Benvenuti al dream hotel
di
Biblioteca di Macondo
genere
etero
DREAM HOTEL
I-In una notte di nebbia
Era una notte buia e tempestosa. E’ così che iniziano i racconti belli o brutti che siano. La notte era buia, il tempestoso è appena passato. Un auto procede lenta in uno spesso muro di nebbia. Buio e grigio, un misto di bianco latteo e cenere. Tre metri dopo il cofano e la nebbia che sembra voglia consumarla.
Mariano si immagina come un biscotto che s’immerge nel latte. Procede a venti all’ora. I fari non riescono a tagliare quell’ovatta cangiante “Accidenti a quella deviazione” commenta. Se ne sta aggrappato sul volante come un avvoltoio, sporgente verso il parabrezza, nella speranza di poter penetrare quell’ovatta cangiante ma, nulla, lui non è superman. La deviazione di un chilometro prima, o forse è di meno. Subito dopo il tunnel, la nebbia solo una striscia fumosa sull’asfalto. E quel cartello che diceva di girare a destra perché diritto c’erano lavori in corso “Non ci voleva. Ma dove cazzo sono i vigili o gli addetti ai lavori?” e aveva girato per quella strada che saliva dietro una collina e, subito, la nebbia era arrivata avvolgendolo completamente “Ma, cazzo”
Quella strada l’ha fatta innumerevoli volte e non riesce a ricordare di una deviazione sulla destra dopo il tunnel. Uno spiazzo sì, un bosco ok, ma una strada?
D’un tratto, una sagoma sul ciglio della strada. Sterzata, brusca frenata. Qualcuno, la voce di una donna, che impreca. “Ma cazzo”
Nocche sul finestrino dell’auto. Mariano abbassa il finestrino, voce alterata “Ma che ti salta in mente di camminare così con sta nebbia?”
Si trova davanti il volto di una bella ragazza dalla pelle scura, i lunghi capelli che le ricadono sulle spalle, una Lisa Bonet già in periodo Angel Heart. “Mi scusi tanto..Scusami ma, con questa nebbia.. Non pensavo di trovare qualcuno qui, a questo punto..”
“Potevo investirti” dice lui “Fortuna che ho riflessi buoni”
“Mi spiace. La mia auto si è bloccata all’inizio della salita e.. boh, speravo di tornare sulla strada ma, evidente ho un senso dell’orientamento un po’ sfasato” sorride
“Sali” dice lui “Cerchiamoci un segno di civiltà in questo mare di nebbia”
“Grazie, molto gentile” sale sull’auto “Brr, mi sembra di essere in uno di quei racconti di paura che leggevo da piccola”
“Quando si è piccoli si leggono i racconti di Stine”
“Sì, ma per me erano troppo leggeri. Io adoravo , li adoro ancora, Poe e Lovecraft”
“Anche a me piace Lovecraft. E, qui dentro, ci sguazzerebbe a bestia” scoppiano a ridere “Dai, vediamo se la nebbia finisce da qualche parte. A proposito, mi chiamo Mariano” le tende la mano
“Lisa” ricambia
Più avanti, dieci minuti dopo, la nebbia si apre all’improvviso “Ma che cazzo” fa Mariano fissando l’incredibile davanti ai suoi occhi
Uno spiazzo ingombro di auto , una costruzione bassa in legno che assomiglia ad un motel e, su una collinetta alle sue spalle, la casa di Psycho “Ma, siamo ad Hollywood?” commenta Lisa
Il parcheggio ha delle vecchie Cadillac anni 50 ma, si vedono anche il GMX nero con striscia rossa dell’A-Team, la Dodge Charger 01, mitico generale Lee di Hazzard, la Pontiac con tanto di frontalino luminoso di Supercar e la Ferrari di Magnum P.I. “C’è una reunion dei nostalgici sulle serie TV” commenta Mariano
“Beh, la casa di Psycho non è una serie TV”
“Sì che lo è. Piuttosto recente ma c’è” e si mettono a fissare quell’insolito paesaggio. Mariano lancia un’occhiata allo specchietto retrovisore: la nebbia è sempre là, sulla strada, impenetrabile e lattiginosa “Pare che dobbiamo rimanere qui per un po’”
“Ci sarà la doccia con tanto di maniaco armato di coltello?” ridacchia
“Vediamo se c’è qualcuno” dice Mariano
“Vuoi vedere qualcosa di mostruoso?”
“Cosa?” Mariano si volta verso la ragazza e… Urla. Urla dallo spavento. Perché Lisa non c’è più e un orribile mostro dai denti acuminati e gli occhi sporgenti gialli, ha preso il suo posto. Non reagisce come vorrebbe.. LA creatura è su di lui e affonda le sue zanne nel suo collo…
Si sveglia di soprassalto, completamente nudo su un letto di lenzuola stropicciate. Si guarda intorno, sembra la stanza di un motel. Da una porta socchiusa c’è il rumore di acqua che scorre “Ma che diavolo” ha la testa confusa. Non riesce a ricordare nulla della sera precedente tranne quel sogno. MA era così vivo nelle immagini..
La ragazza del sogno si materializza sulla porta del bagno, lui presume. Non è un mostro ma una bellissima visione. Ed è nuda “Ehi, pronto all’uso” sorride lei indicando l’erezione di Mariano. Si getta sul letto, avida, su quella sbarra di carne. Avida la ingoia e ne sugge ogni centimetro. Fino a che lui non viene e lei prosegue con la sua opera.
La mente di Mariano si appiattisce e si lascia possedere da quella bellezza esotica.
Poi, lei risale lentamente strusciando il suo corpo nudo verso di leu, la lingua che passa sulle labbra umide di desiderio e di sperma. Mariano rimane pietrificato “non sto sognado, vero?” e, appena finisce la frase, lei si trasforma in una testa di serpente, con le zanne che scattano. E lui urla, solo un attimo e…
Un tizio con la faccia di Elvis lo sta scuotendo. Mariano, in preda all’incubo, sbraccia e cerca di divincolarsi “Ehi, calma amico” Elvis si ritrae
Mariano si guarda attorno. E’ nella sua auto, nel piazzale di quello strano posto alla Psycho. Deve avere avuto un colpo di sonno
“Benvenuto al Dream Hotel, amico” dice raggiante l’Elvis “Se cerca la sua amica è già dentro alla stanza”
La ragazza che somiglia a Lisa Bonet, la nebbia, il mostro che lo aggredisce “Sì..sì” scende dall’auto “Ma, esattamente dove siamo di preciso?”
“Come, non lo sa?”
“So di aver preso una deviazione dopo il tunnel. Poi è arrivata la nebbia e mi sono ritrovato qui”
“Ah.. Beh, amico, questo è il Dream Hotel. Se cerca una qualche linea telefonica, non possiamo accontentarla. Siamo un po’ fuori dal Mondo qui. Chi vi giunge lo fa con il preciso intento di sparire dai radar, staccare la spina con il Mondo esterno”
“Beh, io mi sono perso nella nebbia e vorrei tornare a casa mia”
“Beh, auguri amico. Ma, fino a che la signora la dietro non decide di andarsene, dovrai restare qui”
“Sono curioso. Perché questa forma?” indica la casa
“Mi è sempre piaciuto quel film. La giusta atmosfera, il gioco del bianco e nero, lo sguardo inquietante di Anthony Perkins, la colonna sonora, il tocco di Hitchcock. Il vero thriller di sottile inquietudine”
“Come i romanzi di Ramsey Campbell”
“esatto amico: un pizzico di Campbell, un altro di Poe e una mescolata alla Hitchcock. Ora scusa, ma devo fare il mio giro di controllo. Rock & roll, amico” e se ne va cantando Love me tender.
Mariano entra nella stanza dove Elvis ha detto si trova anche la sosia di Lisa Bonet. “La donna, il sogno e il grande incubo, vado via, non torno più” ecco, la canzone di Max Pezzali che gli entra in testa. Tutto un vortice strano. Come ci sono capitato in sta merda assurda? La nebbia, il tunnel, Elvis, il Bates Motel. E il mostro..Uh, che roba stranissima. Si tocca il lato del collo, tutto indolenzito, probabile perché si è abbioccato come un pesce lesso.
Un sogno nel sogno. La ragazza che si chiama Lisa che esce dal bagno nuda e, sinuosa le si avvinghia addosso, praticandogli un pompino da record e poi..mostro..
