Sodomie in corpo 11
di
Riccardo T.
genere
etero
Lei ha poco più di vent’anni. Castana, capelli lunghi, piccola di statura, corpo da ninfetta. Ha un fidanzato poco più grande di lei e una professione da graphic designer freelance che la appaga sotto tutti i punti di vista.
Il suo è un ragazzo molto a modo, Un po’ tradizionalista se proprio vogliamo trovargli un difetto.
Nonostante sia sabato mattina per Lei è giornata di lavoro in tipografia, deve seguire l’avanzamento di un suo progetto che a breve verrà consegnato al cliente. La tipografia è nel centro della cittadina dove abita Lei.
Pochi dipendenti, un proprietario abbastanza giovane.
Appena quarantenne, subentrato da poco alla gestione storica portata avanti dai suoi genitori.
L’accoglie con gentilezza, sembra decisamente più interessante in camicia e jeans che non con l’usuale camice da lavoro. All’interno della tipografia manca il rumore delle macchine, Lei capisce subito che la tipografia è vuota, piena solo degli odori degli inchiostri. Mentre segue il proprietario verso le prove di stampa del suo progetto le cade l’occhio su una serie di volumi stampati negli scorsi decenni. Tra di loro un titolo attrae la sua curiosità: Sodomie in corpo 11.
Cosa c’entra una pratica sessuale con le dimensioni di un testo? E il cortocircuito tra penetrazione e dimensioni comincia a farsi largo nelle sue fantasie. Lei, nonostante l’età, ha molte fantasie e altrettante curiosità. Alcune soddisfatte, altre no.
Una delle sue curiosità riguarda la sessualità del suo ragazzo, anzi, una sua mancanza di curiosità. Durante i loro rapporti non dimostra mai alcun’interesse per il suo culetto e la sua apertura, che definire deliziosa è dire poco.
Mai un contatto, nemmeno con le dita o la lingua, nemmeno un massaggio esterno durante una pecorina o un dito a stimolarlo durante un cunnilingus. Nulla. Eppure quell’orifizio viene definito come un piacere estremo da quasi tutti gli uomini, una parte proibita indispensabile da violare per poter definire una relazione fisica davvero completa. Ma tutti i gusti son gusti e nel suo uomo questa curiosità sembra proprio non albergare.
Il tipografo si accorge della sua curiosità per il volume e lo prende dallo scaffale, facendola per un attimo risvegliare dal suo pensiero davvero poco in tema.
“Questo fu un romanzo di grande successo”, le dice lui, “la prima edizione fu stampata proprio qui negli anni 80”, dai miei genitori, “è un testo molto sconcio, loro erano in grande imbarazzo durante la correzione delle bozze”. Sorride. “Sai cos’è una sodomia, vero?”.
Improvvisamente il tipografo, vuoi per l’abito informale, vuoi per il sorriso malizioso, assume tutt’altro aspetto rispetto al solito. Ma è un attimo, la situazione si ricompone e percorrono l’ultimo corridoio prima di trovare le prove di stampa su un grande tavolo da lavoro in legno.
Tutto sembra essere in ordine. Colori, qualità della stampa. Lei appoggia le mani sul tavolo per osservare meglio gli stampati, ma nessun difetto sembra essere presente.
Il lavoro è stato perfettamente eseguito. Si china ancora leggermente quando si sente sfiorare la schiena. Lei si gira lentamente mentre lo stampatore le accarezza la schiena chiedendole sornionamente: “ma tu lo hai mai fatto?”
“Cosa scusa?” chiede Lei imbarazzata.
“Dai, ha capito” risponde lui, “non fare la finta tonta”. “Intendi se...” ma l’imbarazzo la blocca. Si sente violata e a suo agio allo stesso tempo. È una strana vertigine, mai provata.
“Sì, intendo se hai mai provato i piaceri che il tuo culo può regalare”.
Mentre cerca di capire come uscire dalla situazione il tipografo inizia a sollevarle la maglia, riuscendo anche ad accarezzare la sua pelle nuda allo stesso tempo. Le su mani sono delicate, è difficile capire come comportarsi, l’idea di essere presa in quel momento è sempre più piacevole e un sospiro lungo tradisce la sua intenzione di lasciar fare le mani del suo fornitore. Che mentre inizia ad accarezzarla sul reggiseno sta sfiorandole il collo con le labbra. Quella che sembrava la più innocente delle curiosità si sta trasformando in tutt’altro. È la bocca che inizia a baciarle il collo la sta convincendo a lasciare andare tutte le inibizioni.
