Le sveltine che ti ricreano.
di
Lycast
genere
etero
La sveltina che ti ricrea.
Si me ne sono capitate di sveltine, anche con qualche parente, o qualche collega, come saranno capitate anche a voi. O con perfette sconosciute, cosa più rara.
La sveltina più svelta, ma eccitante che mi ricordo fu quella con la bidella del liceo, che conosceva anche mia madre, formosa per non dire quasi grassa, che un pomeriggio stava pulendo le scale, mentre tutti erano a casa ed io ero rimasto per gli allenamenti di atletica.
Salendo le scale vidi le sue coscione belle tornite ed il culo, ero in pantaloncini e mi fermai a guardare mentre il cazzo mi veniva durissimo.
Lei si girò e mi vide e si accorse anche che ormai ero durissimo. Mi sorrise, mi fece segno di entrare in uno stanzino delle scope, dove c’era un tappeto, mi mise prima una tetta in bocca, poi me lo tirò fuori e lo succhiò un po, e si mise poi a cosce aperte sul tappeto e la chiavai, ma senza sborrare dentro che era giovane.
Forse fuorno 15 minuti in tutto, ma li ricordo sempre. Solo un’altra volta capitò la stessa occasione, ma lei era ormai incinta del marito e non veniva a lavoro.
Un’altra mi capitò con una cugina di mia madre che io chiamavo zia, zitella, ed ex suora, piccola d’altezza, ma pienotta.
Ero andato a casa sua, per parlare col fratello, ma era sola in casa. Non si fece scappare l’occasione per fortuna che ero giovane e sempre pronto, perché non me lo aspettavo.
Lei non me lo prese in bocca, ma mi fece ciucciare le tette, e poi la scopai sul tavolo di cucina.
Mi fece venire dentro che non era fertile.
Ma non avemmo più occasione e poi io partii.
E poi quando ormai ero adulto con figli, mi capitò con una badante di una mia zia, che ero andato a trovare, prima che morisse.
Era armena, simpatica, e non male fisicamente.
Mia zia si era assopita e lei, senza nemmeno che io ci provassi, si preparò per far l’amore, mi disse semplicemente che aveva voglia e io ero l’unico uomo in quel momento, e le piacevo.
Belle tette, un bel culo, mi fece sborrare in figa, dopo aver giocato di mano e bocca, ma volle anche provare anale.
Una mezzoretta di puro godimento reciproco.
Quando tornai la settimana successiva la zia era morta, e lei partita, non l’ho rintracciata.
Ecco, cose semplici, ma le ringrazierò sempre.
Si me ne sono capitate di sveltine, anche con qualche parente, o qualche collega, come saranno capitate anche a voi. O con perfette sconosciute, cosa più rara.
La sveltina più svelta, ma eccitante che mi ricordo fu quella con la bidella del liceo, che conosceva anche mia madre, formosa per non dire quasi grassa, che un pomeriggio stava pulendo le scale, mentre tutti erano a casa ed io ero rimasto per gli allenamenti di atletica.
Salendo le scale vidi le sue coscione belle tornite ed il culo, ero in pantaloncini e mi fermai a guardare mentre il cazzo mi veniva durissimo.
Lei si girò e mi vide e si accorse anche che ormai ero durissimo. Mi sorrise, mi fece segno di entrare in uno stanzino delle scope, dove c’era un tappeto, mi mise prima una tetta in bocca, poi me lo tirò fuori e lo succhiò un po, e si mise poi a cosce aperte sul tappeto e la chiavai, ma senza sborrare dentro che era giovane.
Forse fuorno 15 minuti in tutto, ma li ricordo sempre. Solo un’altra volta capitò la stessa occasione, ma lei era ormai incinta del marito e non veniva a lavoro.
Un’altra mi capitò con una cugina di mia madre che io chiamavo zia, zitella, ed ex suora, piccola d’altezza, ma pienotta.
Ero andato a casa sua, per parlare col fratello, ma era sola in casa. Non si fece scappare l’occasione per fortuna che ero giovane e sempre pronto, perché non me lo aspettavo.
Lei non me lo prese in bocca, ma mi fece ciucciare le tette, e poi la scopai sul tavolo di cucina.
Mi fece venire dentro che non era fertile.
Ma non avemmo più occasione e poi io partii.
E poi quando ormai ero adulto con figli, mi capitò con una badante di una mia zia, che ero andato a trovare, prima che morisse.
Era armena, simpatica, e non male fisicamente.
Mia zia si era assopita e lei, senza nemmeno che io ci provassi, si preparò per far l’amore, mi disse semplicemente che aveva voglia e io ero l’unico uomo in quel momento, e le piacevo.
Belle tette, un bel culo, mi fece sborrare in figa, dopo aver giocato di mano e bocca, ma volle anche provare anale.
Una mezzoretta di puro godimento reciproco.
Quando tornai la settimana successiva la zia era morta, e lei partita, non l’ho rintracciata.
Ecco, cose semplici, ma le ringrazierò sempre.
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