Lucia schiava libera 7

di
genere
dominazione

LUCIA SCHIAVA LIBERA 7



Alla mia prima asta mi sono presentata alla loro grande villa isolata sulle colline del Pavese il venerdì sera, mi hanno fatto parcheggiare fuori dalla loro autorimessa che è sul retro della villa, mi fanno spogliare nuda e scalza e mettere i miei vestiti in auto, poi mi hanno fatta inginocchiare sulla ghiaia del vialetto li mi hanno messo di fronte un tavolino con un foglio da firmare, era la liberatoria per il libero utilizzo come schiava ma non mi fecero vedere il contenuto, praticamente ho firmato in bianco, una volta firmato in rapida successione mi hanno dato una fortissima vergata sulla schiena che sicuramente ha lasciato il segno, mi hanno bendata e legato le mani dietro la schiena per poi trascinarmi in una stanza della villa, ero sola e dopo qualche minuto sentii aprirsi la porta ed entrare qualcuno che accompagnava un’altra persona, sicuramente una schiava messa all’asta come me perché sentii chiaramente Marco ordinarci di non parlare tra noi.

Dopo non so quanto tornano a riprenderci e ci portano in un’altra stanza, qui sento del vociare che si zittisce quando entriamo, Marco comincia a parlare e ad presentare le caratteristiche di noi schiava, la mia compagna d’asta ha 45 anni e viene messa all’asta dal suo padrone per essere usata tutta notte come schiava sessuale e leccapiedi. L’asta arrivò ad una bella cifra e si concluse con un applauso.

Per la mia asta Marco presentò solo le mie caratteristiche fisiche senza dire altro sul mio uso che come diceva era già a loro conosciuto, venni trascinata da qualcuno nella stanza tra gli avventori e mentre fioccavano le offerte venivo toccata con vigore e sculacciata, ad ogni tocco e colpo istintivamente ringraziavo anche perché ero eccitata come non mai. sapere che qualcuno stava offrendo molti soldi per avermi e non sapere per quanto e come sarai stata usata mi mandò in uno stato di eccitazione altissimo.

L’asta l’ha vinta un certo sig. Ottavio che tra gli applausi mi ha presa e portata nella sua auto seduta dietro assieme a lui, nel viaggio non lesinò a toccarmi dappertutto in modo molto sensuale tanto da arrivare a fine viaggio al limite dell’orgasmo.
Una volta entrati a casa sua mi condusse ancora bendata ed ammanettata in una specie di cantina, credo fosse un dungeon ben attrezzato ma non vidi nulla perché la benda rimase sui miei occhi per tutto il tempo, il sig. Ottavio è di poche parole ma è esperto in fustigazioni con ogni mezzo, per tutto il tempo che sono rimasta da lui ho assaggiato ogni strumento di tortura e dolore, me ne ha somministrate 50 con ogni strumento ed in tutto il corpo lo so perché mi ha dato l’ordine di contare ogni colpo e ringraziarlo, spesso non è stato facile tenere il conto soprattutto quando i colpi arrivavano uno dietro l’altro.

Alla fine ho contato 50 colpi di cinghiate sul culo, 50 colpi di vergate sulle cosce, 50 colpi scudiscio sulla schiena, 50 colpi di verga sulle tette, 50 colpi di paddle di cuoio sulla figa, 50 colpi di bacchetta sulle piante dei piedi.


Alla fine della nottata fu lui a ringraziarmi dicendomi che sono stata la migliore la più resistente la più schiava, dopo avermi curato le ferite e fatta riposare mi ha riportata alla villa delle aste dove qualcuno mi ha presa in consegna e portata in una stanza ancora bendata ad aspettare, poi la signora Maria e Marco sono entrati nella stanza e senza togliermi la benda mi ha riaccompagnata fuori alla mia auto dove una volta sbendata mi hanno aiutato a vestirmi mi hanno fatto i complimenti per come è andata la mia prima asta, anche loro sono molto soddisfatti di me, nonostante la stanchezza e i dolori tutti questi complimenti mi fecero molto piacere, con loro c’era anche il tutore che mi ha riaccompagnata a casa.

La figura del Tutore.
Marie e Marco me lo presentarono pochi giorni dopo avermelo proposto, si chiama Angelo ed ha 43 anni ed è sposato con una ex schiava di 40 anni ed hanno un figlio di 10 anni, lo avevo già conosciuto come amico del PADRONE, anche lui abita in paese e si occupa assieme alla moglie di un negozio di vestiti ma comunque ha molto tempo libero per dedicarsi a me.
Ho parlato a lungo con lui delle mie esigenze e paure, lui è molto serio e subito ha cominciato ad organizzare la mia vita da schiava libera.
Prima di tutto nuovo telefono e numero con app che fa transitare prima a lui messaggi e telefonate, è andato a parlare singolarmente con tutti quelli che attualmente mi usano ed ha cominciato a seguire anche i miei affari, la sua presenza è costante ma discreta ed ormai ho un buon rapporto di amicizia con lui e la sua famiglia.

