Scopamici di periferia PARTE 2
di
BL89
genere
etero
Quando tornò da lei la trovò ancora ansimante e visibilmente soddisfatta dell'orgasmo appena ricevuto, lui la slegò per permetterle di rilassarsi un attimo e nel mentre si spogliò. Tolse la polo nera, le Vans che aveva ai piedi e infine i jeans. Rimase in boxer che trattenevano un erezione ormai pronta ad esplodere. Si avvicinò a lei e con delicatezza la sollevò, lei fece un po' di fatica per via delle gambe ancora scosse dal piacere di poco prima. Sempre con delicatezza le tolse il reggiseno, lasciandola vestita solo della benda che aveva ancora sugli occhi.
Ora che si trovavano entrambi in piedi lui la abbracciò da dietro accarezzando tutto il suo corpo e facendole sentire quanto ce l’aveva duro, lei con fare sinuoso muoveva il suo sedere contro il suo cazzo sorridendo felice. Lei alzò il braccio per prendere la sua testa e portarla verso il suo collo, lui intanto con le mani la teneva saldamente per il seno mentre le mordeva il collo. Con le mani poi lei scese accarezzandogli le braccia per poi spostarsi dietro la sua schiena, fino che non trovò il suo cazzo. Cominciò ad accarezzarlo da sopra i boxer, per poi quasi immediatamente tirarlo fuori e cominciare a segarlo. Non era certo quello di un porno attore ma le dimensioni erano discrete e decisamente sapeva usarlo bene per farla venire ancora e ancora. Lui la prese, la voltò e mentre lei riprendeva a giocare con il suo cazzo la limonò afferrandola per il sedere e stringendola forte a sé. Finito quel bacio lei si scostò da lui e con le mani percorse tutto il suo corpo, dalle spalle scendendo sul petto, poi sui fianchi a quel punto, lentamente, si inginocchiò davanti a lui e con le mani andò alla ricerca del suo cazzo, lo prese delicatamente tra le mani e lo leccò, partendo dalla base su fino alla punta della cappella per poi farlo sparire nella sua bocca. Lo stava spompinando per bene, forse per ricambiare il favore ricevuto poco prima, teneva le sue mani sulle sue cosce mentre lui cercava di rimanere in piedi anche se il piacere che stava provando gli faceva cedere le ginocchia. Con le mani spostò i capelli di lei per poter ammirare quel bellissimo lavoretto di bocca che stava facendo ma lui aveva già deciso che voleva scopare quella bella figa che aveva gustato prima. Con delicatezza le fermò la testa e l’aiuto ad alzarsi poi la spinse verso il tavolo e la fece mettere a novanta, spingendola giù con una mano in mezzo alle sue spalle e l’altra che le teneva fermo un fianco. Quando fu in posizione, le fece allargare le gambe, portò la mano verso la bocca e sputò sulla punta delle dita, per poi usare la sua saliva per lubrificare la sua figa anche se era talmente bagnata che non ce n'era bisogno. Mentre la teneva giù con l'altra mano prese il suo cazzo, e lo appoggio alla sua figa attese un attimo e poi lentamente lo fece scorrere tutto dentro, lei dal piacere fece per sollevare il busto, lui la trattenne giu. incomincio a muovere il bacino, avanti e indietro. Il suo cazzo si muoveva dentro di lei lentamente, con un ritmo costante, lei gemeva ad ogni suo colpo e ogni suo colpo era un piacere che le partiva dalla figa fino ad arrivare alla sua bocca dove usciva con un flebile gemito di piacere. Lui impazziva alla sensazione che la sua figa calda e umida gli provocava, la strinse per i fianchi e aumentò il ritmo ogni colpo era sempre un po’ più deciso e un po’ più veloce rispetto a quello precedente. Lei si mordeva le labbra per non urlare dal piacere ma era devastata da quella sensazione di calore che le pervadeva il corpo, inebriata da quel momento selvaggio, non capiva più nulla, voleva solo che quei momenti durassero in eterno. le mani di lui la stringevano saldamente per i fianchi quasi avesse paura che potesse scappare da qualche parte, ma lei non voleva scappare da nessuna parte, anzi era proprio dove voleva essere. Spostò le sue mani su per la schiena di lei, fino arrivare alle spalle, aumento ancora il ritmo del suo bacino, la prese per la coda dei capelli, la fece alzare un po’ per poi sussurrare all’orecchio “ chi è la mia troia?” lei era troppo eccitata per riuscire a rispondere immediatamente, il suo cazzo la stava scopando decisamente bene, lui attese, e dopo averla tirata di nuovo per i capelli con più forza ripetè la stessa domanda, lei a quel punto come se si fosse svegliata da uno stato di trance gli rispose “io…sono io…” lui incalzò “sei tu cosa?” lei mentre l'ennesimo colpo la faceva gemere riuscì a dire “la tua troia, sono io, scopami come la troia che sono!”.