I baci si fanno intensi e veloci mentre sente le dita di lui armeggiare col reggiseno e appena sganciato infilarsi veloci sotto di esso, afferrandole i seni e pizzicandole i capezzoli.
L’istinto è quello di liberarsi del reggiseno e lasciar fare le sue mani, e l’istinto ha sempre ragione. Togliersi la maglia e il reggiseno e mostrarsi in tutta la sua bellezza è un attimo. Ma le mani del suo improvvisato amante sembrano non volersi mai fermare. Si dirigono verso i pantaloni cargo di Lei, li sbottonano senza nemmeno permetterLe di girarsi e iniziano ad essere abbassati lentamente.
“Voglio godermi lo spettacolo” le sussurra lui.
Non le resta che appoggiare le mani sul tavolo e farsi ammirare, prima chiudendo le gambe per farli abbassare completamente e poi alzare i piedi uno dopo l’altro per farseli sfilare del tutto. L’idea che il suo culo finalmente sia il protagonista delle attenzioni di un uomo la gratifica più di quanto credesse. Sente le mani accarezzarle i fianchi e le gambe, segno che il suo esaminatore si è abbassato, “È magnifico”, commenta lui. Prima di iniziare a baciarle le natiche ancora coperte dalla biancheria. L’imbarazzo per baci così intimi si somma a piccole paure riguardo le proprie condizioni igieniche, ma in fondo è uscita dalla doccia da poche decine di minuti e dovrebbe essere tutto a posto.
Ora è il turno del suo intimo da ragazzina di essere abbassato con un gesto brusco, mentre mani decise le aprono le natiche e la bocca di lui inizia ad esplorarla ovunque. Lei si sente bagnata e troppo disponibile, ma è tardi per ribellarsi. La lingua di lui la sta assaggiando con foga, sia tra le labbra che nel buchetto, adesso davvero al centro di tutte le attenzioni. E per agevolarne l’esplorazione decide di aprire un po’ le gambe e tirarsi su in punta di piedi. La scena è quella di un porno, tutto sommato elegante per quanto perverso: una giovane ragazza completamente nuda se non per un paio di sneakers leccata avidamente nel culo da un uomo elegante completamente vestito.
L’immagine la eccita ulteriormente, mentre un dito inizia a farsi largo dentro di lei. Sono sensazioni provate nella sua solitudine ma mai col suo ragazzo, e in questo momento un po’ se ne dispiace. Perché le piace essere trattata così. Le piace che quest’uomo non abbia chiesto ma si stia prendendo quello che vuole. E per questo lo avrà.
“Si sente che ti piace, sai?” le dice lui mentre affonda il dito dentro di lei, in un misto di piacere e fastidio. E continua quella penetrazione probabilmente con due dita, vista la sensazione di dilatazione che in quel momento la pervade. Sì, è davvero da troie farsi trattare così da un semisconosciuto, ma non è colpa sua se quel libro si trovava lì e nemmeno se quell’uomo si è acceso così all’improvviso nonostante la totale castità degli appuntamenti precedenti.
Il tempo di questo pensierino rassicurante e le dita smettono per un attimo di molestarLe il culo, ormai quasi insensibile. Mentre Lei rimane appoggiata al tavolo Il tipografo inizia a sgombrare il tavolo spostando rapidamente gli stampati. La prende e la fa sdraiare con la schiena sul tavolo, afferrandole le gambe e portandole sulle sue spalle. Si sbottona rapidamente i pantaloni, e si abbassa il resto, anche se la posizione di Lei non le permette di vedere bene quello che sta per prendere possesso di lei. Ma il nostro uomo decide una piccola variazione di programma, sistemandosi al suo fianco regalandole la vista di un discreto cazzo, non eccessivamente dimensionato ma molto duro, che inizia a sfregarsi sul suo viso. Il tempo di socchiudere le labbra ed eccolo farsi spazio nella sua bocca.
“È bene che lo lubrifichi meglio che puoi, puttanella” Le dice muovendo i fianchi. Lei non usa nemmeno le mani, è succube di tutte quelle decisioni prese una dopo l’altra e continua a succhiare con più saliva possibile l’arnese che probabilmente le farà assaporare una sensazione completamente nuova e mai così tanto desiderata. Lui torna a prenderle le gambe e gliele solleva in alto, in modo da obbligarla a portare i fianchi al bordo del tavolo. E inizia ad appoggiarle la punta del cazzo contro il culo.
