La casa al mare #2

di
genere
trio

Era ormai giugno inoltrato, il sole era diventato forte e le sere si facevano sempre più afose. Da giorni ormai meditavo di lasciare la casa al mare e tornarmene in città a lavorare, anche perché il circondario stava cominciando a diventare sempre più affollato di villeggianti e turisti, i locali notturni avevano riaperto... insomma, non c'era più la tranquillità primaverile che mi rasserenava e mi serviva per lavorare.

Un finesettimana venne a trovarmi Sergio, un amico di vecchia data -saranno stati almeno venticinque anni che ci conoscevamo - più grande di me di quasi dieci anni, col quale da qualche anno avevo preso a scopare di tanto in tanto. In amicizia, senza impegno. Nel corso degli anni mi ero convinta che non ci fosse niente di meglio del sesso per consolidare un'amicizia, e chi meglio di qualcuno che si conosce da decenni per verificare questo assunto? Non ricordo nemmeno com'era successo, fatto sta che da anni, quando uno dei due aveva voglia si faceva sentire e ci si vedeva per passare un weekend insieme da qualche parte. Poteva essere una città turistica o la casa di uno dei due, a entrambi stava bene così. Quando non ci vedevamo per scopare continuavamo a sentirci, a raccontarci delle nostre cose, dei problemi, e anche delle rispettive storie, innamoramenti o incontri fugaci di solo sesso con altre persone. Ci volevamo davvero molto bene io e Sergio; penso che nessun'altro mi conoscesse bene come lui.

Eravamo appena rientrati in casa dopo aver fatto la spesa per la cena quando qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire e trovai lei, la ragazza dai capelli rossi che avevo visto scopare una sera di qualche settimana prima. Aveva la pelle piena di lentiggini, due occhi azzurri grandissimi, gambe affusolate e un pareo che le avvolgeva il collo passando per i seni che le metteva in evidenza delle spalle perfettamente tornite. Rimasi imbambolata per un attimo, persa dentro quegli occhi azzurri.

"Ciao! sono Emanuela, la vicina di casa", mi disse. Mi presentai anche io e le chiesi se voleva accomodarsi o aveva bisogno di qualcosa. Restammo all'ingresso a chiaccherare e mi raccontò che la casa era dei suoi genitori e la stava usando lei in quei giorni per rilassarsi col suo ragazzo che era in congedo dalla Marina Militare per qualche tempo. Però era dovuto ripartire improvvisamente e siccome aveva il frigo pieno di roba che non sarebbe riuscita a consumare da sola prima di andare via anche lei, voleva sapere se poteva dare qualcosa a me anziché buttarla. Purtroppo avevo appena fatto la spesa, quindi dubitavo che potesse servirmi qualcos'altro, comunque non era quello che mi interessava in quel momento. Volevo assolutamente cercare di nuovo un'occasione per parlare con lei, sentivo di esserne fortemente attratta... La invitai a cena, così di punto in bianco. E speravo seriamente che decidesse di restare anziché andare via.

Secondo il programma originale, avrei dovuto cenare con Sergio e poi scopare come conigli come facciamo sempre quando siamo insieme. Qualche cannetta, un po' di vino e tanto tanto sesso. Questa era la nostra routine dei weekend insieme. Ma quella ragazza mi aveva sconvolta, ipnotizzata, attratta all'istante e non volevo perdere l'occasione. Accettò l'invito e mi sentii subito elettrizzata all'idea di provare a sedurre quella ragazza.

Non ero nuova al sesso con donne. Dai tempi dell'università quando per la prima volta finii a letto con una donna di vent'anni più grande di me che mi aveva fatto scoprire molte cose di me stessa, a volte mi capitava di incontrare una donna attraente e andarci a letto. Mi piace anche la fica, insomma. E Sergio lo sapeva, sapeva tutto di me, delle mie storie, dei miei incontri tramite Tinder o delle donne che incontravo per lavoro che sembravano tanto etero, ma poi finivano col provarci dopo un aperitivo. Quindi sapevo che per Sergio non sarebbe stato un problema avere un'ospite a cena, e che ospite!

