Lucia schiava libera 3

di
genere
dominazione

Racconto di fantasia.


Rieccomi a raccontarvi la mia vita da schiava.
Sono passati tre anni...e fino a tre mesi fa è stato bellissimo essere SUA totalmente.
Ma come tutte le cose belle non sono fatte per durare, adesso che ho tempo sistemo gli appunti di questi tre anni da schiava totale e ve li racconto in ordine sparso.



Eravamo rimasti con io sul treno nel viaggio verso il mio destino da schiava. Sono vestita come il PADRONE mi ha ordinato, scarpe chiuse con tacco 10, calze autoreggenti, plug anale e ovetto vibrante in figa, il tutto chiuso da un sukarando… una corda che fa da mutandina molto stretta e con nodi posizionati in modo strategico sul clitoride, collare rigido di acciaio, cappotto lungo e caldo. con me ho solo il cellulare e documenti ed il biglietto.

Quasi arrivata ricevo un messaggio dal PADRONE, devo seguire l'autista che mi aspetta alla stazione, infatti appena scendo vedo un giovanotto elegante che con un cartello con il mio nome, in breve sono su una elegante Mercedes che mi sta portando nell'entroterra. Arrivato a destinazione mi fa scendere e mi consegna una busta chiusa, se ne va dopo avergli assicurato che va tutto bene, visto che mi ha lasciato in mezzo al nulla su nell’entroterra ligure, all'inizio di una stradina sterrata chiusa da una sbarra.

Finalmente sola apro la busta e trovo le istruzioni, sono semplici...mettere il cappotto, scarpe, cellulare e documenti in un sacco nero che trovo dietro una pianta e mettere quello che trovo in una scatola che trovo lì a fianco. Una volta nuda apro la scatola e metto una ring-gag… morsetti con dei pesi.sue capezzoli e clito.. il telecomando dell'ovetto che ho in figa ed una volta acceso al massimo lo attacco alla lingua tramite una pinza...manette e cavigliere uniti da una catena…salire la stradina finché non arrivo ad una cascina e consegnarmi ai contadini che la abitano.

Così agghindata comincio a salire...non è facile...sono tutta un fremito di eccitazione per tutte le sensazioni eccitanti e dolorose...dopo una lunga e faticosa camminata e dopo un orgasmo, arrivo alla cascina che è ancora come una volta, casa stalla e fienile, non sento rumori di animali ma so che sarò io l'animale di questa piccola fattoria circondata dai boschi.
Sulla porta vedo una anziana coppia che mi aspetta e come gli sono vicina senza dirmi una parola mi coprono gli occhi e mi attaccano un corto guinzaglio...cominciano a toccarmi...a pizzicarmi...a palpare rudemente...mi strattonano...mi danno sberle dappertutto..mi insultano...sono in estasi non capisco più nulla vorrei non finisse più...quando ho un altro orgasmo cado a terra senza più forze. Loro mi tirano su in ginocchio e togliendomi il telecomando attaccato alla lingua spengono l'ovetto...sento poi un cazzo moscio entrarmi in bocca e cominciare a pisciarmi in gola...per la sorpresa ho un rigetto allora mi insultandomi mi forzano con la testa all'indietro e mentre il contadino mi piscia in bocca piano piano in modo da farmela bere, la contadina con un frustino comincia a darmi colpi sulla pancia...sui seni...sui capezzoli fino a farmi dolorosamente saltare i morsetti facendomi ansimare e godere un'altra volta...sono sconvolta so di non essere masochista ma comincio a pensare che essere trattata in questo modo da chiunque mi faccia eccitare e godere.

Terminata la tortura mi tolgono tutto tranne il ring-gag e mi trascinano all'interno e mi rinchiudono in una stretta gabbia...molto stretta, quando riesco a rilassarmi vedo che nello stanzone non sono sola, vedo una donna sulla cinquantina, è bloccata a 4 zampe in una specie di recinto con un giogo in bocca e una macchina per mungere attaccata ai capezzoli...ha parecchi segni sul corpo di frustate e bruciature di sigarette.

Dopo qualche ora arrivano i contadini e due uomini che quando mi vedono chiedo informazioni su di me, la contadina gli spiega che sono qui per un giro di giostra del dolore...non so cosa sia ma mi eccito al solo sentire che parlano di me come un oggetto...poi si occupano della vacca nel recinto, accendono la mungitrice e con calma cominciano a frustarla in tutte le parti, sembra quasi un lavoro per loro...la donna che loro chiamano vacca emette gemiti di ogni tipo ma tra quelli per il dolore si sentono bene quelli di piacere ed anche i suoi occhi esprimono eccitazione. Quando sono stanchi di batterla la lasciano alla sola mungitrice e sento chiaramente dire "la vacca è pronta per essere venduta". Tra me penso come sarebbe bello se anche io venissi venduta come schiava in modo definitivo.