Nemmeno una breve scopata tradizionale, vuole solo quello.
Non è abituata a tanta audacia pensa mentre la punta inizia a premere. Un attimo di pausa e preme ancora più forte. E dopo un secondo di indecisione è indubbiamente nel suo culo. Lei sistema nuovamente le caviglie sulle sue spalle mentre i fianchi di lui iniziano a sbattere contro il bordo del tavolo. E gonfio ed eccitatissimo, con le dita gioca col clitoride mentre il cazzo la apre come non aveva mai immaginato. Lo sente arrivare fino in fondo, come se nessuno si fosse mai spinto così tanto dentro di Lei.
Le mani sul seno, le dita in bocca, poi ad accarezzarle la fica e infine dentro. È un mix di sensazioni ricchissimo, come se più uomini si fossero impadroniti di Lei. Ancora pochi colpi e improvvisamente il suo improbabile amante inizia a schizzarle la pancia gridando di piacere. Non aveva mai sentito godere un uomo così, con tanta violenza. Mentre osserva lo sperma colarle ovunque pensa solo a come godere anche lei, conscia del fatto che gli uomini di solito pensano solo al loro piacere. Ma nel mentre il suo fortunato collega di una mattina si inginocchia davanti a lei e inizia a leccarla con la stessa foga con cui poco prima la scopava. Il piacere che deriva dalla sua bocca unito alla sensazione di essere stata completamente aperta le dà pochi secondi per raccapezzarsi, per poi iniziare a sentir pulsare il suo martoriato culo ed esplodere in un orgasmo lungo e potente, che la distrugge definitivamente.
“Ecco cosa mi ero persa finora” pensa tra sé e sé.
Un rumore dalla porta principale li fa trasalire, hanno pochi secondi per rivestirsi. Il tipografo è già pronto per andare incontro al cliente mentre Lei ha qualche secondo in più per rivestirsi.
Una volta rivestita non le resta che avvicinarsi all’uscita, salutando educatamente il tipografo intento a chiacchierare affabilmente col cliente, cliente che osserva curioso un vecchio volume sconcio stampato 40 anni fa.
Ps: perdonami Aldo, il titolo era davvero irresistibile. tg @chivolavalechinonvolaeunvile
Il suo è un ragazzo molto a modo, Un po’ tradizionalista se proprio vogliamo trovargli un difetto.
Nonostante sia sabato mattina per Lei è giornata di lavoro in tipografia, deve seguire l’avanzamento di un suo progetto che a breve verrà consegnato al cliente. La tipografia è nel centro della cittadina dove abita Lei.
Pochi dipendenti, un proprietario abbastanza giovane.
Appena quarantenne, subentrato da poco alla gestione storica portata avanti dai suoi genitori.
L’accoglie con gentilezza, sembra decisamente più interessante in camicia e jeans che non con l’usuale camice da lavoro. All’interno della tipografia manca il rumore delle macchine, Lei capisce subito che la tipografia è vuota, piena solo degli odori degli inchiostri. Mentre segue il proprietario verso le prove di stampa del suo progetto le cade l’occhio su una serie di volumi stampati negli scorsi decenni. Tra di loro un titolo attrae la sua curiosità: Sodomie in corpo 11.
Cosa c’entra una pratica sessuale con le dimensioni di un testo? E il cortocircuito tra penetrazione e dimensioni comincia a farsi largo nelle sue fantasie. Lei, nonostante l’età, ha molte fantasie e altrettante curiosità. Alcune soddisfatte, altre no.
Una delle sue curiosità riguarda la sessualità del suo ragazzo, anzi, una sua mancanza di curiosità. Durante i loro rapporti non dimostra mai alcun’interesse per il suo culetto e la sua apertura, che definire deliziosa è dire poco.
Mai un contatto, nemmeno con le dita o la lingua, nemmeno un massaggio esterno durante una pecorina o un dito a stimolarlo durante un cunnilingus. Nulla. Eppure quell’orifizio viene definito come un piacere estremo da quasi tutti gli uomini, una parte proibita indispensabile da violare per poter definire una relazione fisica davvero completa. Ma tutti i gusti son gusti e nel suo uomo questa curiosità sembra proprio non albergare.
Il tipografo si accorge della sua curiosità per il volume e lo prende dallo scaffale, facendola per un attimo risvegliare dal suo pensiero davvero poco in tema.