Emanuela si presentò carinamente con una bottiglia di vino e una crostata alla crema. Aveva un vestitino estivo di lino rosso scuro che le metteva in risalto le lentiggini. Avrei voluto contarle ad una ad una quelle lentiggini sul suo corpo!
Ci accomodammo tutti e tre in soggiorno per un aperitivo, la cena era già pronta ma volevo sciogliere un po' il ghiaccio prima di sederci a tavola. Bevemmo degli spritz fatti da Sergio sgranocchiando delle noccioline e delle olive per stimolare l'appetito.

Emanuela era davvero solare, allegra, ci raccontò che aveva 24 anni e si era appena laureata in medicina. Si era presa qualche giorno di riposo prima di ricominciare a studiare per la specializzazione. Sembrava davvero in gamba, determinata a diventare medico di medicina d'urgenza, un settore in cui c'era davvero tanto bisogno di medici preparati. Sergio lavorava nel campo dell'editoria, sempre sommerso di scartoffie, circondato da vecchi tromboni che pensano di avere il mondo sempre sotto controllo. Io le raccontai dei miei studi letterari, sempre inseguita dalle scadenze di roba da pubblicare per me o per conto di altri, la parte più noiosa del mio lavoro. L'atmosfera era rilassata e piacevole, Emanuela un'ospite graditissima che riusciva a inserirsi perfettamente nella conversazione senza imbarazzo.

Ci spostammo a tavola per cenare. Aveva preparato tutto Sergio: spigola in crosta, riso venere e verdurine. Tutto buonissimo e il vino che aveva portato Emanuela ci stava pure benissimo. Quella bottiglia finì subito e ne aprimmo immediatamente un'altra. Mangiammo anche parte della crostata di Emanuela, la serata procedeva amabilmente. Lasciai Sergio a rassettare la cucina (sì, quest'uomo faceva tutto anche per questo me lo tenevo stretto!) e chiesi a Emanuela se voleva farmi compagnia sul porticato per una sigaretta. Accettò la compagnia, ma non fumava. Ci sedemmo sul dondolo a chiaccherare. Tra una cosa e l'altra, adesso non ricordo di cosa parlammo, si avvicinò e mi disse che le stavo molto simpatica ed era contenta di avermi conosciuta. Ma c'era qualcosa in quelle parole che mi lasciava pensare che ci fosse anche altro... Infatti dopo un po' prese ad accarezzarmi la nuca con un dito, le piaceva il mio taglio di capelli, mi disse. La ringraziai, anche a me piacevano molto i suoi lunghi capelli rossi. E anche la sua pelle tempestata di lentiggini. Mi mise una mano su una coscia e si avvicinò ulteriormente col busto, anche io avevo un vestitino corto sopra il ginocchio. Accostò la bocca al mio orecchio e bisbigliò: "Ti ho vista, quella sera, alla finestra..." Si riferiva alla sera in cui mi ero masturbata guardando lei e il suo ragazzo scopare in cucina, mi aveva vista ma io non lo sapevo. Eri bellissima, le dissi e mi girai verso il suo viso. Mi baciò mettendomi immediatamente la lingua in bocca, mentre la mano che prima era sulla coscia finì sotto il vestito arrivando alle mutandine. Quella lingua in bocca mi diede subito dei brividi lungo la schiena e la mia fica si stava già bagnando.

