Banshee
di
Biblioteca di Macondo
genere
poesie
Banshee
Il sogno mi ha portato su un sentiero oscuro,
con alberi dai rami intricati che vogliono ghermire.
Un triste lamento si leva nell'aria
il pianto di una sirena mi guida nell'oscurità
Come fuochi fatui a farmi da guida
seguo quel triste pianto
Su un'altura rischiarata da una luna diafana
posta su un altare di roccia giace una figura
Un uomo ammantato da un velo e coperto da lacrime di sangue
In piedi al suo fianco in preghiera
colei che eleva il suo triste canto
Una dama di eterea bellezza che si strugge per un suo caro estinto
Con passo incerto proseguo nel mio cammino
Con rovi che si avvolgono nelle mie caviglie
Sono attratto da quel suono lamentoso
E non riesco a togliere il mio tormento
Eterea bellezza di animo struggente
Tu che piangi il tuo adorato
Voglian le mie spoglie esserti di aiuto
Per alleviare la tua triste sofferenza
Ma lei si avvede della mia presenza
Gli occhi che si accendono come braci
Ora il lamento è un urlo agghiacciante
E lo spettro si dilegua nella notte
Mi sveglio di soprassalto sicuro di un incubo
Scosso da brivido come da febbre
Scendo dal talamo colmo di vertigine
E mi accorgo dei graffi sulle mie caviglie
Sogno o realtà. Al di là della finestra
Sulla cima di una collina galleggia leggiadra
Un’eterea figura di donna ignuda
Piange e si dispera per il suo amato
VANDAL alias MAURO70
Il sogno mi ha portato su un sentiero oscuro,
con alberi dai rami intricati che vogliono ghermire.
Un triste lamento si leva nell'aria
il pianto di una sirena mi guida nell'oscurità
Come fuochi fatui a farmi da guida
seguo quel triste pianto
Su un'altura rischiarata da una luna diafana
posta su un altare di roccia giace una figura
Un uomo ammantato da un velo e coperto da lacrime di sangue
In piedi al suo fianco in preghiera
colei che eleva il suo triste canto
Una dama di eterea bellezza che si strugge per un suo caro estinto
Con passo incerto proseguo nel mio cammino
Con rovi che si avvolgono nelle mie caviglie
Sono attratto da quel suono lamentoso
E non riesco a togliere il mio tormento
Eterea bellezza di animo struggente
Tu che piangi il tuo adorato
Voglian le mie spoglie esserti di aiuto
Per alleviare la tua triste sofferenza
Ma lei si avvede della mia presenza
Gli occhi che si accendono come braci
Ora il lamento è un urlo agghiacciante
E lo spettro si dilegua nella notte
Mi sveglio di soprassalto sicuro di un incubo
Scosso da brivido come da febbre
Scendo dal talamo colmo di vertigine
E mi accorgo dei graffi sulle mie caviglie
Sogno o realtà. Al di là della finestra
Sulla cima di una collina galleggia leggiadra
Un’eterea figura di donna ignuda
Piange e si dispera per il suo amato
VANDAL alias MAURO70
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