A quelle parole lui gli tiro uno schiaffo sul suo bel culo pallido e morbido, poi lo accarezzò, lo strinse nella sua mano e gli diede un altro schiaffo, lei urlò, un misto tra dolore e eccitazione. Lui continuò a sculacciare quel sedere che colpo dopo colpo era diventato bello rosso, alternava schiaffi a carezze senza una vera logica in modo che lei non potesse capire se il tocco che stava per ricevere sarebbe stata una delicata carezza o un violento schiaffo.
Quando smise il suo gluteo sinistro era rosso da tutti gli schiaffi che aveva ricevuto ma lei era semplicemente eccitata da quel dolore. Lui era a pochissimo dal venire ma voleva giocare ancora con la sua piccola troia, si scostò leggermente dal suo culo e con precisione quasi chirurgica fece colare un po’ di saliva tra le sue natiche finché non colò sul suo buco posteriore.
Lei a quel pensiero trasali, era sempre un po’ spaventata quando si trattava di sesso anale ma da quando la avevano provato la prima volta era una cosa che la eccitava da morire, però le era rimasto quel gioco dove doveva lamentarsi e fingere di non volerlo. Lui con il pollice giocava con il suo buco, lo bagnò bene con la saliva e con delicatezza premette. Il pollice entrava piano piano e dilatava il suo culo, nel mentre continuava a scoparla e riusciva a sentire il suo cazzo che si muoveva dentro di lei. Quando la sentì abbastanza aperta si fermò un attimo e andò verso i loro giochini che erano ancora a loro disposizione e ne prese 2 uno per lei e uno per lui. Il rabbit , il cock ring e il lubrificante. Subito infilo l’anello sul suo cazzo, dopo pochissimo notò con piacere come si fosse gonfiato, la cappella era di un rosso fuoco e l'asta era ricoperta da tante vene. Questo oltre a far provare ancora più piacere a lei avrebbe aiutato lui a continuare quel gioco perverso prima di venire copiosamente. Lei era ancora piegata a novanta, lui tornò da lei, si inginocchio dietro, e con la lingua, da sopra il retro del ginocchio la lecco, salendo su lentamente, arrivando alla sua figa che era gonfia, calda e fradicia dei suoi umori. Proseguì la sua corsa assaporando tutto, fino ad arrivare al suo culo dove si fermò. Si alzò, prese il rabbit e lo accese, impostò la vibrazione più bassa e lo infilo dentro la sua figa facendo premere le orecchiette del rabbit sul clitoride. Lei era già soddisfatta di quella sensazione ma lui no, lui doveva scopare quel suo fantastico culo che aveva conquistato con fatica. Lubrificò il suo cazzo per bene e mise qualche goccia anche su di lei. Appoggiò la sua cappella e cominciò a spingerla dentro al suo culo, che l’accolse subito, lei sussurrò “piano…fai piano, mi fa male…piano…ohhhh, si, cosi ma piano. ti prego…oh si pianoooo…” il cazzo di lui era tutto dentro, il rabbit vibrava e gli dava il ritmo, lei era piena, poteva sentire quanto tutta quella roba dentro di lei la riempisse. La scopava tenendola per la coda dei capelli, lei era come obnubilata da quella sensazione di essere un oggetto sessuale, alla mercé delle sue voglie, incapace di negargli qualsiasi cosa. Voleva solo essere scopata fino a venire e fino a sentire la sua sborra dentro di lei. Ci volle relativamente poco, l orgasmo arrivò, come prima incominciarono a tremare le gambe per poi urlare, il suo piacere era troppo, anche se viveva in una villetta probabilmente qualche vicino sentì tutto il suo piacere. A quel punto lui non poté più resistere. tirò fuori il suo cazzo, che era incandescente e appena uscì dal suo culo uno schizzo finì sul suo culo, poi un altro sulla schiena e infine sulla sua figa, sembrava un idrante, la inondò tutta. Lei appena si riprese, sentì quella sborra calda su di lei, rise soddisfatta, e disse “che peccato preferisco quando mi vieni dentro, mi piace sentire quanto mi riempi”.