“Ciao, sei sveglio”
Lisa, magnifica visione, nuda sulla porta del bagno, con la pelle di cannella umida: belle tette, bel corpo, bel taglio tra le gambe. Mariano che ha un’evidente erezione e non la nasconde per pudore alcuno. Una scultura di ebano perfetta, una pantera pronta a ghermire “Scusa se ti ho lasciato in auto. Non volevo svegliarti” senza pudore, si muove per la stanza nuda, sotto i suoi occhi e si siede sul bordo del letto accavallando le belle gambe “Ho lasciato ancora dell’acqua calda. Vai pure, io non scappo”
Mariano ha il cervello in tilt “Non vai per il sottile” si spoglia, entra in doccia. Ci voleva quel getto quasi bollente che gli ustiona la pelle “Spero non sia un altro dannato incubo”
Esce, si asciuga, entra in stanza con l’asciugamano legato in vita. Lei è sul letto, ancora nuda, la schiena appoggiata a dei cuscini contro la testiera del letto. Con la mano sinistra si sta accarezzando il pelo triangolare della sua vagina “Lisa è il mio nome ma non quello completo: Layma M. Horla. Ma tutti mi chiamano Lisa per far prima”
“Strano cognome” dice lui sedendole accanto “Horla, come il vampiro di quel romanzo”
Lei allunga la mano destra e gliela infila sotto l’asciugamano. Lui non dice nulla e si lascia toccare. Le dita di lei, sapienti, cominciano a muoversi sinuose. Lui lascia fare e, con una mano, comincia ad accarezzarle una tetta, si concentra sui capezzoli duri, glieli strizza. La vuole, il desiderio incombe. Si alza in piedi di scatto, si libera dell’asciugamano e le monta sopra. Si baciano con passione, nudi e avvinghiati, lui che le entra dentro. Esplosioni di gusti e umori, ad ogni affondo un urlo soffocato, lei che lo graffia e lo morde sul collo ma, non come nell’incubo.
Esplode dentro di lei con un urlo liberatorio “Ci voleva” sorride lei
Lui torna in bagno. Altra doccia. Pochi minuti e lei lo cinge da dietro, gli afferra il sesso, cominciano a baciarsi e masturbarsi a vicenda.
Gli occhi di lei sono insoliti: gialli e le pupille a fessura come quelle dei rettili. E’ un attimo e l’incubo ritorna. Layma detta Lisa, si trasforma nuovamente, una gigantesca anaconda con i denti da cobra. Una creatura impossibile di una bellezza immorale.
Mariano urla, mentre il mostro si ciba ancora di lui
E’ un loop e lui non sa come uscirne.
Ora lei è a carponi con il culo in alto. E lui la sta inculando pompando di brutto. Poi, lei si gira a pancia in su, chiaro invito a penetrarla con furia animalesca. Esplode in lei in un orgasmo feroce. Attorno a loro luci stroboscopiche, rumori di elicotteri, voci concitate “E’ qui!E’ qui!”
“Sei vivo?” chiede lei sibilando
“Come non mai” risponde lui sorridendo
“bene, sono contenta” risponde lei mordendolo. La lascia fare, nulla gli importa.
La donna, il sogno e il grande incubo, vado via non torno più
II-Risveglio in ospedale
“Signor Ortani? Signor Ortani” la voce di un uomo che sembra provenire da un altro Mondo. Mariano apre gli occhi, sicuro di ritrovarsi ancora una volta in quel motel, con le nuda che esce dalla doccia.
Invece gli appare un uomo con gli occhiali quadrati e una vistosa acne, con cuffia e mascherina “Chi è lei?”
“Dottor Carver”
“Dove sono?”
“Si trova al Santa Caterina”
“Ospedale?”
“Sì”
“Come ci sono finito qui?”
“Non se lo ricorda?”
“Mi ricordo che guidavo nella nebbia e che sono arrivato in uno strano hotel”
“Lei ha avuto un incidente. E’ finito fuori strada, in un dirupo. Gli alberi hanno attutito la caduta, forse è per questo che si è salvato”
“Un dirupo? E come ci sono arrivato dall’hotel?”
“Non c’è nessun hotel nelle vicinanze a dove l’abbiamo trovata, signor Ortani”
“E la ragazza?”
“Era da solo, signore”
“No, c’era una ragazza.. Layma M.Horla, detta Lisa, bella, pelle nera, sui 25 anni”
“Le ripeto, era da solo in quell’auto. Nessuna ragazza. Probabile che i sedativi la stiano inibendo un po’. Domani starà meglio”
L’indomani, con un po’ di mal di testa, si alza, fa un giro. Le infermiere lo osservano da lontano e sembrano ridacchiare di lui.
L’ospedale ha un bel giardino. Si cerca un angolo di ombra e si siede su una panchina di pietra. Ha visto il dottor Carver, sorridente e fiducioso della sua ripresa “Sicuro di non ricordare nulla dell’incidente?” aveva chiesto
“Gliel’ho detto. Mi ricordo solo nebbia e uno strano sogno in uno strano hotel”
“E, questo sogno in questo hotel, prevedeva qualcosa di erotico” si affretta ad alzare le mani in segno di scusa “Non mi fraintenda ma, lei capirà, la situazione in cui l’abbiamo trovata..”
“Mi avete trovato in fondo ad un dirupo, avete detto”
“Sì ma..ecco, è una cosa imbarazzante.. Ecco, quando i vigili del fuoco l’hanno estratta dall’auto, lei aveva una serpe attaccata alla..sua pelle”
“Ouch!” fa scandalizzato Mariano “Vipera?”
“Veramente non l’hanno ancora scoperto..”
“Ma..” si tocca il collo, si guarda le braccia “No, non è lì che è stato morsicato” aria sempre più imbarazzata “Ecco, lei aveva la patta slacciata e, la serpe, era sui suoi genitali”
Svenuto, mezzo rotto, con il cazzo in mano e una biscia che gli faceva un soffocotto. Si spiega i ridacchino dei vari infermieri. Ma tu guarda. Questi qui si sono fatti l’idea che, l’incidente sia avvenuto perché si stava masturbando mentre guidava. Ma tu guarda che idioti. Anche se lo avesse fatto,di certo non lo avrebbe fatto mentre era alla guida di un’auto in mezzo ad una dannata nebbia
“Ciao.Stiamo bene oggi?” apre gli occhi. Una ragazza carina in divisa da infermiera lo sta osservando. Per un attimo teme di essere ripiombato nell’incubo serpenti fero del Dream Hotel.
Davanti a lui, la ragazza , forse 25 anni, lo osserva a metà tra il felice e l’imbarazzato “Ciao”
“Volevo vedere come stavi oggi”
“Niente serpi al mio cospetto” cerca di ironizzare Mariano
Lei sorride e si siede accanto a lui “Se ti può consolare, non sei il primo caso a cui capita una cosa del genere”
“Sì, come no. Chissà che risate si sono fatti, tra pompieri, soccorritori, medici e infermieri”
“No, non ti sto prendendo in giro. Ti assicuro che, c’è stato un fatto simile l’anno scorso. Un certo Vittorio Best di professione assicuratore. Lo hanno trovato nello stesso punto in cui hanno trovato te. Anche se lui non è finito nel dirupo ma contro un albero. Quando lo hanno soccorso, era ancora vivo e..aveva.. Insomma” fa girare l’indice nell’aria
“Una serpe sul caz..lì, ho capito.. Strana coincidenza”
“Beh, non proprio. Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che è una cosa che capita spesso. Puntuale una volta all’anno”
“Mi stai dicendo che altri automobilisti sono stati trovati tutti incidentati nello stesso punto, con una serpe conficcata sull’uccello?” fa incredulo Mariano “Ma da quanto esiste sta cosa?”
“Il primo caso risale al 1978. Un camionista della costa Ovest, tale Brennan, fu ritrovato nelle medesime circostanze”
“E, dopo tutti questi anni nessuno si è chiesto il perché di queste strane coincidenze?”
“Tutti classificazioni come incidenti”
“Incidenti una ceppa di minchia” si alza di scatto ma la testa prende a vorticargli intensamente e ricade bruscamente sulla panchina
“Fai attenzione” lo tocca su una spalla in maniera protettiva “Non sei ancora guarito al 100%”
“Ah, diavolo. Sono ancora intrappolato in un incubo” si tocca il lato del collo “Ma che..?”
“Sì, hanno morso anche lì”
Il sogno, la donna che assomiglia a Lisa Bonet, la casa che sembra quella di Psycho “Adesso ti trasformerai in una serpe e mi mangerai”
“Ehm..”
Poi, Mariano si rende conto che, in un qualche modo ha fatto un’allusione sessuale nei suoi riguardi e si affretta a scusarsi “Ah ehm, scusa, mancanza di tatto inadeguata”
Lei scuote la testa e arrossisce “Quando ti hanno portato qui, ero di turno. Sono io che ho staccato la serpe dal tuo.. pene”
“Oh.. beh, allora.. Devo ringraziarti in un qualche modo.. C’è una caffetteria nei paraggi?”
