Lo vuoi papà?
di
Andrea2022
genere
incesti
Sola in casa accucciata sul divano, avevo appoggiato sul leggio il testo sul quale stavo preparando l'esame di storia dell'arte che avrei dovuto sostenere il lunedì successivo e con la mano libera, giocavo col mio sesso aperto e senza mutandine mentre la mia mente, lontana mille anni luce dai miei impegni di studi, vagava verso territori non ancora esplorati.
Quel vagare estemporaneo era forse dovuto al fatto che fossi in urto col mio fidanzato da quasi una settimana con l'inevitabile periodo di astinenza.
Quando d'un tratto, senza che lo aspettassi, era apparso mio padre davanti a me al quale oramai già da tempo facevo gustosi pompini con ingoio.
Non solo quelli anche se con mio padre non avevo mai fatto l'amore completo.
****************************
Eravamo poco più che adolescenti e già io e la mia amica Lucy eravamo considerate le migliori pompinare del gruppo: "le puttanelle che facevano godere tutti con la bocca!"
Pur non essendo entrambe delle vere troiette, ci piaceva giocare coi ragazzi per succhiargli il cazzo e sentirli sborrare nelle nostre bocche come se davvero fossimo noi a stimolare la loro libido e decidere del loro piacere.
In verità, la vera regista del giuoco era Lucy la quale, pur non avendomi mai svelato chi le avesse insegnato a fare i pompini(avevo il sospetto che potesse essere una storia di famiglia senza tuttavia, averne mai avuto una prova) era stata per me, un'ottima maestra e complice.
Facevamo pompini in modo gioioso con chiunque ci capitasse e tuttavia, eravamo entrambe ancora vergini.
E fu così, che un giorno in cui mia madre era fuori casa per certi suoi impegni, mi ero trovata a coinvolgere mio padre, in quella mia perversione che vivevo davvero come un gioco.
Ero seduta sul divano con un libro in mano (Le mie 2 uniche manie; lo studio ed un cazzo da ciucciare insieme alla mia amica Lucy!) quando mio padre mi si era avvicinato per chiedermi, come faceva spesso, cosa stessi leggendo.
Non aspettavo l'arrivo di nessuno giacché anche mio padre sarebbe dovuto rientrare per ora di cena come faceva sempre.
Non so cosa mi sia capitato in quel momento.
Forse il fatto che con la mente ripercorrevo il mio passato da bocchinara (Sottolineo passato in quanto, dopo essermi fidanzata avevo smesso).
O forse il desiderio che mi faceva ripensare al piacere che mi dava il mio ragazzo leccandomi la fica e scopandomi dopo avermi fatta godere con la lingua.
O forse chissà cos'altro frullava nella mia mente!
Oppure semplicemente il brivido causato dal fatto che non indossando mutandine ed avendo la minigonna tirata su sino all'inguine, mio padre avesse potuto vedere la mia fica aperta e lucida di umori, aveva sciolto i miei taboo spingendomi oltre l'immaginabile.
Tutti quei fatti avrebbero potuto spiegare ciò che avrei fatto, oppure no!?
Tuttavia, senza o con una spiegazione razionale, l'avevo fatto!
Mio padre era in piedi ed immobile davanti a me!
Solitamente, in quelle occasioni, prima mi salutava sorridendomi e poi mi rivolgeva della domande sui miei studi, su ciò che stavo leggendo e poi, se finalmente mi fossi trovata un ragazzo serio al mio livello di intelligenza e di bellezza.
E' vero! Mio padre stravedeva per me!
Trovarmelo di fronte così, taciturno, con lo sguardo rapito, la bocca socchiusa e la patta dei pantaloni all'altezza del mio viso come tante volte mi era capitato coi ragazzi, mi aveva fatto perdere la testa.
Cambiando la mia postura e mettendomi seduta sul divano coi piedi scalzi poggiati per terra sul tappato, gli avevo allungato le braccia e portandogli le mani dietro ai glutei, l'avevo tirato a me.
Poi con inusitata lentezza nel timore forse, di una sua reazione, gli avevo slacciato uno per uno i bottoni della patta dei suoi pantaloni e vi avevo infilato una mano dentro subito avvampata dal calore che promanava sotto le mutande.
Poi, con altrettanta misurata lentezza, gli avevo slacciato la cintura ed abbassato i pantaloni e gli slip.
Il primo colpo d'occhio, mi aveva turbata alquanto.
Per quanti ne avessi già visti e succhiati, quello era il primo vero cazzo di un adulto che vedevo ed era assai diverso da quelli bianchi, lisci e spesso implumi di cui mi ero presa cura con la bocca sino ad allora.
Quel membro, benché non ancora in erezione, emanava una virilità quasi minacciosa.
Un lungo gambo scuro e corposo gli pendeva tra le gambe andando in parte a coprire i testicoli che avvolti da uno scroto grinzoso ricoperto di peli neri, pendevano come due frutti dal ramo.
