Sessantanove impensabile.

di
genere
prime esperienze

Ho quarantadue anni, vivo con Ada mia moglie ormai da ventisei, abbiamo un figlio che vive a Mantova dove è stato trasferito dall’amministrazione da cui dipende. Ho una passione, mi piace correre, sono un podista amatore. Facendo questa attività capita di fare amicizie con tanti, poi si sceglie uno con cui gli allenamenti sono simili perché ci dilettiamo sulla stessa andatura. Mio coetaneo, Remo a cui il destino ha riservato un impegnativo cognome, Pagaia, anche se i genitori nell’atto della registrazione all’anagrafe non sono stati lungimiranti. Usciamo quasi ogni giorno insieme riservando al sabato ed alla domenica percorsi più impegnativi. Anche Remo è sposato, con Franca ed hanno un figlio ventenne che frequenta l’università a Pisa. Io e mia moglie dormiamo separati, ognuno ha la sua camera, ci riuniamo quando dobbiamo scopare, raramente dice lei, frequentemente sostengo io. Nella mia camera studio, ho attrezzato una piccola palestra, con un tapis roulant, una panca ed alcuni pesi da usare nelle giornate di tempo instabile. Una domenica con Remo programmiamo una uscita favolosa, un percorso impegnativo a causa di alture ed anche per la distanza 25 km. La domenica già dal letto
sentivo il tichettio della pioggia, infatti acqua a catinelle. Un po’ scazzato lo chiamo, gli propongo di venire a casa in modo da allenarci con la attrezzatura. Di buon grado mi raggiunge, Ada ci prepara il secondo caffè, ci chiudiamo a chiave nella mia camera per non essere infastiditi da Ada che ha l’abitudine di rompere i coglioni ogni cinque minuti. Ci mettiamo a petto nudo ed in pantaloncini, alternandoci agli attrezzi. Cazzo se si sudava, in venti minuti i pantaloncini erano gocciolanti. “Remo togliamoli tanto qui non entra nessuno, ci asciughiamo con questo panno” In un momento eravamo nudi, ne io ne lui ci eravamo mostrati nudi, quindi era una novità, forse per questo motivo i cazzi da mosci sono diventati barzotti ad entrambi. Avremmo voluto giustificarci, non l’abbiamo fatto, abbiamo ripreso ad allenarci, ma i cazzi da barzotti sono diventati duri. In quelle condizioni è diventato difficile allenarci, ci siamo seduti sul mio letto, forse il contatto dei nostri corpi ha aumentato
l’eccitazione, inconsapevolmente cercavamo di toccarci fino a quando l’ho adagiato, mi sono messo sopra di lui, mi stringeva e mi baciava sulle labbra, i cazzi stavano per scoppiare, mi sono girato, ho preso il suo cazzo con la bocca donandogli il mio. Un meraviglioso sessantanove con Ada in cucina, forse anche per quello più eccitati. Ci siamo sborrati in bocca, non c’erano alternative, ci siamo tenuti i cazzi in bocca per gustarceli con quel sapore di sborra. Meraviglioso. Non riuscivamo a parlare, mi ha preso la testa fra le mani “Grazie è stato bellissimo” “Anche per me, bellissimo ed inaspettato” “Dai riprendiamo ad allenarci” “Non hai più voglia?” “Cazzo se ho voglia, Ada?” “Metto in funzione il tapis così pensa che ci stiamo allenando” Abbiamo ripetuto quello splendido sessantanove, è durato molto di più, ci siamo sborrati ancora in bocca, senza ingoio questa volta perché con la bocca piena ci siamo sbizzarriti a baciarci. Ci siamo dichiarati, nessuno di noi aveva goduto tanto prima di allora.
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scritto il
2024-06-09
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