La casa al mare #3

di
genere
trio

Rientrammo dopo aver fumato in veranda, prima di andare a fare una doccia nel bagno della mia camera al primo piano, misi un piccolo cuscino sotto la testa di Emanuela che dormiva sul divano e la coprii con un telo di cotone leggero. Sergio andò a rinfrescarsi nel bagno di servizio accanto alla cucina.

Tornai giù dopo quasi mezz'ora, con l'intenzione di preparare qualcosa da sgranocchiare e trovai Emanuela che cavalcava Sergio a smorzacandela sul divano. Ingrifatissimi e sudatissimi. Ah, bravi, senza di me? dissi ridendo. Scusa ma avevo troppa voglia di scoparmi questo cazzo enorme ahahah! mi rispose Emanuela. E cavalcava, cavalcava su e giù, se lo stava proprio godendo il cazzo di Sergio. Lui le prendeva le natiche a piene mani e le spingeva il culo verso di sè, ansimando e grugnendo. Mi piaceva vederli scopare, mi sedetti su una poltrona a gambe aperte ad accarezzarmi la fica con quello spettacolo finché Emanuela non si voltò e mi disse "adesso tocca a me assaggiarti". Si alzò e venne sprofondare la faccia tra le mie gambe accovacciandosi davanti a me. Sergio la seguì col cazzo bene in tiro, Emanuela gli fece cenno di accomodarsi dietro di lei.

Così adesso eravamo a parti invertite rispetto a qualche ora prima quando avevamo scopato dopo cena: Sergio si chiavava Emanuela da dietro, mentre lei mi praticava un cunnilingus coi fiocchi. Spingiglielo dentro, così più forte, più forte, falla godere, dissi a Sergio che spingeva ritmicamente. Era una macchina da sesso, quell'uomo. Ci guardammo a lungo negli occhi, io mentre mi facevo leccare la fica da questa ragazza stupenda e lui se la inculava da gran signore col suo membro di marmo. Poco più che cinquantenne, Sergio, moro con gli occhi scuri da saraceno d'altri tempi, era possente, circa un metro e ottanta, ma non sovrappeso. Giocava a basket da giovane e gli erano rimaste le braccia muscolose e le spalle larghe. Tutt'ora andava a correre quasi tutti i giorni, e poi scopava magnificamente. Se c'era una cosa che mi faceva bagnare tanto, era sentirlo ansimare e godere mentre scopava. Non era di quegli uomini che o stanno in silenzio o dicono volgarità quando fanno sesso. Lui godeva genuinamente e gli interessava anche il piacere della sua partner, era molto rispettoso delle persone. Col cazzo dentro il culo di Emanuela, a volte si fermava per muovere il culo con un movimento rotatorio, facendoglielo sentire bene dentro per un po' e poi riprendeva a stantuffare ritmicamente. Ed Emanuela gemeva di piacere mentre aveva preso a torturare il mio di buco del culo con le sue dita affusolate e la lingua che sinuosamente cercava di infilarsi nella mia vagina. Poi esplorava le grandi labbra e andava sulla mia clitoride, la prendeva tra le labbra e la succhiava leggermente per poi riprendere a leccare. Mi stava facendo sognare, credo di avere avuto svariati micro-orgasmi di seguito. La mia schiena si inarcava, mi sporgevo in avanti mettendo una mano dietro la nuca di Emanuela, le baciavo la testa per poi riscendere sulla poltrona e protendere il bacino verso quella bocca avida dei miei umori.

Fammi sentire che ti piace, poi dissi a Sergio. Oh sì, mi piace questo culo, sì che mi piace, rispose ansimando. A te piace il mio cazzo, piccola?chiese lui ad Emanuela. E' magnifico, sì continua, ti prego non ti fermare, lo voglio tutto dentro, rispose lei sporgendo il culo verso di lui ancora di più. Poi disse che lo voleva dentro più forte e Sergio aumentò il ritmo. Sentivo i suoi coglioni che sbattevano sul peritoneo di Emanuela e sembravano schiaffeggiarle le natiche, ciaff ciaff ciaff. Lei staccò la faccia dalla mia fica per gridare il suo piacere in un lungo sì, oddio sì sì sì sì, e lui la sbatteva più forte, sempre più forte, sempre più forte grugnendo, ansimando, gemendo anche lui di piacere. Oh sì, così chiavatela bene, così, dissi io mentre inarcavo la schiena e alzavo di nuovo il bacino verso la faccia di Emanuela. Volevo che mi facesse venire leccandomi la clitoride mentre anche loro due stavano per venire. E così fece, lui accelerò brevemente i colpi per poi venire ancora abbondantemente, mentre io gridai il mio piacere ed anche Emanuela venne con un lungo gemito soffocato tra le mie gambe.

Sergio si buttò sul divano ancora con il fiatone, aveva rivoli di sudore ovunque. Emanuela si accasciò sul pavimento, la schiena appoggiata al bordo del divano. Io rimasi sulla poltrona, sfinita.

Dopo un po' Sergio prese tre birre dal frigo e le appoggiò sul tavolino davanti a noi. Tutti dicemmo di avere una certa fame. Riprese un po' le forze, preparai degli stuzzichini di olive, formaggio, pezzettini di pane che mangiammo lì in soggiorno ancora nudi come ci trovavamo. Saranno state le tre del mattino.

Pazienza, oggi non andrò a nuotare, pensai.
scritto il
2024-02-09
3 . 8 K
visite
1
voti
valutazione
4
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La casa al mare #2

racconto sucessivo

Il vichingo
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.