La mia prima volta

di
genere
gay

Sin dall’adolescenza mi ero accorto di provare attrazione per i ragazzi. Erano strane pulsioni che si facevano sempre più difficili da contenere e di cui provavo una certa vergogna. Quando mi masturbavo, è capotava più volte al giorno, fantasticavo di farmi inculare da qualche mio amico ben dotato (negli spogliatoi del campetto di calcio che frequentavo ne avevo adocchiati diversi che potevano fare al mio caso) mentre con la bocca facevo sontuosi pompini immaginari con relativa bevuta di sborra. Naturalmente, per rendere il sogno erotico il più reale possibile, mi sditalinavo il buchetto del mio culo femminile e spesso lo stimolavo introducendo gli oggetti più vari: piccoli ortaggi tipo carote o cetrioli, würstel, impugnature di cacciaviti, fusi di legno per la lana che aveva mia madre è che io usavo per auto incularmi. Le sborrate che seguivano quelle mie strane pratiche erano veramente intense e naturalmente il tutto finiva con il raccogliere la mia dolce sborra con le mani che ripulivo avidamente con la bocca. Era qualche anno che vivevo la mia omosessualità cercando di lenire gli insani impulsi che provavo con l’autoerotismo ma iniziavo a non esserne più appagato e decisi che dovevo sedurre un vero maschio con il quale avrei potuto dare sfogo a tutta la mia troiagine repressa. Le mie attenzioni si rivolsero ad Emilio di poco più giovane di me. Era di aspetto efebico, come me del resto, molto carino di viso, con un corpo glabro e longilineo ed aveva due caratteristiche che lo rendevano adatto ai miei scopi: era molto riservato, quindi sul problema della discrezione mi faceva stare tranquillo ed aveva un cazzo lungo e non molto spesso, almeno così lo avevo stimato vedendolo nudo sotto la doccia, che secondo me si sarebbe rivelato assai adatto a prendere la mia semi verginità di culo. Non mi ci volle molto a convincerlo ad appartarsi con me per divertirci reciprocamente con i nostri corpi perché anche lui era solleticato dall’idea di farsi toccare il cazzo da mani che non fossero le sue e magari a farselo anche trastullare con la bocca. Non credo infatti che immaginasse che potessimo spingerci oltre. Ci mettemmo d’accordo di vederci a casa dei suoi anziani nonni dove lui aveva una cameretta con lo stereo e con la scusa di ascoltare musica e giocare ai video game, potevamo contare sulla privacy necessaria al nostro scopo. Ci chiudemmo a chiave e subito iniziammo a scoprire i nostri corpi palpandoci dappertutto, dapprima in maniera impacciata ma dopo alcuni istanti la naturalezza e l’istinto ebbero il sopravvento e tutto iniziò a procedere in maniera perfetta. Rapidamente ci spigliammo e vidi la sua magnifica erezione. In effetti il suo cazzo era davvero lungo, circa una ventina di centimetri ma, contrariamente alla mia valutazione negli spogliatoi, anche la circonferenza era di tutto rispetto. Insomma, Emilio aveva il cazzo che avevo sempre sognato mentre il mio cazzetto di 12 centimetri in erezione appariva più come un grosso clitoride. Ma a me interessava godere dalla parte del culo, di come fosse il mio cazzo mi importava poco. Iniziammo a scambiarci delle carezze, palpandoci il culo, segandoci a vicenda e ad un certo punto baciandoci con la lingua. Poi iniziai a condurre il gioco in maniera più esplicita, sempre facendo attenzione alle reazioni di Emilio che comunque pensavo fosse etero. Gli chiesi di stendersi sul letto e mi misi sopra di lui mettendogli il mio cazzetto eccitato vicino alla bocca e iniziando con naturalezza a succhiargli la verga turgida, partendo dalla cappella e andando in su ed in giù fino a farmelo arrivare in gola. Lo stavo spompinando come se lo avessi fatto chissà quante volte ma in realtà era la prima volta che assaporavo un cazzo ed era buonissimo anche se all’inizio avevo provato un senso di disgusto che avevo subito superato per la grande eccitazione che stavo vivendo. Dopo un po’ che lo stavo