Obbligo o Verità tra amici, Parte 1

di
genere
etero

 
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Qualche mese fa, in realtà quasi un anno fa visto che si trattava del periodo estivo, invitai una delle mie amiche più care a bere qualcosa, come siamo soliti fare per rinfrescarci quando arriva il torrido caldo estivo. Torniamo indietro un attimo, io sono Marco ho 22 anni e ormai da qualche anno sono uno studente fuori sede, la mia fortuna è avere Gaia, una delle mie migliori amiche che vive in una città qua vicino, quindi quando vogliamo vederci non è neanche così complicato raggiungerci.
Un pomeriggio di luglio le proposi di bere qualcosa, però invece che stare in giro al caldo, la invitai a casa mia visto che i miei coinquilini erano già tornati alle loro case ed io ero da solo a casa ancora per qualche altro giorno prima di rientrare anche io, lei accettò quindi andai a procurarmi delle birre, patatine e altri stuzzichini, tornato a casa misi un po’ di musica e cominciai a preparare, dopo una mezz’ora suonò il citofono ed era lei, la vidi salire le scale e indossava una camicetta bianca molto leggera con una scollatura molto importante , una gonna di jeans e dei sandali molto sottili, la accolsi in casa con un lungo abbraccio e cominciammo a goderci l nostro aperitivo. Dopo un paio di birrette a testa, continuando a parlare le più e del meno le chiesi: “ma ti ricordi quando andavamo alle medie? a cazzeggiare in fondo alla classe? a giocare ad obbligo o verità facendo casino in classe?” lei sorrise annuendo e disse “chissà come sarebbe giocarci adesso” le risposi ridendo “proviamo”, tanto siamo amici da quando avevamo 12/13 anni quindi ci conosciamo molto bene, anche troppo. Inizialmente le il gioco era molto soft, quasi come quando ci giocavamo a scuola, quindi domande su ipotetici partner, ultimo rapporto e cose del genere, ad un certo punto, scegliendo di fare un obbligo, lei mi obbligò a farle un massaggio alle spalle, questa fu la prima cosa a scaldare gli animi della serata, perché essendo alle sue spalle riuscivo a vedere il suo splendido seno attraverso quella scollatura che cominciavo ad apprezzare sempre più. Durante il massaggio è capitato più volte che mi cadesse l’occhio su quel fantastico seno ma senza andare oltre, anche se molto tentato. Scaduto il tempo, mi sedetti al mio posto di fianco a lei, dopo aver bevuto un sorso le chiesi, obbligo o verità? Lei riflettendoci un po’ disse verità, allora la mia domanda più spontanea fu: “ti è piaciuto il massaggio?” Lei rispose “ma si dai” guardandosi un po’ intorno per evitare il mio sguardo, allora continuai a chiederle “piaciuto in che senso? solo piaciuto o altro?” Lei rispose “solo una verità per turno” evitando la mia domanda, e prima che potessi dire altro mi chiese obbligo o verità? Io un po’ timoroso le dissi “verità”, lei mi chiese subito “ti sei divertito a guardarmi le tette durante il massaggio?” Io provai a negare, ma lei guardandomi dritto negli occhi mi disse “ lo so che hai guardato, quindi sii sincero” allora ammisi di averlo fatto dicendole, “sei una bella ragazza, e si, l’ho fatto, era lì e mi è caduto l’occhio, mi dispiace”, lei inaspettatamente mi disse “tranquillo non ti preoccupare, siamo esseri umani e la carne è carne” continuai a bere nascondendo l’imbarazzo, finito il sorso le dissi, tocca a te, riflettendoci un po’ mi rispose “verità” ed io approfittandone le chiesi subito se le fosse piaciuto che le avessi guardato il seno, lei non rispose si o no, mi disse che se non avesse voluto si sarebbe coperta, poi aggiunse “sarà la birra ma ho un po’ caldino”, le risposi “spogliati” ridendo, e lei guardandomi in modo molto provocante apri un bottone in alto della camicetta, il mix di birra, gioco e provocazioni io cominciavano ad eccitarmi, ed evidentemente anche lei cominciava a subirne le conseguenze,. Giunto il mio turno, appena completata la domanda di rito, risposi subito senza pensarci un attimo “obbligo”, lei afferrò del caramello che usavo per la colazione, ne verso un po’ sulla clavicola sinistra e dopo averlo fatto scendere un po’ verso il seno mi disse “avvicinati”, io esegui senza proferire parola, dopo averla raggiunta lei mi disse “ora puliscimi con la lingua” io la guardai in modo un po’ spaesato, poi un po’ per l’eccitazione la strinsi da dietro la schiena con un braccio e cominciai a lasciarle una scia di baci, che non “pulivano” molto, ma mi davano l’occasione di ritornare su quei punti, salendo arrivai alla base del suo collo, allora lei afferrò la mia testa da dietro e mi strinse a lei, indirizzandomi sul lato del collo, sentivo il suo battito accelerare, il respiro diventare più pesante, d’un tratto si irrigidì e mi disse “va bene obbligo fatto” io un po’ confuso le chiesi se andasse tutto bene, lei annuì e continuò a bere, finito il sorso chiese “a chi tocca?”, io risposi “a te” lei senza quasi