Lo vuoi papà? 2 - Vuoi che te lo succhi?

di
genere
incesti

"Lo vuoi anche tu papà?"

Gli avevo chiesto tenendogli una mano sotto i coglioni mentre lo guardavo negli occhi e sentivo crescere nell'altra mano il calore e la consistenza del suo membro che, stimolato dalle mie dita, prendeva vigore.

"Si!" Mi aveva risposto.

Sei sicuro papà di volere che la tua amata bambina te lo prenda in bocca sino a farti godere?

"Si, voglio che tu mi faccia godere con la bocca."

"Papà, ti rendi conto che stai accettando che tua figlia ti faccia un pompino? Tu non puoi neanche immaginare la gioia che mi da la tua risposta e non sai con quanta passione potrei farlo e con quanto gusto potrei ingoiare tutto il seme col quale mi hai dato la vita e che ora potresti schizzarmi in bocca e in gola."

Non so neanche io perché insistevo a fare quelle domande arrapata com'ero e col suo cazzo che oramai durissimo si contraeva tra le mie dita.

Dio mio, che meraviglia!

Era la prima volta che avevo tutto per me il cazzo di un adulto e che cazzo, ed era quello di mio padre verso il quale non avevo mai fatto un pensiero in vita mia.

Le prime fregole che avevo cercato di scacciare dalla mia mente, erano cominciate nel momento in cui Lucy mi aveva confessato, dopo essersi sposata, che i primi pompini li aveva fatti proprio a suo padre e che proprio lui l'aveva sverginata iniziandola ai segreti ed ai piaceri del sesso.

Mi aveva anche rivelato con un certo orgoglio e la gioia negli occhi che anche il bambino che aveva in grembo era frutto degli "Incontri d'amore" (Aveva detto proprio così) che aveva avuto ogni giorno con suo padre nelle due settimane che avevano preceduto il suo matrimonio.

C'ero anch'io alla sua festa nuziale e ricordavo molto bene la sua contagiosa felicità per quell'evento.

Ecco svelato l'arcano, era felice di sposare il ragazzo che l'amava e del quale era davvero innamorata ma era ancora più felice per il fatto di sapere già che era incinta di suo padre.

Lucy era da sempre la mia migliore amica ma quelle rivelazioni mi avevano turbato e me l'avevano fatta vedere improvvisamente sotto una luce nuova: "Proprio lei, con la quale avevo condiviso non so quanti pompini a quanti ragazzi, preservando la mia verginità per il momento giusto, in realtà aveva da sempre un rapporto incestuoso col padre che l'aveva addirittura sverginata e di cui non mi aveva mai parlato!"

Quelle confidenze mi avevano turbato e da quel momento, avevo cominciato ad osservare mio padre nel tentativo di coglierne, sguardi o atteggiamenti che potessero svelarmi desideri perversi nei miei confronti.

Nulla di tutto questo avevo riscontrato nelle sue attenzioni paterne nei miei confronti.

Le parole di Susy, avevano lasciato una certo turbamento in me che comunque, credevo di aver dominato con la mia razionalità e col fatto che consideravo l'incesto una perversione da condannare.

Niente di più sbagliato!

Nella realtà, Susy aveva gettato un seme nella mia mente che a mia insaputa stava crescendo germogliando poi improvviso, proprio quel giorno che eccitata ero stata sorpresa da mio padre mentre mi stavo masturbando.

Quando me l'ero trovato con la patta dei pantaloni davanti al mio viso all'altezza della mia bocca, era esplosa impetuosa la mia voglia di fargli un pompino e farlo godere tra le mie labbra.

Era davvero impressionante la visione della sua verga davanti al mio viso e le sensazioni che mi procurava nel sentirne il peso, la potenza virile e l'odore di maschio che emanava.

L'asta scura e lucida come fosse di cuoio, era solcata da un intreccio a rilievo di vene bluastre mentre al vertice, una cappella gonfia e rosata faceva capolino parzialmente coperta dal prepuzio non completamente scappellato.

"Lo vuoi davvero papà? Vuoi che ti faccia un pompino?

"Si!"

Le mie labbra si erano dischiuse umide e vogliose per accogliere in un primo contatto il glande livido e gonfio.

Tenendolo con entrambe le mani lo avevo sentito scivolare plasticamente tra le labbra in cerca del contatto con la mia lingua.

Brevi escursioni dentro/fuori accompagnate da colpetti sul foro uretrale e sul frenulo teso come una corda di violino, gli procuravano repentine contrazioni che sentivo come brividi dietro la schiena e dentro il cervello.

Quando lo avevo imboccato per dare inizio ad un vero pompino, sentivo la cappella sbattere sull'ugola mentre ancora più della metà della sua lunghezza era fuori tra le mie dita.

Quando poi, sfilandolo di bocca e tenendolo in mano come uno scettro, ero scesa a leccargli l'asta in tutta la sua lunghezza sino ai testicoli, nuovi brividi avevano scosso il mio corpo mentre dalla mia fica sentivo colare umori come da una fontanella.

Ero ancora vergine e non potevo cedere alla tentazione di fare come Susy che si era fatta "deflorare" dal padre.

Allontanando dunque, quella tentazione, con una mano avevo cominciato a masturbarmi mentre con l'altra lo segavo accompagnando al tempo stesso le pennellate della mia lingua sui coglioni e sulla cappella percorrendo il lungo e venoso tragitto che li separava.

Io stavo per venire ma non volevo farlo da sola e dunque, interrompendo le manovre sulla mia clitoride, lo avevo imboccato e mentre con i movimenti della testa lo facevo entrare ed uscire dalla mia bocca, con la mano lo segavo facendogli scorrere la pelle che ricopriva il durissimo e gonfio nerbo.

A quel punto, gli ansimi di mio padre erano divenuti gemiti e mentre anch'io aveva ripreso a masturbarmi ed ero vicina all'orgasmo, lui aveva cominciato a rantolare e con un gesto improvviso, mi aveva messo le mani dietro la testa e schiantandosi sulle mie corde vocali aveva cominciato a sborrare.
-Vengo..vengo..sborro sborroooo!!!!
Un primo fiotto potente e caldo era finito sull'ugola ed in parte sulla trachea, un altro fiotto meno potente ma più abbondante sulla lingua, un terzo lo sentivo scorrere come fosse una fontanella, al quarto, avevo la bocca piene ed incapace di trattenerlo o ingoiarlo tutto, una parte era fuoruscita dagli angoli delle labbra.

Fortunatamente, ero riuscita a raccoglierla con la mano altrimenti avremmo sporcato il tappeto con l'ovvia difficoltà di dare spiegazioni alla mamma se, se ne fosse accorta.

Mentre nella mia bocca si riversava una tempesta di sborra, il mio corpo veniva scosso da un violentissimo orgasmo.

Dopo essere finalmente riuscita ad ingoiare tutto, con la lingua mi ero ripulite anche le mani; una dalla sborra e l'altra dai miei umori.

-Mi hai fatto morire!

Ma dove hai imparato a fare questi pompini!?-

Mi aveva chiesto mio padre ansimando mentre io con la lingua gli ripulivo gli ultimi residui di sperma strizzandogli il cazzo oramai molle.

-Papà, sai come ci chiamavano i ragazzi a me e Lucy? Le regine dell'ingoio!-

Avevamo riso e ci siamo baciati in bocca prima che io corressi in bagno a rimettermi un po' in ordine.

Segue



scritto il
2022-03-19
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