Adolescenza Perversa 3
di
Rikypic
genere
incesti
Salve a tutti, prima di iniziare a leggere questo racconto raccomando a tutti i lettori i capitoli 1 e 2 di questa storia.
Ci accomodiamo attorno al tavolo della cucina per prendere il caffè tutti e tre insieme, successivamente Amanda ancora scossa dall' atto, si è dileguata il prima possibile con la scusa di avere un appuntamento con delle amiche. Rimasti solo io e lo zio, nel mentre che si ciarlava di banalità così l'occasione per chiede allo zio se la zia stesse ancora dormendo, invece come mi riferì lo zio stava facendo una doccia. Improvvisamente la scintilla, il fantasticare sulla prima notte dove origliando li sentii fare l amore, l'eccitazione dell'idea di mia zia, mi passò tutto così velocemente nella mia testa, la quale mi dettò di svincolarmi dallo zio velocemente per poter salire nella zona notte della casa ove vi è il bagno che la zia stava usando per farsi la doccia. Salì i gradini a passo di ladro, stando attendo a non fare il minimo rumore, giunto alla porta del bagno, con il groppo in gola, il cuore che batteva a mille, e il fiato affannato di chi sa che sta facendo qualcosa di proibito, mi calai per guardare attraverso la serratura. In un primo momento nulla, continuai a spostarmi cercando l'angolazione per poter spiare la zia, ancora il nulla, solo le mattonelle, la luce dello specchio, poi la trovai che si stava asciugando il corpo con l'accappatoio. Una donna mulatta, capelli scuri, i suoi occhi neri penetranti, di chi è consapevole di essere desiderata, e quella sua quinta di seno che mi faceva impazzire, questa è mia zia. Tornando a quel momento dove la spiavo dalla serratura del bagno, vidi lei seduta nel bidè mentre si asciugava la parte superiore del corpo, facendo passare parte dell'accappatoio in mezzo alle sue mammelle dove colavano gocce d'acqua, e man mano che scenda per asciugarsi, ho potuto intravedere il suo frutto proibito peloso ma curato, con dei ciuffi neri e quel suo organo rosa, senza accorgermene mi ritrovai con il mio cazzo di nuovo in tiro e che non smettevo di toccarlo da sopra I jeans. Poi sentii lo zio salire le scale e non appena incrociai la sua ombra venire verso di me, bussai alla porta del bagno fingendo un malessere intestinale, e chiesi alla zia di apprestarsi ad uscire. Saltando l'arco temporale di ore che dal pomeriggio portano alla cena, ci ritroviamo a cena noi e i miei genitori ad eccezione di Amanda che rimase fuori con gli amici. Finalmente tutti seduti nella tavola imbandita di carne rossa alla griglia, del buon vino rosso campagnolo, accompagnato tutto da risate e allegria. Finita la cena siamo rimasti a tavola a parlare ancora un pò, mi cadde la sigaretta a terra sotto il tavolo, nel calrmi per raccoglierla vidi mio padre accarezzare le cosce della zia sotto la gonna, papà con sua cognata? Qui in mezzo a tutti? Questo è quanto mi frullo per la testa. Con la massima disinvoltura mi rialzai facendo finta di nulla, e così continuammo la serata. Quando andarono via i miei, oramai tutto pulito e rimesso in ordine, lo zio, abituato ad andare a nanna presto, diede un bacio alla moglie e andò nella sua camera da letto per dormire, mentre io e la zia siamo rimasti in cucina per guardare un film. Una lucetta appena capace di illuminare parte della cucina, il televisore che andava senza alcun interesse da parte mia, essendo perso nei miei pensieri su ciò che avevo visto poche ore prima, con la coda dell'occhio guardo la zia che probabilmente faceva finta di guardare la TV, giusto per passare il tempo. Alzandomi dalla sedia e guardandola fissa negli occhi, mi presi di coraggio e confessare quanto avevo visto. Una reazione impaurita, sconvolta,che la lasciò senza fiato e la fece rimanere pietrificata senza alcuna giustificazione a riguardo, dopo qualche secondo, si riprese dalla botta ricevuta e mi chiese di stare calmo e soprattutto di non raccontare a niente a nessuno per non rovinare le famiglie. Il silenzio è d'oro, ed ora di iniziare a pagare quel silenzio, senza dire altro, passai dall'altra parte del tavolo e mettendomi davanti a lei calai la cerniera dei jeans uscendo fuori il mio pene ancora moscio. Ricordo ancora il suo sguardo ferito, bastonato, sottomesso. Ricattandola, le