Una famiglia normale 3 - L'inizio
di
Andrea2022
genere
incesti
Il rapporto con mio fratello era iniziato molto prima di quando la nostra casa, era diventato un vero paradiso dell'amore e del sesso senza tabù ne freni di sorta.
I nostri genitori, come già spiegato, avevano la reputazione di gente seria, morigerata nei costumi e quasi totalmente dediti al lavoro ed alla famiglia.
Solo io e mio fratello col crescere, avevamo scoperto che sotto quella apparente normalità, si nascondeva una realtà fatta di una sessualità goduriosa e trasgressiva.
Naturalmente, nulla trapelava dai loro atteggiamenti pubblici e dai modi affettuosi nei nostri confronti.
Qualcosa però, era scattata nella mente mia e di mio fratello quando col crescere, i nostri giochi al dottore erano diventato altro per via del cambiamento dei nostri corpi e della curiosità di capirne di più in fatto di sesso e di certe assenze notturne dei nostri genitori.
Avevamo dunque, deciso di "monitorare" i loro comportamenti spiandoli in modo discreto ogni volta che ci era possibile.
Abbiamo così ascoltato alcune telefonate con la coppia di loro amici che da piccoli chiamavamo zia e zio.
Erano conversazioni apparentemente "normali"..il tempo.. il lavoro.. le vacanze.. il programma di uscita per quella sera.. gli incontri con certi amici o per motivi di lavoro, tutto normale se le frasi non fossero intercalate da ammiccamenti, allusioni, frasi criptiche e con parole apparentemente senza senso.
Al venerdì e sabato notte poi, al loro rientro, col cuore che ci batteva in petto, andavamo ad origliare dietro lo porta della loro camera e sempre, dico sempre, li sentivamo fare l'amore arricchendo i loro gemiti con commenti e parole che si riferivano alla serata appena passata.
Sentivamo parlare di misure, di colore della pelle, di quantità di maschi, di quante volte etc. etc.
Parlavano di sesso e più ricordavano e più montava la loro eccitazione seguita dai crescenti rumori del letto e delle loro frasi oscene di incitazione.
Le grida di mia madre risuonavano alte nella stanza accompagnate dai grugniti di mio padre.
Da allora, io e mio fratello avevamo cominciato ad imitarli nei gesti e nelle parole sino al momento in cui, lui mi aveva sverginata dando così il via alle nostre quotidiane scopate.
La cosa però che più ci aveva impressionati, oltre le loro parole delle quali ci sfuggivano comunque alcune frasi, era stata la scoperta, curiosando nel cesto dei panni da lavare, delle mutandine della mamma inzuppate di sperma.
Non poteva essere sicuramente quello di nostro padre giacché la notte, dopo l'amplesso, mia madre si alzava sempre per andarsi a lavare in bagno.
Dunque la mamma, tornava sempre già piena di sborra al rientro delle loro uscite e questo spiegava il senso di alcune frasi che non riuscivamo a capire completamente.
Le mutandine poi, erano talmente bagnate che non poteva essere il frutto dello spruzzo di zio Tony ma dovevano averla impregnata più maschi tra i quali non c'era sicuramente quello di papà a giudicare da quanta gliene sparava in bocca o in pancia sotto i nostri attenti sguardi.
Col crescere, a tavola i nostri discorsi divenivano via via più adulti sino a giungere a vere e proprie confidenze in cui una sera, avevamo anche confessato il fatto che sin dall'età di 19 anni io e mio fratello facevamo l'amore.
Quella confidenza aveva spalancato un vero vaso di pandora rovesciando su me e mio fratello tutti i segreti della loro vita intima.
L'estate era alle porte e come ogni anno, mia madre insegnante e dunque più libera dal lavoro, sarebbe andata in vacanza prima.
Solitamente l'accompagnavamo anche io e mio fratello mentre papà ci raggiungeva per i fine settimana.
Noi abitiamo in un piccolo paese vicino Parma e la nostra casa per le vacanze è sulle colline delle cinque terre, facilmente raggiungibile anche se in un posto piuttosto appartato.
Naturalmente, ci era ormai chiaro il motivo della scelta di quella casa che avevano acquistato da tempo in comproprietà con la coppia di amici: Il fatto che fosse vicino alla nostra casa ed in un posto così appartato, gli aveva permesso di trasformarlo in una vera casa delle orge in cui incontrare chiunque nel più completo anonimato.
Ebbene, quella era la prima estate in cui i nostri genitori avevano proposto a mio fratello di accompagnare la mamma mentre io sarei rimasta con papà per raggiungerli a fine settimana.
Da quella proposta che io e mio fratello avevamo accolto con entusiasmo, il tempo aveva subito una incredibile accelerazione facendo accadere ad ogni scoccare di ora, l'inimmaginabile.
Mia madre e mio fratello erano partiti quello stesso pomeriggio.