Al momento erano ben compiaciuti delle loro imprese, nudi, sudati e felici si diressero assieme verso la doccia per potersi riprendere da quella bellissima fatica. Era una doccia ampia, in un bagno color smeraldo, l acqua calda gli diede conforto ad entrambi. In quel momento di relax ridevano e scherzavano come due vecchi amici, cosa che in effetti erano. Si insaponarono a vicenda, lei parti dal suo petto in modo da creare un sacco di schiuma per poi scendere sulla sua pancia fino ad arrivare al suo cazzo, che lavò con delicatezza quasi a volersene prendere cura. Più lo lavava più riacquista turgore.
Lei si giro, e si avvicino a lui, appoggiando la sua schiena al suo petto, lui l abbracciò e con le mani la insaponò, partendo dalle spalle, il collo, il seno scendendo poi su i fianchi. Lei si faceva esplorare da quelle mani, mentre con il suo bellissimo sedere premeva contro il suo membro che era di nuovo perfettamente eretto. Lui la afferrò per i seni e le baciò il collo. L'acqua calda scorreva su i loro corpi nudi, il sapone aiutava a farli scivolare sinuosamente. La loro voglia di sesso non era ancora stata appagata, lei si piegò in avanti e si sollevò in punta di piedi, il cazzo di lui scivolò nella sua figa con una naturalezza che sembrava quasi fosse dotato di vita propria. Ripresero a scopare, lui la teneva per i fianchi mentre lei era appoggiata al muro con il braccio sinistro, ansimante, mentre l’altra mano scivolava sul suo clitoride fino ad arrivare a sfiorare i coglioni di lui. Il ritmo aumentava, gli ansimi di lei anche, il calore del suo cazzo dentro di lei si sposava bene con il calore dell’acqua calda che li bagnava. La posizione però non era delle più comode per lei dato il divario di altezza tra loro. Quindi lei si tolse da quella situazione, spensa l acqua, prese il suo cazzo in mano e lo utilizzò come un guinzaglio per accompagnarlo fuori dalla doccia. Si soffermo davanti al lavabo e con la mano prese a fargli una bella sega, lui si godette per qualche secondo quella coccola, poi di impeto la sollevò sul mobile del lavandino le spalanco le gambe e una volta rientrato dentro di lei la scopò con tutta l’energia che lgli era rimasta. Lei si avvinghiò addosso a lui come un koala, con le gambe cinte dietro alla sua schiena. Le braccia dietro la sue spalle con le unghie che aravano la sua carne mentre lei godeva tantissimo. Durarono poco, la sensazione del marmo freddo sotto il suo culo contrastava il caldo di quel cazzo che dopo poco esplose dentro di lei. Rimasero avvinghiati qualche altro secondo che sembrò eterno, quando lei con un sorriso smagliante gli disse “bravo è proprio così che mi piace essere riempita”
Ora che si trovavano entrambi in piedi lui la abbracciò da dietro accarezzando tutto il suo corpo e facendole sentire quanto ce l’aveva duro, lei con fare sinuoso muoveva il suo sedere contro il suo cazzo sorridendo felice. Lei alzò il braccio per prendere la sua testa e portarla verso il suo collo, lui intanto con le mani la teneva saldamente per il seno mentre le mordeva il collo. Con le mani poi lei scese accarezzandogli le braccia per poi spostarsi dietro la sua schiena, fino che non trovò il suo cazzo. Cominciò ad accarezzarlo da sopra i boxer, per poi quasi immediatamente tirarlo fuori e cominciare a segarlo. Non era certo quello di un porno attore ma le dimensioni erano discrete e decisamente sapeva usarlo bene per farla venire ancora e ancora. Lui la prese, la voltò e mentre lei riprendeva a giocare con il suo cazzo la limonò afferrandola per il sedere e stringendola forte a sé. Finito quel bacio lei si scostò da lui e con le mani percorse tutto il suo corpo, dalle spalle scendendo sul petto, poi sui fianchi a quel punto, lentamente, si inginocchiò davanti a lui e con le mani andò alla ricerca del suo cazzo, lo prese delicatamente tra le mani e lo leccò, partendo dalla base su fino alla punta della cappella per poi farlo sparire nella sua bocca. Lo stava spompinando per bene, forse per ricambiare il favore ricevuto poco prima, teneva le sue mani sulle sue cosce mentre lui cercava di rimanere in piedi anche se il piacere che stava provando gli faceva cedere le ginocchia. Con le mani spostò i capelli di lei per poter ammirare quel bellissimo lavoretto di bocca che stava facendo ma lui aveva già deciso che voleva scopare quella bella figa che aveva gustato prima. Con