Il caffè è buono. Mariano lo assapora al millilitro. La ragazza si chiama Giulia e fa l’infermiera da circa un anno.
Mariano le ha raccontato tutto quello che si ricorda prima dell’incidente e dello strano sogno che lo ha coinvolto, omettendo i particolari spinti dei rapporti sessuali con Layma M. Horla in arte Lisa “Quindi, questo è un episodio di =Ai confini della realtà=” dice lei
“Mi si scombussola la testa” commenta Mariano “Il fatto che quella ragazza si trasformi in serpente potrebbe avere una sua spiegazione, credo. Voglio dire, sogno una ragazza, ci faccio sesso e, alla fine, lei mi attacca e mi divora. La metafora è che la serpe del sogno è la serpe che si è infilata nei miei pantaloni”
“E l’hotel di Psycho cosa centra?”
“Non saprei.. Il Dream Hotel. C’erano auto che facevano parte delle serie Tv che guardavo da ragazzo. Il tizio dell’hotel assomigliava ad Elvis. E la ragazza a Lisa Bonet”
“L’attrice dei Robinson”
“Lei. Anche se, in certe sequenze oniriche, aveva più il fisico di un’altra attrice..mm, ha fatto Xena e Cleopatra 2525..Come cavolo si chiama..”
“Gina Torres”
“Ecco, sì” fa schioccare le dita Mariano “Ma, ci saranno delle testimonianze su questi tizi del passato. Nessuna dichiarazione,ricerche..”
“beh, qualcuno di loro ha rilasciato dichiarazioni in cui dicevano di avere fatto uno strano sogno, indovina ambientato dove?”
“Al Dream Hotel. Col cazzo che sono coincidenze, qui si agita qualcosa che esula dal coerente”
“Mi piacerebbe approfondire il mistero” dice Giulia
“Lo faremo. E vorrei anche un’altra cosa da approfondire”
“Cosa?”
“Conoscerti meglio”
III-Sesso e racconti
Si erano lasciati andare. Una volta entrati in casa di Mariano, avevano cominciato a baciarsi. Nessuna foga, solo la voglia di un contatto forte, di uno scambio di sentimenti. Avevano iniziato a danzare intorno alla stanza del salotto, spogliandosi poco a poco. Alla fine, in camera da letto, lui in boxer e lei in topless, si erano abbracciati, palpati, baciati. Lui la bacia lentamente, scendendo verso il basso. Le sfila le mutandine, rivelando un triangolino nero appena accennato e due labbra carnose, umide di desiderio.
Subito la faccia dentro quella polpa così ricca, la lingua che saettava dentro, lei che gemeva e artigliava le lenzuola. La voleva, la desiderava..
Lei si alza a sedere sul letto e afferra i bordi dei boxer di lui. Glieli abbassa, trovandosi di fronte il sesso turgido di Mariano. Lei sorride estasiata, glielo afferra e comincia una lenta succhiata. Non prosegue molto, non vuole farlo venire subito. Si scosta e si sdraia sul letto allargando le gambe.
Mariano freme di desiderio. Si getta su di lei, la bacia, la penetra. In bocca il sapore dei propri sessi. Entra e muove, prima lento, poi aumenta il ritmo. Si guardano negli occhi, sono una cosa sola
La donna, il sogno, il grande incubo..Mariano si sveglia di soprassalto. Per un attimo crede di rivivere l’incubo. Sposta lo sguardo sulla sua sinistra e vede Giulia, meravigliosamente nuda, accoccolata al suo fianco. Sospira . Questa storia deve trovare una soluzione, si dice nella testa
La mattina in doccia. Lo fanno insieme. Mentre si lavano la schiena a vicenda, la voglia di fare sesso preme su tutto. Mentre l’acqua scroscia su di loro come pioggia di aprile, lui entra dentro di lei e si lascia avvolgere dal calore del suo corpo.
Poi…
Un flash violento lo riporta nella camera del Dream Hotel, con la sosia di Lisa Bonet e Gina torres. Due corpi che si trasformano in spire di serpente pronto a stritolarlo e ingoiarlo..
Con un urlo, Mariano esce dalla doccia gridando un “Dio” e spandendo acqua tutto intorno
“Che cos’hai?” fa allarmata Giulia “Neanche avessi uno scorpione nella vagina”
“Magari” fa lui ansante “Questa storia mi sta frullando il cervello” dice lui abbracciandola e baciandola
“Ti ricordi come si chiama quella tizia che assomiglia sia a Lisa Bonet che a Gina Torres?”
“Layma M.Horla”
“mmm.” Fa lei prendendolo per mano e conducendolo in camera da letto. Si siedono, uno accanto all’altro. Lei sospira “Non lo hai mai letto?”
“Cosa?”
“La Horla. E’ un racconto gotico di Guy DeMaupassant, sai, quello di Bel Ami. Parla di un tizio ossessionato da una persona oscura che vive dentro di lui. Una creatura che lo porta lentamente alla follia e alla morte”
“Carino. Ma cosa c’entra?”
“Non ne ho idea ma, la tizia si è presentata come Layma M. Horla. Horla, come il racconto. E Layma è un anagramma di Lamia, il demone vampiro che si ciba di sangue o carne, dallo smodato appetito sessuale”
“Ah, baggianate”
“Eppure, ti ritrovi su una strada piena di nebbia, incontri una ragazza, finite al Dream Hotel e poi, sesso..” lo guarda intensamente “Raccontami cosa facevate in quel sogno”
Mariano sospira “Sesso”
“Questo lo avevo capito. Intendo, cosa facevate. O cosa faceva lei”
“boh.. finiva sempre col diventare un serpente e mi mangiava. Allora mi svegliavo e mi ritrovavo ancora con lei, nuda, che si faceva sbattere. E poi nulla, come avete detto poi, mi sono svegliato in un dirupo con una serpe attaccato al mio cazzo” si stringe nelle spalle
“C’erano segni di denti sul tuo.. sesso” lei allunga una mano a stringerglielo “Qui, sulla punta. E qui” gli tocca il lato del collo “E se non fosse stato un sogno?”
“I mostri non esistono”
“Che ne sai tu?”
“Sono abbastanza razionale a tal proposito”
“Eppure sei qui, con una serie di altri fatti simili al tuo negli anni precedenti”
“mmm, credo che sia meglio fare un giro da quelle parti” decide Mariano “Tu che dici?”
“Dico che ti accompagno” sorride lei
“Però, prima..”
IV-La tavola calda
Guida Giulia. Lui non se la sente ancora di guidare, le fitte dell’incidente si fanno sentire. Anche prima, quando il sesso era culminato in un’apoteosi di orgasmo, la schiena aveva cominciato a vibrare come un diapason.
Giulia guida una vecchia Cherokee scura. Oltre il tunnel, sulla destra, si apre un piazzale. Fermano lì, con il muso che da verso una staccionata spezzata e dei nastri gialli della polizia “E’ qui?” Mariano ha un brivido nel vedere il varco. Scende dall’auto e si avvicina alla zona delimitata. Alberi dai rami spezzati. In fondo, un albero più conciato degli altri, dalla corteccia spezzata. Oltre, uno scivolo di cinquanta metri che si perde nel fitto del bosco “Zio bau” fa lui. Sposta lo sguardo sulla sinistra, contro una parete di roccia, si nota il tracciato di una vecchia strada occlusa dalla vegetazione
“dream Hotel” dice Giulia toccandogli la spalla sinistra “Guarda” indica un cartellone sulla parete di roccia che sovrasta il piazzale. L’inquietante immagine della casa di Norman Bates, il Dream Hotel. =Camera da 20 mila lire a notte. Con pasti 30 mila lire. 1 km in questa direzione” il tracciato inglobato dalla vegetazione che ha visto poco prima, la vecchia strada che conduceva al Dream Hotel, ora solo uno stretto sentiero per escursionisti “Ci vorresti andare?” chiede Giulia
“Mah..Sarei tentato”
“C’è una tavola calda lì” indica un fabbricato a bordo strada dietro di loro “Ci prendiamo qualcosa e poi decidiamo il da farsi”
Entrano. Sembra una di quelle tavole calde stile American Style. Lunga fila di tavoli affacciati a delle vetrate. Una corpulente signora dalla pelle scura sta ponendo una torta di mele sotto una teca di vetro “Benvenuti” fa lei “Oh, ma è lei” esulta
“io?” fa Mariano
“Sì, sì, il signore dell’incidente. Oh, mi fa piacere che sia guarito” esulta “Mia figlia sarà contenta”
“Sua figlia?”
