Una mamma ed una famiglia felice e anticonformista .2 . Il primo pompino a mio figlio, foriero di incestuosi godimenti.

di
genere
incesti

A 28 anni, avevo deciso di dedicarmi completamente alla mia famiglia allargata, ai miei amori incestuosi e, soprattutto, ai miei quattro meravigliosi figli.

Naturalmente, le attenzioni sui miei figli, sulla loro educazione e sul loro sviluppo cerebro/culturale era cominciato nel momento stesso della venuta al mondo del primo figlio, George.

Il progetto educativo, frutto della mia esperienza all'interno della mia famiglia e di quella di mio marito, aveva preso spunto già nel momento in cui io e Marco ci eravamo chiariti sulla nostra diversa, ma simile visione dei rapporti con gli altri e con le rispettive sessualità che, ricordo, prevedeva una assoluta libertà nella scelta dei partners sessuali omo e etero che fossero, da soli o insieme.

Avevamo così concordato che non avremmo aspettato la maggiore età dei nostri figli per instillare in loro l'amore per la libertà, e la capacità di distinguere ciò che è bene da ciò che è male a prescindere dai pregiudizi di cui era intrisa la nostra società ipocrita e bigotta: "Bene è ciò che ci piace! Che non fa dal male a nessuno e che, può dar piacere e sollievo anche a qualcun altro."

Male è il suo contrario, con tutte le implicazioni egoiste, irrazionali, interessate e fanatiche nella loro visione integralista e 'Talebana' del mondo.

Dunque, i nostri bambini prima ancora di avere una vera cognizione della realtà in cui erano immersi, erano stati, con l'esempio, allontanati da cognizioni culturali fatti di convenzioni e pregiudizi.

Dunque da subito vedevano me e mio marito muoverci in casa con ogni tipo di abbigliamento compreso l'integrale nudità.

Crescendo,mi avevano vista fare l'amore col loro papà in loro presenza così come mi avevano vista fare l'amore con mio padre o mio suocero senza il minimo turbamento non essendo stato loro instillato, il concetto di peccato e tantomeno quello degli stereotipati ruoli famigliari entro i quali si era obbligati a muoversi.

La gelosia ed il senso di possesso erano concetto sconosciuti o rifiutati da loro.

Avevano conosciuto il significato della parola "incesto" solo quando, avrebbero potuto comprenderne il senso in modo critico ed intanto, avevamo accompagnato la loro crescita con l'esempio di genitori e nonni che si amavano con amore, in modo naturale e senza violenza.

Spesso si girava in casa nudi (Non sempre però, per evitare di trasformare quella scelta, in un feticcio esistenziale) e si faceva l'amore in loro presenza anche durante i loro giuochi.

La persona che giaceva godendo con me, poteva essere mio marito (Il loro padre) o uno dei loro nonni senza che ne venissero minimamente turbati.

Ricordo a questo proposito, che avevo smesso di avere rapporti con persone al di fuori della mia famiglia allargata.

Naturalmente, sin da subito avevamo spiegato che il nostro era un ambiente familiare diverso da quello degli amici che avrebbero incontrato fuori ed a scuola.

Avevamo anche spiegato che certe differenze le avrebbero trovate anche coi loro cuginetti e dunque, avevano già ben in mente che quelli erano segreti della nostra famiglia e che dunque, dovevano rimanere rinchiusi nelle mura della nostra casa e del nostro giardino.

Proprio così, la nostra casa ed il nostro giardino, come un'enclave fuori dal mondo esterno.

Nella nostra casa vigeva la massima libertà e così, nel nostro giardino e nella nostra piscina ( tutte opere fatte fare da mio suocero per noi) dove eravamo liberi di fare il bagno nudi e di fare l'amore ( Io col loro papà o coi loro nonni) senza alcun finto pudore.

Anche i rapporti più diretti ed intimi con mio figlio, erano cominciati senza "vergogna" (Parola cancellata dal nostro lessico) quando, all'apparire delle prime polluzioni di George, gli avevo insegnato a masturbarsi mentre i più piccoli seguivano le "Lezioni" insieme a lui.