delicatezza le fermò la testa e l’aiuto ad alzarsi poi la spinse verso il tavolo e la fece mettere a novanta, spingendola giù con una mano in mezzo alle sue spalle e l’altra che le teneva fermo un fianco. Quando fu in posizione, le fece allargare le gambe, portò la mano verso la bocca e sputò sulla punta delle dita, per poi usare la sua saliva per lubrificare la sua figa anche se era talmente bagnata che non ce n'era bisogno. Mentre la teneva giù con l'altra mano prese il suo cazzo, e lo appoggio alla sua figa attese un attimo e poi lentamente lo fece scorrere tutto dentro, lei dal piacere fece per sollevare il busto, lui la trattenne giu. incomincio a muovere il bacino, avanti e indietro. Il suo cazzo si muoveva dentro di lei lentamente, con un ritmo costante, lei gemeva ad ogni suo colpo e ogni suo colpo era un piacere che le partiva dalla figa fino ad arrivare alla sua bocca dove usciva con un flebile gemito di piacere. Lui impazziva alla sensazione che la sua figa calda e umida gli provocava, la strinse per i fianchi e aumentò il ritmo ogni colpo era sempre un po’ più deciso e un po’ più veloce rispetto a quello precedente. Lei si mordeva le labbra per non urlare dal piacere ma era devastata da quella sensazione di calore che le pervadeva il corpo, inebriata da quel momento selvaggio, non capiva più nulla, voleva solo che quei momenti durassero in eterno. le mani di lui la stringevano saldamente per i fianchi quasi avesse paura che potesse scappare da qualche parte, ma lei non voleva scappare da nessuna parte, anzi era proprio dove voleva essere. Spostò le sue mani su per la schiena di lei, fino arrivare alle spalle, aumento ancora il ritmo del suo bacino, la prese per la coda dei capelli, la fece alzare un po’ per poi sussurrare all’orecchio “ chi è la mia troia?” lei era troppo eccitata per riuscire a rispondere immediatamente, il suo cazzo la stava scopando decisamente bene, lui attese, e dopo averla tirata di nuovo per i capelli con più forza ripetè la stessa domanda, lei a quel punto come se si fosse svegliata da uno stato di trance gli rispose “io…sono io…” lui incalzò “sei tu cosa?” lei mentre l'ennesimo colpo la faceva gemere riuscì a dire “la tua troia, sono io, scopami come la troia che sono!”.
A quelle parole lui gli tiro uno schiaffo sul suo bel culo pallido e morbido, poi lo accarezzò, lo strinse nella sua mano e gli diede un altro schiaffo, lei urlò, un misto tra dolore e eccitazione. Lui continuò a sculacciare quel sedere che colpo dopo colpo era diventato bello rosso, alternava schiaffi a carezze senza una vera logica in modo che lei non potesse capire se il tocco che stava per ricevere sarebbe stata una delicata carezza o un violento schiaffo.
Quando smise il suo gluteo sinistro era rosso da tutti gli schiaffi che aveva ricevuto ma lei era semplicemente eccitata da quel dolore. Lui era a pochissimo dal venire ma voleva giocare ancora con la sua piccola troia, si scostò leggermente dal suo culo e con precisione quasi chirurgica fece colare un po’ di saliva tra le sue natiche finché non colò sul suo buco posteriore.
Lei a quel pensiero trasali, era sempre un po’ spaventata quando si trattava di sesso anale ma da quando la avevano provato la prima volta era una cosa che la eccitava da morire, però le era rimasto quel gioco dove doveva lamentarsi e fingere di non volerlo. Lui con il pollice giocava con il suo buco, lo bagnò bene con la saliva e con delicatezza premette. Il pollice entrava piano piano e dilatava il suo culo, nel mentre continuava a scoparla e riusciva a sentire il suo cazzo che si muoveva dentro di lei. Quando la sentì abbastanza aperta si fermò un attimo e andò verso i loro giochini che erano ancora a loro disposizione e ne prese 2 uno per lei e uno per lui. Il rabbit , il cock ring e il lubrificante. Subito infilo l’anello sul suo cazzo, dopo pochissimo notò con piacere come si fosse gonfiato, la cappella era di un rosso fuoco e l'asta era ricoperta da tante vene. Questo oltre a far provare ancora più piacere a lei avrebbe aiutato lui a continuare quel gioco perverso prima di venire copiosamente. Lei era ancora piegata a novanta, lui tornò da lei, si inginocchio dietro, e con la lingua, da sopra il retro del ginocchio la lecco, salendo su lentamente, arrivando alla sua figa che era gonfia, calda e fradicia dei suoi umori. Proseguì la sua corsa assaporando tutto, fino