“Sì, sì, ora gliela chiamo”
“E’ lei che ha chiamato i soccorsi, dunque?”
“Mia figlia, per la verita’.. Ehi, Lisa, vieni subito”
Lisa. A mariano viene quasi un infarto. Sarà lei, la donna dei sogni e degli incubi?
“Il mistero si dipana?” chiede Giulia a bassa voce
“Non so” e poi lei appare e a Mariano viene quasi un colpo. La donna misteriosa che si trasforma in una serpe e lo mangia e’ lì davanti ai loro occhi e sta sorridendo
“Buongiorno. Grazie a Dio è vivo” gli tende la mano
Mariano, imbambolato, gliel’afferra. Ho fatto sesso con questa tizia. Nella realtà o nel sogno. Così vivo è quel sogno..
“Sua madre dice che è stata lei a chiamare i soccorsi”
Assume un’espressione suadente. Un lampo giallo le attraversa le pupille ma, è solo l’effetto di un neon sfarfallante “Possiamo darci del tu”
“Mariano. Lei è la mia amica Giulia”
“Piacere mio” ma l’attenzione è tutto per Mariano “Cosa la porta ancora qua?”
“Curiosità”
“Di che tipo?”
“Ecco, ho un vuoto di memoria. Mischio realtà e irrealtà. Credo di averla sognata e..si scusa, averti sognata. Ho mescolato un po’ di immagini e..” diavolo se quella ragazza trasmette erotismo anche senza far nulla. Adesso sembra più Gina Torres. Giulia gli stringe forte la mano. Entrambi si sentono attratti da quell’aurea strana che la donna sembra emanare “Cominciamo con il cartellone. Il Dream Hotel. Quando lo hanno dismesso?”
“Mi sembra nel 1977”
“Ecco, quando mi hanno rinvenuto nella mia auto..ecco, mi hanno trovato..”
“Un serpente attaccato al pisello” e scoppia a ridere creando imbarazzo in Mariano “Scusa, non volevo mancarti di rispetto”
“Sappiamo che ci sono stati altri casi come questo” interviene Giulia “Come lo spieghi?”
“Questa è una zona piena di serpenti. Comprensibile che qualcuno di loro si sia infilato nell’abitacolo”
“E’ dal 1979 che si verificano questi incidenti. Quarant’anni di serpenti pompinari”
“non so darvi altra spiegazione” sorride Lisa
“Lisa è il tuo vero nome?”
“Elisabetta”
“Ah”
“Deluso?”
“No, perché?”
“Sembrava che ti aspettassi un altro nome” sguardo languido
“Quando hanno dismesso l’hotel? Per quale motivo?” chiede Giulia
Come dicevo, nel 1977. Ci fu un incendio. Ci restarono secchi in parecchi. Il proprietario e una decina di clienti. Il proprietario si chiamava Enrico DeSonza ma, tutti lo chiamavano Elvis” brivido. Mariano non può fare a meno di rabbrividire. Un altro tassello di quella storia assurda
“I serpenti. Se ce ne sono a bizzeffe se lo deve anche a lui”interviene la madre di Lisa. “Ne era ossessionato. Ne aveva una colonia intera. Si pensò che morirono nell’incendio anche loro ma, nella realtà, si sono sparpagliati tutti su queste colline”
“io stacco tra poco” lancia un’occhiata a i due “Che ne direste di farci due chiacchiere in privato?”
Le due chiacchiere si sono trasformati in una storia di sesso a tre. Lisa, sinuosa come un serpente,si è strusciata sui due amanti, leccando loro le parti intime. Come ipnotizzati, lasciarono fare e si fecero possedere dalla carica erotica della ragazza. Mariano la monta da dietro mentre lei affonda la lingua nella vagina di Giulia.
Ci danno dentro un po’, muovendosi sinuosi, toccandosi, baciandosi. I denti di lei graffiano il collo di Mariano che, subito si ritrae spaventato
“Scusa, non volevo farti male”
Mariano si è sentito come nel sogno. Ma, vedendo che Lisa rimane donna, si rilassa e scuote la testa “non mi hai fatto male. Ho avuto un deja vu con i sogni che facevo su di te” a subito arrossisce per quello che ha appena detto
“Uh, mi ha sognata nuda?” fa lei avvicinandosi a lui
“Molto di più. Ma, alla fine di ogni.. rapporto, tu diventavi un mostro serpentiforme”
“Uh.. hai una mente contorta” scoppia a ridere “Permettimi un ultimo assaggio” e si mette a succhiargli il sesso ancora eretto e umido dei loro umori
Si rivestono senza fretta “Cosa vuoi fare? Andartene sul sentiero fino ai resti del dream Hotel?” chiede Lisa
“Non lo so ancora. Magari ci torniamo in un secondo momento” sorride Mariano
“E magari passiamo ancora a farti visita” aggiunge Giulia
V-Ai confini della realtà
Se ne vanno che è quasi il tramonto. Il sole è una palla rosso arancio che sembra incendiare le montagne circostanti.
Salutano Lisa con la promessa di rivedersi. Salutano sua madre che sta armeggiando con le torte di mele. Salutano, rimontano in auto e ritornano nel tunnel.
“Mai successo prima” dice Giulia
“Cosa?”
“Fare sesso con una donna”
“Aveva qualcosa di incredibilmente attraente. Ma non nella maniera che, abbiamo io e te”
“Sì, qualcosa di ferale, di antico. Come se.. Come se fossi stata ammaliata”
“Comunque, non me la bevo di sta cosa dei serpenti infestanti e pompinari”
“Credi abbia raccontato frottole?”
“Non lo so. Avevo una strana sensazione. Magari erano i riflessi del sogno che ho fatto ma..”
“Mi sono sentita un po’ presa per i fondelli” abbassa lo sguardo e vede che il serbatoio è quasi asciutto “Benzina” appena dopo il tunnel c’è una stazione di servizio. Scende, fa il pieno. Il gestore arriva per prendere i soldi. Giulia, di slancio, chiede al gestore “Lei conosce le tizie che hanno in gestione la tavola calda dopo il tunnel?”
“Tizie? Quali tizi?” chiede il benzinaio
“un donnone robuste e sua figlia di nome Lisa, pelle scura. La ragazza una tizia affascinante”
“Ma, forse sono le cameriere. Mi risulta che il padrone sia un tizio di nome Vicedomini”
“No, han detto che sono loro le padrone”
“Ma quello dopo la galleria?”
“Si. Di fronte al cartellone del dream Hotel”
“Uh..ah, ma no, aspetti. No, è impossibile.. Adesso che ci penso, mi ricordo di un donnone sposata con il padrone della tavola calda. Sì, avevano una figlia ma, perirono tutti nell’incendio del dream Hotel quarant’anni fa”
“Zio bau”
Tornano alla tavola calda. E’ ancora lì ma, sembra emanare una stato di abbandono. Mariano e Giulia entrano da una porta sul retro, chiamano Lisa a gran voce ma nulla sembra muoversi. C’è uno strano odore dolciastro nell’aria. “Io ho una brutta sensazione” dice Giulia “E quest’odore, l’ho sentito spesso in ospedale”
“Stiamo vivendo in un episodio di Ai confini della realtà” mormora Mariano “Chi ci siamo scopati?”
“A questo punto della storia credo che, indagare oltre ci porterebbe alla follia” escono all’aria aperta
“Guarda” dice Mariano indicando per terra. Degli strani segni paralleli,che attraversano la strada e si dirigono verso il punto dove Mariano era uscito di strada. Segni con striature rosso sangue “Via di qui” dice Mariano afferrando la mano di Giulia
“Chiamiamo la polizia?”
“E ci crederebbero?” chiede Mariano mettendo in moto
“Allora che facciamo?”
“Andiamo a casa, ci facciamo una bella doccia, mettiamo qualcosa nello stomaco e scopiamo fino a domani mattina” si immettono sulla strada, direzione tunnel “Ed evitiamo di tornare da queste parti”
“Certi misteri devono rimanere tali” mormora Giulia
Nelle vegetazione degli alberi, attorcigliato ad un ramo, un serpente dal corpo giallo e marrone, li segue con lo sguardo, sibila e snuda le zanne, quasi come un sorriso.. Dopo di che, scivola sinuoso giù dall’albero e raggiunge la sua compagna che l’attende poco distante. Insieme discendono il pendio, oltre l’albero che aveva frenato la caduta di Mariano, fino al folto del bosco celato da occhio umano, in mezzo ad una fiumana di centinaia di serpenti. Attorcigliati ad un idolo in legno dalle fattezze mostruose dalla cui vagina fuoriescono centinaia di altri serpenti. Tutti lì, in attesa, che qualcun altro visiti il Dream Hotel
FINE
VANDAL
VANDAL
I-In una notte di nebbia
Era una notte buia e tempestosa. E’ così che iniziano i racconti belli o brutti che siano. La notte era buia, il tempestoso è appena passato. Un auto procede lenta in uno spesso muro di nebbia. Buio e grigio, un misto di bianco latteo e cenere. Tre metri dopo il cofano e la nebbia che sembra voglia consumarla.