Non ci mise molto a farsi spazio tra l'elastico degli slip con le dita. Indice e medio erano magistralmente al lavoro sulla mia clitoride umida. Quella ragazza bellissima, più giovane di me di vent'anni, mi stava facendo un ditalino. Mi mordicchiava il collo quando ansimando le dissi "entra". Allora mi mise il suo dito medio seguito dall'anulare dentro la fica e cominciò a muoverli dentro prima lentamente, a gancio. Poi seguì il movimento sempre più rapido del mio bacino, che mi faceva inarcare la schiena di piacere. Godi, mi diceva, godi così, lasciati andare e io gemevo, ansimavo. Sapevo che Sergio stava sentendo e vedendo tutto quindi lo facevo a posta ad alzare la voce. Misi una mano sulla sua, indicandole il ritmo che volevo e la forza con cui volevo si muovesse. Mi chiese se mi ero masturbata quella sera, ovviamente sì risposi. Era bellissima e vederla godere era uno spettacolo meraviglioso. Ahhh ahhh così, non ti fermare, sei fantastica, sì sì sì, ancora ancora, le dicevo. Ora di più, di più, di più dai, dai, dai sì sì sì, sto per venire, ahhh ahhhhh. Mi liberai in un orgasmo lunghissimo, bellissimo.

Restammo un po' sul dondolo, poi decidemmo di rientrare. Bisogna consolare il povero Sergio che è rimasto da solo, mi disse ammiccando sull'uscio. Certo, risposi. E non vedo l'ora di restituirti il piacere, mia cara.

Così entrammo e trovammo Sergio sul divano con un'erezione considerevole che ci aspettava. Bentornate, ci disse ridendo. Eccomi, tesoro gli dissi baciandolo. Emanuela era andata in bagno a rinfrescarsi, io mi diressi invece sul cazzo di Sergio. Era molto ben dotato, il mio amico. Glielo tirai fuori dai pantaloni di lino che indossava e fuori dalle mutande. Un gran cazzo di 25cm, scappellato e lucente in tutte le sue venature. Mi misi in bocca i coglioni, succhiandoli e con un dito gli accarezzai il peritoneo, sapevo che gli piaceva. Poi mi misi in bocca il cazzo e cominciai a succhiare e menare, succhiare per bene e menare accuratamente.

Emanuela tornò nuda, si sedette sul divano e baciò Sergio. Lui le palpava il culo mentre la baciava e poi le mise un dito dentro. Lei era divertitissima. Poi scese anche lei sul cazzo di Sergio, mi baciò e poi vollè succhiare anche lei. La lasciai fare e mi fiondai tra le sue gambe. Volevo disperatamente succhiare quella clitoride. Fu molto contenta, era bagnatissima e mi stava piacendo da morire leccarla cercando di infilarmi dentro la sua fica con la punta della lingua mentre lei continuava a spompinare Sergio che dal canto suo gemeva e ansimava.

Decisi che Emanuela doveva sdraiarsi sul divano e farsi leccare da me, e così feci. Sergio non se lo fece dire due volte, voleva godersi la scena menandosi il cazzo. Emanuela stava godendo, ancora ancora ancora mi diceva, sì sì così sììì oddio sei fantastica, mi fai impazzire. Io mi stavo divertendo, ma la mia fica voleva di nuovo conto e ragione. Così dissi a Sergio di completare il quadro prendendomi da dietro mentre continuavo a leccare Emanuela. Faccio di meglio, disse lui. Ti chiavo per bene, lo so che ti piace. E mi mise il suo gran cazzo nel culo spingendo fortissimo.

Oooohddiooo siii siiii, stavo impazzendo. Il sapore della fica di Emanuela era delizioso e quel cazzo in culo che mi chiavava forte era l'apoteosi. Sergio spingeva e spingeva, era arrapatissimo. Spingeva e godeva. Emanuela mi squirtò in faccia e poco dopo Sergio venne copiosamente dentro il mio culo. In tutto questo io mi sgrillettavo la clitoride quindi subito dopo venni anche io.

Ci accasciammo tutti e tre sul grande divano del soggiorno, appagati.
Poi Sergio uscì a fumare, io girai una cannetta e andai ad accenderla sul porticato.
Emanuela si addormentò, era bellissima.

Il weekend prometteva bene.
scritto il
2024-02-09
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