ad arrivare al suo culo dove si fermò. Si alzò, prese il rabbit e lo accese, impostò la vibrazione più bassa e lo infilo dentro la sua figa facendo premere le orecchiette del rabbit sul clitoride. Lei era già soddisfatta di quella sensazione ma lui no, lui doveva scopare quel suo fantastico culo che aveva conquistato con fatica. Lubrificò il suo cazzo per bene e mise qualche goccia anche su di lei. Appoggiò la sua cappella e cominciò a spingerla dentro al suo culo, che l’accolse subito, lei sussurrò “piano…fai piano, mi fa male…piano…ohhhh, si, cosi ma piano. ti prego…oh si pianoooo…” il cazzo di lui era tutto dentro, il rabbit vibrava e gli dava il ritmo, lei era piena, poteva sentire quanto tutta quella roba dentro di lei la riempisse. La scopava tenendola per la coda dei capelli, lei era come obnubilata da quella sensazione di essere un oggetto sessuale, alla mercé delle sue voglie, incapace di negargli qualsiasi cosa. Voleva solo essere scopata fino a venire e fino a sentire la sua sborra dentro di lei. Ci volle relativamente poco, l orgasmo arrivò, come prima incominciarono a tremare le gambe per poi urlare, il suo piacere era troppo, anche se viveva in una villetta probabilmente qualche vicino sentì tutto il suo piacere. A quel punto lui non poté più resistere. tirò fuori il suo cazzo, che era incandescente e appena uscì dal suo culo uno schizzo finì sul suo culo, poi un altro sulla schiena e infine sulla sua figa, sembrava un idrante, la inondò tutta. Lei appena si riprese, sentì quella sborra calda su di lei, rise soddisfatta, e disse “che peccato preferisco quando mi vieni dentro, mi piace sentire quanto mi riempi”.
Al momento erano ben compiaciuti delle loro imprese, nudi, sudati e felici si diressero assieme verso la doccia per potersi riprendere da quella bellissima fatica. Era una doccia ampia, in un bagno color smeraldo, l acqua calda gli diede conforto ad entrambi. In quel momento di relax ridevano e scherzavano come due vecchi amici, cosa che in effetti erano. Si insaponarono a vicenda, lei parti dal suo petto in modo da creare un sacco di schiuma per poi scendere sulla sua pancia fino ad arrivare al suo cazzo, che lavò con delicatezza quasi a volersene prendere cura. Più lo lavava più riacquista turgore.
Lei si giro, e si avvicino a lui, appoggiando la sua schiena al suo petto, lui l abbracciò e con le mani la insaponò, partendo dalle spalle, il collo, il seno scendendo poi su i fianchi. Lei si faceva esplorare da quelle mani, mentre con il suo bellissimo sedere premeva contro il suo membro che era di nuovo perfettamente eretto. Lui la afferrò per i seni e le baciò il collo. L'acqua calda scorreva su i loro corpi nudi, il sapone aiutava a farli scivolare sinuosamente. La loro voglia di sesso non era ancora stata appagata, lei si piegò in avanti e si sollevò in punta di piedi, il cazzo di lui scivolò nella sua figa con una naturalezza che sembrava quasi fosse dotato di vita propria. Ripresero a scopare, lui la teneva per i fianchi mentre lei era appoggiata al muro con il braccio sinistro, ansimante, mentre l’altra mano scivolava sul suo clitoride fino ad arrivare a sfiorare i coglioni di lui. Il ritmo aumentava, gli ansimi di lei anche, il calore del suo cazzo dentro di lei si sposava bene con il calore dell’acqua calda che li bagnava. La posizione però non era delle più comode per lei dato il divario di altezza tra loro. Quindi lei si tolse da quella situazione, spensa l acqua, prese il suo cazzo in mano e lo utilizzò come un guinzaglio per accompagnarlo fuori dalla doccia. Si soffermo davanti al lavabo e con la mano prese a fargli una bella sega, lui si godette per qualche secondo quella coccola, poi di impeto la sollevò sul mobile del lavandino le spalanco le gambe e una volta rientrato dentro di lei la scopò con tutta l’energia che lgli era rimasta. Lei si avvinghiò addosso a lui come un koala, con le gambe cinte dietro alla sua schiena. Le braccia dietro la sue spalle con le unghie che aravano la sua carne mentre lei godeva tantissimo. Durarono poco, la sensazione del marmo freddo sotto il suo culo contrastava il caldo di quel cazzo che dopo poco esplose dentro di lei. Rimasero avvinghiati qualche altro secondo che sembrò eterno, quando lei con un sorriso smagliante gli disse “bravo è proprio così che mi piace essere riempita”
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