Mariano si immagina come un biscotto che s’immerge nel latte. Procede a venti all’ora. I fari non riescono a tagliare quell’ovatta cangiante “Accidenti a quella deviazione” commenta. Se ne sta aggrappato sul volante come un avvoltoio, sporgente verso il parabrezza, nella speranza di poter penetrare quell’ovatta cangiante ma, nulla, lui non è superman. La deviazione di un chilometro prima, o forse è di meno. Subito dopo il tunnel, la nebbia solo una striscia fumosa sull’asfalto. E quel cartello che diceva di girare a destra perché diritto c’erano lavori in corso “Non ci voleva. Ma dove cazzo sono i vigili o gli addetti ai lavori?” e aveva girato per quella strada che saliva dietro una collina e, subito, la nebbia era arrivata avvolgendolo completamente “Ma, cazzo”
Quella strada l’ha fatta innumerevoli volte e non riesce a ricordare di una deviazione sulla destra dopo il tunnel. Uno spiazzo sì, un bosco ok, ma una strada?
D’un tratto, una sagoma sul ciglio della strada. Sterzata, brusca frenata. Qualcuno, la voce di una donna, che impreca. “Ma cazzo”
Nocche sul finestrino dell’auto. Mariano abbassa il finestrino, voce alterata “Ma che ti salta in mente di camminare così con sta nebbia?”
Si trova davanti il volto di una bella ragazza dalla pelle scura, i lunghi capelli che le ricadono sulle spalle, una Lisa Bonet già in periodo Angel Heart. “Mi scusi tanto..Scusami ma, con questa nebbia.. Non pensavo di trovare qualcuno qui, a questo punto..”
“Potevo investirti” dice lui “Fortuna che ho riflessi buoni”
“Mi spiace. La mia auto si è bloccata all’inizio della salita e.. boh, speravo di tornare sulla strada ma, evidente ho un senso dell’orientamento un po’ sfasato” sorride
“Sali” dice lui “Cerchiamoci un segno di civiltà in questo mare di nebbia”
“Grazie, molto gentile” sale sull’auto “Brr, mi sembra di essere in uno di quei racconti di paura che leggevo da piccola”
“Quando si è piccoli si leggono i racconti di Stine”
“Sì, ma per me erano troppo leggeri. Io adoravo , li adoro ancora, Poe e Lovecraft”
“Anche a me piace Lovecraft. E, qui dentro, ci sguazzerebbe a bestia” scoppiano a ridere “Dai, vediamo se la nebbia finisce da qualche parte. A proposito, mi chiamo Mariano” le tende la mano
“Lisa” ricambia
Più avanti, dieci minuti dopo, la nebbia si apre all’improvviso “Ma che cazzo” fa Mariano fissando l’incredibile davanti ai suoi occhi
Uno spiazzo ingombro di auto , una costruzione bassa in legno che assomiglia ad un motel e, su una collinetta alle sue spalle, la casa di Psycho “Ma, siamo ad Hollywood?” commenta Lisa
Il parcheggio ha delle vecchie Cadillac anni 50 ma, si vedono anche il GMX nero con striscia rossa dell’A-Team, la Dodge Charger 01, mitico generale Lee di Hazzard, la Pontiac con tanto di frontalino luminoso di Supercar e la Ferrari di Magnum P.I. “C’è una reunion dei nostalgici sulle serie TV” commenta Mariano
“Beh, la casa di Psycho non è una serie TV”
“Sì che lo è. Piuttosto recente ma c’è” e si mettono a fissare quell’insolito paesaggio. Mariano lancia un’occhiata allo specchietto retrovisore: la nebbia è sempre là, sulla strada, impenetrabile e lattiginosa “Pare che dobbiamo rimanere qui per un po’”
“Ci sarà la doccia con tanto di maniaco armato di coltello?” ridacchia
“Vediamo se c’è qualcuno” dice Mariano
“Vuoi vedere qualcosa di mostruoso?”
“Cosa?” Mariano si volta verso la ragazza e… Urla. Urla dallo spavento. Perché Lisa non c’è più e un orribile mostro dai denti acuminati e gli occhi sporgenti gialli, ha preso il suo posto. Non reagisce come vorrebbe.. LA creatura è su di lui e affonda le sue zanne nel suo collo…
Si sveglia di soprassalto, completamente nudo su un letto di lenzuola stropicciate. Si guarda intorno, sembra la stanza di un motel. Da una porta socchiusa c’è il rumore di acqua che scorre “Ma che diavolo” ha la testa confusa. Non riesce a ricordare nulla della sera precedente tranne quel sogno. MA era così vivo nelle immagini..
La ragazza del sogno si materializza sulla porta del bagno, lui presume. Non è un mostro ma una bellissima visione. Ed è nuda “Ehi, pronto all’uso” sorride lei indicando l’erezione di Mariano. Si getta sul letto, avida, su quella sbarra di carne. Avida la ingoia e ne sugge ogni centimetro. Fino a che lui non viene e lei prosegue con la sua opera.
La mente di Mariano si appiattisce e si lascia possedere da quella bellezza esotica.
Poi, lei risale lentamente strusciando il suo corpo nudo verso di leu, la lingua che passa sulle labbra umide di desiderio e di sperma. Mariano rimane pietrificato “non sto sognado, vero?” e, appena finisce la frase, lei si trasforma in una testa di serpente, con le zanne che scattano. E lui urla, solo un attimo e…
Un tizio con la faccia di Elvis lo sta scuotendo. Mariano, in preda all’incubo, sbraccia e cerca di divincolarsi “Ehi, calma amico” Elvis si ritrae
Mariano si guarda attorno. E’ nella sua auto, nel piazzale di quello strano posto alla Psycho. Deve avere avuto un colpo di sonno
“Benvenuto al Dream Hotel, amico” dice raggiante l’Elvis “Se cerca la sua amica è già dentro alla stanza”
La ragazza che somiglia a Lisa Bonet, la nebbia, il mostro che lo aggredisce “Sì..sì” scende dall’auto “Ma, esattamente dove siamo di preciso?”
“Come, non lo sa?”
“So di aver preso una deviazione dopo il tunnel. Poi è arrivata la nebbia e mi sono ritrovato qui”
“Ah.. Beh, amico, questo è il Dream Hotel. Se cerca una qualche linea telefonica, non possiamo accontentarla. Siamo un po’ fuori dal Mondo qui. Chi vi giunge lo fa con il preciso intento di sparire dai radar, staccare la spina con il Mondo esterno”
“Beh, io mi sono perso nella nebbia e vorrei tornare a casa mia”
“Beh, auguri amico. Ma, fino a che la signora la dietro non decide di andarsene, dovrai restare qui”
“Sono curioso. Perché questa forma?” indica la casa
“Mi è sempre piaciuto quel film. La giusta atmosfera, il gioco del bianco e nero, lo sguardo inquietante di Anthony Perkins, la colonna sonora, il tocco di Hitchcock. Il vero thriller di sottile inquietudine”
“Come i romanzi di Ramsey Campbell”
“esatto amico: un pizzico di Campbell, un altro di Poe e una mescolata alla Hitchcock. Ora scusa, ma devo fare il mio giro di controllo. Rock & roll, amico” e se ne va cantando Love me tender.
Mariano entra nella stanza dove Elvis ha detto si trova anche la sosia di Lisa Bonet. “La donna, il sogno e il grande incubo, vado via, non torno più” ecco, la canzone di Max Pezzali che gli entra in testa. Tutto un vortice strano. Come ci sono capitato in sta merda assurda? La nebbia, il tunnel, Elvis, il Bates Motel. E il mostro..Uh, che roba stranissima. Si tocca il lato del collo, tutto indolenzito, probabile perché si è abbioccato come un pesce lesso.
Un sogno nel sogno. La ragazza che si chiama Lisa che esce dal bagno nuda e, sinuosa le si avvinghia addosso, praticandogli un pompino da record e poi..mostro..