A sera dopo la cena che io stessa avevo preparato e dopo aver passato alcuni minuti davanti alla TV, mio padre mi aveva detto:
-Jenny, la mamma ha preparato il lettone con le lenzuola di lino bianche e se vuoi, puoi dormire insieme a me.-
Quelle parole avevano prodotto in me un'esplosione potentissima che aveva coinvolto il mio cuore, la mia mente ed ogni nervo del mio corpo che aveva cominciato a vibrare come le corde di certi strumenti musicali.
Tra le mie cosce, si era aperto un rubinetto ed io, raccogliendo tutte le mie forze, avevo fatto un balzo e come facevo da ragazzina, ero saltata addosso a mio padre incrociandogli le gambe dietro la schiena e, con le braccia stretta al suo collo, gli aveva portato le labbra sulla bocca trovandola già aperta e pronta ad accogliere con avido desiderio la mia turbinosa lingua.
Stretta a lui in una specie di equilibrio precario, sentivo le sue mani armeggiare sul mio corpo sino agli strappi secchi della mi t-shirt e del mio perizoma con la simultanea
spinta della sua durissima verga dentro il mio corpo.
Che meraviglia, in una frazione di secondo mi ero trasformata dalla sua bambina alla sua vogliosa amante già piena della sua verga e con in bocca la frenetica danza del nostro liquido desiderio.
Mantenendo la stessa postura, mi aveva poi, adagiata sul divano ed aveva cominciato a montarmi come mai avevo fatto in vita mia.
Ad un tratto, nel culmine della lussuria, era squillato il telefono:
-E' tua madre.-
mi aveva detto mio padre porgendomi il cellulare mentre continuava a cavalcarmi con spinte sempre più decise e profonde: "Ciao jenny.. come va?"
Mi aveva chiesto mia madre con voce ansimante: "Bene.. bene.. sto con papà!"
Le avevo risposto soffocando in gola le grida di un montante orgasmo: "Ce l'hai dentro.. ti sta dando piacere?"
Aveva ripreso gemendo in modo osceno mia madre : "Si.. si.. ce l'ho dentro e sto godendo.. si.. siiiiii.. amami papà.. amami.. chiavami.. godo.. godoooo"
Con la mente e con i sensi oramai fuori controllo, avevo percepito appena le grida di mia madre: "Così Bruno.. così.. così.. chiava la mamma .. chiavala.. godo.. godoooo anch'io.."
Che meraviglia, era la nostra prima volta e miracolosamente avevamo goduto insieme io con mio padre in corpo e mia madre montata dal figlio.
Segue
I nostri genitori, come già spiegato, avevano la reputazione di gente seria, morigerata nei costumi e quasi totalmente dediti al lavoro ed alla famiglia.
Solo io e mio fratello col crescere, avevamo scoperto che sotto quella apparente normalità, si nascondeva una realtà fatta di una sessualità goduriosa e trasgressiva.
Naturalmente, nulla trapelava dai loro atteggiamenti pubblici e dai modi affettuosi nei nostri confronti.
Qualcosa però, era scattata nella mente mia e di mio fratello quando col crescere, i nostri giochi al dottore erano diventato altro per via del cambiamento dei nostri corpi e della curiosità di capirne di più in fatto di sesso e di certe assenze notturne dei nostri genitori.
Avevamo dunque, deciso di "monitorare" i loro comportamenti spiandoli in modo discreto ogni volta che ci era possibile.
Abbiamo così ascoltato alcune telefonate con la coppia di loro amici che da piccoli chiamavamo zia e zio.
Erano conversazioni apparentemente "normali"..il tempo.. il lavoro.. le vacanze.. il programma di uscita per quella sera.. gli incontri con certi amici o per motivi di lavoro, tutto normale se le frasi non fossero intercalate da ammiccamenti, allusioni, frasi criptiche e con parole apparentemente senza senso.
Al venerdì e sabato notte poi, al loro rientro, col cuore che ci batteva in petto, andavamo ad origliare dietro lo porta della loro camera e sempre, dico sempre, li sentivamo fare l'amore arricchendo i loro gemiti con commenti e parole che si riferivano alla serata appena passata.
Sentivamo parlare di misure, di colore della pelle, di quantità di maschi, di quante volte etc. etc.
Parlavano di sesso e più ricordavano e più montava la loro eccitazione seguita dai crescenti rumori del letto e delle loro frasi oscene di incitazione.
Le grida di mia madre risuonavano alte nella stanza accompagnate dai grugniti di mio padre.
Da allora, io e mio fratello avevamo cominciato ad imitarli nei gesti e nelle parole sino al momento in cui, lui mi aveva sverginata dando così il via alle nostre quotidiane scopate.
La cosa però che più ci aveva impressionati, oltre le loro parole delle quali ci sfuggivano comunque alcune frasi, era stata la scoperta, curiosando nel cesto dei panni da lavare, delle mutandine della mamma inzuppate di sperma.