“Questo fu un romanzo di grande successo”, le dice lui, “la prima edizione fu stampata proprio qui negli anni 80”, dai miei genitori, “è un testo molto sconcio, loro erano in grande imbarazzo durante la correzione delle bozze”. Sorride. “Sai cos’è una sodomia, vero?”.
Improvvisamente il tipografo, vuoi per l’abito informale, vuoi per il sorriso malizioso, assume tutt’altro aspetto rispetto al solito. Ma è un attimo, la situazione si ricompone e percorrono l’ultimo corridoio prima di trovare le prove di stampa su un grande tavolo da lavoro in legno.
Tutto sembra essere in ordine. Colori, qualità della stampa. Lei appoggia le mani sul tavolo per osservare meglio gli stampati, ma nessun difetto sembra essere presente.
Il lavoro è stato perfettamente eseguito. Si china ancora leggermente quando si sente sfiorare la schiena. Lei si gira lentamente mentre lo stampatore le accarezza la schiena chiedendole sornionamente: “ma tu lo hai mai fatto?”
“Cosa scusa?” chiede Lei imbarazzata.
“Dai, ha capito” risponde lui, “non fare la finta tonta”. “Intendi se...” ma l’imbarazzo la blocca. Si sente violata e a suo agio allo stesso tempo. È una strana vertigine, mai provata.
“Sì, intendo se hai mai provato i piaceri che il tuo culo può regalare”.
Mentre cerca di capire come uscire dalla situazione il tipografo inizia a sollevarle la maglia, riuscendo anche ad accarezzare la sua pelle nuda allo stesso tempo. Le su mani sono delicate, è difficile capire come comportarsi, l’idea di essere presa in quel momento è sempre più piacevole e un sospiro lungo tradisce la sua intenzione di lasciar fare le mani del suo fornitore. Che mentre inizia ad accarezzarla sul reggiseno sta sfiorandole il collo con le labbra. Quella che sembrava la più innocente delle curiosità si sta trasformando in tutt’altro. È la bocca che inizia a baciarle il collo la sta convincendo a lasciare andare tutte le inibizioni.
I baci si fanno intensi e veloci mentre sente le dita di lui armeggiare col reggiseno e appena sganciato infilarsi veloci sotto di esso, afferrandole i seni e pizzicandole i capezzoli.
L’istinto è quello di liberarsi del reggiseno e lasciar fare le sue mani, e l’istinto ha sempre ragione. Togliersi la maglia e il reggiseno e mostrarsi in tutta la sua bellezza è un attimo. Ma le mani del suo improvvisato amante sembrano non volersi mai fermare. Si dirigono verso i pantaloni cargo di Lei, li sbottonano senza nemmeno permetterLe di girarsi e iniziano ad essere abbassati lentamente.
“Voglio godermi lo spettacolo” le sussurra lui.
Non le resta che appoggiare le mani sul tavolo e farsi ammirare, prima chiudendo le gambe per farli abbassare completamente e poi alzare i piedi uno dopo l’altro per farseli sfilare del tutto. L’idea che il suo culo finalmente sia il protagonista delle attenzioni di un uomo la gratifica più di quanto credesse. Sente le mani accarezzarle i fianchi e le gambe, segno che il suo esaminatore si è abbassato, “È magnifico”, commenta lui. Prima di iniziare a baciarle le natiche ancora coperte dalla biancheria. L’imbarazzo per baci così intimi si somma a piccole paure riguardo le proprie condizioni igieniche, ma in fondo è uscita dalla doccia da poche decine di minuti e dovrebbe essere tutto a posto.
Ora è il turno del suo intimo da ragazzina di essere abbassato con un gesto brusco, mentre mani decise le aprono le natiche e la bocca di lui inizia ad esplorarla ovunque. Lei si sente bagnata e troppo disponibile, ma è tardi per ribellarsi. La lingua di lui la sta assaggiando con foga, sia tra le labbra che nel buchetto, adesso davvero al centro di tutte le attenzioni. E per agevolarne l’esplorazione decide di aprire un po’ le gambe e tirarsi su in punta di piedi. La scena è quella di un porno, tutto sommato elegante per quanto perverso: una giovane ragazza completamente nuda se non per un paio di sneakers leccata avidamente nel culo da un uomo elegante completamente vestito.