“Ciao, sei sveglio”
Lisa, magnifica visione, nuda sulla porta del bagno, con la pelle di cannella umida: belle tette, bel corpo, bel taglio tra le gambe. Mariano che ha un’evidente erezione e non la nasconde per pudore alcuno. Una scultura di ebano perfetta, una pantera pronta a ghermire “Scusa se ti ho lasciato in auto. Non volevo svegliarti” senza pudore, si muove per la stanza nuda, sotto i suoi occhi e si siede sul bordo del letto accavallando le belle gambe “Ho lasciato ancora dell’acqua calda. Vai pure, io non scappo”
Mariano ha il cervello in tilt “Non vai per il sottile” si spoglia, entra in doccia. Ci voleva quel getto quasi bollente che gli ustiona la pelle “Spero non sia un altro dannato incubo”
Esce, si asciuga, entra in stanza con l’asciugamano legato in vita. Lei è sul letto, ancora nuda, la schiena appoggiata a dei cuscini contro la testiera del letto. Con la mano sinistra si sta accarezzando il pelo triangolare della sua vagina “Lisa è il mio nome ma non quello completo: Layma M. Horla. Ma tutti mi chiamano Lisa per far prima”
“Strano cognome” dice lui sedendole accanto “Horla, come il vampiro di quel romanzo”
Lei allunga la mano destra e gliela infila sotto l’asciugamano. Lui non dice nulla e si lascia toccare. Le dita di lei, sapienti, cominciano a muoversi sinuose. Lui lascia fare e, con una mano, comincia ad accarezzarle una tetta, si concentra sui capezzoli duri, glieli strizza. La vuole, il desiderio incombe. Si alza in piedi di scatto, si libera dell’asciugamano e le monta sopra. Si baciano con passione, nudi e avvinghiati, lui che le entra dentro. Esplosioni di gusti e umori, ad ogni affondo un urlo soffocato, lei che lo graffia e lo morde sul collo ma, non come nell’incubo.
Esplode dentro di lei con un urlo liberatorio “Ci voleva” sorride lei
Lui torna in bagno. Altra doccia. Pochi minuti e lei lo cinge da dietro, gli afferra il sesso, cominciano a baciarsi e masturbarsi a vicenda.
Gli occhi di lei sono insoliti: gialli e le pupille a fessura come quelle dei rettili. E’ un attimo e l’incubo ritorna. Layma detta Lisa, si trasforma nuovamente, una gigantesca anaconda con i denti da cobra. Una creatura impossibile di una bellezza immorale.
Mariano urla, mentre il mostro si ciba ancora di lui
E’ un loop e lui non sa come uscirne.
Ora lei è a carponi con il culo in alto. E lui la sta inculando pompando di brutto. Poi, lei si gira a pancia in su, chiaro invito a penetrarla con furia animalesca. Esplode in lei in un orgasmo feroce. Attorno a loro luci stroboscopiche, rumori di elicotteri, voci concitate “E’ qui!E’ qui!”
“Sei vivo?” chiede lei sibilando
“Come non mai” risponde lui sorridendo
“bene, sono contenta” risponde lei mordendolo. La lascia fare, nulla gli importa.
La donna, il sogno e il grande incubo, vado via non torno più
II-Risveglio in ospedale
“Signor Ortani? Signor Ortani” la voce di un uomo che sembra provenire da un altro Mondo. Mariano apre gli occhi, sicuro di ritrovarsi ancora una volta in quel motel, con le nuda che esce dalla doccia.
Invece gli appare un uomo con gli occhiali quadrati e una vistosa acne, con cuffia e mascherina “Chi è lei?”
“Dottor Carver”
“Dove sono?”
“Si trova al Santa Caterina”
“Ospedale?”
“Sì”
“Come ci sono finito qui?”
“Non se lo ricorda?”
“Mi ricordo che guidavo nella nebbia e che sono arrivato in uno strano hotel”
“Lei ha avuto un incidente. E’ finito fuori strada, in un dirupo. Gli alberi hanno attutito la caduta, forse è per questo che si è salvato”
“Un dirupo? E come ci sono arrivato dall’hotel?”
“Non c’è nessun hotel nelle vicinanze a dove l’abbiamo trovata, signor Ortani”
“E la ragazza?”
“Era da solo, signore”
“No, c’era una ragazza.. Layma M.Horla, detta Lisa, bella, pelle nera, sui 25 anni”
“Le ripeto, era da solo in quell’auto. Nessuna ragazza. Probabile che i sedativi la stiano inibendo un po’. Domani starà meglio”
L’indomani, con un po’ di mal di testa, si alza, fa un giro. Le infermiere lo osservano da lontano e sembrano ridacchiare di lui.
L’ospedale ha un bel giardino. Si cerca un angolo di ombra e si siede su una panchina di pietra. Ha visto il dottor Carver, sorridente e fiducioso della sua ripresa “Sicuro di non ricordare nulla dell’incidente?” aveva chiesto
“Gliel’ho detto. Mi ricordo solo nebbia e uno strano sogno in uno strano hotel”
“E, questo sogno in questo hotel, prevedeva qualcosa di erotico” si affretta ad alzare le mani in segno di scusa “Non mi fraintenda ma, lei capirà, la situazione in cui l’abbiamo trovata..”
“Mi avete trovato in fondo ad un dirupo, avete detto”
“Sì ma..ecco, è una cosa imbarazzante.. Ecco, quando i vigili del fuoco l’hanno estratta dall’auto, lei aveva una serpe attaccata alla..sua pelle”
“Ouch!” fa scandalizzato Mariano “Vipera?”
“Veramente non l’hanno ancora scoperto..”
“Ma..” si tocca il collo, si guarda le braccia “No, non è lì che è stato morsicato” aria sempre più imbarazzata “Ecco, lei aveva la patta slacciata e, la serpe, era sui suoi genitali”
Svenuto, mezzo rotto, con il cazzo in mano e una biscia che gli faceva un soffocotto. Si spiega i ridacchino dei vari infermieri. Ma tu guarda. Questi qui si sono fatti l’idea che, l’incidente sia avvenuto perché si stava masturbando mentre guidava. Ma tu guarda che idioti. Anche se lo avesse fatto,di certo non lo avrebbe fatto mentre era alla guida di un’auto in mezzo ad una dannata nebbia
“Ciao.Stiamo bene oggi?” apre gli occhi. Una ragazza carina in divisa da infermiera lo sta osservando. Per un attimo teme di essere ripiombato nell’incubo serpenti fero del Dream Hotel.
Davanti a lui, la ragazza , forse 25 anni, lo osserva a metà tra il felice e l’imbarazzato “Ciao”
“Volevo vedere come stavi oggi”
“Niente serpi al mio cospetto” cerca di ironizzare Mariano
Lei sorride e si siede accanto a lui “Se ti può consolare, non sei il primo caso a cui capita una cosa del genere”
“Sì, come no. Chissà che risate si sono fatti, tra pompieri, soccorritori, medici e infermieri”
“No, non ti sto prendendo in giro. Ti assicuro che, c’è stato un fatto simile l’anno scorso. Un certo Vittorio Best di professione assicuratore. Lo hanno trovato nello stesso punto in cui hanno trovato te. Anche se lui non è finito nel dirupo ma contro un albero. Quando lo hanno soccorso, era ancora vivo e..aveva.. Insomma” fa girare l’indice nell’aria
“Una serpe sul caz..lì, ho capito.. Strana coincidenza”
“Beh, non proprio. Ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che è una cosa che capita spesso. Puntuale una volta all’anno”
“Mi stai dicendo che altri automobilisti sono stati trovati tutti incidentati nello stesso punto, con una serpe conficcata sull’uccello?” fa incredulo Mariano “Ma da quanto esiste sta cosa?”
“Il primo caso risale al 1978. Un camionista della costa Ovest, tale Brennan, fu ritrovato nelle medesime circostanze”
“E, dopo tutti questi anni nessuno si è chiesto il perché di queste strane coincidenze?”
“Tutti classificazioni come incidenti”
“Incidenti una ceppa di minchia” si alza di scatto ma la testa prende a vorticargli intensamente e ricade bruscamente sulla panchina
“Fai attenzione” lo tocca su una spalla in maniera protettiva “Non sei ancora guarito al 100%”
“Ah, diavolo. Sono ancora intrappolato in un incubo” si tocca il lato del collo “Ma che..?”
“Sì, hanno morso anche lì”
Il sogno, la donna che assomiglia a Lisa Bonet, la casa che sembra quella di Psycho “Adesso ti trasformerai in una serpe e mi mangerai”
“Ehm..”
Poi, Mariano si rende conto che, in un qualche modo ha fatto un’allusione sessuale nei suoi riguardi e si affretta a scusarsi “Ah ehm, scusa, mancanza di tatto inadeguata”
Lei scuote la testa e arrossisce “Quando ti hanno portato qui, ero di turno. Sono io che ho staccato la serpe dal tuo.. pene”
“Oh.. beh, allora.. Devo ringraziarti in un qualche modo.. C’è una caffetteria nei paraggi?”
