i movimenti delle tue dita in maniera ancora più sfrontata.
La cosa ovviamente ti fa bagnare più di quello che avresti mai immaginato.

Esegui quello che ti viene ordinato ubbidiente ma decisa. Porti il culo in avanti, e metti una dopo l’altra le tue caviglie sui sedili posteriori, aggiustandole in modo che siano proprio sui poggiatesta.
A questo punto la fotografia che appare è decisamente più pornografica delle altre, i genitali sono completamente esposti, sei eccitata oltremodo da quel tuo superare ogni vergogna e vuoi dimostrare che questo gioco ti vedrà vincitrice.
Giochi a mostrare più che puoi, con le dita che torturano il clitoride mentre porti l’altra mano sotto le natiche e un dito a stuzzicarti il buchetto adesso finalmente bene in vista. Immagini il tuo spettatore coi pantaloni che stanno per esplodere e vuoi che il suo cazzo finalmente si presenti in tutta la sua maestà per essere venerato da chi finora è stato ammirato in ogni dettaglio.
Continui a masturbarti con entrambe le dita e finalmente senti il suono di quello che dovrebbe essere l’armeggiare di un pantalone che viene sbottonato.
Il fatto di non sentire una zip ti rassicura di aver indovinato l’abbigliamento del tuo vouyer finora solo immaginato.
Hai vinto tu, è impazzito.
Apri la bocca in maniera inequivocabile, sapendo che l’obbiettivo di una mente così malata probabilmente non è scoparti ma godere della tua vista riempendoti la gola col suo seme caldo.
Le tue labbra vengono sfiorate e lasci per un attimo le tue carni fradicie per accarezzare quel cazzo, che finalmente si presenta.
Durissimo.
Provi a riaggiustarti sedendoti con eleganza mentre accarezzi l’asta e giochi con la lingua sulla punta.
È questione di pochi secondi e il suono della portiera accanto a te ti prospetta il peggiore degli scenari: il tuo spettacolo non aveva un solo spettatore.
E quello spettatore adesso vuole partecipare.
Senza smettere di leccare il cazzo del proprietario della voce allunghi la mano verso l’altro e capisci che si è inginocchiato sul sedile.
Tocchi i suoi pantaloni, anch’essi di tessuto costoso e capisci in un attimo che si tratta inequivocabilmente di un uomo, probabilmente più dotato di quello che stai gratificando con la tua bocca gentile.
La sua cintura è all’altezza dei tuoi occhi, mentre continui ad accarezzare il cazzo alla tua destra, apri la cintura dell’altro uomo che ti aiuta abbassandosi i pantaloni visto che senti la pelle del suo basso ventre tra le dita ancora umide.
Lo accarezzi bene e la tua mano conferma che non hai più molta via di scampo.

“Dopo quello che mi hai fatto vedere la mia aspettativa è molto alta” sussurra il nuovo arrivato.
Cominci a masturbarli entrambi, le tue gambe sono aperte e colano ancora e una nuova immagine si visualizza dentro di te. È un desiderio in questo caso, che il suono della portiera anteriore sembra voler realizzare.
Nell’auto probabilmente è entrato un altro uomo, che si sta muovendo sui sedili anteriori mentre masturbi velocemente i tuoi due vicini di posto.
Senti due mani che partendo dalle ginocchia ti scoprono nuovamente e le assecondi aprendo le gambe più che puoi.
“Mi piace come giocavi prima, che ne diresti di riprendere da lì?”.
Questa voce ti sembra più familiare ma non hai più alcun interesse nel chi e cosa, sei in trappola e l’unico modo di uscirne e dare più piacere che puoi senza dimenticarti che una situazione come questa non si ripresenterà più.
Per accontentarlo riporti le gambe nella posizione precedente, spalancandoti senza più alcuna vergogna.
Le sue dita si avvicinano e cominciano a scivolare sulla tua pelle bagnata mentre le tue mani tornano a occuparsi dei due amici che non sembrano ancora pronti alla fine del gioco.
Avvicini le due aste alla tua bocca e cerchi di capire se possono avvicinarsi al punto di essere succhiati solo spostando la testa da un lato all’altro.
Non avevi mai immaginato una cosa del genere, eppure ti senti completamente padrona di quello che stai facendo, nonostante due cazzi che ti entrano in bocca e un numero ormai imprecisato di dita che entrano ed escono da te, provocandoti un piacere che credevi impossibile.
Ti senti pulsare ed esplodere.
Ma è un piacere che dura poco, uno dei due passeggeri del sedile posteriore ti afferra e ti obbliga ad inginocchiarti sul sedile. Poi ti afferra dolcemente il collo e ti invita ad abbassare il viso sul sedile e a inarcare la schiena, sfilandoti completamente il vestito dai piedi. Mentre l’uomo dalla parte del tuo viso ti accarezza le guance e ti invita a riprendere quello che stavi facendo senti che qualcuno sta baciando le tue gambe e le tue natiche.
Le bacia e le morde.
Inarchi ancora di più la schiena per mostrarti ancora meglio.
I suoi baci e i suoi morsi diventano sempre più vicini al solco delle natiche e senti che la sua lingua lentamente inizia ad esplorare e leccare tutto quello che è uscito da te finora.