Ad uno dei soliti appuntamenti con il ginecologo mi sono presentata come sempre con pesi e campanelline sui piercing, labbra della figa allargata con catenelle alle cosce, tacco 12 e mezzo litro di clistere tappato dal plug, come vestito ho messo una minigonna con calze autoreggenti e maglioncino attillato.
Appena arrivata in sala di attesa mi spoglio nuda ed attendo che la madre mi dia il permesso di entrare, quando il ginecologo arriva mi ha salutata con un ciao stupida schiava e dice a sua madre di prepararmi che sarebbe tornato dopo, lei mi fece mettere su una seconda sedia ginecologica attrezzata con cinghie per bloccare gambe braccia pancia e testa e mi blocca stretta sulla sedia e poi se ne va.

Quando torna il ginecologo mi controlla lungamente la pancia schiacciandola e facendomi molto male poi mi ha messo un divaricatore in bocca e mentre mi controllava la gola con uno stecchino in legno suona il telefono e va a rispondere lasciando il bastoncino in bocca.
Sento che parla con la madre poi sposta il paravento per nascondermi e mi dice di non fare rumori che deve ricevere una paziente importante, mi concentro e respirando solo dal naso riesco a non tossire e fare rumori ma la mia figa è fradicia per la situazione in cui mi trovo.

Sento che entra una signora che gli parla dei suoi problemi e poi la visita, passano parecchi minuti prima che se ne vada, quando torna da me toglie finalmente il bastoncino dalla bocca e mi fa svuotare il clistere, poi usa i divaricatori per allargarmi culo e figa, sento la pelle dei miei buchi tirarmi ma mi sento molto eccitata, dopo varie palpate ed insulti mi dice che sono apposto ma che si è fatto tardi e ha altre pazienti che attendono in sala di attesa quindi mi copre con un lenzuolo e mi nasconde con il paravento.
Dopo tre visite finalmente mi libera ma ormai ho fatto un lago per terra che mi fa leccare a suon di pedate nel culo e se ne va ordinandomi di continuare finché sua madre non sarebbe tornata e se ne andò a pranzo, dopo non so quanto tempo che leccavo il pavimento ormai pulito la madre mi prese e trascinandomi sul pianerottolo nuda mi butta i vestiti ed il biglietto per il nuovo appuntamento.
Mentre mi rivesto salgono a piedi due ragazzine che avranno avuto sì e no 15 anni che mi deridono e mi danno della puttana, anche in questo caso mi eccito moltissimo ad essere insultata da delle ragazzette e penso a quanto sono fortunata a vivere liberamente la mia schiavitù.

Era da tempo che Alice non mi chiamava per fare la puttana, sospetto che il Tutore gli abbia parlato e che volesse farmi concentrare sugli altri aspetti del mio essere schiava, infatti quando glielo chiesi mi disse che stava organizzando qualcosa di alternativo ed il numero di Alice scomparve dalla rubrica del telefono ma comparve nella cronaca del SECOLOXIX di Genova perché è stata arrestata per induzione alla prostituzione di minorenni, la stupida si era fatta prendere troppo la mano, sono sollevata che il Tutore mi abbia fatto smettere con lei, effettivamente era sempre più esigente e poco attenta.

Comunque un giorno ricevetti una telefonata da un nome che non avevo visto ma essendo nella rubrica speciale ho risposto, un certo Petrù mi disse di andare da lui per verificare se ero adatta a lavorare in strada per lui, già dalla sua voce e dai modi spicci e sbrigativi ho capito che sarebbe stata una bella esperienza.
Il giorno stabilito andai da lui nella casa nei carruggi più malfamati di Genova, mi presentò i suoi 4 amici e mi disse che se passavo la prova potevo entrare nella sua scuderia di puttane.

Potete immaginare le prove che ho dovuto passare, sesso normale e violento, inculate e doppie penetrazioni, pompini a non finire, insomma tutto quello che una puttana deve saper fare compreso saper fingere di godere per far velocizzare l’amplesso con il cliente.
Alla fine mi disse che gli andavo bene e sarei stata nella loro scuderia ma che loro erano molto esigenti e se non avrei incassato quanto volevano sarei stata punita come tutte le altre ragazze della scuderia, mi prostrai in ginocchio e baciando i loro piedi li ringraziai e mi dissi pronta a lavorare per loro.

Ormai sono anni che faccio questa vita da Schiava libera
Molto impegnativa ma a cui non voglio rinunciare e nonostante il fisico comincia a dare segni del tempo e dell'uso mi sono sempre rifiutata di rallentare o come mi hanno proposto reclutare e addestrare nuove schiave da mettere all'asta.
Voglio vivere la mia vita da schiava fino in fondo
Voglio che il mio fisico sia usato finché ci sarà qualcuno che lo vuole utilizzare.

Quando non potrò più essere quello che sono sarò pronta per raggiungere il mio unico e solo PADRONE
Lucia Schiava Libera


Grazie per avermi letto

Luca

asigno.luc@gmail.com
scritto il
2024-03-18
2 . 7 K
visite
3
voti
valutazione
7.7
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Lucia schiava libera 6
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.