Il caffè è buono. Mariano lo assapora al millilitro. La ragazza si chiama Giulia e fa l’infermiera da circa un anno.
Mariano le ha raccontato tutto quello che si ricorda prima dell’incidente e dello strano sogno che lo ha coinvolto, omettendo i particolari spinti dei rapporti sessuali con Layma M. Horla in arte Lisa “Quindi, questo è un episodio di =Ai confini della realtà=” dice lei
“Mi si scombussola la testa” commenta Mariano “Il fatto che quella ragazza si trasformi in serpente potrebbe avere una sua spiegazione, credo. Voglio dire, sogno una ragazza, ci faccio sesso e, alla fine, lei mi attacca e mi divora. La metafora è che la serpe del sogno è la serpe che si è infilata nei miei pantaloni”
“E l’hotel di Psycho cosa centra?”
“Non saprei.. Il Dream Hotel. C’erano auto che facevano parte delle serie Tv che guardavo da ragazzo. Il tizio dell’hotel assomigliava ad Elvis. E la ragazza a Lisa Bonet”
“L’attrice dei Robinson”
“Lei. Anche se, in certe sequenze oniriche, aveva più il fisico di un’altra attrice..mm, ha fatto Xena e Cleopatra 2525..Come cavolo si chiama..”
“Gina Torres”
“Ecco, sì” fa schioccare le dita Mariano “Ma, ci saranno delle testimonianze su questi tizi del passato. Nessuna dichiarazione,ricerche..”
“beh, qualcuno di loro ha rilasciato dichiarazioni in cui dicevano di avere fatto uno strano sogno, indovina ambientato dove?”
“Al Dream Hotel. Col cazzo che sono coincidenze, qui si agita qualcosa che esula dal coerente”
“Mi piacerebbe approfondire il mistero” dice Giulia
“Lo faremo. E vorrei anche un’altra cosa da approfondire”
“Cosa?”
“Conoscerti meglio”
III-Sesso e racconti
Si erano lasciati andare. Una volta entrati in casa di Mariano, avevano cominciato a baciarsi. Nessuna foga, solo la voglia di un contatto forte, di uno scambio di sentimenti. Avevano iniziato a danzare intorno alla stanza del salotto, spogliandosi poco a poco. Alla fine, in camera da letto, lui in boxer e lei in topless, si erano abbracciati, palpati, baciati. Lui la bacia lentamente, scendendo verso il basso. Le sfila le mutandine, rivelando un triangolino nero appena accennato e due labbra carnose, umide di desiderio.
Subito la faccia dentro quella polpa così ricca, la lingua che saettava dentro, lei che gemeva e artigliava le lenzuola. La voleva, la desiderava..
Lei si alza a sedere sul letto e afferra i bordi dei boxer di lui. Glieli abbassa, trovandosi di fronte il sesso turgido di Mariano. Lei sorride estasiata, glielo afferra e comincia una lenta succhiata. Non prosegue molto, non vuole farlo venire subito. Si scosta e si sdraia sul letto allargando le gambe.
Mariano freme di desiderio. Si getta su di lei, la bacia, la penetra. In bocca il sapore dei propri sessi. Entra e muove, prima lento, poi aumenta il ritmo. Si guardano negli occhi, sono una cosa sola
La donna, il sogno, il grande incubo..Mariano si sveglia di soprassalto. Per un attimo crede di rivivere l’incubo. Sposta lo sguardo sulla sua sinistra e vede Giulia, meravigliosamente nuda, accoccolata al suo fianco. Sospira . Questa storia deve trovare una soluzione, si dice nella testa
La mattina in doccia. Lo fanno insieme. Mentre si lavano la schiena a vicenda, la voglia di fare sesso preme su tutto. Mentre l’acqua scroscia su di loro come pioggia di aprile, lui entra dentro di lei e si lascia avvolgere dal calore del suo corpo.
Poi…
Un flash violento lo riporta nella camera del Dream Hotel, con la sosia di Lisa Bonet e Gina torres. Due corpi che si trasformano in spire di serpente pronto a stritolarlo e ingoiarlo..
Con un urlo, Mariano esce dalla doccia gridando un “Dio” e spandendo acqua tutto intorno
“Che cos’hai?” fa allarmata Giulia “Neanche avessi uno scorpione nella vagina”
“Magari” fa lui ansante “Questa storia mi sta frullando il cervello” dice lui abbracciandola e baciandola
“Ti ricordi come si chiama quella tizia che assomiglia sia a Lisa Bonet che a Gina Torres?”
“Layma M.Horla”
“mmm.” Fa lei prendendolo per mano e conducendolo in camera da letto. Si siedono, uno accanto all’altro. Lei sospira “Non lo hai mai letto?”
“Cosa?”
“La Horla. E’ un racconto gotico di Guy DeMaupassant, sai, quello di Bel Ami. Parla di un tizio ossessionato da una persona oscura che vive dentro di lui. Una creatura che lo porta lentamente alla follia e alla morte”
“Carino. Ma cosa c’entra?”
“Non ne ho idea ma, la tizia si è presentata come Layma M. Horla. Horla, come il racconto. E Layma è un anagramma di Lamia, il demone vampiro che si ciba di sangue o carne, dallo smodato appetito sessuale”
“Ah, baggianate”
“Eppure, ti ritrovi su una strada piena di nebbia, incontri una ragazza, finite al Dream Hotel e poi, sesso..” lo guarda intensamente “Raccontami cosa facevate in quel sogno”
Mariano sospira “Sesso”
“Questo lo avevo capito. Intendo, cosa facevate. O cosa faceva lei”
“boh.. finiva sempre col diventare un serpente e mi mangiava. Allora mi svegliavo e mi ritrovavo ancora con lei, nuda, che si faceva sbattere. E poi nulla, come avete detto poi, mi sono svegliato in un dirupo con una serpe attaccato al mio cazzo” si stringe nelle spalle
“C’erano segni di denti sul tuo.. sesso” lei allunga una mano a stringerglielo “Qui, sulla punta. E qui” gli tocca il lato del collo “E se non fosse stato un sogno?”
“I mostri non esistono”
“Che ne sai tu?”
“Sono abbastanza razionale a tal proposito”
“Eppure sei qui, con una serie di altri fatti simili al tuo negli anni precedenti”
“mmm, credo che sia meglio fare un giro da quelle parti” decide Mariano “Tu che dici?”
“Dico che ti accompagno” sorride lei
“Però, prima..”
IV-La tavola calda
Guida Giulia. Lui non se la sente ancora di guidare, le fitte dell’incidente si fanno sentire. Anche prima, quando il sesso era culminato in un’apoteosi di orgasmo, la schiena aveva cominciato a vibrare come un diapason.
Giulia guida una vecchia Cherokee scura. Oltre il tunnel, sulla destra, si apre un piazzale. Fermano lì, con il muso che da verso una staccionata spezzata e dei nastri gialli della polizia “E’ qui?” Mariano ha un brivido nel vedere il varco. Scende dall’auto e si avvicina alla zona delimitata. Alberi dai rami spezzati. In fondo, un albero più conciato degli altri, dalla corteccia spezzata. Oltre, uno scivolo di cinquanta metri che si perde nel fitto del bosco “Zio bau” fa lui. Sposta lo sguardo sulla sinistra, contro una parete di roccia, si nota il tracciato di una vecchia strada occlusa dalla vegetazione
“dream Hotel” dice Giulia toccandogli la spalla sinistra “Guarda” indica un cartellone sulla parete di roccia che sovrasta il piazzale. L’inquietante immagine della casa di Norman Bates, il Dream Hotel. =Camera da 20 mila lire a notte. Con pasti 30 mila lire. 1 km in questa direzione” il tracciato inglobato dalla vegetazione che ha visto poco prima, la vecchia strada che conduceva al Dream Hotel, ora solo uno stretto sentiero per escursionisti “Ci vorresti andare?” chiede Giulia
“Mah..Sarei tentato”
“C’è una tavola calda lì” indica un fabbricato a bordo strada dietro di loro “Ci prendiamo qualcosa e poi decidiamo il da farsi”
Entrano. Sembra una di quelle tavole calde stile American Style. Lunga fila di tavoli affacciati a delle vetrate. Una corpulente signora dalla pelle scura sta ponendo una torta di mele sotto una teca di vetro “Benvenuti” fa lei “Oh, ma è lei” esulta
“io?” fa Mariano
“Sì, sì, il signore dell’incidente. Oh, mi fa piacere che sia guarito” esulta “Mia figlia sarà contenta”
“Sua figlia?”