Rimasi in quella fattoria per 7 giorni, dopo la piccola gabbia mi misero in una cella più grande ma con le mani sempre dietro la schiena alte attaccate al collare...volevano impedirmi che mi toccassi quando ero sola...mi davano da mangiare una sbobba schifosa ma sicuramente nutriente e da bere esclusivamente la loro urina sempre direttamente dai contadini...mi pulivano all'interno della gabbia tramite una canna di acqua fredda, acqua che finiva in un buco in mezzo alla cella dove potevo fare i miei bisogni...la cella era vuota e dormivo per terra.
Stare praticamente carcerata mi teneva in costante eccitazione, tutti i giorni mi facevano uscire per farmi fare molti esercizi ma soprattutto per farmi provare ogni sorta di dolore attraverso I soli strumenti di battitura, dalle semplici mani...fruste...canne di bambù...e molti altri strumenti. I contadini sono molto bravi perché non mi fecero mai sanguinare ed i numerosi segni sparirono dopo poco più di una settimana, ero sempre eccitata quando mi torturavano e spesso ho anche goduto sotto i colpi...credo che fosse un loro obiettivo farmi godere solo ad essere picchiata a diventare una schiava da frusta...devo dire che ci sono riusciti in pieno...ho imparato a non urlare dal dolore ma a gemere dal piacere...solo dopo aver goduto gli altri colpi erano solo dolore ma ho imparato a subire in silenzio...ho imparato a contare ogni colpo...ho imparato a ringraziare per ogni colpo...ho imparato a chiedere ed implorare di continuare.

Una sola volta la fustigazione è stata solo dolore... l'ultima mattina dopo gli esercizi mi portarono nel bosco dove mi appesero attraverso il collare ad un albero...dovevo stare in punta di piedi e le mani erano agganciate al collare sul davanti...poi se ne andarono...all'inizio era piacevole ma con il passare delle ore i rumori del bosco e la mia posizione poco comoda mi fecero stare in tensione...quando poi arrivò il tramonto ero davvero terrorizzata e con i muscoli tutti tesi...con il buio il mio stato poté solo peggiorare, ero così tesa che non mi accorsi dell'arrivo dei contadini...mi accorsi però della loro frusta...fu solo dolore...piansi e gridai come non mai...i muscoli erano troppo tesi per accogliere i colpi...io ero troppo tesa per accogliere il dolore e trasformarlo in piacere.
Quando finirono e liberarono mi sentivo sconfitta...in cella piansi tutta notte non solo per il dolore, che era fortissimo, ma per la sconfitta subita...per non aver accolto il dolore...per aver pensato solo al mio dolore...per non essere stata una brava schiava.
Alla mattina quando mi hanno agghindato esattamente come mi ero presentata a loro capii che il PADRONE sarebbe venuto a prendermi...non avevo più lacrime per piangere e non mi sentivo completa come schiava. Quando arrivammo a casa lo confessai al PADRONE, lui mi abbracciò e mi disse che avevo tempo per imparare e migliorare.

In questi ultimi tre anni ho vissuto nei mesi invernali nella casa vicino al paese, dove spesso e volentieri si fermava a dormire anche il PADRONE. Nei mesi estivi invece la casa veniva affittata e quindi traslocato a casa del PADRONE, non proprio a casa sua ma nel suo box auto collegato al suo appartamento che aveva attrezzato con molti ganci ed attrezzatura BDSM ma molto ben nascoste. Avevo anche un piccolo materasso per dormire, completava l'arredamento un WC una doccia e un lavandino che prima erano separati da un muro ma adesso è tutto a vista...insomma una specie di grande prigione.
La Mini era parcheggiata nel box dell'altro appartamento e veniva usata poche volte, mai da me...anzi non ho proprio più guidato. Il PADRONE mi ricordava sempre che gli rubavo il posto alla sua vecchia Panda.