deliziando, iniziai a sentire che anche lui mi stava delicatamente leccando il pisello, prima con timidezza ed incertezza, come se non sapesse bene cosa fare, poi via via in maniera più convinta fino a prendermelo tutto (si fa per dire) in bocca. Iniziava così il nostro primo 69 che, vista la nostra inesperienza, non fu affatto male se si eccettua che Emilio ogni tanto mi provocava dolore con i denti. Ma quello che volevo più di ogni altra cosa non era farmelo secchiate oppure spompinare senza ritegno il mio amico: io volevo che mi prendesse il culo con quel suo cazzo gigante. Gli chiesi di baciarmi il buchino perché volevo provare a prenderlo nel culo e bisognava lubrificarlo il più possibile. Il fatto che subito Emilio si mise ad esaudire il mio desiderio mi fece capire che anche lui aveva voglia di sperimentare fino alle estreme conseguenze e che scoparsi il mio culo iniziava davvero ad intrigarlo molto. Nel frattempo io continuavo a sbocchinarlo a più non posso bagnandogli tutta l’asta con la mia saliva. Emilio continuava a leccarmi il culo e di tanto in tanto mi infilava dentro la lingua provocandomi spasmi di piacere. Quando mi sentii pronto, cambiammo posizione per agevolare la penetrazione. Mi misi sul bordo del letto con il culo per aria e la schiena ben inarcata per protendere verso il mio stallone il buchetto bagnato e evoglioso. Lo invitai a dilatarmi lo sfintere con le dita perché altrimenti sarebbe stato complicato ricevere la sua verga e anche in questo caso Emilio mi assecondò. Prima mi infilò il dito medio, poi l’indice, poi, man mano che l’anello anale si allargava, mi introdusse un’altro dito ed inizio a fare Simo e giù per il retto per alcuni minuti. Mi stava facendo impazzire di piacere e di desiderio per ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. Durante questi preliminari sentivo che con l’altra mano, il mio amico si masturbava il cazzo per mantenerlo in erezione, mostrando così un’esperienza che pensavo non avesse. Infatti poi mi confido che aveva avuto un’esperienza con una ragazza che gli aveva insegnato qualche trucco ma che la scopata con me fosse stata di gran lunga la più eccitante della sua vita. Tornando a noi, quando Emilio fu al culmine del desiderio di sfondarmi, dopo avermi preparato per bene l’ano, stando in piedi dietro di me che ero sempre a pecora, con la schiena ben inarcata, mi appoggiò il suo glande durissimo ed enorme sul buco del culo allargato e spinse con decisione. La sua asta fu come inghiottita dal mio sfintere arrapato. Stranamente sentii pochissimo dolore che quasi subito si trasformò in piacere indescrivibile. Avevo un vero cazzo nel culo e me lo stavo godendo in tutta la sua imponente virilità. Emilio aveva iniziato a spingermi dentro e fuori il suo gioiello, mi stava allargando come una cagna in calore. Mi pompava in maniera ritmica e cadenzata, sbattendomi con forza e con una passione che davvero non mi aspettavo. Si capiva che stava godendo anche lui come me di quel momento di grandissima trasgressione. Ad un tratto i suoi colpi di fecero più forti e rapidi, io gemevo come una femminuccia e iniziai a sbrodolare senza che nessuno mi sfiorasse il cazzetto. A quel punto, dopo un altro paio di poderose impalate, sentii Emilio esplodermi una sborrata calda e prolungata nelle viscere, riempiendomi il culo della sua crema. Fu un’esperienza entusiasmante. Non avrei mai creduto che essere scopato nel culo avrebbe potuto provocarmi un tale piacere. Sfiniti da quell’incontro così intenso, ci stendemmo l’uno affianco all’altro per alcuni minuti. Una volta riaviti, ci rivestimmo, ci salutano con un certo imbarazzo ma leggendo nei nostri occhi l’appartamento per aver goduto così intensamente, ciascuno dal lato che preferiva. Naturalmente ripetemmo i nostri incontri erotici molte volte, sempre con reciproca soddisfazione e mantenendo assoluto riserbo.
scritto il
2024-04-28
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