“Sì, sì, ora gliela chiamo”
“E’ lei che ha chiamato i soccorsi, dunque?”
“Mia figlia, per la verita’.. Ehi, Lisa, vieni subito”
Lisa. A mariano viene quasi un infarto. Sarà lei, la donna dei sogni e degli incubi?
“Il mistero si dipana?” chiede Giulia a bassa voce
“Non so” e poi lei appare e a Mariano viene quasi un colpo. La donna misteriosa che si trasforma in una serpe e lo mangia e’ lì davanti ai loro occhi e sta sorridendo
“Buongiorno. Grazie a Dio è vivo” gli tende la mano
Mariano, imbambolato, gliel’afferra. Ho fatto sesso con questa tizia. Nella realtà o nel sogno. Così vivo è quel sogno..
“Sua madre dice che è stata lei a chiamare i soccorsi”
Assume un’espressione suadente. Un lampo giallo le attraversa le pupille ma, è solo l’effetto di un neon sfarfallante “Possiamo darci del tu”
“Mariano. Lei è la mia amica Giulia”
“Piacere mio” ma l’attenzione è tutto per Mariano “Cosa la porta ancora qua?”
“Curiosità”
“Di che tipo?”
“Ecco, ho un vuoto di memoria. Mischio realtà e irrealtà. Credo di averla sognata e..si scusa, averti sognata. Ho mescolato un po’ di immagini e..” diavolo se quella ragazza trasmette erotismo anche senza far nulla. Adesso sembra più Gina Torres. Giulia gli stringe forte la mano. Entrambi si sentono attratti da quell’aurea strana che la donna sembra emanare “Cominciamo con il cartellone. Il Dream Hotel. Quando lo hanno dismesso?”
“Mi sembra nel 1977”
“Ecco, quando mi hanno rinvenuto nella mia auto..ecco, mi hanno trovato..”
“Un serpente attaccato al pisello” e scoppia a ridere creando imbarazzo in Mariano “Scusa, non volevo mancarti di rispetto”
“Sappiamo che ci sono stati altri casi come questo” interviene Giulia “Come lo spieghi?”
“Questa è una zona piena di serpenti. Comprensibile che qualcuno di loro si sia infilato nell’abitacolo”
“E’ dal 1979 che si verificano questi incidenti. Quarant’anni di serpenti pompinari”
“non so darvi altra spiegazione” sorride Lisa
“Lisa è il tuo vero nome?”
“Elisabetta”
“Ah”
“Deluso?”
“No, perché?”
“Sembrava che ti aspettassi un altro nome” sguardo languido
“Quando hanno dismesso l’hotel? Per quale motivo?” chiede Giulia
Come dicevo, nel 1977. Ci fu un incendio. Ci restarono secchi in parecchi. Il proprietario e una decina di clienti. Il proprietario si chiamava Enrico DeSonza ma, tutti lo chiamavano Elvis” brivido. Mariano non può fare a meno di rabbrividire. Un altro tassello di quella storia assurda
“I serpenti. Se ce ne sono a bizzeffe se lo deve anche a lui”interviene la madre di Lisa. “Ne era ossessionato. Ne aveva una colonia intera. Si pensò che morirono nell’incendio anche loro ma, nella realtà, si sono sparpagliati tutti su queste colline”
“io stacco tra poco” lancia un’occhiata a i due “Che ne direste di farci due chiacchiere in privato?”
Le due chiacchiere si sono trasformati in una storia di sesso a tre. Lisa, sinuosa come un serpente,si è strusciata sui due amanti, leccando loro le parti intime. Come ipnotizzati, lasciarono fare e si fecero possedere dalla carica erotica della ragazza. Mariano la monta da dietro mentre lei affonda la lingua nella vagina di Giulia.
Ci danno dentro un po’, muovendosi sinuosi, toccandosi, baciandosi. I denti di lei graffiano il collo di Mariano che, subito si ritrae spaventato
“Scusa, non volevo farti male”
Mariano si è sentito come nel sogno. Ma, vedendo che Lisa rimane donna, si rilassa e scuote la testa “non mi hai fatto male. Ho avuto un deja vu con i sogni che facevo su di te” a subito arrossisce per quello che ha appena detto
“Uh, mi ha sognata nuda?” fa lei avvicinandosi a lui
“Molto di più. Ma, alla fine di ogni.. rapporto, tu diventavi un mostro serpentiforme”
“Uh.. hai una mente contorta” scoppia a ridere “Permettimi un ultimo assaggio” e si mette a succhiargli il sesso ancora eretto e umido dei loro umori
Si rivestono senza fretta “Cosa vuoi fare? Andartene sul sentiero fino ai resti del dream Hotel?” chiede Lisa
“Non lo so ancora. Magari ci torniamo in un secondo momento” sorride Mariano
“E magari passiamo ancora a farti visita” aggiunge Giulia
V-Ai confini della realtà
Se ne vanno che è quasi il tramonto. Il sole è una palla rosso arancio che sembra incendiare le montagne circostanti.
Salutano Lisa con la promessa di rivedersi. Salutano sua madre che sta armeggiando con le torte di mele. Salutano, rimontano in auto e ritornano nel tunnel.
“Mai successo prima” dice Giulia
“Cosa?”
“Fare sesso con una donna”
“Aveva qualcosa di incredibilmente attraente. Ma non nella maniera che, abbiamo io e te”
“Sì, qualcosa di ferale, di antico. Come se.. Come se fossi stata ammaliata”
“Comunque, non me la bevo di sta cosa dei serpenti infestanti e pompinari”
“Credi abbia raccontato frottole?”
“Non lo so. Avevo una strana sensazione. Magari erano i riflessi del sogno che ho fatto ma..”
“Mi sono sentita un po’ presa per i fondelli” abbassa lo sguardo e vede che il serbatoio è quasi asciutto “Benzina” appena dopo il tunnel c’è una stazione di servizio. Scende, fa il pieno. Il gestore arriva per prendere i soldi. Giulia, di slancio, chiede al gestore “Lei conosce le tizie che hanno in gestione la tavola calda dopo il tunnel?”
“Tizie? Quali tizi?” chiede il benzinaio
“un donnone robuste e sua figlia di nome Lisa, pelle scura. La ragazza una tizia affascinante”
“Ma, forse sono le cameriere. Mi risulta che il padrone sia un tizio di nome Vicedomini”
“No, han detto che sono loro le padrone”
“Ma quello dopo la galleria?”
“Si. Di fronte al cartellone del dream Hotel”
“Uh..ah, ma no, aspetti. No, è impossibile.. Adesso che ci penso, mi ricordo di un donnone sposata con il padrone della tavola calda. Sì, avevano una figlia ma, perirono tutti nell’incendio del dream Hotel quarant’anni fa”
“Zio bau”
Tornano alla tavola calda. E’ ancora lì ma, sembra emanare una stato di abbandono. Mariano e Giulia entrano da una porta sul retro, chiamano Lisa a gran voce ma nulla sembra muoversi. C’è uno strano odore dolciastro nell’aria. “Io ho una brutta sensazione” dice Giulia “E quest’odore, l’ho sentito spesso in ospedale”
“Stiamo vivendo in un episodio di Ai confini della realtà” mormora Mariano “Chi ci siamo scopati?”
“A questo punto della storia credo che, indagare oltre ci porterebbe alla follia” escono all’aria aperta
“Guarda” dice Mariano indicando per terra. Degli strani segni paralleli,che attraversano la strada e si dirigono verso il punto dove Mariano era uscito di strada. Segni con striature rosso sangue “Via di qui” dice Mariano afferrando la mano di Giulia
“Chiamiamo la polizia?”
“E ci crederebbero?” chiede Mariano mettendo in moto
“Allora che facciamo?”
“Andiamo a casa, ci facciamo una bella doccia, mettiamo qualcosa nello stomaco e scopiamo fino a domani mattina” si immettono sulla strada, direzione tunnel “Ed evitiamo di tornare da queste parti”
“Certi misteri devono rimanere tali” mormora Giulia
Nelle vegetazione degli alberi, attorcigliato ad un ramo, un serpente dal corpo giallo e marrone, li segue con lo sguardo, sibila e snuda le zanne, quasi come un sorriso.. Dopo di che, scivola sinuoso giù dall’albero e raggiunge la sua compagna che l’attende poco distante. Insieme discendono il pendio, oltre l’albero che aveva frenato la caduta di Mariano, fino al folto del bosco celato da occhio umano, in mezzo ad una fiumana di centinaia di serpenti. Attorcigliati ad un idolo in legno dalle fattezze mostruose dalla cui vagina fuoriescono centinaia di altri serpenti. Tutti lì, in attesa, che qualcun altro visiti il Dream Hotel
FINE
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