L’immagine la eccita ulteriormente, mentre un dito inizia a farsi largo dentro di lei. Sono sensazioni provate nella sua solitudine ma mai col suo ragazzo, e in questo momento un po’ se ne dispiace. Perché le piace essere trattata così. Le piace che quest’uomo non abbia chiesto ma si stia prendendo quello che vuole. E per questo lo avrà.
“Si sente che ti piace, sai?” le dice lui mentre affonda il dito dentro di lei, in un misto di piacere e fastidio. E continua quella penetrazione probabilmente con due dita, vista la sensazione di dilatazione che in quel momento la pervade. Sì, è davvero da troie farsi trattare così da un semisconosciuto, ma non è colpa sua se quel libro si trovava lì e nemmeno se quell’uomo si è acceso così all’improvviso nonostante la totale castità degli appuntamenti precedenti.
Il tempo di questo pensierino rassicurante e le dita smettono per un attimo di molestarLe il culo, ormai quasi insensibile. Mentre Lei rimane appoggiata al tavolo Il tipografo inizia a sgombrare il tavolo spostando rapidamente gli stampati. La prende e la fa sdraiare con la schiena sul tavolo, afferrandole le gambe e portandole sulle sue spalle. Si sbottona rapidamente i pantaloni, e si abbassa il resto, anche se la posizione di Lei non le permette di vedere bene quello che sta per prendere possesso di lei. Ma il nostro uomo decide una piccola variazione di programma, sistemandosi al suo fianco regalandole la vista di un discreto cazzo, non eccessivamente dimensionato ma molto duro, che inizia a sfregarsi sul suo viso. Il tempo di socchiudere le labbra ed eccolo farsi spazio nella sua bocca.
“È bene che lo lubrifichi meglio che puoi, puttanella” Le dice muovendo i fianchi. Lei non usa nemmeno le mani, è succube di tutte quelle decisioni prese una dopo l’altra e continua a succhiare con più saliva possibile l’arnese che probabilmente le farà assaporare una sensazione completamente nuova e mai così tanto desiderata. Lui torna a prenderle le gambe e gliele solleva in alto, in modo da obbligarla a portare i fianchi al bordo del tavolo. E inizia ad appoggiarle la punta del cazzo contro il culo.
Nemmeno una breve scopata tradizionale, vuole solo quello.
Non è abituata a tanta audacia pensa mentre la punta inizia a premere. Un attimo di pausa e preme ancora più forte. E dopo un secondo di indecisione è indubbiamente nel suo culo. Lei sistema nuovamente le caviglie sulle sue spalle mentre i fianchi di lui iniziano a sbattere contro il bordo del tavolo. E gonfio ed eccitatissimo, con le dita gioca col clitoride mentre il cazzo la apre come non aveva mai immaginato. Lo sente arrivare fino in fondo, come se nessuno si fosse mai spinto così tanto dentro di Lei.
Le mani sul seno, le dita in bocca, poi ad accarezzarle la fica e infine dentro. È un mix di sensazioni ricchissimo, come se più uomini si fossero impadroniti di Lei. Ancora pochi colpi e improvvisamente il suo improbabile amante inizia a schizzarle la pancia gridando di piacere. Non aveva mai sentito godere un uomo così, con tanta violenza. Mentre osserva lo sperma colarle ovunque pensa solo a come godere anche lei, conscia del fatto che gli uomini di solito pensano solo al loro piacere. Ma nel mentre il suo fortunato collega di una mattina si inginocchia davanti a lei e inizia a leccarla con la stessa foga con cui poco prima la scopava. Il piacere che deriva dalla sua bocca unito alla sensazione di essere stata completamente aperta le dà pochi secondi per raccapezzarsi, per poi iniziare a sentir pulsare il suo martoriato culo ed esplodere in un orgasmo lungo e potente, che la distrugge definitivamente.
“Ecco cosa mi ero persa finora” pensa tra sé e sé.
Un rumore dalla porta principale li fa trasalire, hanno pochi secondi per rivestirsi. Il tipografo è già pronto per andare incontro al cliente mentre Lei ha qualche secondo in più per rivestirsi.
Una volta rivestita non le resta che avvicinarsi all’uscita, salutando educatamente il tipografo intento a chiacchierare affabilmente col cliente, cliente che osserva curioso un vecchio volume sconcio stampato 40 anni fa.
Ps: perdonami Aldo, il titolo era davvero irresistibile. tg @chivolavalechinonvolaeunvile
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