Non poteva essere sicuramente quello di nostro padre giacché la notte, dopo l'amplesso, mia madre si alzava sempre per andarsi a lavare in bagno.
Dunque la mamma, tornava sempre già piena di sborra al rientro delle loro uscite e questo spiegava il senso di alcune frasi che non riuscivamo a capire completamente.
Le mutandine poi, erano talmente bagnate che non poteva essere il frutto dello spruzzo di zio Tony ma dovevano averla impregnata più maschi tra i quali non c'era sicuramente quello di papà a giudicare da quanta gliene sparava in bocca o in pancia sotto i nostri attenti sguardi.
Col crescere, a tavola i nostri discorsi divenivano via via più adulti sino a giungere a vere e proprie confidenze in cui una sera, avevamo anche confessato il fatto che sin dall'età di 19 anni io e mio fratello facevamo l'amore.
Quella confidenza aveva spalancato un vero vaso di pandora rovesciando su me e mio fratello tutti i segreti della loro vita intima.
L'estate era alle porte e come ogni anno, mia madre insegnante e dunque più libera dal lavoro, sarebbe andata in vacanza prima.
Solitamente l'accompagnavamo anche io e mio fratello mentre papà ci raggiungeva per i fine settimana.
Noi abitiamo in un piccolo paese vicino Parma e la nostra casa per le vacanze è sulle colline delle cinque terre, facilmente raggiungibile anche se in un posto piuttosto appartato.
Naturalmente, ci era ormai chiaro il motivo della scelta di quella casa che avevano acquistato da tempo in comproprietà con la coppia di amici: Il fatto che fosse vicino alla nostra casa ed in un posto così appartato, gli aveva permesso di trasformarlo in una vera casa delle orge in cui incontrare chiunque nel più completo anonimato.
Ebbene, quella era la prima estate in cui i nostri genitori avevano proposto a mio fratello di accompagnare la mamma mentre io sarei rimasta con papà per raggiungerli a fine settimana.
Da quella proposta che io e mio fratello avevamo accolto con entusiasmo, il tempo aveva subito una incredibile accelerazione facendo accadere ad ogni scoccare di ora, l'inimmaginabile.
Mia madre e mio fratello erano partiti quello stesso pomeriggio.
A sera dopo la cena che io stessa avevo preparato e dopo aver passato alcuni minuti davanti alla TV, mio padre mi aveva detto:
-Jenny, la mamma ha preparato il lettone con le lenzuola di lino bianche e se vuoi, puoi dormire insieme a me.-
Quelle parole avevano prodotto in me un'esplosione potentissima che aveva coinvolto il mio cuore, la mia mente ed ogni nervo del mio corpo che aveva cominciato a vibrare come le corde di certi strumenti musicali.
Tra le mie cosce, si era aperto un rubinetto ed io, raccogliendo tutte le mie forze, avevo fatto un balzo e come facevo da ragazzina, ero saltata addosso a mio padre incrociandogli le gambe dietro la schiena e, con le braccia stretta al suo collo, gli aveva portato le labbra sulla bocca trovandola già aperta e pronta ad accogliere con avido desiderio la mia turbinosa lingua.
Stretta a lui in una specie di equilibrio precario, sentivo le sue mani armeggiare sul mio corpo sino agli strappi secchi della mi t-shirt e del mio perizoma con la simultanea
spinta della sua durissima verga dentro il mio corpo.
Che meraviglia, in una frazione di secondo mi ero trasformata dalla sua bambina alla sua vogliosa amante già piena della sua verga e con in bocca la frenetica danza del nostro liquido desiderio.
Mantenendo la stessa postura, mi aveva poi, adagiata sul divano ed aveva cominciato a montarmi come mai avevo fatto in vita mia.
Ad un tratto, nel culmine della lussuria, era squillato il telefono:
-E' tua madre.-
mi aveva detto mio padre porgendomi il cellulare mentre continuava a cavalcarmi con spinte sempre più decise e profonde: "Ciao jenny.. come va?"
Mi aveva chiesto mia madre con voce ansimante: "Bene.. bene.. sto con papà!"
Le avevo risposto soffocando in gola le grida di un montante orgasmo: "Ce l'hai dentro.. ti sta dando piacere?"
Aveva ripreso gemendo in modo osceno mia madre : "Si.. si.. ce l'ho dentro e sto godendo.. si.. siiiiii.. amami papà.. amami.. chiavami.. godo.. godoooo"
Con la mente e con i sensi oramai fuori controllo, avevo percepito appena le grida di mia madre: "Così Bruno.. così.. così.. chiava la mamma .. chiavala.. godo.. godoooo anch'io.."
Che meraviglia, era la nostra prima volta e miracolosamente avevamo goduto insieme io con mio padre in corpo e mia madre montata dal figlio.
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