Il cazzo spinge forte in gola mentre la lingua è come se ti scopasse, sia la fica che il culo. Sei a disposizione di un gruppo di uomini e mai avresti pensato che ti avrebbe reso così libera.
Senti la lingua che gira attorno al tuo clitoride mentre le mani ti aprono delicatamente il culo.
Impazzisci.
Il cazzo che hai in bocca inizia a pulsare vistosamente mentre la voce alle tue spalle ti ricorda che hai un ottimo sapore. Ti dedichi a finire il lavoro nel migliore dei modi lasciando che lo sperma schizzi sulle tue labbra semichiuse per poi assaggiarlo portando il cazzo fuori mentre ingoi le ultime gocce.
Ma a questo punto sei tu che vuoi tutto e mai come questa volta sei sicura di averlo. Ti senti premere ma sei così bagnata che in un attimo ti senti riempire. “Non sai quanto lo aspettavo”. Queste parole ti chiariscono che probabilmente sei in compagnia di un altro, finora silenzioso, spettatore.
Senti le sue dita graffiarti la schiena mentre il suo cazzo spinge fino in fondo, inarchi la schiena e schiacci il viso sui sedili per assaporare i colpi forti e ritmati. Rivedi tutto quello che hai mostrato al tuo pubblico fino a quel momento e pensi che dovrebbero essere stati soddisfatti. Ma vuoi che anche l’ultimo spettatore abbia la sua parte e aspetti che i colpi diventino più veloci, sempre più veloci.
Con le dita dilata leggermente il tuo buchetto mentre rallenta i colpi e senti il tuo corpo pulsare oltre l’immaginabile.
Senti il piacere salire e fermarsi per un attimo.
Poi godi.
Godi con forza gridando.
Mentre immagini che tutti gli altri si siano posti alle spalle del tuo ultimo figurante per vedere lo spettacolo.
Lo senti ansimare e capisci che è uscito, non ti resta che ricomporti velocemente e aprire la bocca, subito inondata di sperma caldo, di cui non vuoi perdere nulla.
Ansima lui, ansimi tu. Butti la testa all’indietro sul sedile, vorresti un applauso. Senti invece le portiere che si chiudono e senti dei passi che si allontanano.
Passano alcuni secondi, forse minuti.
Una porta metallica si apre e la porta anteriore si apre di nuovo.
Cerchi il vestito con le mani, te lo infili. L’auto si mette in moto e dopo pochi secondi ti togli la benda ed è notte. Non sai quanto tempo è passato, non sai quanti fossero e non sai chi sia l’autista che ti osserva dallo specchietto retrovisore e nemmeno se abbia partecipato. O solo guardato.

Ma la certezza è che l’organizzatore non sia lui.
Sorridi da sola, guardando il panorama che corre veloce.


tg @chivolavalechinonvolaeunvile
scritto il
2023-10-25
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