Il primo lavoro.
di
cassio
genere
prime esperienze
Le condizioni economiche della mia famiglia erano pessime, tanto che appena finita la terza media, allora si poteva fare, mio padre mi ha trovato un lavoro nel suo stesso ambiente. Lavorava per una impresa di scavi per linee telefoniche, per me invece aveva
avuto occasione di parlare col responsabile di un'impresa che però operava all'interno
delle centrali telefoniche. Sta di fatto che nel giro di qualche giorno è iniziato il
mio percorso lavorativo. Per i primi due mesi tutto ha funzionato alla perfezione, la
retribuzione era soddisfacente, mio padre era contento, ora però dovevamo spostarci in un'altra città e li sono cominciati i problemi, non eravamo preparati ed abbiamo dovuto
usare quei soldi guadagnati fino ad allora per acquistare il necessario per stare fuori una settimana, quindi parliamo di magliette, mutande, camicie, pantaloni ed altri accessori. Finalmente organizzata la partenza col relativo soggiorno in altra città.
Dovevo lavorare col mio caposquadra che però in quel caso aveva una parente in quella città mentre io dovevo cercare un posto dove alloggiare. E' stato la stessa sua parente a darmi una dritta, sono andato direttamente in quella casa, ho suonato, mi ha aperto
una signora giunonica, biondissima, avrà avuto da cinquanta a sessant'anni, molto simpatica ed accogliente. Mi ha spiegato che viveva con la madre ottantenne e che era
lieta di avermi come ospite, mi ha introdotto nella camera che pensavo fosse mia, sono
rimasto sorpreso dal letto a due piazze. Meglio starò più comodo, mi presenta la mamma,
lascio la mia volgare valigia e vado al lavoro dove mi aspettava il mio capo. Sarei
tornato per il pranzo infatti l'alloggio dalla sede di lavoro distavano meno di cento
metri. Alle 12,30 cessiamo il lavoro, un'ora e mezza di intervallo e vado a pranzo. La signora Marcella, questo il nome della proprietaria mi ha accolto come mia madre non ha mai fatto, piatti succulenti e prelibati, anche la mamma anziana mi invitava a fare come fossi a casa mia. Quanto mai a casa mia avevo avuto un trattamento del genere. Perfino il caffè gustato sulla poltrona con la signora Marcella al mio fianco. Torno al lavoro, alle 17,30 di nuovo da lei, mi aspettava sulla porta, mi ha preso per mano invitandomi nella doccia, mi ha letteralmente spogliato nudo, si è denudata anche lei, in quella occasione ho visto la figa per la prima volta anche se leggermente nascosta da qualche rotolino della pancia. Non sapevo se ero emozionato o impaurito, siamo entrati nella cabina doccia ampia e spaziosa ed ha iniziato a lavarmi il corpo, il mio cazzo dava segni di risveglio, lei lo maneggiava con cura, mi lavava il culo, poi mi ha chiesto che la lavassi anch'io. Non avevo molta pratica, ma insistevo nella figa entrando dentro con tutta la mano, lei gemeva, voleva che facessi più forte fino a quando si è lasciata andare, si è letteralmente accasciata su di me, ha preso il mio cazzo e mi ha fatto sborrare, ero appena un ragazzo, non ne è uscita tanta. Mi ha asciugato, ha preteso che asciugassi anche lei, ci siamo messi in accappatoio e siamo rimasti in giro per casa così come eravamo in attesa della cena. Quel letto matrimoniale era il mio pensiero, comunque trattamento con i guanti bianchi, ormai ero convinto che mai avrei deluso la signora Marcella, avrei fatto tutto quello che mi chiedeva. Cena leggera ma ottima, ha provveduto a sistemare la cucina, con le relative stoviglie, ha messo a letto la mamma, mi ha preso per mano, portandomi in camera col letto a due piazze, mi ha slegato l'accappatoio, adagiandomi sul letto, lei è passata dall'altro lato del letto, si è tolta l'accappatoio distendendosi nuda.