farmi finire la frase disse “verità“, io sfrontatamente le chiesi “ti stava eccitando?” E lei riflettendoci un po’, evidentemente combattuta se dire la verità o meno, rispose “mi sa di si”, allora capendo un po’ il suo punto di vista le dissi “Gaia siamo amici da tanto, capisco a cosa stai pensando, ma proprio perché siamo amici, puoi stare tranquilla, godiamoci la serata e amen, tutto quello che è successo o che può succedere resterà comunque tra di noi”, lei sembrò sollevata dalle mie parole, e ne ebbi conferma quando mi chiese di continuare il gioco chiedendomi “obbligo o verità?” Io risposi “verità” per tornare di nuovo nel mood del percorso che avevamo intrapreso. La sua domanda fu molto diretta: “anche tu eri eccitato?” Io risposi “onestamente lo sono ancora un po’ anche adesso”, le scappo un “ottimo” cercando di mascherarlo fra un sorriso e un sorso di birra, finito il sorso disse direttamente “obbligo”, io le chiesi se avesse ancora caldo, lei annuì, allora le dissi: “voglio concederti di stare meglio, ti obbligo a toglierti la camicetta”, lei sorrise dandomi dello stronzo ma obbedì giurando vendetta ridendo, dopo qualche istante la camicetta era finita sul divano e le rimase un reggiseno color carne a coprire la sua quarta taglia di seno, passato quell’attimo di imbarazzo mi incitò a scegliere, evidentemente aveva già qualcosa in testa, e il prossimo passo sembrava chiaro ad entrambi, così le dissi “obbligo” mentre mi levavo la maglia, lei ridendo con aria innocente mi disse: “non pensavo a questo ma mi accontento “ io replicai “si certo” accompagnato da un sorriso. Adesso la direzione sembrava chiara ad entrambi, e nessuno dei due voleva tirarsi indietro. Alla domanda di rito lei rispose con “obbligo”, io ero un po’ indeciso se fosse il caso di andare oltre, ma la ragione cominciava a lasciare spazio all’eccitazione e il sangue cominciava a concentrarsi non più sul mio cervello ma altrove, mi chiedo se qualcuno sarebbe rimasto lucido davanti a quel bellissimo seno, anche se ancora parzialmente coperto, quindi le dissi: “visto che finora sono stato indelicato io a sbirciare, che ne dici di mostrarmele?” Tutto ciò pronunciato con un sorriso sulle labbra, e lei rispondendo al mio sorriso con il suo, abbasso le bretelle e giro le coppe verso il basso, lasciando libero il suo meraviglioso seno, era di una carnagione molto chiara, con un aureola abbastanza ampia e scura, a mostrare la sua eccitazione c’erano due capezzoli molto pronunciati e turgidi, mi venne voglia di leccarli come se non ci fosse un domani, e qualcosa in me cominciò a crescere oltre alla voglia di saltarle addosso. Trascorso qualche istante a farsi ammirare mi chiese: “devo rimetterlo?” Indicandomi il reggiseno, io le risposi “come preferisci, il mio obbligo finisce qui” allora lei tirò su le coppe ma senza le bretelle, facendomi capire, le nascondo ma se vuoi posso toglierlo, alla sua azione coprente seguì la domanda di rito, io per pareggiare i conti scelsi obbligo, lei mi fece alzare e mi disse “togliti i pantaloni!” Io con un mix di imbarazzo ed eccitazione esegui l’ordine lasciando ormai soltanto il sottile strato dei boxer a nascondere alla sua vista la mia ormai evidente erezione. Lei con uno sguardo compiaciuto mi disse “gira su te stesso” io le negai quest’ultimo comando dicendole che aveva già usato il suo obbligo, mi rispose dicendo: “hai ragione, allora scelgo anche io obbligo!”, cogliendo la palla al balzo le dissi: “fammi compagnia, togliti la gonna” che non era molto lunga, ma era comunque un pezzo da levare, lei senza dire nulla, si alzò, mi diede le spalle, slacciò la gonna, e l’accompagnò per terra mettendosi a 90 e mostrandomi il suo sedere aprirsi e rivelare un perizoma anche questo color carne che cercava di nascondere con scarsi risultati la sua intimità, sentivo la mia erezione sempre più imponente, quasi non riuscivo a resistere, lei provocatrice, raccolse la gonna, la getto sul divano vicino alla camicetta e si sedette davanti a me accavallando le gambe, mentre si sedeva, notai che il suo sguardo si fermò per un attimo sulla mia erezione ormai impossibile da celare. Alla solita domanda seguì la solita risposta, obbligo, lei inaspettatamente si alzò e avvicinandosi a me mi disse: “per una questione di parità, ti obbligo a togliermi il reggiseno”, però non si giro, quindi feci come per abbracciarla e con le mani le slacciai il reggiseno da dietro, rimosso l’indumento ormai superfluo mi ritrovai con suo magnifico seno davanti al viso, così vicino che non riuscì a resistere alla voglia di baciarlo, e mentre mi avvicinavo lentamente al suo capezzolo, ormai ad un filo di fiato, lei mi disse “non è ancora il momento” mettendomi la mano sulla bocca, con l’altra mano prese la mia e mi disse, “che ne pensi di andare in camera?”
Continua…
scritto il
2024-05-29
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