Il primo amore non si scorda mai

di
genere
gay

Erano trascorsi alcuni anni dalla nostra prima, appagante scopata nella casa dei suoi nonni e, dopo una relazione che si era protratta a lungo, ora soltanto con lui, molto più spesso insieme all’altro instancabile stallone di Lucio, quando le nostre strade si divisero per colpa di una ragazza, Cinzia, di cui Emilio si innamorò e che alla fine di un breve fidanzamento mise incinta e sposò. Ne fui molto rattristato, il cazzo di Emilio era stato il primo che avevo preso, ci ero affezionato, mi piaceva come mi scopava e come mi faceva godere ed il fatto che comunque potessi soddisfare le mie voglie da mignotta in calore con Lucio, con altri amici che nel frattempo avevo sedotto e con qualche africano super dotato che di tanto in tanto mi procuravo, non leniva il desiderio che continuavo a provare nei confronti del ragazzo che aveva preso la mia verginità e che aveva saputo valorizzare al meglio il mio preponderante ed esigente lato femminile. In altre parole, da quando Emilio si era sposato e non mi somministrava più il suo meraviglioso cazzo sempre duro, al mio orifizio anale questa cosa non andava giù. Lo sognavo sempre, fantasticavo di un suo ritorno tra le mie braccia con me che gli accarezzavo i testicoli e il cazzo, che lo masturbavo con le mani, con la bocca, che ne bevevo il suo dolce latte, che mi ficcavo il suo turgido membro dentro il mio retto affamato ed insaziabile fino a farlo godere come un cavallo. I miei desideri per fortuna trovavano un certo appagamento con tutta una moltitudine di meravigliosi uccelli che mi sbattevo in continuazione, primo fra tutto quello di Lucio che era diventato il mio preferito. Tuttavia, mentre ricevevo nel mio sfintere sempre voglioso i membri dei vari amanti che si susseguivano, mentre me li godevo succhiandoli con la consueta passione ed avidità, mentre bevevo le loro abbondanti sborrate senza sprecarne nemmeno un fiotto, il mio pensiero tornava sempre a quella mia prima volta con Emilio e a quanto piacere avessi provato con lui. Mi mancava. Un giorno avevo avuto un problema meccanico alla mia macchina e decisi di tornare a casa con l’autostop. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, una Giulietta nera si fermò. Era Emilio che mi invitò a salire. Erano sei anni che non ci frequentavamo più ed io ebbi un sussulto di emozione nel rivederlo. Il culo mi si bagnò all’istante e credo che lui si fosse accorto della mia eccitazione ma non mostrò alcun imbarazzo, anzi, apparve disinvolto e naturale, come se avesse incontrato un caro amico, non certo la sua puttana preferita che aveva sodomizzato per anni. Scambiammo le solite chiacchiere di circostanza ma dopo un pò la mia voglia repressa del suo cazzo ebbe il sopravvento e pur sapendo che correvo il rischio di essere rifiutato, decisi di verificare se quello che stavo provando io fosse ricambiato. Gli misi la mano sulla gamba sinistra e lentamente raggiunsi il suo uccello che con mio sommo piacere era già duro. Non mi aveva dimenticato, gli tiravo ancora a giudicare dall’erezione del suo cazzo. La cosa mi incoraggiò ad andare avanti. Gli scesi la lampo, gli tirai fuori l’oggetto dei miei desideri fin dall’adolescenza ed iniziai a praticargli un pompino, mentre guidava, di quelli che non si dimenticano. Impiegò meno di 10 minuti prima di venirmi copiosamente nella bocca. Mi disse che pompini come gliene facevo io, sua moglie neanche se li sognava e che gli ero mancato da morire. Dopo averlo pulito per bene con la lingua, Emilio si rimise il cazzo nei pantaloni ma anziché riportarmi a casa, si diresse a casa dei suoi nonni che da alcuni anni non c’erano più, con un malizioso sorrisetto che faceva capire benissimo le sue intenzioni. Entrammo in casa, salimmo nella sua vecchia cameretta e fu come fare un viaggio a ritroso nel tempo, fatta eccezione per la grande esperienza che entrambi avevamo accumulato nel frattempo, io nel prendere cazzi, lui nel somministrarli. Mi prese con la consueta passione, in tutte le posizioni possibili, a pecora, io sopra e lui sotto, di fianco, lui sopra di me. Ogni volta che cambiavamo posizione mi permetteva di tenerglielo in bocca qualche minuto per concedermi il puro piacere di spompinarlo e poi subito me lo rimetteva su per il culo, pompandomi come mai aveva fatto prima. Venni tre o quattro volte e lui, dopo avermi riempito il culo di sborra uno paio di volte e dopo essermi venuto in bocca tra un’inculata e l’altra, alla fine, stremato si stese sul letto al mio fianco. Io ero estasiato e sopraffatto dal piacere che avevo provato di nuovo ad assaporare lo splendido uccello di Emilio e pensai che in fondo, se la moglie non aveva saputo guarirlo dalla passione per il mio culo, qualcosa dovevo pur valere più di lei. Questa considerazione gratificò molto la mia femminilità, mi inorgoglì. Naturalmente da allora io ed Emilio siamo tornati coppia fissa e credo che la moglie si stia accorgendo di noi ma credo dovrà farsene una ragione. Vi terrò informati…
scritto il
2024-05-01
1 . 6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.