Era più attraente così, i rotoli di ciccia si sparpagliavano meglio, mi ha invitato a
mettermi sopra di lei, il cazzo è entrato nella figa in un momento. Mi baciava le labbra, mi dava la sua lingua, voleva la mia. Io non ero esperto, anzi ero proprio scarso, questo la eccitava ancora di più, mi ha spinto verso la figa, ha voluto che la
leccassi, poi ha voluto che le mettessi la mano dentro. Praticamente la mano col pugno chiuso fungeva da cazzo, il mio appena lo sentiva. Voleva che la facessi venire col
pugno una, due, tre, volte poi ha voluto il cazzo nella bocca facendomi sborrare.
Ci siamo addormentati abbracciati, veramente era lei ad abbracciare me, ho dormito sul
suo seno. La sveglia è stata deliziosa mi succhiava il cazzo, doccia veloce, colazione
e via al lavoro. Tutti i giorni e tutte le notti la stessa storia, stesso trattamento.
Un genere di vita che non mi sarei mai aspettato. Il venerdì potevo tornare a casa la
signora Marcella che non era più signora ma era l'amore mio come mi chiamava lei, ha
preteso che restassi con lei. Siamo andati in giro a fare spese, la sera di sabato a teatro. La notte solita mi piaceva sempre di più il sapore della sua figa, stavo acquistando sempre più pratica, l'ho fatta venire prima con la lingua e poi due volte
col pugno. Lei su di me il solito pompino. Si prevedeva che il lavoro durasse tre mesi,
mi crogiolavo al solo pensiero di trascorrere le notti con Marcella, lei però diventava
sempre più esigente, voleva godere tre, quattro, cinque volte ogni notte. Mi impegnavo
con tutte le mi forze per poi dormire sul suo seno. Mi davo da fare nel lavoro, volevo
prolungare quella situazione il più possibile, ero bravo ed il mio caposquadra mi elogiava continuamente. A casa tornavo ogni quindici giorni, dovevo stare col mio amore. Alla fine abbiamo pianto io Marcella e la mamma, il distacco è stato atroce per
il bene di tutti meglio che sia finito, se fossi rimasto con Marcella che non aveva
parenti avrei ereditato la sua proprietà ma avrei scalfito la mia esistenza di ragazzo.
avuto occasione di parlare col responsabile di un'impresa che però operava all'interno
delle centrali telefoniche. Sta di fatto che nel giro di qualche giorno è iniziato il
mio percorso lavorativo. Per i primi due mesi tutto ha funzionato alla perfezione, la
retribuzione era soddisfacente, mio padre era contento, ora però dovevamo spostarci in un'altra città e li sono cominciati i problemi, non eravamo preparati ed abbiamo dovuto
usare quei soldi guadagnati fino ad allora per acquistare il necessario per stare fuori una settimana, quindi parliamo di magliette, mutande, camicie, pantaloni ed altri accessori. Finalmente organizzata la partenza col relativo soggiorno in altra città.