La vita da schiava invernale era quasi normale...certo venivo usata sessualmente quando e come voleva...e con chi voleva...venivo usata come sguattera...venivo spesso usata come cesso ma solo per la pipì...venivo spesso punita e naturalmente continuavo i miei allenamenti quotidiani, ma per me erano cose normali ormai.
In estate la routine si intensifica, già il fatto di essere nell'entroterra significava fare un'ora di bus se il PADRONE non mi accompagnava. Ed in estate oltre alle incombenze da schiava il PADRONE mi prestava come lavoratrice nei locali del paese o per le pulizie delle casa dei vacanzieri, ero la tappabuchi per le varie assenze negli esercizi commerciali degli amici del PADRONE. Così a volte mi trovavo a fare da barista...cameriera...lavapiatti...commessa.. colf, succedeva anche in inverno ma molto meno.

Imparare a fare la puttana
Come sapete il mio PADRONE prima di conoscermi ma anche dopo si incontrava con delle giovani escort, perlopiù studentesse. Una sera d'inverno mentre ero prestata a fare da cameriera al ristorante nell'entroterra dove, se ricordate ero già stata all'inizio della mia avventura. Come dicevo stavo facendo il mio lavoro quando entra il PADRONE con la sua accompagnatrice, tra una portata e l'altra me la presentò...si chiamava Alice...mi presento come la sua schiava che dopo avrà modo di usare anche lei.
Infatti finito il turno il PADRONE ed Alice erano ancora in sala che chiacchieravano e si baciavano amorevolmente, poi mi portarono a casa con loro e da brava schiava servii tutti e due...facendomi usare come loro sfogo sessuale...la mia lingua al loro servizio per pulirli...per eccitare...il mio corpo come sborratoio...cesso.

Alla mattina a colazione con io che facevo da tappetino per i loro piedi si misero a parlare ed il PADRONE chiese ad Alice se poteva fargli da guida per imparare a fare la escort e puttana...lei ci pensò su un attimo e poi accettò a patto che venisse pagata, volle 50€ a notte..il PADRONE accettò dicendo che i lavori di cameriera e lavapiatti pagheranno il mio addestramento...serviranno ad imparare a vendermi...serviranno per fare la vera puttana.

Già dopo pochi giorni ero da Alice nel suo appartamento a Genova, in realtà non mi insegnò nulla e mi mise subito al lavoro...quel pomeriggio riceviamo tre uomini...il primo pagò per averci entrambi e gli altri due pagarono per avere solo me, mi sentii usata ma anche appagata e ne godetti anche.
Quando lo raccontai al PADRONE si arrabbiò molto...tra una sberla e l'altra mi ha spiegato che le puttane non devono godere con i clienti.
La volta successiva da Alice provai a non godere ma con un cliente ben dotato non riuscii a trattenermi...inutile dire che il PADRONE si arrabbiò ancora e decise di mandarmi alla fattoria dai contadini per la punizione e per imparare a trattenere l'orgasmo...di questo addestramento ve ne parlerò meglio dopo.

Da Alice in questi anni ci andai varie volte, se rimanevo a casa sua erano clienti suoi abituali...se andavo negli alberghi erano clienti di passaggio...se invece mi mandava a casa di un cliente spesso era per soddisfare gruppi di uomini...ho fatto vari addii al celibato ed anche un addio al nubilato, sempre tutti incentrati sul mio uso sessuale.
Pochi clienti mi chiedevano dei segni che avevo sul corpo la maggior parte si svuotava in me senza tante domande o strane perversioni, in linea di massima io per Alice ero il qualcosa in più...il guadagno extra...mi lasciava i clienti che lei non voleva fare o quelli che sicuramente non sarebbero tornati.
Ogni volta o sempre pagato la tariffa per l'addestramento e davo sempre tutti i soldi della marchetta a lei...mediamente 200€ a cliente.

Il corpo che cambia
In questi tre anni anche il mio corpo è cambiato, il PADRONE pretende la massima cura del mio fisico...quindi nell'ora di corsa giornaliera sono state introdotte anche le ripetute ed altri esercizi, praticamente è come se mi allenassi per le olimpiadi.
Grazie alla ginecologa amica del PADRONE ho risolto il problema del ciclo che capivo dava fastidio al PADRONE ed era un freno al mio uso, grazie all'applicazione della spirale ed all'aiuto della chimica è progressivamente scomparso.
Poi come potete immaginare anche i piercing ai capezzoli e clitoride...che grazie anche ad una cura apposita non hanno perso sensibilità...anzi.


