Una mamma ed una famiglia felice ed anticonformista 6 - Trio a go-go a Rio

di
genere
incesti

Ad aspettarci all'aeroporto di Rio c'era George con due ragazzoni, i suoi figli che avevo visti anni prima ancora piccoli.

Uno l'aveva avuto dalla moglie, uno dalla mamma mentre la terza bambina avuta dalla sorella, ci stava aspettando nella loro nuova casa in collina, con vista Copacabana, dove si erano trasferiti alla morte dei nonni.

Nonostante gli anni trascorsi, Edgar era ancora un bell'uomo anche se un po' imbolsito dal peso.

Ci eravamo riconosciuti subito e ci siamo corsi incontro abbracciandoci ed unendo con incontenibile urgenza le nostre labbra davanti a mio marito, mia madre e mia suocera che ci guardavano stupiti e compiaciuti da tanto slancio.

Lui mi stringeva tenendomi le mani dietro al culo mentre io, tenendogli un braccio dietro la schiena, con l'altra mano gli tastavo il pacco duro come quando l'avevo salutato l'ultima volta.

Anche i ragazzi mi avevano salutata con un lingua in bocca dedicando poi, le loro attenzioni a mia madre e mia suocera.

-Complimenti Edgar, sveglio come sempre?-

Gli avevo detto alludendo alla sua vistosa virilità che spingeva sotto il bermuda leggero.

Abbiamo riso?

-Anche tu però, ti tieni ben soda!-

Alludendo al mio culo tonico ed alle tette che senza reggiseno si tenevano su con orgogliosa strafottenza.

Abbiamo riso ancora mentre i due ragazzi si prendevano cura dei bagagli.

Mentre ci dirigevamo verso l'uscita, sentendomi bagnare tra le gambe, avevo pregato Edgar di accompagnarmi in bagno per una urgenza.

Naturalmente, lui conosceva bene il posto e soprattutto, era conosciuto dai ragazzi di uno dei numerosi bar dell'aeroporto.

Mentre i miei, compreso mio marito ed i due baldi giovanotti erano seduti al bar, Edgar mi aveva accompagnato alla toilette che in realtà era il retro bar con un divano sul quale mi ero subito seduta per tirarglielo fuori e prenderglielo in bocca.

Poi, dopo quel succoso pompino, mi ero messo a pecora e da dietro lui me lo aveva schiantato in corpo in un sol colpo, deciso e profondo.

Mentre lui mi stantuffava con la stessa potenza che ricordavo, davanti mi si era presentato un omone nero che colla verga già fuori dai pantaloni, me lo aveva messo in bocca.

Eravamo tutti eccitatissimi da quella inaspettata situazione.

La prima a venire ero stata io seguita dal negrone che mi aveva sborrato direttamente in gola e nello stomaco e mentre ero sconvolta da un nuovo orgasmo, anche Edgar aveva goduto sparandomi i suoi bollenti fiotti di sperma direttamente sull'utero e sul feto che mi cresceva in grembo.

Tornando al tavolo dove gli altri ci stavano aspettando, avevo un aspetto alquanto "stropicciato" ed una espressione gaudente che la mia mamma e mia suocera, conoscevano bene.

Espressione che anche mio marito conosceva avendone avuto poi conferma, baciandomi in bocca per condividere com me, il sapore di sperma che aveva ancora sulla lingua.

segue

scritto il
2024-01-24
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