Dovevo lavorare col mio caposquadra che però in quel caso aveva una parente in quella città mentre io dovevo cercare un posto dove alloggiare. E' stato la stessa sua parente a darmi una dritta, sono andato direttamente in quella casa, ho suonato, mi ha aperto
una signora giunonica, biondissima, avrà avuto da cinquanta a sessant'anni, molto simpatica ed accogliente. Mi ha spiegato che viveva con la madre ottantenne e che era
lieta di avermi come ospite, mi ha introdotto nella camera che pensavo fosse mia, sono
rimasto sorpreso dal letto a due piazze. Meglio starò più comodo, mi presenta la mamma,
lascio la mia volgare valigia e vado al lavoro dove mi aspettava il mio capo. Sarei
tornato per il pranzo infatti l'alloggio dalla sede di lavoro distavano meno di cento
metri. Alle 12,30 cessiamo il lavoro, un'ora e mezza di intervallo e vado a pranzo. La signora Marcella, questo il nome della proprietaria mi ha accolto come mia madre non ha mai fatto, piatti succulenti e prelibati, anche la mamma anziana mi invitava a fare come fossi a casa mia. Quanto mai a casa mia avevo avuto un trattamento del genere. Perfino il caffè gustato sulla poltrona con la signora Marcella al mio fianco. Torno al lavoro, alle 17,30 di nuovo da lei, mi aspettava sulla porta, mi ha preso per mano invitandomi nella doccia, mi ha letteralmente spogliato nudo, si è denudata anche lei, in quella occasione ho visto la figa per la prima volta anche se leggermente nascosta da qualche rotolino della pancia. Non sapevo se ero emozionato o impaurito, siamo entrati nella cabina doccia ampia e spaziosa ed ha iniziato a lavarmi il corpo, il mio cazzo dava segni di risveglio, lei lo maneggiava con cura, mi lavava il culo, poi mi ha chiesto che la lavassi anch'io. Non avevo molta pratica, ma insistevo nella figa entrando dentro con tutta la mano, lei gemeva, voleva che facessi più forte fino a quando si è lasciata andare, si è letteralmente accasciata su di me, ha preso il mio cazzo e mi ha fatto sborrare, ero appena un ragazzo, non ne è uscita tanta. Mi ha asciugato, ha preteso che asciugassi anche lei, ci siamo messi in accappatoio e siamo rimasti in giro per casa così come eravamo in attesa della cena. Quel letto matrimoniale era il mio pensiero, comunque trattamento con i guanti bianchi, ormai ero convinto che mai avrei deluso la signora Marcella, avrei fatto tutto quello che mi chiedeva. Cena leggera ma ottima, ha provveduto a sistemare la cucina, con le relative stoviglie, ha messo a letto la mamma, mi ha preso per mano, portandomi in camera col letto a due piazze, mi ha slegato l'accappatoio, adagiandomi sul letto, lei è passata dall'altro lato del letto, si è tolta l'accappatoio distendendosi nuda.
Era più attraente così, i rotoli di ciccia si sparpagliavano meglio, mi ha invitato a
mettermi sopra di lei, il cazzo è entrato nella figa in un momento. Mi baciava le labbra, mi dava la sua lingua, voleva la mia. Io non ero esperto, anzi ero proprio scarso, questo la eccitava ancora di più, mi ha spinto verso la figa, ha voluto che la
leccassi, poi ha voluto che le mettessi la mano dentro. Praticamente la mano col pugno chiuso fungeva da cazzo, il mio appena lo sentiva. Voleva che la facessi venire col
pugno una, due, tre, volte poi ha voluto il cazzo nella bocca facendomi sborrare.
Ci siamo addormentati abbracciati, veramente era lei ad abbracciare me, ho dormito sul
suo seno. La sveglia è stata deliziosa mi succhiava il cazzo, doccia veloce, colazione
e via al lavoro. Tutti i giorni e tutte le notti la stessa storia, stesso trattamento.
Un genere di vita che non mi sarei mai aspettato. Il venerdì potevo tornare a casa la
signora Marcella che non era più signora ma era l'amore mio come mi chiamava lei, ha
preteso che restassi con lei. Siamo andati in giro a fare spese, la sera di sabato a teatro. La notte solita mi piaceva sempre di più il sapore della sua figa, stavo acquistando sempre più pratica, l'ho fatta venire prima con la lingua e poi due volte
col pugno. Lei su di me il solito pompino. Si prevedeva che il lavoro durasse tre mesi,
mi crogiolavo al solo pensiero di trascorrere le notti con Marcella, lei però diventava
sempre più esigente, voleva godere tre, quattro, cinque volte ogni notte. Mi impegnavo
con tutte le mi forze per poi dormire sul suo seno. Mi davo da fare nel lavoro, volevo
prolungare quella situazione il più possibile, ero bravo ed il mio caposquadra mi elogiava continuamente. A casa tornavo ogni quindici giorni, dovevo stare col mio amore. Alla fine abbiamo pianto io Marcella e la mamma, il distacco è stato atroce per
il bene di tutti meglio che sia finito, se fossi rimasto con Marcella che non aveva
parenti avrei ereditato la sua proprietà ma avrei scalfito la mia esistenza di ragazzo.
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