feci capire che anch'io da quel momento volevo godere delle sue grazie e di soddisfazioni sessuali che poteva offrirmi. In un primo momento fù impacciata poi si rassegnò alla sottomissione, si vedeva che era a pezzi moralmente, ovviamente non poteva che sentirsi umiliata date le circostanze. Con la mano prese ad accarezzarmi il pene che divenne subito di marmo, dopo una lenta sega la invitai a farmi un pompino, un pò restia apri la bocca facendomi assaporare il suo calore, la sua lingua che mi fece da corridoio mentre lo metteva sempre più affondo fino ad arrivare nella sua gola, tenendola dal tuppo dei capelli iniziai a scoparle la bocca mentre lei con le mani prese a tirarmi le palle, poi la lasciai continuare gustandomi il su e giù della sua testa mentre me lo succhiava, nel mentre iniziai a denudarla calando le spalliere della camicia da notte, arrivando a lasciare quelle sue tettone coperte solo dal reggiseno di pizzo bianco, così fermai il pompino che mi stava facendo, ordinandole di scoprire il seno e successivamente di alzarsi la gonna e masturbarsi davanti a me. Lentamente scoprì il seno e prese a massaggiarlo, stuzzicando i capezzoli, a quel punto misi il mio cazzo duro tra le sue tettone che fece sballottolare su e giù facendomi una spagnola, poi guardandomi scese con le mani e alzò la gonna, rannicchiandosi sulla sedia mise la sua fica davanti I miei occhi, e con la mano inizio a sgrillettarsi, mentre con l'altra si fece un ditalino con l indice. Sempre con aria di impotenza continuò a mastrurbarsi gemendo piano per non farsi sentire. A quel punto non resistetti più, dunque la presi di forza e la misi a pecora sul tavolo, con forza le penetrai la fica bollente, sentendo i suoi umori colare lungo la mia asta, continuai ad affondare una serie di colpi sempre più forte, sempre più decisi, per non urlare lei stessa si mise la mano in bocca. Finito di scoparle la fica, la feci inginocchiare a terra come una puttana e facendomi pregare di sborrare, gli spruzzai in faccia e sulle teste la mia enorme quantità di sborra calda.
Spero che anche questo racconto sia stato di vostro gradimento, come sempre si accettano commenti. Grazie a tutti
Ci accomodiamo attorno al tavolo della cucina per prendere il caffè tutti e tre insieme, successivamente Amanda ancora scossa dall' atto, si è dileguata il prima possibile con la scusa di avere un appuntamento con delle amiche. Rimasti solo io e lo zio, nel mentre che si ciarlava di banalità così l'occasione per chiede allo zio se la zia stesse ancora dormendo, invece come mi riferì lo zio stava facendo una doccia. Improvvisamente la scintilla, il fantasticare sulla prima notte dove origliando li sentii fare l amore, l'eccitazione dell'idea di mia zia, mi passò tutto così velocemente nella mia testa, la quale mi dettò di svincolarmi dallo zio velocemente per poter salire nella zona notte della casa ove vi è il bagno che la zia stava usando per farsi la doccia. Salì i gradini a passo di ladro, stando attendo a non fare il minimo rumore, giunto alla porta del bagno, con il groppo in gola, il cuore che batteva a mille, e il fiato affannato di chi sa che sta facendo qualcosa di proibito, mi calai per guardare attraverso la serratura. In un primo momento nulla, continuai a spostarmi cercando l'angolazione per poter spiare la zia, ancora il nulla, solo le mattonelle, la luce dello specchio, poi la trovai che si stava asciugando il corpo con l'accappatoio. Una donna mulatta, capelli scuri, i suoi occhi neri penetranti, di chi è consapevole di essere desiderata, e quella sua quinta di seno che mi faceva impazzire, questa è mia zia. Tornando a quel momento dove la spiavo dalla serratura del bagno, vidi lei seduta nel bidè mentre si asciugava la parte superiore del corpo, facendo passare parte dell'accappatoio in mezzo alle sue mammelle dove colavano gocce d'acqua, e man mano che scenda per asciugarsi, ho potuto intravedere il suo frutto proibito peloso ma curato, con dei ciuffi neri e quel suo organo rosa, senza accorgermene mi ritrovai con il mio cazzo di nuovo in tiro e che non smettevo di toccarlo da sopra I jeans. Poi sentii lo zio salire le scale e non appena incrociai la sua ombra venire verso di me, bussai alla porta del bagno fingendo