I primi tempi, gli facevo io stessa le seghe sino a che non aveva imparato a farsele da solo o in compagnia dei fratelli più piccoli ai quali faceva lui da maestro.

A volte si masturbavano vicino a noi mentre io ed il loro papà, facevamo l'amore.

E siamo arrivati al fatidico giorno in cui George, aveva festeggiato i suoi 18 anni insieme ai suoi amici ed alla sua fidanzatina con la quale non aveva mai fatto ancora alcunché, compreso le seghe di cui mi prendevo cura io.

Al rientro a casa la sera (dopo aver festeggiato coi suoi amici in pizzeria ed in discoteca) aveva trovato ad aspettarlo il padre il quale, incontenibilmente emozionato, gli aveva detto: "George, vai in camera dove ti aspetta la mamma".

Il ragazzo, visibilmente euforico per la bella serata trascorsa, era volato entusiasta da me aspettandosi la solita sega a conclusione di quella bella giornata.

-Ciao George.-

Lo avevo salutato con indosso solo un corto baby doll in seta trasparente.

La cosa non lo aveva per nulla colpito giacché spesso mi vedeva s-vestita così in giro per casa o quando lo avvicinavo, per masturbarlo in bagno o nella sua cameretta.

Quella sera però, il programma presentava importanti variabili!

Accostandomi a lui, gli avevo messo le mani sulle spalle ed avvicinandomi al suo orecchio gli avevo bisbigliato "Ciao giovanotto, stasera voglio farti diventare un uomo vero e compiuto.. il mio uomo.. il mio maschio!

Subito dopo, gli avevo messo una mano dietro la testa e tirandolo a me gli aveva detto: "Baciami!"

Benché alle prese col suo primo vero bacio, aveva subito dischiuso le labbra aprendo un varco alla mia lingua che aveva subito incrociato la sua per dare inizio ad una frenetica danza con le lingua che si intrecciavano come tentacoli in un turbinio di sospiri e saliva.

"Cristo come aveva imparato la lezione il mio cucciolo, al solo vedermi baciare i miei amanti!"

Nonostante che avessi tra le braccio il mio cucciolo poco più che adolescente, quel bacio corrisposto in modo così inaspettato e sensuale, mi aveva fatta sciogliere tra le gambe.

Sicuramente anche per me, l'emozione della prima volta con mio figlio, era stata fatale al punto che, sciogliendomi dalle sue labbra, le gambe non mi avevano tenuto ed ero scivolata lentamente in ginocchio davanti a lui.

Dio che spettacolo!

Il suo jeans stretto come usava allora, aveva un gonfiore tale che pareva voler strappare la cerniera.

Gli avevo subito, con mano malferma, slacciato la cintura e poi, con non poca fatica, ero riuscito a far scorrere la cerniera verso il basso permettendo alla sua verga di sbocciare come un turgido fiore, dalle sue mutande.

Io conoscevo già molto bene quell'arnese, ma l'essermelo trovato così improvviso ed esplosivo davanti agli occhi, mi aveva stimolato un desiderio violento e perverso di prenderglielo in bocca e succhiarlo sino a fagocitarne il contenuto con tutta la verga ed i testicoli che io stessa gli avevo rasato quel mattino prima di lasciarlo andare alla festa coi suoi amici.

Con le mani dietro i suoi glutei, lo aveva tirato a a me e lo avevo spompinato con una smaniosa urgenza, dimenticando tutte le tecniche ed i preamboli che conoscevo bene e, senza dargli scampo, l'avevo succhiato sino a farmelo sciogliere in bocca come una gustosa ed irrinunciabile leccornia.

Dio che sborrata!

Che potenza quei fiotti così caldi e impetuosi mentre il gambo, serrato dalle mie labbra per non perderne una goccia, si contraeva come fosse un animale vivo.

Che sborrata! E che gusto quella crema agrodolce dal profumo inebriante e dalla consistenza cremosa simile a quella di mio padre e che io stessa gli avevo permesso di produrre dandogli la vita!

La notte era lunga e le promesse parevano essere superiori alle mie aspettative incestuose di mamma.

scritto il
2024-01-05
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