Controllo dell'orgasmo
Con il tempo il PADRONE è riuscito a farmi trattenere l’orgasmo per lungo tempo e lunghi periodi, tanto che adesso bramo essere sempre al limite.
Vi sembrerà impossibile ma adesso riesco a cavalcare l'hitachi per più di mezz'ora, il mio record è di 42 minuti.
Ovviamente non è stato facile ed ho subita molte punizioni per i miei orgasmi non autorizzati, ma ora ne sono davvero fiera.
È capitato di essere portata al limite per giornate e settimane intere senza godere, ormai per me godere è una sconfitta, essere sempre eccitata è quello che voglio, arrivare al limite e resistere mi manda in estasi più dell'orgasmo ormai.
Comunque nelle estenuanti maratone di denied a cui il PADRONE mi sottometteva mi portavano ad avere il cervello in pappa, a non riuscire a pensa… a pensare solo a quello…a godere mentalmente nel non poter godere.


Punizione esemplare
Un giorno di primavera mentre facevo la mia ora di yogaBDSM il PADRONE mi distrae con compiti e comandi da eseguire al volo...tipo leccare un punto preciso del pavimento...portargli come una cagnolina la pallina o bastone che lanciava...pulire con estrema cura ed igiene ball-gag plug falli e altri oggetti che generalmente finivano nei miei buchi...alla fine di tutto mi fece stare immobile di fronte a lui e dopo un minuto in cui mi guardava dritto negli occhi mi diede un forte schiaffo sulla guancia destra che mi fece traballare ed istintivamente mi portai una mano sulla guancia...non l'avessi mai fatto, si arrabbiò moltissimo e così nuda com'ero mi carico nel bagagliaio della sua panda e mi ha portato dai contadini di cui vi ho già parlato.
Arrivati all'inizio della loro strada mi scarico e mi ordinò di andare da loro e chiedere una punizione...così nuda come ero mi sono incamminata...mi sentivo ferita perché fino all'ultimo schiaffo ero sicura di essere stata una brava schiava...ed ero anche delusa perché sapevo di aver deluso il PADRONE anche se probabilmente ha cercato a tutti i costi il mio errore.

Una volta arriva davanti alla cascina dei contadini mi Venne incontro la contadina e mi chiese cosa volessi, prendendo coraggio ho chiesto di essere punita molto severamente perché avevo deluso il PADRONE, mi guardarono per un po' poi mi disse di restare lì in piedi faccia al muro con le gambe divaricate e le braccia unite dietro la schiena.
Restai in posizione mentre li sentivo indaffarati andare avanti ed indietro, poi sentii un tintinnare di catene e dei mugugni indistinti.
Dopo un po’ mi bendarono con un cappuccio chiuso sul collo e mi incatenarono molto strettamente con le mani dietro la schiena, poi mi hanno caricato nel cassone del loro pick-up.
Arrivati non so dove mi calarono in una specie di cisterna di cemento, restai rinchiusa lì non so quanto tempo ma credo almeno due giorni senza sentire nessuno, senza mangiare e bere. Ero distrutta fisicamente e moralmente, me ne stavo nei miei escrementi a pensare come ero stata una cattiva schiava e che mi meritassi di essere abbandonata al mio destino.
Non so quando svenni ma mi svegliai che ero nel letto di casa con una flebo ed il PADRONE li accanto, fu bellissimo vederlo ed appena ne ebbi le forze lo ringraziai.

Mi disse che ero stata brava a non lamentarmi ed agitarmi, mi disse che doveva assentarsi almeno tre settimane e mi disse che sarei stata tutto il tempo in quella cisterna isolata, ovviamente stavolta con cibo ed acqua.
Mi portò alla cisterna che era in un casolare abbandonato tre giorni dopo assieme ai contadini, mi incatenarono ancora ma stavolta potevo fare movimenti più agevoli.

Nella cisterna trovai scorte di cibo ed acqua, vidi anche che aveva un foro per i bisogni, nelle tre settimane i contadini venivano giornalmente a vedere se stavo bene guardandomi dalla botola da cui mi avevano calata.
Purtroppo capii in seguito di dove fosse il PADRONE in quelle 3 settimane.

Un mare incurabile mi ha portato via il MIO PADRONE la mia fonte di vita… il mio unico scopo.
Sono stati tre mesi di continuo dolore nel cuore...tre mesi in cui non ero più solo la schiava ma anche la sua infermiera...la sua badante. Se ne è andato serenamente la mattina del 25 febbraio, le sue ultime lucide parole sono state "non aver paura mia schiava io esco da questa vita felice grazie a te e tu sarai ricompensata"

Continua

asigno.luc@gmail.com
scritto il
2023-12-06
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