Con le mani sotto le palle come a volerne verificare il peso, la consistenza ed il contenuto, avevo alzato gli occhi incrociando quelli di mia padre col respiro pesante ed il cuore che gli pulsava impazzito nel petto:
-Lo vuoi anche tu papà?-
-Si!-
Mi aveva risposto laconico lui in una specie di rantolo.
segue
Quel vagare estemporaneo era forse dovuto al fatto che fossi in urto col mio fidanzato da quasi una settimana con l'inevitabile periodo di astinenza.
Quando d'un tratto, senza che lo aspettassi, era apparso mio padre davanti a me al quale oramai già da tempo facevo gustosi pompini con ingoio.
Non solo quelli anche se con mio padre non avevo mai fatto l'amore completo.
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Eravamo poco più che adolescenti e già io e la mia amica Lucy eravamo considerate le migliori pompinare del gruppo: "le puttanelle che facevano godere tutti con la bocca!"
Pur non essendo entrambe delle vere troiette, ci piaceva giocare coi ragazzi per succhiargli il cazzo e sentirli sborrare nelle nostre bocche come se davvero fossimo noi a stimolare la loro libido e decidere del loro piacere.
In verità, la vera regista del giuoco era Lucy la quale, pur non avendomi mai svelato chi le avesse insegnato a fare i pompini(avevo il sospetto che potesse essere una storia di famiglia senza tuttavia, averne mai avuto una prova) era stata per me, un'ottima maestra e complice.
Facevamo pompini in modo gioioso con chiunque ci capitasse e tuttavia, eravamo entrambe ancora vergini.
E fu così, che un giorno in cui mia madre era fuori casa per certi suoi impegni, mi ero trovata a coinvolgere mio padre, in quella mia perversione che vivevo davvero come un gioco.
Ero seduta sul divano con un libro in mano (Le mie 2 uniche manie; lo studio ed un cazzo da ciucciare insieme alla mia amica Lucy!) quando mio padre mi si era avvicinato per chiedermi, come faceva spesso, cosa stessi leggendo.
Non aspettavo l'arrivo di nessuno giacché anche mio padre sarebbe dovuto rientrare per ora di cena come faceva sempre.
Non so cosa mi sia capitato in quel momento.
Forse il fatto che con la mente ripercorrevo il mio passato da bocchinara (Sottolineo passato in quanto, dopo essermi fidanzata avevo smesso).
O forse il desiderio che mi faceva ripensare al piacere che mi dava il mio ragazzo leccandomi la fica e scopandomi dopo avermi fatta godere con la lingua.
O forse chissà cos'altro frullava nella mia mente!
Oppure semplicemente il brivido causato dal fatto che non indossando mutandine ed avendo la minigonna tirata su sino all'inguine, mio padre avesse potuto vedere la mia fica aperta e lucida di umori, aveva sciolto i miei taboo spingendomi oltre l'immaginabile.
Tutti quei fatti avrebbero potuto spiegare ciò che avrei fatto, oppure no!?
Tuttavia, senza o con una spiegazione razionale, l'avevo fatto!
Mio padre era in piedi ed immobile davanti a me!
Solitamente, in quelle occasioni, prima mi salutava sorridendomi e poi mi rivolgeva della domande sui miei studi, su ciò che stavo leggendo e poi, se finalmente mi fossi trovata un ragazzo serio al mio livello di intelligenza e di bellezza.
E' vero! Mio padre stravedeva per me!
Trovarmelo di fronte così, taciturno, con lo sguardo rapito, la bocca socchiusa e la patta dei pantaloni all'altezza del mio viso come tante volte mi era capitato coi ragazzi, mi aveva fatto perdere la testa.
Cambiando la mia postura e mettendomi seduta sul divano coi piedi scalzi poggiati per terra sul tappato, gli avevo allungato le braccia e portandogli le mani dietro ai glutei, l'avevo tirato a me.
Poi con inusitata lentezza nel timore forse, di una sua reazione, gli avevo slacciato uno per uno i bottoni della patta dei suoi pantaloni e vi avevo infilato una mano dentro subito avvampata dal calore che promanava sotto le mutande.
Poi, con altrettanta misurata lentezza, gli avevo slacciato la cintura ed abbassato i pantaloni e gli slip.
Il primo colpo d'occhio, mi aveva turbata alquanto.
Per quanti ne avessi già visti e succhiati, quello era il primo vero cazzo di un adulto che vedevo ed era assai diverso da quelli bianchi, lisci e spesso implumi di cui mi ero presa cura con la bocca sino ad allora.
Quel membro, benché non ancora in erezione, emanava una virilità quasi minacciosa.
Un lungo gambo scuro e corposo gli pendeva tra le gambe andando in parte a coprire i testicoli che avvolti da uno scroto grinzoso ricoperto di peli neri, pendevano come due frutti dal ramo.
Con le mani sotto le palle come a volerne verificare il peso, la consistenza ed il contenuto, avevo alzato gli occhi incrociando quelli di mia padre col respiro pesante ed il cuore che gli pulsava impazzito nel petto:
-Lo vuoi anche tu papà?-
-Si!-
Mi aveva risposto laconico lui in una specie di rantolo.
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Una moglie libera 3 - Il trenoracconto sucessivo
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