un malessere intestinale, e chiesi alla zia di apprestarsi ad uscire. Saltando l'arco temporale di ore che dal pomeriggio portano alla cena, ci ritroviamo a cena noi e i miei genitori ad eccezione di Amanda che rimase fuori con gli amici. Finalmente tutti seduti nella tavola imbandita di carne rossa alla griglia, del buon vino rosso campagnolo, accompagnato tutto da risate e allegria. Finita la cena siamo rimasti a tavola a parlare ancora un pò, mi cadde la sigaretta a terra sotto il tavolo, nel calrmi per raccoglierla vidi mio padre accarezzare le cosce della zia sotto la gonna, papà con sua cognata? Qui in mezzo a tutti? Questo è quanto mi frullo per la testa. Con la massima disinvoltura mi rialzai facendo finta di nulla, e così continuammo la serata. Quando andarono via i miei, oramai tutto pulito e rimesso in ordine, lo zio, abituato ad andare a nanna presto, diede un bacio alla moglie e andò nella sua camera da letto per dormire, mentre io e la zia siamo rimasti in cucina per guardare un film. Una lucetta appena capace di illuminare parte della cucina, il televisore che andava senza alcun interesse da parte mia, essendo perso nei miei pensieri su ciò che avevo visto poche ore prima, con la coda dell'occhio guardo la zia che probabilmente faceva finta di guardare la TV, giusto per passare il tempo. Alzandomi dalla sedia e guardandola fissa negli occhi, mi presi di coraggio e confessare quanto avevo visto. Una reazione impaurita, sconvolta,che la lasciò senza fiato e la fece rimanere pietrificata senza alcuna giustificazione a riguardo, dopo qualche secondo, si riprese dalla botta ricevuta e mi chiese di stare calmo e soprattutto di non raccontare a niente a nessuno per non rovinare le famiglie. Il silenzio è d'oro, ed ora di iniziare a pagare quel silenzio, senza dire altro, passai dall'altra parte del tavolo e mettendomi davanti a lei calai la cerniera dei jeans uscendo fuori il mio pene ancora moscio. Ricordo ancora il suo sguardo ferito, bastonato, sottomesso. Ricattandola, le feci capire che anch'io da quel momento volevo godere delle sue grazie e di soddisfazioni sessuali che poteva offrirmi. In un primo momento fù impacciata poi si rassegnò alla sottomissione, si vedeva che era a pezzi moralmente, ovviamente non poteva che sentirsi umiliata date le circostanze. Con la mano prese ad accarezzarmi il pene che divenne subito di marmo, dopo una lenta sega la invitai a farmi un pompino, un pò restia apri la bocca facendomi assaporare il suo calore, la sua lingua che mi fece da corridoio mentre lo metteva sempre più affondo fino ad arrivare nella sua gola, tenendola dal tuppo dei capelli iniziai a scoparle la bocca mentre lei con le mani prese a tirarmi le palle, poi la lasciai continuare gustandomi il su e giù della sua testa mentre me lo succhiava, nel mentre iniziai a denudarla calando le spalliere della camicia da notte, arrivando a lasciare quelle sue tettone coperte solo dal reggiseno di pizzo bianco, così fermai il pompino che mi stava facendo, ordinandole di scoprire il seno e successivamente di alzarsi la gonna e masturbarsi davanti a me. Lentamente scoprì il seno e prese a massaggiarlo, stuzzicando i capezzoli, a quel punto misi il mio cazzo duro tra le sue tettone che fece sballottolare su e giù facendomi una spagnola, poi guardandomi scese con le mani e alzò la gonna, rannicchiandosi sulla sedia mise la sua fica davanti I miei occhi, e con la mano inizio a sgrillettarsi, mentre con l'altra si fece un ditalino con l indice. Sempre con aria di impotenza continuò a mastrurbarsi gemendo piano per non farsi sentire. A quel punto non resistetti più, dunque la presi di forza e la misi a pecora sul tavolo, con forza le penetrai la fica bollente, sentendo i suoi umori colare lungo la mia asta, continuai ad affondare una serie di colpi sempre più forte, sempre più decisi, per non urlare lei stessa si mise la mano in bocca. Finito di scoparle la fica, la feci inginocchiare a terra come una puttana e facendomi pregare di sborrare, gli spruzzai in faccia e sulle teste la mia enorme quantità di sborra calda.
Spero che anche questo racconto sia stato di vostro gradimento, come sempre si accettano commenti. Grazie a tutti
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